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LA VITA E'UNA,VIViLA BENE,PERCHE'E'L'UNICA ALLA QUALE NON.....
Un altro economista, Daniel Gros che dirige a Bruxelles il Centre for European Policy Studies, invita a non illudersi sul fatto che l'Italia possa a lungo sottrarsi al destino di Grecia, Portogallo, Irlanda: "La vostra situazione è preoccupante. Siete il paese più direttamente in competizione con la Cina, per la tipologia dei prodotti. Da dieci anni si sa quali riforme andrebbero fatte. Di questo passo l'Italia potrebbe diventare il prossimo grosso problema dell'eurozona".
Suez merita una menzione particolare. Questa piccola e coraggiosa città, da sempre obiettivo primario di ogni nemico militare dell’Egitto, è stata testimone di un’incredibile sollevazione popolare che ha imposto, sin dalla fine del primo giorno, il coprifuoco in tutto lo spazio comunale. Ciononostante, nessuno ha rispettato il coprifuoco e i sueziani hanno letteralmente dato alle fiamme e distrutto tutto quello che poteva essere legato al regime e ai suoi scagnozzi: la sede del partito Nazionaldemocratico (partito di Mubarak), la sede del comune, le questure e le proprietà dei businessmen pescecani amici del regime. Nella battaglia di Suez, i cittadini hanno fronteggiato la polizia, si sono impossessati delle armi e dei lacrimogeni dei poliziotti e hanno iniziato… a lanciare loro i loro stessi lacrimogeni! E’ stata talmente incontenibile la rabbia popolare a Suez che la polizia è stata costretta a ritirarsi dalle strade. Per ora Suez è stato il paese con il numero più alto di vittime: 13. Varrà la pena ricordare che Suez è una città, per tradizione, partigiana. Durante le guerre egiziane contro Israele (soprattutto 1967 e 1973) è stata sempre l’ammortizzatore resistente del Paese. L’ultima resistenza popolare di Suez, la più famosa, quella del 1973, fu guidata dallo shaykh Hafez Salama che oggi, alla veneranda età di quasi novant’anni (classe 1925), era in mezzo ai suoi concittadini.
Wikileaks: "Gli Usa in contatto con i ribelli"
e spunta il "manuale della protesta
Dai dispacci svelati dal sito americano emerge un documento che rivelerebbe un ruolo degli Stati Uniti dietro le proteste anti Mubarak, per arrivare alla deposizione del presidente e un cambio di regime entro il 2011. E ai giornali arriva un vademecum del rivoluzionario, con indicazioni su come muoversi in piazza. Con un consiglio: portare una rosa, per mostrare intenzioni pacifiche