IL DETTO "DALLA PADELLA ALLA BRACE" VERRA' SOSTITUITO CON: "DAL 2021 AL 2022"

C’è necessità di avere vaccini nuovi per intervenire sul tasso dei contagi causati dalle nuove varianti,
così l’Organizzazione mondiale della sanità che afferma

“una strategia di vaccinazione basata su richiami ripetuti dei vaccini attuali


ha poche possibilità di essere appropriata o sostenibile.

In attesa che questi nuovi vaccini siano disponibili,

occorrerà forse aggiornarne la composizione per garantire che continuino a fornire


il livello di protezione raccomandato dall’Oms contro l’infezione e la malattia causata dalle varianti”.


Quindi?

Gli irriducibili non vaccinati, ma anche quelli con solo due dosi scadute,
nel frattempo se ne stanno “chiusi in casa come sorci” (cit. Burioni) per quale motivo?

E quelli che si accingono a fare il booster, di cui si sa già che la durata prevista è di sole 10 settimane,
ed ora l’OMS ci spiega che non serve a nulla, con che entusiasmo tornano a farsi bucherellare?


Che farete cari italiani,

aggiornati sui pericoli che state correndo da un ministro improbabile che sventola con orgoglio statistiche vecchie di due mesi

e snocciola dati clamorosamente sbagliati?


Rilanciate pure voi pur di riuscire a salire su un bus,

o aspettate il nuovo modello di vaccino, attendendo pazientemente accucciati nella vostra stanzetta?



Il tutto mentre le virostar stanno frenando in corsa sentendo puzza di bruciato.

Sia Bassetti che Abrignani hanno appena ammesso che i dati sui decessi da Covid sono “assolutamente falsati”:

si entra in ospedale con altre patologie, e dato che il tamponamento è obbligatorio,

se risultate positivi e quindi spirate, venite catalogati come morti PER covid.



Per non parlare dell’altalenante Crisanti

che se beccate nei giorni dispari vi spiega che una dose di vaccino ogni tre mesi è un’assurdità.


Qui non si tratta più di “fidarsi della scienza”.


Qui si tratta di valutare bene per bocca di chi viene diffuso il sacro verbo della scienza.


E l’affidabilità non te la dà lo schermo televisivo.
 
Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa.“ — Gregg Easterbrook

Apertura di Draghi in conferenza stampa:

1) “Gran parte dei problemi dipende dai no vax”.

2) Se è arrivato l’obbligo vaccinale per gli over 50 è per convincere chi finisce in terapia intensiva:
“Lo abbiamo fatto sulla base dei dati, essenzialmente, che ci dicono che chi ha più di 50 anni
corre maggiori rischi, le terapie intensive sono occupate per i due terzi dai non vaccinati”.


Sorvoliamo un attimo sulla considerazione di Draghi al punto 1) e rispondiamo a quella del punto 2):

10 gennaio 2022 le Terapie intensive in Italia sono occupate al 17%.

Quindi, per amor di precisione, ammesso che la dichiarazione di Draghi riporti una percentuale esatta,
semmai i Non Vaccinati occupano i due terzi del 17%, ovvero l’11,33%

Questo giusto per rispondere anche a chi si affanna ad urlare:

“Portano via TUTTI i posti ai vaccinati e ai malati di altre patologie."


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Ora vediamo quali sono i dati per cui han costretto ad OBBLIGARE al vaccino gli over 50.

Purtroppo l’ISS fornisce i dati aggeregati della fascia 40-59, aggiornati al 4 gennaio (dicono)
ma riferiti ancora al periodo che va dal 12 novembre e il 12 dicembre 2021.

Eccoli:

Come potete vedere dalla tabella qui sotto, ogni 100 mila persone,

i non vaccinati tra i 40 e i 59 anni che entrano in ospedale sono 87,2, di cui 12,9 in terapia intensiva.

Di questi ne muoiono mediamente 2,8 al mese.

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Se invece consideriamo TUTTI i non vaccinati tra i 40 e i 59 anni, che sono ad oggi 2.613.841,

vediamo che nel periodo tra il il 5 novembre e il 5 dicembre 2021 ne sono deceduti 76.

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Ed ora rispondiamo al punto 1):

in che modo i non vaccinati

che occupano le terapie intensive all’11,33%,

che muoiono in numero medio di 76 al mese su una fascia di oltre 2 milioni e seicentomila persone,

possono essere LA GRAN PARTE DEI PROBLEMI?


