CHI NON COMPRENDE IL TUO SILENZIO PROBABILMENTE NON CAPIRA' NEMMENO LE TUE PAROLE

Voglio proprio vedere cosa succederà da martedì......ed io sarò il primo a testare.
Perchè il mio green-pass ha scadenza 28 febbraio 2022
Perchè "ce lo dice l'europa" ha diramato una circolare sulla validità del Green pass per 9 mesi.
Perchè lo stato italiano non rispetta la normativa europea
Perchè ancora lunedì ho fatto un'esame IgG e gli anti-corpi ce li ho.

E non farò la terza dose sin quando non arriverà il nuovo vaccino, studiato su omicron
e non il vecchio che non copre un quazzo. 40% max.

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Non c'è mai stato un momento migliore negli ultimi 70 anni

per vivere a distanza di sicurezza da una nazione completamente uscita di testa.



La disposizione di cui si parla nell'immagine, ha comunque riempito le pagine dei giornali.
E dà un'idea fin troppo esatta non solo del clima, ma anche degli effettivi orientamenti della politica governativa italiana.

Breve "round trip home",
sceso dall'aereo andando verso casa
ho visto che circa il 60% di chi incontravo per strada aveva la mascherina.

E mi sono ricordato, all'improvviso, che vige l'obbligo di mascherina all'aperto.

Sensazione al limite del culture shock.


Poi, venendo da un contesto in cui un certificato vaccinale non serve a niente,
so che in tutta l'Unione Europea quello di cui sono in possesso è valido nove mesi.

Ma in Italia solo sei, a partire dal primo febbraio.


Non solo: e' passato l'obbligo di terza dose per personale sanitario a qualsiasi titolo,
militari, forze dell'ordine e insegnanti, e
"La disposizione, inoltre, qualifica come illecito amministrativo
la mancata verifica dell'adempimento dell'obbligo vaccinale da parte del datore di lavoro
e lo svolgimento della prestazione lavorativa da parte del lavoratore inadempiente all'obbligo vaccinale"
(https://www.quotidianosanita.it/governo-e.../articolo.php...).


Ma chi ha fatto il booster nello scorso autunno è fregato al di là di qualsiasi immaginazione,
visto che in Italia al momento non si prevede quarta dose
(https://www.pmi.it/.../scadenza-green-pass-dopo-terza...).


Dovrà andare a tamponi,

che comunque lo terrebbero fuori dai trasporti pubblici,

finché lo stato italiano non ci metterà una pezza;

pare che la cosa sia al vaglio del governo,

la stampa dice che si sta valutando l'estensione della durata del GP per chi ha il booster.


Scorcia la scadenza, allunga la scadenza.


Nel frattempo se accendevo la TV o la radio

nei vuoti lasciati dall'elezione del presidente della repubblica

continuavo a sentir parlare di no-vax.


I famosi no-vax, quelli che non hanno un super GP valido,

no-vax con una, due e tra poco anche tre dosi di vaccino.



Così mi imbarco sull' aereo del ritorno con un sorriso, pensando "Far from the fucked up country, again".
 
Il 21 dicembre la Commissione europea ha adottato norme relative al certificato COVID digitale dell'UE,

che stabiliscono un periodo di accettazione vincolante di 9 mesi (precisamente 270 giorni) dei certificati di vaccinazione,

dopo una serie primaria di vaccinazioni a 2 dosi o una serie di 1 dose per il vaccino Johnson e Johnson,

ai fini dei viaggi all'interno dell'UE.


Un periodo di accettazione chiaro e uniforme dei certificati di vaccinazione

garantirà che le misure di viaggio tra i paesi dell'UE continuino ad essere coordinate.


Il periodo di validità di 9 mesi è stato stabilito tenendo conto degli orientamenti

del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie,

che raccomandano di somministrare dosi di richiamo al più tardi sei mesi dopo il completamento del ciclo di vaccinazione primario.



Il certificato rimarrà valido per un periodo di tolleranza aggiuntivo di tre mesi dopo i sei mesi raccomandati,

per consentire l'adeguamento delle campagne di vaccinazione nazionali e l'accesso dei cittadini alle dosi di richiamo.


Le nuove norme si applicheranno a decorrere dal 1° febbraio 2022.


La Commissione ha in precedenza proposto di aggiornare le norme sul coordinamento della libera circolazione nell'UE.

