IL MIO MIGLIORE AMICO E' COLUI CHE TIRA FUORI IL MEGLIO DI ME

Lo dicono loro :

Il costo del lavoro di 52 dipendenti – di cui 23 giornalisti e 28 tra archivisti, tecnici e amministrativi – è di 4 milioni circa.

A casa mia fa una media di 77.000 euro all'anno.
Pertanto qualcuno prenderà 100.000 euro e qualcun altro ne prenderà 54.000 di euro.

E 54.000 euro......non sono pochi. Oltre ai BARBONI che ne prendono 100.000 e più.
 
Non è la prima volta che assistiamo scene del genere.

Il cibo destinato a sfamare (gli immigrati) ospiti di in un centro di accoglienza buttato per strada, in mezzo alla pattumiera.


Avanzi ancora incellofanati e intonsi. L'ultimo spreco del business dell'accoglienza arriva da Roma.

Decine di sacchi grigi della spazzatura ammassati a ridosso della struttura di via Pallavicini, nel IX Municipio della Capitale.
"È possibile che non si riesca ad inviare un quantitativo giusto di cibo e se ne debba sprecare così tanto?",
si chiede De Priamo annunciando un'interrogazione urgente al sindaco Virginia Raggi.

In un sacco ci sono decine di piatti in plastica, ancora chiusi ermeticamente con la pellicola trasparente.
Al loro interno quella che sembra una bistecca impanata con il contorno di patate al forno (guarda il video).
 
Povero povero povero ........d'altra parte eheheheh è un razzista di sinistra.

"Ciao, ho letto il tuo annuncio. È ancora disponibile la camera?", chiede Polo.

"Ciao cara, sì è ancora disponinile", risponde l'affittacamere.

E subito dopo però arriva un nuovo messaggio con un tono totalmente diverso:
"Mi dispiace ma la casa è una casa di sinistra dove le opinioni politiche contano molto".

Niente casa per lei, quindi. E per motivi politici.
Ma la consigliera ha comunque deciso di commentare con ironia quanto accaduto
"Mi spiace, mi ero rivolta ad affittacamere del nostro Paese, scrivendo nella nostra lingua. Vorrà dire che mi rivolgerò a non italiani, ora...", ha affermato a L'Arena.

"Solidarietà a Jessica. Chissà se la discriminazione in questo caso vale come reato oppure no".

"Ad una militante della Lega viene negata una stanza in affitto per le ragioni che potete leggere. Ragioni politiche.
Non amo la dietrologia, ma le assonanze tra una certa sinistra moderna e alcuni regimi del passato iniziano ad essere impressionanti",
 
Meno male che ogni tanto ci scappa pure una risata...ma il dato che fa impressione, è che ci sono tanti cojoni ...........e votano pure.

EDITORIALE – Bisogna essere capaci di non prendersi sul serio.
Tanti lo dicono, pochi lo sanno fare, meno ancora sono coloro che dalle parole passano ai fatti.
Del resto un vecchio proverbio recita: “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.

Noi, ogni tanto, ci proviamo, con qualche “notiziola” frivola, fors’anche stupida.
Ne siamo consci, ovvio, non siamo “premi Pulitzer” ma nemmeno nati ieri.

Sappiamo benissimo (è il nostro lavoro) che le oche che attraversano la strada in fila sulle strisce pedonali, in termini di resa,
superano di gran lunga la più importante delle dichiarazioni del politico di turno: più visite, più click, più like, più tutto.

Questo vale per Lecconotizie.com come per la testata più autorevole sul panorama nazionale.

Siamo ancor più consapevoli (e ci mancherebbe!) che quello che svolgiamo è un lavoro di responsabilità,
a volte delicato (tragedie, morti, eventi di cronaca e non solo), che non può guardare alla sola legge dei numeri.

Insomma, il successo di un giornale non può dipendere dalle “oche”, men che meno la sostanza e l’autorevolezza.