Semmai possono essere solo un problema per loro stessi.


Come sappiamo loro non possono contagiare dei superprotetti vaccinati.

Mentre i vaccinati che possono contagiare, possono infettare i non vaccinati.


Inoltre: sono morti in Terapia Intensiva e catalogati come NON vaccinati.

Ma sono morti di Covid?

Tutti?


RICORDIAMO che i dati presi in esame sono riferiti ad una fascia di età di 20 anni che va dai 40 ai 59.

La fascia dai 40 ai 50 sarà la prossima colpita.



Per concludere, questi sono i numeri nudi e crudi.

Questi sono i dati che non tengono conto delle vittime delle reazioni avverse,

delle vittime da lavoro perso e da disagio sociale

che i provvedimenti draconiani che han preso costringendo al supergrenpass provocheranno.


Sono numeri che a nostro parere non giustificano leggi che SOLO NOI in Italia abbiamo adottato.

E’ il caso di dire che chi vivrà vedrà.

Sia a quanto saran serviti, sia a che disastro sociale ci stanno portando.


Chissà se Speranza e Draghi li han letti davvero.

Chissà soprattutto se li han capiti.

Chissà se davvero han valutato i pro e i contro.



Qui il PDF integrale dell’ISS:
 
Il presidente Biden, al contrario di quanto a suo tempo promesso da Trump,
ha de-secretato solo una percentuale minima dei documenti ancora segreti sul delitto Kennedy,
con grande disappunto anche di Robert F. Kennedy Junior, il nipote del presidente.

Poco e troppo tardi e dei 15 mila documenti resi pubblici una parte è stata “Corretta”.

Comunque qualcosa si è venuto a sapere.

Oswald viaggiava in auto.

Sei settimane prima dell’assassinio di Kennedy, il 22 novembre 1963,
Lee Harvey Oswald si recò a Città del Messico dove ebbe contatti con le ambasciate sovietica e cubana.

Si è sempre detto che, dato che non aveva la patente, viaggiò per bus sia all’andata sia al ritorno.

In realtà si scopre che la commissione Warren seppe che questo viaggio fu fatto in auto
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Dato che Oswald non sapeva guidare, chi lo portò avanti e indietro da Città del Messico?

Questo particolare è importante perché contraddice la commissione d’inchiesta Warren che asserisce che Oswald fece tutto da solo.


Due barelle con i proiettili?

C’era più di una barella con un proiettile sopra?

Nei primissimi giorni del comitato ristretto per gli assassinii della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti,
ci fu un incontro tra l’allora consigliere capo Richard Sprague e alcuni dei rappresentanti della commissione.

“Sprague disse di avere un testimone del Parkland Hospital, dove sono stati portati Kennedy e Connally dopo l’assassinio, che era un’infermiera”,

“E ha detto che quando è uscita da una delle sale traumatologiche, c’era una barella contro il muro vicino all’ascensore, e lei vide un proiettile sopra di essa.”


Durante questo incontro, Sprague non voleva dire agli altri come si chiamasse o dove si trovasse.

“La Commissione Warren direbbe che c’erano due barelle lì, non solo una,
e che il proiettile era sotto il tappetino della barella, ed è emerso solo dopo che il custode Darrell Tomlinson l’ha spinto contro il muro.


“Quindi ho pensato che fosse assolutamente affascinante perché lascia l’impressione che:
‘c’era più di una barella con un proiettile sopra?’ E ci sono state segnalazioni che era così”.


Sempre durante l’incontro, Sprague ha detto ai membri del Congresso
di avere problemi nel credere alle parole di un ex- ufficiale della CIA David Phillips,
l’uomo che trascrisse le telefonate fra Lee Harvey Oswald
e le ambasciate sovietica e cubana a Città del Messico e le attività di Oswald in quella città.

Infiltrazioni della CIA.
L’unico accusato in un processo per l’assassinio di Kennedy fu un imprenditore e agente segreto, Clay Laverne Shaw,
arrestato e processato, con assoluzione, dal procuratore di New Orleans Jim Garrison.

Ora si viene a sapere che un suo grande sponsor, Edgar Stern, marito di Edith Stern,
proprietario dei famosi grandi magazzini Sears Roebuck, aveva un Via Libera della CIA.

Inoltre la CIA aveva infiltrato l’ufficio del procuratore Garrison.