Alcuni dei principali aggiornamenti relativi al certificato COVID digitale dell'UE sono:

  • privilegiare un "approccio basato sulla persona":
  • il titolare di un certificato COVID digitale dell'UE valido non dovrebbe, in linea di principio,
  • essere soggetto a ulteriori restrizioni, quali test o quarantena,
  • indipendentemente dal luogo di partenza nell'UE.

  • Chi non possiede un certificato COVID digitale dell'UE potrebbe essere tenuto a sottoporsi a un test prima o dopo l'arrivo.
  • dosi di richiamo:
  • non esistono ancora studi specifici sull'efficacia delle dosi di richiamo contro la trasmissione della COVID-19
  • e quindi non è possibile fissare un periodo di accettazione per le dosi di richiamo.

  • Tuttavia, i dati emergenti lasciano sperare che la protezione offerta dalle dosi di richiamo
  • duri più a lungo di quella risultante dal ciclo di vaccinazione primaria.

  • Sulla base di nuove prove scientifiche la Commissione potrà, se necessario,
  • proporre un periodo di accettazione adeguato anche per i certificati di vaccinazione rilasciati in seguito alle dosi di richiamo.

Inoltre, la Commissione ha proposto un quadro aggiornato per i viaggi da paesi extra UE,
dando la priorità ai viaggiatori vaccinati, con solide garanzie.
  • Gli Stati membri dovrebbero riaprire sistematicamente le frontiere ai viaggiatori
  • cui sono stati somministrati vaccini che hanno completato l'iter previsto
  • per l'inserimento nell'elenco per l'uso di emergenza dell'OMS,
  • oltre a riaprirle a quelli che hanno ricevuto vaccini approvati a livello dell'UE, come avviene oggi.

  • Come misura essenziale di salvaguardia, tutti i viaggiatori cui è stato somministrato un vaccino approvato dall'OMS,
  • ma non dall'Agenzia europea per i medicinali, e i viaggiatori guariti dovranno sempre presentare la prova di un test PCR con risultato negativo.

  • Gli aggiornamenti introducono inoltre un termine di 9 mesi per l'accettazione dei certificati di vaccinazione dopo il ciclo di vaccinazione primaria.

  • Gli aggiornamenti prevedono inoltre l'accettazione dei certificati di vaccinazione rilasciati dopo una dose di richiamo.
  • Gli Stati membri dovrebbero accettare certificati di vaccinazione e di guarigione extra UE ritenuti equivalenti al certificato COVID digitale dell'UE.

Tali aggiornamenti sono attualmente in discussione con gli Stati membri.
 
Bene. Così prepariamo la quinta dose.
Qualcuno - non ricordo chi - ma non era il solito ciarlatano, una sola volta,
tempo fa disse : "non si vaccina durante la pandemia perchè così nascono le varianti".
Ma i buffoni parlano sempre



È stata sequenziata, per la prima volta nel nostro Paese, la variante Omicron 2
(grazie alla segnalazione del laboratorio di Igiene del Policlinico San Martino diretto dal professor Giancarlo Icardi).

Secondo quanto appreso sarebbero due i casi accertati:

il primo dopo il sequenziamento di routine al San Martino,

l’altro invece è stato registrato dal sequenziamento di un campione derivante dal monitoraggio nazionale, che coinvolge il Laboratorio.



Così Pierpaolo Sileri, sottosegretario al ministero della Salute,
intervenuto ai microfoni de L’Italia s’è Desta su Radio Cusano Campus.

“L’alta percentuale di vaccinati,
così come la circolazione di un virus che è un po’ meno temibile rispetto alla variante Delta,
ci permettono una rimodulazione di alcune regole
e la rimozione della burocrazia che oggi serve per l’uscita dagli isolamenti”.

"Va rivista quella che è la durata del Green pass per chi ha completato il ciclo vaccinale,
bisogna anche rimodulare le regole per la scuola, visto che anche tra i ragazzi e le ragazze aumentano i vaccinati.
I provvedimenti verranno fatti sulla base dei dati ma direi che ormai ci siamo”.


Sileri ha inoltre detto la sua sull’obbligo vaccinale:

Non credo servirà avere un obbligo per tutti. (e certo perchè poi lo stato dovrebbe pagare)
Bisognerà, nel tempo, passare a una vaccinazione per il Covid fatta come quella per l’influenza,
ovvero rivolgendosi soprattutto alle categorie più fragili.
Anche questo però ce lo diranno i dati.
Siamo in una fase di transizione ma nelle prossime settimane ci sarà un cambiamento radicale della nostra vita,
un progressivo ritorno alla completa normalità”.


