IL FUTURO DIPENDE DA CIO' CHE FAI OGGI

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus,

12.462 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2, 2.313 in più rispetto a martedì.

Di queste, 827 sono decedute (+196)

e 1.045 sono guarite (+41).

Attualmente i soggetti positivi sono 10.590 (il conto sale a 12.462 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti).


I pazienti ricoverati con sintomi sono 5.838 (+800);

1.028 sono in terapia intensiva,

mentre 3.724 sono in isolamento domiciliare fiduciario.
 
Ecco il numero dei contagiati (totali) nelle singole regioni:

Lombardia 7.280 (+1.489 rispetto a martedì e +94 casi in terapia intensiva)
 
"L'Oms ha valutato che Covid-19 può essere caratterizzata come una pandemia".

Ad annunciarlo il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms),
Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra.

"Non abbiamo mai visto una pandemia di un coronavirus, questa è la prima.
Ma non abbiamo mai visto nemmeno una pandemia che può, allo stesso tempo, essere controllata".
 
"Nelle ultime due settimane il numero di casi di Covid-19 al di fuori della Cina è aumentato di 13 volte
e il numero di Paesi coinvolti è triplicato.

Ci sono ora oltre 118mila casi in 114 paesi e 4.291 persone hanno perso la vita.

Migliaia stanno lottando in questo momento negli ospedali per sopravvivere.

Nei giorni e nelle settimane a venire, prevediamo di vedere il numero di casi di coronavirus,
decessi e Paesi colpiti crescere ancora di più.

Siamo molto preoccupati per l'allarmante diffusione e la gravità della situazione".

"Pandemia non è una parola da usare con leggerezza o negligenza.

È una parola che, se usata in modo improprio, può causare paura irragionevole
o accettazione ingiustificata che la lotta è finita, portando a sofferenze e morte inutili",

"Descrivere la situazione come una pandemia non cambia la valutazione dell'Oms sulla minaccia rappresentata da questo coronavirus.
Non cambia ciò che l'Oms sta facendo, e non cambia ciò che i Paesi dovrebbero fare".
 
Il circo.
conte-casalino1.jpg
 
Anche se è tardi ......

La gestione di una crisi per un Premier può essere una grande opportunità o una iattura:
Craxi uscì come un gigante da quella di Chernobyl,
Aznar in Spagna sancì la propria autodistruzione con un disastro ecologico.

Conte
, per come sta gestendo l’epidemia del Covid-19, sarà costretto ad abbandonare presto la scena per manifesta incapacità.

Gli errori di comunicazione commessi dall’inizio dell’emergenza sono stati tanti e grossolani.

Da “Giuseppi”, che ci ha fatto credere di godere di ottime relazioni internazionali,
ci si aspettava una convergenza con gli altri Stati esteri che si traducesse in azioni comuni
sia mediatiche che sanitarie.Siamo diventati gli untori del mondo.

Conte poi non ha compreso che prima ancora della tenuta del servizio sanitario nazionale
c’era quella dell’ordine pubblico, per evitare il collasso del sistema sociale ed economico.


Questa crisi invece è gestita con un timbro mediatico da Grande Fratello:

si danno ordini che non sono ordini,

si chiude il Nord italia, mettendo di fatto in quarantena 12 milioni di persone,

di ciò viene data notizia in bozza prima dai media anziché dagli organi preposti.

Così, nottetempo, migliaia di persone hanno preso d’assalto i treni per scappare dai luoghi di villeggiatura o spostarsi da nord verso sud.
E chissà tra loro quanti sono i contagiati.

Sarebbe bastato spiegare, a distanza di più di 12 ore dal comunicato ufficiale,
cosa si intende con questa nuova cortina di ferro posta sul nostro territorio fino al 3 aprile,
dopo aver avuto cura di precisare che in realtà “non è zona rossa”,
ma in verità soggetta a fortissime limitazioni di spostamento analoghe alla temutissima zona rossa.

Alcune azioni di gestione della crisi che si sarebbero potute intraprendere sono:

prima di tutto, eventualmente con l’aiuto dell’Esercito, la creazione di presidi anche da campo
per la respirazione artificiale che avrebbero tranquillizzato i cittadini, soprattutto i più anziani.

Inoltre, era fondamentale la scelta di un unico portavoce credibile.
Lasciare al capo della Protezione Civile, non certo esperto in comunicazione,
il rapporto con i media può andar bene solo in momenti di normale emergenza.
Andavano selezionati due profili rassicuranti, che avrebbero dovuto comunicare
gli aggiornamenti giornalieri, coadiuvati da un virologo autorevole.

Qualsiasi anticipazione dei decreti che prevedeva condizioni di vita restrittive
avrebbe dovuto essere “blindata” ai media e comunicata solo in fase di stesura definitiva
tramite conferenza stampa, tenuta non dal solo Presidente del Consiglio
(che così dà l’idea anche di essere solo e senza l’appoggio del suo Governo),
ma insieme ai ministri più strategici e competenti.

Inoltre, se si dice che si vuole usare “massima trasparenza”, sarebbe d’uopo informare sindaci,
prefetti e presidenti delle regioni, oltre naturalmente a pre-allertare le Forze dell’Ordine,
che in mancanza di direttive specifiche non possono compiere nessuna azione di contenimento degli spostamenti.