Assassini della CIA.
I documenti rivelano anche i veri nomi di due killer al servizio della CIA
che l’agenzia stessa aveva mandato in Congo per uccidere l’allora presidente Patrice Lubumba,
poi morto comunque tragicamente.

I loro pseudonimi era WJ Rogue e QJ Win, ma i veri nomi erano David Dato, precedente nome TziTzichvilli, e Jose Mankel.


Questo è quanto contenuto solo nel 10% dei documenti resi pubblici, e dopo un filtro…
 
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La Fiaso certifica : "Il 34% dei positivi in ospedale, non è malato di Covid".

Matteo Bassetti critica il report dei contagi.

Andrea Costa gli dà ragione.

E cade il velo sui dati usati dall'esecutivo in conferenza stampa. Sono vecchi e pasticciati
 
A partire dal 1° gennaio 2022 il tasso di interesse legale passa all'1,25% in ragione d'anno.


L’aggiornamento annuale è previsto dall’articolo 1284, primo comma, del codice civile,
secondo cui la percentuale deve essere rivista

“sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell’anno”.


A stabilire questo aumento di oltre un punto percentuale (per il 2021 era stato fissato allo 0,01%)
è il decreto del MEF del 13.12.2021 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 297 del 15.12.2021.


La variazione ha risvolti di varia natura, anche di carattere fiscale,
ad esempio in fase di determinazione delle somme da versare quando si fa ravvedimento.

Infatti, quando si ricorre a tale istituto, è questo il saggio da considerare per il conteggio degli interessi dovuti:

vanno calcolati giornalmente, tenendo conto del fatto che il tasso da applicare potrebbe non essere unico,
ma cambiare in ragione di quello vigente nei diversi periodi.

Questo perché, negli ultimi anni, è stato puntualmente modificato:

  • nel 2021 pari allo 0,01%

  • nel 2020 pari allo 0,05%

  • nel 2019 pari allo 0,8%

  • nel 2018 pari allo 0,3%

  • nel 2017 pari allo 0,1%;

  • nel 2016 pari allo 0,2%;

  • nel 2015 pari allo 0,5%;

  • nel 2014 pari all’1%;

  • negli anni 2013 e 2012, pari al 2,5 per cento
 
Che qualcosa si stia muovendo.....


Mentre diversi medici, alcuni virologi, qualche sottosegretario al Governo
iniziano a porre il tema e l'attenzione sulla necessità di modificare comunicazione,
conteggi e dati per non alimentare falso e inutile allarmismo e la fabbrica del panico,
nella sostanza oltre che desolante ASST di Lecco sforna bollettini di segno opposto.

Registriamo che la sanità pubblica è i suoi rappresentanti son stati:

- Incapaci senza l'aiuto di mecenati e privati di aprire diversi centri vaccinali,
di acquistare strumenti sanitari e dispositivi di protezione individuali anche per il proprio personale e struttura...
Sono stati oltre 5 milioni di euro le donazioni private solo a Lecco (in soli 9 mesi nel 2020) malgrado un bilancio di oltre 319 milioni...

- Incapaci di aprire e mantenere un centro tamponi al Bione, chiuso ad aprile da un giorno all'altro, e mai più riaperto... Ect ect


Oggi Asst ci fa il bollettino ancora una volta parziale e dentro l'ingranaggio della fabbrica del panico.

- Dopo le dichiarazioni di una manciata di settimane fa quando il proprio direttore generale Favini
accusava i no vax di portare via posti in Terapia intensiva ad altri malati con altre patologie,
per poi dichiarare che degli 8 pazienti 8 lì ricoverati, 7 non eran neppure di Lecco.


Ebbene oggi sarebbe buona cosa se ci confernasse se i 138 positivi ricoverati al Manzoni
sono tutti e 138 ricoverati a causa del Covid o quanti sono ricoverati per altre patologie seppur positivi.

Questo perché giusto oggi la Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere
in un comunicato ufficiale rende noto che il 34%, 1 su 3, in Italia
non è ricoverato per covid pur se segnato in questa classifica.


Ebbene oggi sarebbe buona cosa se Asst ci confermasse se i 138 ricoverati
oltre ad essere tutti ricoverati per Covid sono anche più o meno
dei ricoverati dello scorso anno, pari periodo, e ci fornisse i dati mensili dello scorso 2021.