Tra le altre cose, nelle ore scorse la struttura commissariale, d’intesa con il ministero della Salute,
ha chiuso con la casa farmaceutica Pfizer il contratto per la fornitura di 600mila
trattamenti completi dell’antivirale Paxlovid nel corso di quest’anno
.

Più precisamente, la prima tranche del farmaco (11.200 trattamenti) ci sarà nella prima settimana di febbraio.

La distribuzione alle regioni avverrà seguendo le indicazioni del ministero della Salute
e dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco).


Per dovere di cronaca, secondo i dati emersi dal monitoraggio
dell’Istituto superiore di sanità-ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia Covid-19,
sono scesi in questa settimana i valori dell’incidenza dei casi di Covid per 100mila abitanti e dell’indice di trasmissibilità Rt:

l’incidenza, in concreto, ha raggiunto quota 1823 (rispetto al valore di 2011 della scorsa settimana)

e l’Rt è sceso a 0,97 (la scorsa settimana era 1,31).


Non solo: si è abbassato il numero dei posti letto occupati per Covid nei reparti ordinari e della terapia intensiva.


“Più dell’80 per cento dei nostri ragazzi è a scuola in presenza”:
queste le parole di Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione,
nel corso della visita al Campo di Fossoli, nel Modenese.

“Noi dobbiamo, così come avevamo promesso, seguire l’andamento della pandemia
semplificando man mano che andiamo avanti – ha specificato – lo facciamo con delle norme
e quindi lo faremo nel Consiglio dei ministri di inizio settimana”.

Non solo: “I presidi chiedono un’accelerazione delle semplificazioni sulle quarantene?

Bisogna essere molto cauti.

Io capisco che le famiglie e i presidi vogliano delle semplificazioni.

Capisco anche il tema delle quarantene, però sono quelle cose che stanno fra la scuola e la salute
e quindi bisogna essere molto cauti e molto attenti.

Noi siamo cauti e attenti – ha notato – però siamo anche attenti alle richieste delle famiglie e quindi anche delle scuole.

Lo facciamo a inizio settimana e lo facciamo come sempre con una decisione collettiva.

Queste cose non le fa il ministro dell’Istruzione o il ministro della Sanità, lo fa tutto il Governo insieme”.


Ursula von der Leyen, presidente della Commissione della Unione europea,
in un video divulgato sui social ha affermato che
“oltre la metà degli adulti in Europa ha fatto la terza dose.
È un importante traguardo nella nostra campagna di vaccinazione.
L’82 per cento degli adulti europei è vaccinato con due dosi ma serve fare di più.
Chiunque può, faccia la terza dose.
Secondo i dati dell’Ecdc – ha terminato – se tutti gli adulti europei vaccinati con due dosi avessero il booster,
avremmo evitato un milione di ospedalizzazioni”.
 
Anche oggi la seduta per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica
non sta portando più novità di un sasso che viaggi nello spazio profondo.

Draghi, se ci sarà un partito vincitore alle politiche del 2023,
sarebbe meglio confermarlo presidente del Consiglio finché non si siano sistemati i conti dello Stato
nei confronti della Unione europea e dei mercati.

Nel frattempo, terrei inchiodati alle loro responsabilità i partiti,
che hanno bloccato il Governo negli ultimi mesi,
cosicché non continuino con beghe e chiacchiere vacue
che nemmeno la favolosa signorina Snob di Franca Valeri potrebbe emulare.

Il problema, comunque, non sono le elezioni presidenziali 2022, ma una storia antica quanto un protozoo.

I partiti da tempo non hanno ragione di esistere:
sono ectoplasmi e per giunta hanno completamente cambiato faccia.


Il Partito Democratico, da partito degli operai e contadini,
è diventato il partito delle Ztl dei centri storici,
dove non vivono diseredati e popolani alla Bud Spencer, ma – al più –
qualche signorina Snob e una classe media con lavoro o pensione sicuri e proprietà di valore.

Se il Pd ha avuto fino agli anni ’80 un rapporto stretto con braccianti e manovali,
ora lo ha con funzionari e dipendenti comunali, docenti, dipendenti del terziario, ovvero i così detti “garantiti”.