Per farla breve, differenza di approccio nella comunicazione “interna” ed “esterna”.

Assurdo, poi, anche se non inedito nel caso di Conte, che il Premier sia apparso
nelle trasmissioni di intrattenimento per due giorni interi, a conferma delle accuse di protagonismo
che il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto da subito bloccare.

Anche l’attivazione di una piattaforma digitale sul web dedicata all’emergenza sanitaria
con aggiornamenti in tempo reale sarebbe stata utile, magari con un canale social ad hoc
(in italiano inglese, francese, spagnolo, cinese) su cui inserire i contenuti certi e verificati,
dando così informazioni in contemporanea, anche fuori dai confini nazionali,
per dimostrare al mondo che il Bel Paese controllava la crisi.

In emergenze come queste, si sarebbero dovute “arruolare” da subito le eccellenze italiane
con il più alto gradimento in termini di fiducia, capacità imprenditoriali, intellettuali, scientifiche,
per trasmettere messaggi di informazione scientificamente validati e di rassicurazione,
imponendoli anche nei programmi di intrattenimento al posto dei commentatori della domenica.

Gestire i processi di una crisi di questa portata è già il primo step di ripresa reputazionale per il brand Italia,
uscito a pezzi con danni incalcolabili adesso e per gli anni a venire.


Comunicare ed informare con chiarezza utilizzando i media appropriati è un altro aspetto fondamentale.

Aver lasciato sindaci, prefetti, presidenti delle regioni senza informazioni dettagliate e precise
ha comportato fino ad ora il profilarsi di un panico generalizzato, figlio di una gestione folle della crisi.
 
Il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, illustrano mercoledì sera da Giuseppe Conte
entra in vigore già da oggi, giovedì 12 marzo e resta vigente fino al 25 marzo.

Ecco nel dettaglio chi può restare aperto e chi deve chiudere.



APERTI

- Edicole

- Tabaccai

- Farmacie

- Parafarmacie

- Per la sola attività di somministrazione di alimenti e bevande gli esercizi siti in autogrill, stazioni, aeroporti, ospedali (distanza 1 metro)

- Lavanderia e pulitura articoli tessili e pellicce

- Lavanderie industriali

- Altre lavanderie e tintorie

- Servizi di pompe funebri e connessi

- Banche

- Assicurazioni

- Attività agricole e zootecniche

- Pubblica amministrazione

- Aziende

- Attività professionali

- Ipermercati

- Supermercati

- Discount alimentari

- Minimarket

- Commercio al dettaglio: di prodotti surgelati, in esercizi non specializzati di computer,
periferiche e attrezzature per la comunicazione audio e video, bevande, alimentari ecc. (attività codice ateco 47.2,)
stazioni di servizio carburanti, apparecchiature elettroniche (codice ateco 47.4), ferramenta, vernici, materiale elettrico e termoidraulico,
articoli igienico sanitari, articoli per l'illuminazione, articoli di profumeria, prodotti per toeletta e igiene personale,
materiale per ottica e fotografia, saponi, detersivi





CHIUSI

- attività commerciali al dettaglio fatta eccezione per gli alimentari e i beni di prima necessità
sia per i negozi sia per i centri commerciali che però devono delimitare le aree di accesso

- bar

- pub

- ristoranti - pizzerie

- mense se non rispettano la distanza minima di un metro da un cliente all'altro

- mercati salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari

- parrucchieri

- estetisti

- reparti non indispensabili alla produzione

- alcuni trasporti locali su disposizione della Regione

Per le attività produttive il decreto incentiva il ricorso alle ferie e ai congedi retribuiti,
il lavoro a distanza, il part-time e raccomanda la sanificazione dei luoghi di lavoro
anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali.

Resta in vigore la restrizione di rimanere all'interno dei confini del proprio comune all'interno
del quale però è possibile uscire a passeggiare, portare il cane, effettuare sport
purchè il tutto sia svolto in forma individuale o comunque non generi assembramenti.
 
Questo invece dice così .......

«Il consiglio è sempre lo stesso, uscire per lo stretto necessario e indispensabile».

Lo ha ribadito il commissario per il coronavirus Angelo Borrelli rispondendo ai cronisti in conferenza stampa.

Il capo della Protezione civile ha poi sottolineato che anche chi esce a piedi «deve portare l’autocertificazione».
 
Ogni volta che lo vedo , ho l'impressione che sia proprio negatoper la comunicazione.
A quando la svolta ?

Ciascuno nel proprio paese può uscire di casa anche col cane
 
Veramente, anche sulle stesso giornale, due esempi che vanno in direzione opposta :

Gli sport motori al parco e da soli non sono vietati ma la disposizione è di rimanere a casa
e dunque si chiede di evitare qualsiasi spostamento.
Si può utilizzare la bicicletta per gli spostamenti necessari ma è comunque sconsigliato anche per il rischio di incidenti.

Non si può uscire per andare a passeggiare.
È consentito portare a spasso il cane ma solo nelle vicinanze della propria abitazione e comunque per un tempo limitato.

Allora faccio così. Mi vesto in tuta e vado a spasso. Idioti.
 

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