Ebbene oggi sarebbe buona cosa sapere perché la sanità pubblica
ed i vertici politici regionali e nazionali che la nominano e governano
non hanno più ottemperato alle dichiarazioni di fare il tampone salivare all'ingresso delle scuole,
anche del territorio, per tracciare i contagi al fine di un trattamento e di un isolamento atto a ridurre rischio contagio e dad.


Quante sono state nel 2021 le assunzioni di personale sanitario e specializzato,
a saldo delle uscite, per l'ospedale di Lecco per affrontare concretamente anche la pandemia da Covid ?

Quante son state le ore straordinarie fatte ed eventualmente ancora da compensare sempre per i sanitari e quante ne son previste per il 2022 ?


Perché è forte l'idea e il sospetto che non vi è nessun piano di sviluppo,
sostegno e maggior servizio pubblico al cittadino a fronte di maggior domanda.

Le liste di attesa di mesi e ancora mesi, presenti ormai da anni e anni per si può dire qualsivoglia patologia,
per l'ospedale di Lecco e non solo ovviamente, non potendole imputare ovviamente al Covid, come si spiegano e come pensa di risolverle?


Mi resta inoltre un ulteriore dubbio.

Ma un non vaccinato controllato ogni 48 ore

è meno sicuro di un vaccinato positivo asintomatico

o peggio sintomatico senza nessun controllo e tracciamento,

libero di andare ovunque e quindi di infettare anche il non vaccinato sano?



L'incapacità o voglia di attuare le 3T peraltro proposte dallo scienziato americano Fauci

tra i massimi virologi mondiali, ossia

Testare

Tracciare

Trattare

e basarsi solo sul vaccino, che purtroppo viene bucato dal virus,

ne son riprova oltre i numeri anche i 117 medici infettati,

è o no una delle cause del protrarsi del virus stesso?


I non vaccinati non possono andare al bar, al Ristorante, sui mezzi pubblici, a teatro
e da settimana prossima nei negozi e nemmeno a lavorare,
ma i casi di contagio raddoppiano ogni giorno.


Però è solo tutta colpa dei non vaccinati.


Chissà il prossimo comunicato di questo passo, attendo fiducioso le risposte.

Buon anno
 
Avremmo gradito cominciare l’anno nuovo col piede giusto.

Ma sembra che ciò non sia possibile, neanche per il “Governo dei miracoli” di Mario Draghi.

Intendiamoci: non proviamo alcuna angoscia per le sorti prossime venture dell’“uomo della Provvidenza”.

A toglierci il sonno non è sapere se il grande italiano resterà a Palazzo Chigi,
traslocherà al Quirinale o tornerà agli ozi domestici.

Con tutto il rispetto: chi se ne frega.

Ciò che preoccupa è la sorte delle famiglie e delle imprese italiane.

Pende sulle loro teste una gigantesca spada di Damocle
che la narrazione mediatica di queste prime giornate del 2022 sottovaluta.

Parliamo dell’aumento stratosferico del costo del gas e dell’energia elettrica
che si è già abbattuto sulle famiglie e sulle imprese nel secondo semestre del 2021
ma che, stando alle previsioni degli enti regolatori, colpirà durissimo nel primo trimestre di quest’anno.


L’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente)
ha pubblicato la stima dei consumi annui a famiglia e connessi incrementi di spesa per il 2022 (Determina numero 22/21).

Il quadro è terrificante.

Si valuta che un profilo di utenza media, con una potenza impegnata di 3 kilowatt
ed un consumo stimato di 4000 kilowattora, spenderà quest’anno 1.192,49 euro per l’energia elettrica;

un consumo gas pari a 5000 Smc (Standard metro cubo) costerà 5.071,32 euro
se l’utente è residente nell’area Nord-occidentale del Paese,
contro i 5.792,85 euro dovuti a parità di consumi da un abitante del Meridione.


Nel primo trimestre 2022 gli aumenti saranno del +55 per cento per l’elettricità e del +41,8 per cento per il gas.


Come faranno le famiglie italiane con redditi contenuti entro la fascia dei 12/16mila euro annui
a pagare le bollette senza doversi indebitare?

E se non ce la dovessero fare, li si lascia al buio e al freddo?

Li si mette a dieta forzata?


Si obietterà:
il Governo è intervenuto in legge di Bilancio a stanziare risorse
per alleggerire l’impatto degli aumenti delle forniture energetiche a imprese e famiglie.