Il Movimento Sociale italiano rifletteva i modi aristocratici di Giorgio Almirante
e di un elettorato formato in parte da nostalgici più o meno provvisti di quarti di nobiltà,
ed in parte ricco della manovalanza del sottoproletariato delle periferie.

Fratelli d’Italia, oggi, è un partito di massa che prende voti nella piccola borghesia, nelle fabbriche, nelle campagne del Sud.


Lo stesso si può dire per la Lega salviniana, che rappresenta ancora in buona parte,
oltre agli operai delle fabbriche, anche la Caienna delle partite Iva e dei micro-imprenditori.


Se a sinistra trionfano gli architetti e la buona borghesia,
a destra sono più rilevanti i Sancio Panza e le Dulcinea del Toboso,
trattati e considerati dai media e dalle signorine Snob come carne da macello,
e schiaffeggiati dai partiti “egualitaristi” con un disprezzo elitario
a volte degno di un erede del Regno dei Savoia,
più che di un rappresentante dei Brutti, sporchi e cattivi di Ettore Scola,
un film che rappresenta bene non solo i baraccati ma (quasi) tutta la nazione.


Se non fosse fantascienza, dato lo stato di ibernazione in cui versa il Paese,
i partiti dovrebbero sciogliersi mentre il quadro politico andrebbe rifondato,
a patto che i futuri “rappresentanti del popolo” (qualunque cosa sia oggi il popolo)
si obblighino a uno studio preventivo preliminare e di massa
di John Stuart Mill, David Hume, Luigi Einaudi, Bruno Leoni, John Locke, Raymond Aron
e della scuola economica austriaca (messa all’indice dai padroni della comunicazione
e dagli editori che per anni non pubblicarono i testi di Friedrich von Hayek dopo il suo Nobel per l’Economia).


Mettere da parte il gesuitismo e il social-comunismo
che hanno dominato la cultura sociale dei partiti, dei media e dell’opinione pubblica
renderebbe un miglior servizio a poveri e diseredati
rispetto ai loro “difensori” di un quadro politico che resta monoculturale, quindi poco democratico.



Mentre qui lo stallo è senza fine
(in tutta Europa non vige la pax perpetua di Immanuel Kant, ma lo stallo perpetuo),
il mondo corre veloce.


Il bitcoin in soli due mesi ha dimezzato il suo valore rispetto a novembre 2021.


Tutto il mercato delle criptovalute avrebbe perso circa 130 miliardi di dollari nelle ultime 24 ore.


Il bitcoin è uno strumento speculativo (forse) ma non è certo un bene rifugio come l’oro.


Quale sarà la nuova Cornucopia per noi servi della gleba oppressi da burocrati-partiti-corporazioni-media
che ci offrono, non solo nelle “Quirinalie”, un teatro in cui bivaccano solo cosacchi e lanzichenecchi?



Nessun bitcoin potrebbe essere migliore di queste parole di Abraham Lincoln:

Non puoi rafforzare i deboli indebolendo i forti.

Non puoi incoraggiare i lavoratori colpendo i datori di lavoro.

Non puoi incoraggiare lo spirito di fratellanza predicando l’odio di classe o la cancel culture.

Non puoi aiutare le persone facendo al posto loro ciò che ognuno dovrebbe fare da solo,
così da formarsi un carattere e uno spirito di indipendenza e iniziativa
”.


Se non riusciremo a realizzare queste buone idee,
non saremo uno Stato pienamente democratico,
pur avendo la migliore Costituzione.
 
Non sto a spiegarVi quali problemi ci sono nella nostra città
per la presenza di amministratori di "oratorio" ......
problemi risolvibili con un "niente", basterebbe avere iniziativa,
ma che adesso ci si debba occupare di idiozie .......


Toponomastica femminile: lunedì un incontro per gli amministratori lecchesi

“Siamo convinte che la discriminazione e la disparità di genere passino anche da questo:

quando le donne vengono dimenticate e restano invisibili, è come se non esistessero

- affermano le donne democratiche lecchesi, organizzatrici dell’appuntamento -

Escludere dalla visibilità cittadina i nomi delle numerose donne meritevoli e illustri, significa cancellarne la storia.

La toponomastica femminile, così come il linguaggio di genere,

è uno strumento che aiuta a colmare il vuoto culturale che ha confinato le donne ai margini della narrazione storica”
 
Ennesima figura dimmerda degli ex berlusconiani, che mirano al pd.
Prevedo un tonfo, ma cosa dico, un abisso alle prossime elezioni.