Tuttavia, nel lavoro, come nella vita, ogni tanto qualche “oca” ci sta:
per strappare un sorriso, per alleggerire una giornata pesante (nostra e dei lettori) e, perché no,
per dimostrare di essere davvero capaci (tutti) di non prendersi troppo sul serio.

Ed allora ecco la notizia del cazzo (finto)– passateci il termine – che galleggia nel lago.

Una foto scattata da un lettore che, con spiccata ironia, ha inoltrato via mail alla nostra redazione.

Dopo un breve e divertito confronto tra colleghi, abbiamo deciso di scrivere le classiche “due righe” e pubblicare.

Risultato: dopo il disastro del maltempo a Dervio e in Valsassina, quella è stata la notizia più letta (oltre 4mila visite),
più condivisa (320 volte), la più commentata (531 volte) raggiungendo, sulla nostra Pagina Facebook, più di 25 mila persone.

Alla faccia del bicarbonato di sodio, direbbe Totò.

Come premesso, siamo consci degli effetti che generano notizie come queste, della loro viralità, ma non per questo (è alla prova dei fatti) costellano il nostro giornale.

Vi è tuttavia un aspetto paradossale che ne alimenta la viralità.

Sono proprio quelle persone che si ergono paladine del giornalismo (“quello vero”),
quelle “prese sul serio”, quelle seriose (non serie). Quelle che, in buona sostanza,
dimostrano di non saper ridere, ma sono capaci di vomitare su Facebook commenti del tipo
: “È iniziata l’estate anche per i giornalisti eh….. cominciamo con i buchi di pagina, la mancanza di notizie ecc ecc…. complimenti per la professionalità, non c’è che dire”.
Oppure: “Ma veramente avete fatto un articolo su questa notizia?!?”
E ancora: “Wow che notizia. Giornalismo ed informazione ai livelli massimi”.

Ora, non spetta a noi giudicare, ma se si reputa una notizia di poca importanza ancorché insignificante,
perché investire energie mentali e tempo per commentarla, incrementandone la viralità?

A voi la risposta.

Il dato di fatto è che una notizia (volutamente) “del cazzo” porta con sé una sequela di commenti, molti dei quali di pari valenza.
E a noi, che di ogni aspetto piace sempre cogliere il bello, non resta che piangere… dal ridere.

Del resto si sa che “la giornata più perduta è quella in cui non si è riso”.

Il Direttore
 
Le menata diventa lunga e lo sappiamo tutti che è solo un gioco politico per mettere in difficoltà
un governo che è border line, nel senso di "non allineato" ai comandi dell'europa.
Meglio chiarire come funziona il tutto.

A regolare l'attività di soccorso dei migranti in mare è la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo, siglata ad Amburgo nel 1979 e ratificata dall'Italia dieci anni dopo.

Accordo internazionale strutturato dall'Organizzazione marittima internazionale (Imo), la Convenzione di Amburgo
è nata per tutelare la sicurezza della navigazione mercantile, quindi con funzione diversa da quella per cui ora si presta, di regolamentazione dell'emergenza migranti.

Come comportarsi se arriva la segnalazione di un'emergenza in corso al di fuori della propria area di responsabilità Sar (Ricerca e soccorso), in acque internazionali?
Secondo la Convenzione di Amburgo, il Centro nazionale di Coordinamento del soccorso marittimo (Imrcc) della Guardia costiera di Roma,
non appena riceve la segnalazione, deve avviare le prime azioni e assumere il coordinamento delle operazioni di soccorso.

Contemporaneamente l'Imrcc di Roma deve avvisare l'autorità Sar competente, o comunque quella in grado di fornire l'assistenza migliore ("better able to assist"), perché assuma il coordinamento.
Se questa non risponde o non è disponibile, l'Imrcc di Roma coordina le operazioni fino alla loro conclusione
e individua, in qualità di "autorità coordinatrice", il luogo sicuro di sbarco ("place of safety") dei naufraghi.

Facciamo un esempio concreto.
Se un gommone di migranti è in difficoltà in acque di competenza della Libia e la Guardia costiera italiana riceve l'sos, deve avviare le prime azioni di soccorso.
Ecco quindi la trasmissione del "messaggio circolare" a tutte le unità in transito in quella zona.