Si tratta di 1,8 miliardi di euro in più rispetto alle risorse già stanziate
che porterebbero l’intervento finanziario a sostegno di famiglie e imprese a oltre 3,5 miliardi per i primi tre mesi del 2022.

Apprezzabile, ma non sufficiente.

Serve uno sforzo straordinario da parte del Governo,
che non può limitarsi ad aggravare la spesa corrente ma deve riuscire a risalire alle cause del problema.


Cioè: deve cominciare a fare politica.


Già, perché il contenimento del costo della materia prima energetica
non è affare solo di mercato e non è solo italiano ma investe gli assetti geopolitici dell’Unione europea
e dei suoi Paesi membri più influenti.

Nell’immediato, un passo importante sarebbe prendere in considerazione
le proposte che giungono dalle associazioni dei consumatori orientate alla

rimodulazione e allo spostamento (strutturale) sulla fiscalità generale degli oneri di sistema;

all’utilizzo dei proventi delle aste Co2 per ridurre le bollette;

alla riduzione di Iva e accise sul gas;

all’utilizzo degli extra profitti delle società energetiche accumulati in questi mesi di prezzi alti;

al ripensamento della fine del mercato di tutela e del ruolo di Acquirente unico
.


Stesso dicasi per le piccole e medie imprese che sono la spina dorsale del nostro sistema produttivo.

Sul groppone delle Pmi, già appesantito dall’eccessiva tassazione,
è stato caricato il maggior contributo all’implementazione delle energie rinnovabili.

Di fatto, la struttura della bolletta energetica ne risulta squilibrata a danno delle piccole imprese.

La causa è il disallineamento del contributo al consumo effettivo di energia.


Come denuncia Confartigianato:
Le piccole aziende in bassa tensione, infatti, a fronte di una quota di consumi energetici del 32 per cento,
sono costrette a pagare il 49 per cento della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica,
pari ad una somma di 4,7 miliardi di euro.
In barba al principio “chi inquina, paga”, le Pmi devono finanziare la maggiore quota di oneri
per le componenti della bolletta dedicate al sostegno delle energie rinnovabili, d
i categorie come le ferrovie e le imprese energivore, e i bonus sociali
.


Si dirà: c’è mamma Europa a cui chiedere aiuto.

Ma l’osannata Unione europea ci sta o no a fare con le materie prime energetiche ciò che ha fatto con i vaccini?

A creare una centrale unica europea per l’acquisto in comune di gas?

Sarebbe il momento giusto per dimostrare che l’Unione c’è.


Peccato che al Consiglio europeo dello scorso ottobre l’idea della centrale unica d’acquisto,
ventilata da Mario Draghi, sia stata subitaneamente affondata dal nein della signora Angela Merkel,
giunta alla sua ultima partecipazione da cancelliere tedesco al vertice europeo.


Verrebbe da dire: la solita Germania che pretende che gli europei tengano il punto contro la Russia di Vladimir Putin,
mentre procede come un treno all’attivazione del gasdotto Nord Stream 2 che pomperà fiumi di gas
dalla grande madre Russia direttamente al cuore (teutonico) dell’Europa settentrionale.


Dobbiamo cavarcela da soli?

Va bene, facciamolo con chi ci sta degli altri Paesi dell’Ue.

Non fosse altro per togliere ogni alibi alla politica nostrana che sulla questione del caro bollette non mostra la dovuta attenzione.
 
Con una mossa del tutto insolita,
la FAA ha ordinato una breve sosta a terra totale in tutti gli aeroporti della costa occidentale
a causa del lancio di un missile balistico da parte della Corea del Nord.

Secondo quanto riferito, l’arresto dei voli
è durato dalle cinque ai sette minuti lunedì pomeriggio, secondo Newsweek, che ha svelato la storia.

Il lancio del missile è avvenuto nelle ore mattutine di martedì, ora della Corea del Nord.

Start of 2022 North Korean missile launch thread, with updates.
January 10th, 2022 (22:27 UTC)
Preliminary reports indicate North Korea launched a “hypersonic” missile into the East Sea/Sea of Japan.
Range: 700km/434.96 miles
Apogee: 60km/196,850 feet
Max Speed: Mach 10 pic.twitter.com/FtZyWRVuiu
— Aircraft Spots (@AircraftSpots) January 11, 2022

La fermata è stata osservata dal sud della California fino a Portland.