Forse oggi ci sarà l’elezione del presidente delle Repubblica,
ma la giornata di venerdì, come ha anche notato OFCS.Report,
è stata fatale per una candidata, ma ha fatto capire molto bene la politica italiana.


Riassumiamo in due punti:

  • Forza Italia si è trasformata in un simpatico nido di serpi.
  • La presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati è stata bruciata dai 40 franchi senatori del suo stesso partito.

  • La Lega e FdI l’hanno votata compatta ,

  • Forza Italia e “Coraggio….”, cioè Toti, no.


  • Una bella dimostrazione di unità per l’ex partito berlusconiano, ormai trasformato in un simpatico nido di serpi.

  • Dove puoi aspettarti delle gradevoli pugnalate alla schiena.

  • Un bell’ambientino, complimenti.


  • L’unità del centrodestra è un miraggio, ormai votare FI è come votare il PD, se qualcuno ancora li vota;

  • Ora si parla di Elisabetta Belloni come possibile presidente della Repubblica.

  • Quali siano le sue specifiche caratteristiche tali da farla preferire alla Casellati non è noto, o meglio lo è.


  • Elisabetta Belloni è l’ennesima Legion d’Onore,
  • un’altra persona di potere in Italia legata a doppio filo alla Francia,
  • con cui ha spesso collaborato diplomaticamente.


  • Sembra che essere trattati da colonia sia diventata la normalità a Roma.
  • Tutte le posizioni di potere sono destinate a essere telecomandate da Parigi.


  • Non era più semplice prendere direttamente Macron come Presidente del Consiglio ?

  • Capiamo però la debolezza delle assemblee parlamentari.

  • Oramai il motto di tanti, quasi certi di non essere rieletti, è “Franza o Franza, purchè se magna…”
Una cosa è certa: chiunque vincerà sarà contornato dalle lingue dei giornalisti adoranti…
 
Uno dei principali esportatori mondiali di gas naturale liquefatto, l’Australia,
afferma di essere pronto a spedire carichi di LNG in Europa per “sostenere i propri amici e alleati”,
mentre gli Stati Uniti stanno cercando di aumentare la fornitura di gas alternativo a quello russo
nel caso in cui un’invasione dell’Ucraina interrompa le forniture di Mosca all’Europa.

“L’Australia, ovviamente, è pronta a sostenere i suoi amici e alleati.
Abbiamo risorse estrattive di gas ben sviluppate.
Abbiamo la capacità di fornire non solo a livello nazionale ma in tutto il mondo”,

ha dichiarato giovedì il ministro delle risorse e dell’acqua dell’Australia Keith Pitt in una conferenza stampa.

Del resto le navi cisterna LNG non hanno limiti di trasporto
e l’Australia è uno dei principali produttori mondiali, come potete vedere dal sottostante grafico

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“Naturalmente, continueremo a soddisfare le nostre richieste contrattuali
per quegli accordi che sono già in atto e forniremo la fornitura interna
necessaria per l’industria in questo paese e, naturalmente, cercheremo opportunità di carico spot altrove”,
ha affermato Pitt.


Allo stato attuale non ci sono ordini, ma”l’Australia è pronta a consegnare ove necessario”.

Del resto, anche se poco noti in Europa, il continente australe è dotato di grandi depositi di metano, sinora poco sfruttati.

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L’amministrazione degli Stati Uniti è in trattative con le compagnie energetiche
ed i principali paesi produttori di gas a livello globale
sul potenziale per una grande fornitura di gas naturale in Europa nel caso in cui le consegne russe vengano interrotte.
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La Russia potrebbe interrompere le forniture all’Europa,
o le sanzioni finanziarie potrebbero bloccare il pagamento delle importazioni di gas.

Una mossa estrema, a cui però sarebbe meglio essere preparati.

A questo punto Canberra potrebbe diventare un’ancora di salvataggio per l’Europa.

Anche se questo significherebbe rallentare le forniture agli altri clienti attuali,
Giappone, Ciae e Corea del Sud in primis.


La Cina non avrebbe sicuramente problemi a trovare forniture alternative … dalla stessa Russia.
 
Una casa automobilistica ha preso un’iniziativa che potrebbe essere una vera e propria novità nel settore.