In questo messaggio si spiega che c'è una situazione di emergenza e si invita a contattare la Guardia costiera libica in quanto autorità competente per la ricerca e il soccorso;
si forniscono i contatti della guardia costiera libica, insieme a quelli dei centri di soccorso marittimo più vicini, cioè Malta, Tunisia e Italia.

La Guardia costiera italiana intanto avvisa quella libica della situazione di emergenza in corso nella zona Sar libica, informandola dell'avviso inoltrato a tutte le navi in transito nella zona.

Ora si possono delineare due scenari.

  • Se la Guardia costiera libica risponde positivamente, assume il coordinamento dei soccorsi.
  • L'attività viene svolta del tutto legittimamente, in quanto nel dicembre 2017 la Libia
  • ha dichiarato la propria assunzione di responsabilità su una determinata zona Sar (atto che può essere compiuto unilateralmente)
  • ed è stata riconosciuta dall'Organizzazione marittima internazionale quale centro di coordinamento dei soccorsi per la propria area Sarch&Rescue.

  • Se invece, per qualche motivo, la Libia non risponde o risponde negativamente alla richiesta di gestire l'emergenza,
  • la Convenzione di Amburgo stabilisce che ad occuparsi dei soccorsi debba essere chi per primo ha ricevuto la richiesta, quindi l'Italia.
  • Questo perché lo scopo primario resta la salvaguardia delle vite in mare.
 
Nel caso in corso in questo momento, l'autorità libica era presente in zona e stava coordinando i soccorsi.

La nave straniera ha violato delle precise disposizioni internazionali, violandole. Questa è la verità.

"La determinazione di un porto sicuro per uno sbarco specifico non spetta all’Ue:
questa questione è di responsabilità del Centro di coordinamento dei soccorsi marittimi (MRCC)
incaricato di un’operazione di salvataggio specifica.
Tuttavia, tutte le imbarcazioni che navigano sotto bandiera Ue sono obbligate a rispettare il diritto internazionale
quando si tratta di ricerca e soccorso e della necessità di assicurare che le persone salvate siano portate in un porto sicuro".

La MRCC libica, autorità responsabile dell'area SAR, ha indicato Tripoli quale porto sicuro.
Per cui, PER RISPETTO AL DIRITTO INTERNAZIONALE i migranti debbono essere portati a Tripoli.
 
“Io non credo che un magistrato non possa avere una sua idea ma se questa sua idea diventa, poi,
oggetto di una disputa con altri magistrati e poi da questa idea della giustizia invece si arriva a indicare quel procuratore
per quella sede per interessi personali, questo non è più correntismo buono,
questo è un correntismo che coltiva interessi personali. Un magistrato non può coltivare interessi personali”.

Per questo, sottolinea l'importanza di una riforma della giustizia completa.
Una riforma attuata non solo per rendere più veloci i processi.

"Il magistrato può togliere la libertà, far stare sotto processo per anni una persona che poi resta condannata a vita. E lei sa bene cosa significa",

dice la Bongiorno rivolgendosi direttamente alla conduttrice, figlia di Enzo Tortora, ricordano il calvario giudiziario subito dal padre.

La giornalista, forse colta di sorpresa dall’affermazione, è rimasta spiazzata ed ha risposto con un "sì".
 
Chi è questa "signora" ?

Sul petto la scritta: "Frociaria di Stato". Dietro, un invito a Salvini: "Mettiti questa Matteo".
È il Gay Pride di Roma, lo scorso 8 giugno.

Un sindacato di polizia protesta ("offende e irride l'Istituzione") e la notizia si amplifica.
Anche il Silp Cgil, sindacato che da anni aderisce ai Pride, condanna quella che considera una "provocazione inaccettabile e offensiva" che vilipende la divisa.

Dal curriculum della "signora" leggo :

Founder e CEO di WildSilde - Human First con sede a Bologna, Roma, Pisa.
Si occupa di diritti fondamentali - Privacy e tutela dei dati personali - Diritto delle nuove tecnologie -
Assessment e Compliance GDPR - Trasparenza - Diritto Antidiscriminatorio - Diritti della personalità -
Diritto Amministrativo e degli Enti Locali.