L’aeroporto internazionale di San Diego, un importante hub in cui gli aerei sono stati fermati per un breve periodo.


Newsweek descrive: “Sabrina LoPiccolo, portavoce dell’aeroporto, ha detto a Newsweek
che l’aeroporto è stato informato dal traffico aereo di una fermata di terra nazionale verso le 14:30 Ora del Pacifico.
Non è stato fornito alcun motivo per lo stop, che è durata dai cinque ai sette minuti.

Non è ancora chiaro sia stato dato esattamente la causa,
ma le voci più probabili affermano che potrebbe avere qualcosa a che fare l'allarme,
con i rapporti secondo cui questo ultimo lancio prevedeva un proiettile nordcoreano che ha raggiunto Mach 10,
scatenando una reazione del NORAD.

L’oggetto è stato riferito che ha percorso circa 700 km ed è atterrato nel mare tra il Giappone e la penisola coreana.


La CNN cita che “La portavoce del NORAD ha affermato che è stata la normale sequenza dopo il lancio:
il lancio del missile è rilevato ed è stato valutato non essere una minaccia per gli Stati Uniti continentali.
La pratica standard prevede che la FAA abbia un collegamento costante con il centro operativo del NORAD,
quindi, sarebbe stato a conoscenza della rapida valutazione”.

Ulteriori rapporti locali hanno confermato che anche gli aeroporti internazionali di San Francisco, Sacramento e Portland sono stati colpiti.

I funzionari di Pyongyang affermano che si trattava di un test di un missile ipersonico, mentre gli esperti occidentali ne dubitano.

Ma i funzionari della difesa a Seoul stanno confermando la natura avanzata dell’arma testata.


“La valutazione del test da parte dell’intelligence sudcoreana e statunitense era in corso,
ma l’iniziale ha mostrato che il test di martedì, in cui il proiettile ha raggiunto una velocità di Mach 10,
era un’arma più avanzata rispetto al test condotto dalla Corea del Nord giovedì scorso, secondo lo stato maggiore Sud Coreano”, dice la CNN.


L’esercito sudcoreano ha condannato il lancio, dicendo:
“La recente serie di test sui missili balistici della Corea del Nord
è una chiara violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite…
[Noi] esortiamo fortemente [la Corea del Nord ] a interrompere immediatamente i test, il che aiuta non aiuta ad allentare la tensione”.


È stato il secondo test di missili balistici nordcoreani in meno di una settimana
ed arriva in un momento pessimo dei rapporti fra gli USA Nord Corea,
poiché gli sforzi di denuclearizzazione sono fermi dopo i tentativi condotti da Trump.

Inoltre il regime Nord Coreano è molto più avanti di quanto si pensasse in Occidente
nello sviluppo di un’arma che potrebbe colpire in pochi secondi la Corea del Sud,
in pochissimi minuti il Giappone, e in meno di un’ora Los Angeles.


Un qualcosa che spiazza i militari e cambia le scelte strategiche in gioco.
 
Il primo aprile sarebbe stata una data più adatta
per la pubblicazione del decreto legge numero 1,
uscito sulla Gazzetta Ufficiale il 7 gennaio del 2022.



Agli occhi di un giurista, infatti, sembra più uno scherzo,
strutturato in modo da far perdere il senno anche al più preparato e intelligente degli addetti ai lavori.

Poiché il tempo e lo spazio sono ridotti,
ci limiteremo alla disamina di un paio di contraddizioni
che riguardano le date di scadenza delle misure previste dal nuovo decreto,
sorvolando sulle ben più gravi contraddizioni di merito,
che sono talmente evidenti da non aver neppure bisogno si essere commentate.



Al momento attuale, grazie al Dl numero 221/2021 (non ancora convertito in legge),
lo stato di emergenza (rectius di eccezione) causato dal Covid- 19 è stato nuovamente prorogato
dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022, in palese violazione del Decreto legislativo numero 1/2018 (Codice dalla Protezione civile).

Anche ammettendo che una fonte (quasi) equivalente
possa ignorare impunemente i termini massimi previsti dal codice della Protezione civile, già ampiamente consumati,
va da sé che ogni misura collegata, giustificata e motivata dall’emergenza stessa
debba avere come termine ultimo di validità per la sua legittimità,
quello attualmente previsto per il termine dell’emergenza.