Lo stabilimento Mini nella storica location di Oxford
sarà dedicato alla ricostruzione di alcuni rari modelli Mini trasformandole
in auto elettriche eccezionalmente belle, come parte di un programma chiamato Mini Recharge.

I tecnici non faranno a pezzi queste Mini classiche per renderle elettriche,
ma le modernizzeranno con cura e con la possibilità di ripristinarle con il motore termico in qualsiasi momento.



Sebbene nel corso degli anni ci siano state conversioni non ufficiali di veicoli elettrici per le Mini classiche,
Mini ha annunciato oggi che darà ufficialmente il via a un piano nato nel 2018 a Oxford,
quando la prima Mini classica elettrica ha preso vita: un vero lavoro d’amore.

Il modo in cui è stato fatto, promette Mini, è quello di preservare la “tradizionale manovrabilità da go-kart” di una Mini classica
senza alterare radicalmente il telaio classico, con solo modifiche reversibili apportate per ospitare la trasmissione elettrica e la batteria.


Come parte del piano, ogni motore classico rimosso dalle auto sarà catalogato e curato,
così da poter invertire la conversione se non si fosse soddisfatti,
o riportarlo alle specifiche classiche da collezione in caso di vendita.

“Ciò che il team di progetto sta sviluppando preserva il carattere della Mini classica
e consente ai suoi fan di godere di prestazioni completamente elettriche”,

ha affermato Bernd Körber, capo del marchio Mini in un comunicato stampa.

“Con MINI Recharged, stiamo collegando il passato con il futuro del marchio.”


La conversione porta l’auto a 90 kw (circa 120 cv) con un’accelerazione da zero a 100 in nove secondi.

L’autonomia è circa di 160 km, buona per l’uso urbano.

Pensate se in Italia l’Alfa Romeo iniziasse a convertire allo stesso modo i modelli classici.
Avremmo un nuovo settore industriale da zero.

Qualche iniziativa privata c’è, ma sarebbe necessario semplificare e rivedere le normative di immatricolazione.
 
Ahahahahahahah


Il Watchdog, il controllore ufficiale dell’UE. ha criticato Ursula von der Leyen
per aver mantenuto segreti i messaggi di testo con il CEO di Pfizer sull’acquisto di dosi di vaccino Covid,
affermando che si tratta di un caso di “cattiva amministrazione” e invitandola a renderli pubblici.



Il difensore civico dell’UE, Emily O’Reilly,
ha emesso una raccomandazione formale chiedendo all’ufficio di von der Leyen
di cercare e consegnare i testi nell’ambito di una richiesta sulla libertà di informazione presentata da un giornalista.


Nell’aprile dello scorso anno, il New York Times ha rivelato che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla si erano scambiati messaggi di testo e telefonate sugli appalti di vaccini per i paesi dell’UE.

Si era detto che la Von Der Leyen aveva utilizzato la propria “Diplomazia personale”, cioè le sue conoscenze dirette,
per ottenere un accordo con il CEO Bourla di Pfizer in modo completamente non ufficiale, tramite una serie di sms.

A questo punto però questi sono diventati parte della documentazione ufficiale
ed il giornalista Alexander Fanta del sito netzpolitik.org aveva chiesto,
in base alle norme di trasparenza dei documenti pubblici, di conoscere questi messaggi.

L’ufficio della Commissione ha però opposto il diniego in quanto SMS e messaggi Whatsapp
non sarebbero parte dei documenti che la Commissione è obbligata a rendere pubblici.


Ovviamente questa spiegazione non va bene:

quindi, come Commissario europeo, posso dire e trattare la qualunque con un colosso industriale,
e nel caos specifico farmaceutico, privato, senza rendere pubblico niente perché ho trattato con SMS e Whatsapp ?


Una spiegazione un po’ troppo semplice, che prende i cittadini per fessi. vero che già lo sono,
dato che tollerano questo orrido baraccone che incrocia potere pubblico e affari privati.


Però, nello specifico, è subentrato il Watchdog invitando i funzionari della Commissione a rivedere la decisione e diffondere gli SMS.

Del resto non si chiedono i messaggi della Von Der Leyen verso il suo amante.


Comunque un affare multimiliairdario che coinvolge la salute dei cittadini europei
viene concluso con pochi messaggi privati.


Penso che ora vi sentiate tutti più tranquilli.
 
