Karl Kraus scriveva che una “testa vuota” è quanto di meglio possano desiderare i governi delle nazioni,
in modo che sia possibile riempirla facilmente di tutte le sciocchezze da essi stessi propinate.
Vero.
Ma a volte, il vuoto della scatola cranica – vale a dire l’assenza del cervello, altrove dislocato –
sembra sia desiderato, o almeno propiziato, da quelli stessi che la portano sul collo,
senza che possa cioè registrarsi un qualche particolare beneficio a vantaggio di altri, neppure del governo.
So bene di non dire nulla di nuovo. In proposito, invito alla lettura o alla rilettura di un brillantissimo e sapido manualetto,
anni fa confezionato da Carlo Cipolla (oggi purtroppo scomparso), che appunto si occupava
delle leggi fondamentali della stupidità umana e che mette conto qui di richiamare brevemente.
La prima legge afferma che ciascuno di noi è portato inevitabilmente a sottovalutare il numero degli stupidi in circolazione,
dimenticando purtroppo il biblico “stultorum infinitus est numerus”.
La seconda legge afferma che la probabilità che una persona sia stupida sono indipendenti dalle caratteristiche personali,
dal momento che la medesima percentuale di stupidi si ritrova – sorprendentemente – fra i bidelli e i docenti universitari,
fra i fornai e i premi Nobel, fra gli incolti e gli eruditi.
La terza legge afferma che lo stupido ha la caratteristica di danneggiare gli altri, ma nello stesso tempo
– a differenza del mascalzone – arrecando pregiudizio a se medesimo, cosa ovviamente del tutto imprevedibile
ed assurda per coloro che con costui abbiano a che fare.
La quarta legge afferma che le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide,
dal momento che non possono neppure lontanamente immaginarne – dal momento che stupidi non sono – gli effetti e le conseguenze.
La quinta legge afferma infine che lo stupido è la persona più pericolosa che esista,
dal momento che è capace di fare l’impensabile, producendo pericoli sempre nuovi e imprevedibili.
Ebbene, osservando ciò che accade da alcune settimane in questa Italia paralizzata dall’epidemia,
queste leggi sembrano davvero fotografare la realtà.
Facciamo qualche esempio.
Pochi giorni fa, tre minuti dopo l’annuncio delle misure adottate per fronteggiare l’epidemia,
migliaia di persone si sono precipitate ad assaltare i magazzini di alimentari, letteralmente svuotati di ogni merce.
Perché l’hanno fatto? Ne esisteva un reale motivo? Assolutamente no!
Forse che l’epidemia poteva bloccare i rifornimenti alimentari? No.
Forse che stesse per scoppiare la Terza guerra mondiale, per cui i viveri sarebbero stati razionati? No.
E allora? Mistero, se non appunto addebitando questo assurdo comportamento alla sovranità della stupidità umana,
che dispiega tutte le sue energie, secondo le leggi da Cipolla messe in luce con assoluta precisione.
Nello stesso periodo, il giorno prima dell’entrata in vigore del decreto governativo,
decine di migliaia di meridionali, da anni residenti in Lombardia o in Veneto per ragioni di lavoro o di studio,
si son precipitati all’assalto di treni ed aerei per far ritorno nelle regioni native.
Perché l’hanno fatto? Ne esisteva un reale motivo? Assolutamente no.
Forse che i treni e gli aerei sarebbero stati bloccati? No.
Forse che le autostrade sarebbero state presidiate? No.
E allora ? Ancora una volta, il potere enorme e capillarmente diffuso della stupidità che presiede a comportamenti del genere.
Si noti che in tutti questi casi, mentre il pensiero logico-critico viene spodestato,
a favore del pensiero puramente emotivo – incapace di resistere alla pressione mimetica del gregge –
non solo chi agisce in tal modo danneggia gli altri, ma produce nocumento anche a se stesso,
in pieno ossequio alla terza legge sulla stupidità umana come individuata da Cipolla.
Infatti, svuotare i supermercati alimentari e migrare in massa verso le regioni meridionali comporta,
per un verso, impedire che gli altri – i non stupidi – possano rifornirsi normalmente di cibarie
e, rispettivamente, che coloro che risiedono al Sud, invasi in poche ore da decine di migliaia di familiari ed amici,
possano evitare il contagio epidemico; per altro verso, invece, comporta che i saccheggiatori di derrate alimentari
saranno costretti a consumare necessariamente quelle e soltanto quelle saccheggiate – quali che fossero –
e, rispettivamente, che i migranti, ammassati insieme a decine di migliaia si consegnassero in largo anticipo e volontariamente,
quali vittime predestinate, proprio a quel contagio dal quale intendevano fuggire.
Perfetti stupidi, insomma.
Stupidi all’ennesima potenza, si direbbe, perché in grado di danneggiare non solo gli altri, ma anche se stessi.
Ma non si creda che la stupidità si risvegli soltanto in un clima allarmistico come l’attuale.
Essa infatti vegeta e alligna ovunque e nel solco di qualunque atmosfera, in modo silenzioso
ma pronto a lasciarla emergere in tutto il suo inarrivabile splendore.