Presidenza Consiglio Ministri- Dipartimento Pari Opportunità, Roma (Italia)
Consulente Senior e Project Manager presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Pari Opportunità.

MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO - FORMATRICE
Ministero Pari Opportunità, Roma (Italia)
I crimini d'odio nell'ordinamento italiano -"Costruzione di Banche dati sulla discriminazione".

Mah...........
 
Sempre con il kulo degli altri...vero ?

I soldi delle bollette non pagate potrebbero essere raccolti tramite una grande colletta
prevista per il prossimo 30 giugno nel corso della “Giornata per la Carità del Papa”.

Un evento al quale sono invitati a contribuire i fedeli di tutte le età, anche i più piccoli.

A svelare l’abile stratagemma è un articolo apparso su Popotus , il “giornale di attualità per bambini” che si trova all’interno di Avvenire, il quotidiano della Cei.

Il giornale, ovviamente ha fin da subito difeso l’azione del cardinale, arrivando a dipingerlo come un eroe impavido che lotta contro le ingiustizie.
Un racconto di parte che non fornisce a piccoli lettori il quadro completo della realtà.

Ai bimbi non si racconta, ad esempio, che il palazzo è occupato abusivamente e che al suo interno si svolgono attività in barba alle norme previste dalla legge.

Ma i soldi dove si prenderanno per pagare Acea? Non si sa ancora con certezza.
Però qualche indizio, anche se non ci sono certezze, lo si può carpire dal quanto scritto sul giornale.

“La risposta la conosciamo molto bene noi di Avvenire: perché ogni anno diamo una mano a raccogliere in tutte le parrocchie italiane
le offerte della gente per la Carità del Papa, cioè quel salvadanaio del quale solo il Papa tiene la chiave
e che gli serve proprio per pagare operazioni come quella di Roma, e un’infinità di altre in tutto il mondo”,

si legge nel pezzo. “Domenica 30 giugno”, scrive Popotus ,
“sarà la Giornata per la Carità del Papa: se nella tua parrocchia raccolgono le offerte per questo scopo siamo sicuri che darai una mano a Francesco anche tu”.

“La Carità del Papa” serve per aiutare i più bisognosi. Giusto e sacrosanto.
Forse, tra le persone che beneficeranno degli aiuti, potrebbero figurare anche gli occupanti abusivi spalleggiati dagli antagonisti dei centri sociali.

L’invito alla mobilitazione è reiterato.

“Quest’anno vogliamo dare una mano più grande al Papa raccogliendo molti più fondi per le sue opere di carità”, si legge ancora su Popotus.

Ma non serve solo denaro. Ai ragazzi si chiede una mano per la distribuzione di Avvenire.

“E allora proponiamo ai giovani (e giovanissimi) di vendere copie di Avvenire domenica 30 giugno nella propria parrocchia.
Noi di Avvenire rinunciamo al ricavato, che andrà al Papa.
Siamo certi che funzionerà alla grande: i più giovani sono anche quelli con più fantasia e più coraggio per iniziative come questa”.

Come sottolinea ancora Borgonovo, “al netto dell’amara ironia, di sicuro i denari raccolti per la carità finiranno in parte anche a chi ne ha davvero bisogno.
Ma è veramente singolare che, tra tutte le vicende possibili, il giornale dei vescovi scelga di prendere ad esempio proprio quella di Krajewski
e del palazzo occupato (dove, per giunta, il 31 maggio è stata organizzata una nuova serata disco chiamata Amen, al grido di «Balliamo per difendere i nostri spazi di libertà»)”.

Il 30 giugno si vedrà se i fedeli accoglieranno la richiesta lanciata sul giornale.

E in seguito si vedrà anche se il cardinale “elettricista” Krajewski manterrà la sua parola.
 
Saranno i bambini a pagare le bollette agli occupanti, splendida iniziativa cattocomunista.
 

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