L’OPEC+, il cartello dei paesi produttori, ha aumentato la produzione,
ma si tratta di una decisione poco più che teorica,
dato che i paesi che ne fanno parte non riescono a raggiungere le quote di mercato assegnate.

A dicembre, l’OPEC+ ha aggiunto 253.000 barili al giorno alla sua produzione combinata,
rimanendo ben al di sotto del suo obiettivo di 400.000 barili al giorno per un altro mese consecutivo in crescita.


Naturalmente, questo ha alimentato la preoccupazione per la sicurezza dell’approvvigionamento globale
tra le previsioni dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) secondo cui la domanda di petrolio supererà i livelli pre-pandemia entro la fine dell’anno.


La IEA ha preso un bel granchio previsionale, dato che, a causa di Omicron e del promesso aumento delle quote,
aveva previsto un calo della domanda e un aumento dell’output.

Invece la prima non è calata come atteso
e la seconda non è cresciuta come previsto.


Morale della favola le previsioni non erano giuste. (sarà per i soliti modelli matematici fallaci impiegati per il virus)


Questa previsione sbagliata aiuta a spingere il petrolio verso i 100 dollari al barile.



“Queste aggiunte mensili [OPEC] sono sempre più nominali”,
ha detto questa settimana al Wall Street Journal Bill Farren-Price,
direttore dell’intelligence presso la società di consulenza Enverus.
“Non sono completamente supportati da veri barili.”

“Il petrolio ha registrato una corsa straordinaria nelle ultime settimane,
trainato da fondamentali molto rialzisti poiché l’offerta interrotta
ha lottato per tenere il passo con la forte domanda”,
ha detto l’analista senior di OANDA Craig Erlam a City A.M.


“L’OPEC e l’AIE hanno fatto riferimento alla resilienza della domanda dall’emergere dell’omicron nelle ultime settimane
e l’incapacità dell’OPEC+ di raggiungere i propri obiettivi di produzione, o addirittura avvicinarsi,
ha portato al tipo di azione sui prezzi unidirezionale che abbiamo testimoniare”, ha aggiunto Erlam.


Martijn Rats di Morgan Stanley ha dichiarato in una nota ai clienti
che il greggio Brent potrebbe raggiungere i 100 dollari quest’anno durante il secondo trimestre,
poiché le scorte globali di greggio diminuiscono e gli investimenti in nuova produzione rimangono limitati.


Ha aggiunto che i prezzi elevati potrebbero persistere anche nel prossimo anno.


Qualunque siano le mosse future immediate dei prezzi del petrolio,

resta il fatto che l’OPEC, la Russia e i loro partner dell’Asia centrale

non sembrano essere in grado di attenersi alle loro quote di produzione

per ragioni che vanno dai problemi politici in Libia

ai problemi tecnici in Nigeria

ed alla diminuzione delle scorte capacità in Russia

e nella maggior parte dell’OPEC.



La forza della domanda di petrolio sembra essere stata costantemente sottovalutata da alcuni previsori
e ciò potrebbe aggiungere un maggiore potenziale al rialzo dei prezzi, e non solo nell’immediato.

Un maggiore potenziale al rialzo deriverà dall’altro problema incombente nell’industria petrolifera: investimenti insufficienti.


Invece dal punto di vista dell’offerta si fa sentire il sotto-investimento,
la mancanza di capitali per lo sviluppo dei giacimenti esistenti e la ricerca di quelli nuovi,
attività necessaria per mantenere costante la produzione.

Questo si fa sentire un po’ ovunque, perfino in Arabia.


Il calo della domanda di petrolio è stato sopravvalutato,

le energie rinnovabili sono ben lontane dal sostituire completamente gli idrocarburi.



Morgan Stanley prevede che la capacità di produzione globale di petrolio di riserva
si ridurrà da 6,5 milioni di barili al giorno al momento a soli 2 milioni di barili al giorno entro la metà dell’anno.

Questo sarebbe il risultato dell’aumento della produzione dell’OPEC e dei suoi partner
secondo il loro accordo per tornare ai livelli di produzione pre-pandemia.

E questo calo della capacità inutilizzata, secondo la banca d’investimento, spingerebbe il Brent a 100 dollari e oltre.


L’OPEC non vuole il petrolio a 100 dollari,
perché questo incentiva eccessivamente fonti alternative
e le quote di paesi fuori dal cartello.


Però senza investimenti non c’è produzione…
 

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