La Bund-Bond Band vuol ciapar l' OVo PuVo -vm 69y (3 lettori)

Fleursdumal

फूल की बुराई
il bernakka si è deciso
il bronx ha fatto di max 132 , 9 figure di escursione intraday , altro record , cosa c'è oltre il cigno nero:-?:D:
 

Fleursdumal

फूल की बुराई
movimenti da leggenda
appena bernakka ha dettato che comprerà pref 2 e 10y al bronx gli ha preso il colpo, il mio clik è come un rock:V:V:V
il Bund che azzo vuole:eek::D comprano anche quello i merikani:D
 

Sharnin 2

Forumer storico
Svizzera e segreto bancario

di TITO TETTAMANTI - I rapporti tra gli Stati sono basati sulla forza, specie in momenti di tensione e di difficoltà economiche. Ogni Stato cerca di fare gli interessi propri, talvolta in modo molto miope. La crisi attuale preoccupa oltretutto per il riflusso di politiche protezionistiche. In tale realtà le cose non si mettono bene per la Svizzera. Siamo ricchi, e già per questo antipatici, i nostri soldi fanno gola anche all’UE di cui saremmo massicci contribuenti e noi cocciuti ci opponiamo a lasciarci assorbire. Il nostro sistema fiscale è migliore di quello dei vicini. La nostra piazza finanziaria, nonostante le penose figure recenti, fa concorrenza a Londra e New York.
In tempi grami si cerca sempre un capro espiatorio. Da qualche anno sembriamo essere il bersaglio ideale per Europa e USA. Dare la colpa di tutto a terzi serve anche a distogliere l’attenzione dai problemi di casa propria. Ed allora: dágli alla Svizzera. Il capo dei socialdemocratici tedeschi è dispiaciuto di non poter inviare i soldati (sic!) nei Paesi disobbedienti (viene da chiedersi se suo padre fosse membro del Partito nazionalsocialista). Il ministro delle Finanze germanico invita a prendere la Svizzera a frustate. Sarkozy e Brown minacciano sanzioni (come al tempo del fascismo) e liste nere. Gli USA, ben coadiuvati dall’insipienza dei dirigenti UBS, ci puntano la rivoltella alla nuca e considerano gli accordi che abbiamo carta straccia. Che in una così difficile situazione il nostro Consiglio federale con le sue roboanti dichiarazioni, ritirate precipitosamente, abbia ormai la credibilità di un imbonitore da fiera di paese non rende purtroppo le cose più facili.
In questa guerra economica, che come tutte le guerre cerca giustificazioni moraleggianti, con il fronte interno indebolito dai collaborazionisti di turno (per paura o per fanatismo ideologico), il segreto bancario esce acciaccato. Taluni fanno gli struzzi dicendo che non è successo niente, alcuni considerano le sberle che ci siamo prese atti di intelligenza politica e abilità negoziale (sic!), altri poi, gli utili idioti come li definiva Lenin, sono beati di quanto sta succedendo. Quanto all’abilità negoziale del nostro Consiglio federale, è meglio stendere un velo pietoso. Oltre al danno le beffe pubbliche. Il ministro tedesco Steinbrück ci deride per il fatto che ci siamo impauriti così facilmente. Perché anticipare sempre zelantemente le richieste degli altri? Perché spaventati offrire concessioni che poi non bastano mai?
Vediamo di capire cosa vuol dire «lista nera» (se arriva!), vediamo di calcolare più precisamente le conseguenze e poi decideremo il da farsi. Unico su questa linea il neoconsigliere federale Maurer. E se agli USA consegnassimo le chiavi dell’UBS americana con 30.000 potenziali disoccupati (assieme a quelle dell’Ambasciata di Cuba e Iran, dove rappresentiamo gli interessi di quel Paese), quali sarebbero le vere conseguenze economiche per la Svizzera?
Comunque, dobbiamo partire realisticamente dalla situazione di fatto, gravemente compromessa, non farci illusioni che la pressione diminuisca. La vera urgente domanda riguarda la strategia per il futuro della piazza (non solo finanziaria) svizzera. Il segreto bancario non è fortunatamente l’unica nostra carta e neppure la più importante. Non siamo un’isola dei Caraibi. Importanti sono le condizioni quadro che possiamo offrire non solo per servizi o prodotti, ma anche a chi vuol venire a risiedere ed impiantare le proprie attività da noi.
Perché non deciderci ad introdurre la flat rate tax, perché non annullare la doppia imposizione dei redditi azionari (tassati prima nelle società e poi quali dividendi)? Come possiamo snellire ulteriormente i rapporti con l’amministrazione, i permessi di lavoro per quelle forze di cui abbiamo bisogno, destinare somme importanti alla ricerca scientifica ed alla formazione dei quadri? Ovviamente senza dimenticare i progressi necessari per migliorare la mobilità (trasporto), dare sicurezza, mantenere un ambiente che contribuisca alla qualità della vita.
Dicendo agli americani ed al senatore Levin che non vogliamo per nulla essere un Delaware (che gli USA si possono permettere senza essere criticati) dove, con un migliaio di dollari, uno si procura una delle centinaia di migliaia di società che, se non operano negli Stati Uniti, possono fare qualsiasi porcheria. Decidiamoci a dire ad Inghilterra e Stati Uniti che in materia di riciclaggio non sono sufficientemente severi, contrariamente a noi.
Ovviamente, per fare ciò bisogna avere un Governo, una classe politica e un establishment economico capaci di concepire un progetto di ampio respiro per il Paese e in grado di convincere le diverse componenti e classi sociali sull’opportunità di tale progetto. Le crisi sono talvolta fonte di opportunità. Certo che qualche perplessità, parlando di ampio respiro, esiste, se si considera quanto sia in affanno il Consiglio federale.

Tito Tettamanti, finanziere

:D:D:D
 

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