Infatti, diversamente, la normativa andrebbe considerata non emergenziale
ma di natura ordinaria
e ciò renderebbe illegittima la sua emissione con lo strumento del Decreto legge,
vincolato all’urgenza di predisporre strumenti normativi disciplinanti situazioni contingenti
che non possano attendere i tempi dell’iter legislativo normale.


Ma, scorrendo il Dl 1/2022, si scopre che in molteplici dei suoi articoli

la scadenza prevista per le misure ivi contemplate non è quella del 31 marzo,

bensì quella del 15 giugno 2022,

cioè ben due mesi e mezzo oltre lo spirare dell’emergenza Covid-19.



Ma questo, se porta a ritenere illegittima la previsione normativa in emergenza,
potrebbe essere giustificato come un refuso,
se non fosse per la contemporanea presenza di contradditorie previsioni
che accavallano il termine del 15 giugno con quello del 31 marzo, in più di una fattispecie.

E non solo a causa del solito strumento (assai deplorevole) della legislazione per richiamo ad altri provvedimenti,
ancora una volta utilizzato a piene mani,
col risultato di rendere ancora più difficoltosa la lettura e la comprensione della normativa,
ma anche per la presenza, all’interno del Dl 1 stesso,
di sovrapposizioni cronologiche incongrue e ingiustificate.


Vediamo le principali.


L’articolo 1 Dl 1/22 introduce nuovi articoli al Dl 44/21, già convertito,
che già prevedeva l’obbligo vaccinale per i sanitari, cui si era aggiunto quello per docenti e forze dell’ordine (Dl 172/21 non ancora convertito).

Il novello articolo 4 quater recita:

Dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e fino al 15 giugno 2022, (… omissis),
l’obbligo vaccinale per la prevenzione dell’infezione da Sars-Cov-2, di cui all’articolo 3-ter,
si applica ai cittadini italiani (… omissis) che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età,
fermo restando quanto previsto dagli articoli 4, 4 -bis e 4-ter
”.


Anche il successivo novello articolo 4 quinquies,
relativo all’accesso sui luoghi di lavoro pubblici e privati
con certificazione di vaccinazione obbligatoria per i soggetti obbligati,
fa riferimento alla scadenza del 15 giugno, in particolare, esplicitamente,
col rinvio contenuto nella parte finale del comma 4° secondo cui

per le imprese, fino al 15 giugno 2022, si applica l’articolo 9-septies, comma 7, del medesimo decreto legge numero 52 del 2021”.


Il lettore, ovviamente, ha necessità di conoscere il contenuto dell’articolo 9 septies comma 7, per sapere che cosa prescriva.

Ebbene, esso recita:

Nelle imprese, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata di cui al comma 6,
il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione,
comunque per un periodo non superiore a dieci giorni lavorativi,
rinnovabili fino al predetto termine del 31 marzo 2022,
senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro per il lavoratore sospeso
”.



Ovviamente, si pensa che il contrasto fra i due diversi termini sia dovuto al rimando ad una norma precedente,
con un termine calibrato sulla scadenza dell’emergenza, che ci si sia dimenticati di coordinare.

Invece, approfondendo, si scopre che

l’originario comma 7 dell’articolo 9 septies del Dl 52/21 è stato sostituito,

dall’articolo 3 comma 1, lettera c Dl 1/22, proprio col testo sopra richiamato,

contenente la previsione del termine del 31 marzo

per la possibilità di sostituzione del lavoratore sospeso per inadempimento dell’obbligo vaccinale,

senza conseguenze disciplinari e con conservazione del posto di lavoro.


Il che lascia il dubbio circa la possibilità di licenziamento e procedimento disciplinare,
nell’inottemperanza all’obbligo vaccinale che si prolunghi oltre il 31 marzo 2022.

Mero errore o voluta incongruenza?



Ma questo è nulla.

Infatti, tornando al testo dell’articolo 4 quinquies, si legge al comma 1:

A decorrere dal 15 febbraio 2022, i soggetti di cui

agli articoli 9-quinquies, commi 1 e 2, 9-sexies ,

commi 1 e 4, e 9-septies,

commi 1 e 2, del decreto legge 22 aprile 2021, numero 52
(… omissis),
ai quali si applica l’obbligo vaccinale di cui all’articolo -quater,

per l’accesso ai luoghi di lavoro nell’ambito del territorio nazionale,


devono possedere e sono tenuti a esibire una delle certificazioni verdi Covid-19 di vaccinazione o di guarigione

di cui all’articolo 9, comma 2, lettere a) , b) e c-bis ) del decreto legge numero 52 del 2021. (… omissis)


I lavoratori di cui ai commi 1,
nel caso in cui comunichino di non essere in possesso della certificazione verde Covid-19 di cui al comma 1
o che risultino privi della stessa al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro,
al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro,
sono considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari
e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro,
fino alla presentazione della predetta certificazione, e comunque
non oltre il 15 giugno 2022
”.


Chi sono i i soggetti di cui agli articoli 9-quinquies, commi 1 e 2, 9-sexies, commi 1 e 4, e 9-septies,

commi 1 e 2, del decreto legge 22 aprile 2021, numero 52
”?


Per scoprirlo, bisogna andare a leggere i relativi articoli del Dl 52/21 e si scopre quanto segue :


L’articolo 9 quinquies recita:

Dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 marzo 2022,
termine di cessazione dello stato di emergenza,
al fine di prevenire la diffusione dell'infezione da Sars-Cov-2, al personale delle Amministrazioni pubbliche (… omissis),
ai fini dell’accesso ai luoghi di lavoro (… omissis),
è fatto obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde Covid-19 di cui all’articolo 9, comma 2
”.


L’articolo 9 sexies:

Dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 marzo 2022,
termine di cessazione dello stato di emergenza,
al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza,
i magistrati (… omissis) non possono accedere agli uffici giudiziari
ove svolgono la loro attività lavorativa se non possiedono e, su richiesta,
non esibiscono la certificazione verde COVID-19 di cui all'articolo 9, comma 2
”.


L’articolo 9 septies:

Dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 marzo 2022,
termine di cessazione dello stato di emergenza,
al fine di prevenire la diffusione dell’infezione da Sars-Cov-2,
a chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo,
ai fini dell’accesso ai luoghi in cui la predetta attività è svolta,
di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde Covid-19 di cui all’articolo 9, comma 2
”.


Lo stato di emergenza
, come detto, è stato surrettiziamente prorogato fino al 31 marzo 2022,
salvo ulteriori proroghe e dunque, al momento, è questo il termine ultimo di validità
(sempre che siano valide) delle norme emergenziali.


Pertanto, come si può pretendere di applicare fino al 15 giugno una normativa emergenziale

la cui validità è esplicitamente prevista solo fino al 31 marzo?


Non solo: la scadenza del 31 marzo 2022 è stata introdotta al posto di quella originaria del 31 dicembre 2021,

dall’articolo 8, comma 3, del Dl 24 dicembre 2021, numero 221, non ancora convertito in Legge,

con la conseguenza che la mancata conversione farebbe decadere anche il termine prorogato,

riportando la sua scadenza di validità ad una data addirittura precedente all’entrata in vigore del DL 1/22.



Si assiste così a una stratificazione di normative urgenti,
che si sovrappongono, modificando le precedenti senza alcun coordinamento tra le stesse.


Sicuramente vi sono altre critiche, anche assai più gravi,
da sollevare nei confronti di questo nuovo decreto legge,
ma si può affermare senza tema di smentita che già quanto qui analizzato
dia la misura della protervia giuspositivista di tale modo di legiferare,

giunta al punto da sorvolare addirittura

sulla forma (che nel diritto è sostanza!),

sulla logica (che nel diritto è giustizia!),

sulla imparzialità (che nel diritto è tutto!),


pur di raggiungere l’unico scopo evidente di mesi e mesi di normazione illeggibile,

cioè la vaccinazione obbligatoria del 100 per cento della popolazione residente,

senza presa di responsabilità alcuna rispetto alle eventuali conseguenze da ciò derivanti.



E, nella peggiore delle ipotesi, nemmeno i posteri potranno emettere un’ardua sentenza su quanto sta accadendo solo in Italia.
 
“Noi abbiamo i reparti occupati al 26% ma li avremmo al 10% se usassimo criteri diversi.


Quindi sarebbe un gennaio normale: sempre infatti in questo mese invernale

avevamo in reparto pazienti con influenze e polmoniti.


Se noi non entriamo nella nuova logica continueremo a essere in emergenza.


Faccio un appello a Draghi perché ascolti un pò più i medici e un pò meno i burocrati”.
 

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