LA VITA NON E' TROVARE SE STESSI. LA VITA E' CREARE SE STESSI

Nei tribunali si applica la legge in nome del Popolo italiano.

Perciò,in quanto italiano, pretendo di conoscere i nomi di tutti coloro che hanno clamorosamente sbagliato.

Poi desidererei sapere perchè l'avvocato che ha ricevuto erroneamente la notifica della sentenza
non abbia avvisato chi di dovere che lui non era il difensore del reo e che c'era stato un errore di comunicazione?

Stranamente poi,lo stesso avvocato,difende oggi l'assassino di Stefano Leo.
 
Leggete le parole dell'"esperta". Se lo dice lei.....adesso aspettiamo il seguito. Poi se mangerà qualcuno ......

È già arrivata la Pasqua per l’orso che sta facendo razzia da qualche giorno nel territorio della Media Valle.

Nelle prime ore del mattino di domenica l’orso ha predato una capra in un ovile che si trova a 900 metri di altezza a Teglio.
Si tratta per la precisione della zona est di Teglio a 500 metri dall’abitato.
Lì si trova un’azienda agricola dove un contadino conduce un piccolo allevamento.

L’orso avrebbe superato il recinto e ne avrebbe predata una, poi una volta che si è cibato se n’è andato.
L’animale in questione deve essere lo stesso che sta girando in questi giorni e che ha fatto razzia di miele a Bianzone per due notti.
Sabato, però, c’è stato un avvisamento a 900 metri nella zona che sale dal Vecchio Torchio fra Bianzone e Teglio.

Dunque tutto torna, nel senso che il plantigrado pare essersi spostato.
A fare la differenza, però, è che, mentre finora ha colpito solo alcune arnie in località La Curta e poi nei frutteti di Bianzone, questa volta ha ucciso un animale.
Si allarga dunque la preoccupazione non solo fra gli apicoltori che si stanno premunendo con recinti elettrificati, ma anche fra gli allevatori.

Il primo colpo è avvenuto qualche notte fa in località La Curta, a 670 metri di altezza a Bianzone, dove ha colpito due arnie delle ventidue presenti nell’apiario.
Purtroppo l’apicoltore aveva in dotazione il recinto che non era al momento funzionante.
Nella notte del 12 aprile è tornato a far visita agli apiari di Bianzone, ma questa volta si è spinto a soli 300 metri sopra la statale 38, seppure restando nei frutteti e nella zona boscata.

Il plantigrado - da capire ancora se si tratti di M19, lo stesso che l’anno scorso ha tenuto “compagnia”, si fa per dire,
per tutta l’estate agli apicoltori dei Comuni fra Ponte, Teglio, Bianzone e Brusio - è sceso fino ai frutteti sotto la casa vinicola La Gatta per intendersi.
Ha visitato gli apiari di proprietà di due diversi apicoltori ed, in entrambi i casi, ha predato 4 o 5 alveari.
Un apiario si trova fra La Gatta e la statale ed è presumibile che l’orso sia passato dalla valle di Boalzo, seguendo il corso del fiume.
Il secondo apiario si trova, invece, fra Boalzo e Tresenda, 300 metri al di sopra della carrozzeria Corvi che si vede sulla statale.

Maria Ferloni, tecnico faunistico della Provincia e referente territoriale per i grandi carnivori, ha affermato

«non c’è alcuna situazione di pericolo per le persone, perché l’orso attacca per cibarsi e se ne va via subito.
Non gira dove ci sono le abitazioni, tant’è che neppure l’anno scorso nessuno lo aveva visto».
 
Ridicola ammenda. Pagano senz'altro........

La grigliata per salutare l’anno vecchio si è tramutata in uno dei roghi più spaventosi che, negli ultimi anni, si ricordi sulle montagne dell’altolago.
La Procura di Como ha chiuso l’inchiesta sull’incendio divampato il 30 dicembre scorso sul monte Berlinghera, sopra Sorico.
Sotto accusa due giovani di 22 anni di Cantù e di Fino Mornasco.

Secondo i carabinieri della stazione di Gera Lario della Forestale sarebbero loro i responsabili dell’innesco del furioso incendio
che ha danneggiato una decina di baite e incenerito oltre mille ettari tra bosco e pascoli.

La causa delle fiamme, spente completamente quasi un mese dopo grazie all’intervento dei Canadair, sarebbe la brace di una griglia.
A organizzare la grigliata - incuranti del fortissimo vento e del secco, che aveva fatto alzare il rischio incendi - sarebbe stato, secondo l’accusa,
il nipote del proprietario della baita da dove il rogo sarebbe partito. Alla griglia, invece, ci sarebbe stato l’amico.

Per riuscire a ricostruire la dinamica dell’incendio, i carabinieri della Forestale hanno effettuato una serie di rilievi aerei e, quindi,
hanno inserito i dati in un software speciale che ha fornito il possibile percorso fatto dal rogo.

Non solo, gli uomini della Forestale hanno anche notificato ai due giovanissimi organizzatori della grigliata fuori stagione una maxi ammenda da 13 milioni e mezzo di euro.
 
Barometro sopra 1000. 1003 per la precisione.

Cielo terso. Azzurro.

I pochi aerei di linea che passano, non lasciano traccia visibile.........

Adesso basta sedersi ed .........aspettare.
 
Ipotizzo io. Saldatura a scintillio. Le feripole partono in giro. Una attecchisce al legno.
Comincia a brasare. Lentamente. Fumo. E poi fiamma. Et voilà. Il danno è fatto.

Le autorità hanno escluso l'incendio doloso.

Anzi, secondo le ultime ricostruzioni il rogo sarebbe scoppiato a livello del sottotetto,
probabilmente tra le impalcature installate per i lavori di ristrutturazione, a causa di una saldatura.
 
Scoppia un caso sull'"intimazione" inviata oggi dal ministro dell'Interno Matteo Salvini a proposito di Mar Jonio.

La circolare, come si legge nella stessa nota diramata dal Viminale, sarebbe infatti stata inviata non solo ai vertici delle forze dell'ordine,
su cui Salvini ha una diretta competenza, ma anche ai vertici militari, di competenza del ministero della Difesa.

Episodio che, riferiscono varie fonti all'Adnkronos, avrebbe suscitato l'ira dello Stato Maggiore.
 
E’ possibile cercare se non di approfittare almeno di evitare contraccolpi negativi ai propri investimenti
derivanti dalla crisi in cui si dibatte la Libia?

Col paese sempre più invischiato in una guerra civile e i servizi segreti
che lanciano l’allarme sul possibile massiccio arrivo in Italia di profughi

tra i quali potrebbero provare a infiltrarsi i terroristi dell’Isis, il premier Giuseppe Conte
(dettosi “molto preoccupato” per “una crisi umanitaria che può esporre anche al rischio
di qualche foreign fighters sul nostro territorio e sul suolo europeo”)
cerca di fare sponda col Qatar per sostenere il governo di Al-Sarraj.

La situazione non pare tuttavia destinata a risolversi facilmente né in tempi brevi,
complice l’appoggio offerto al generale Khalifa Haftar, rivale di Al-Sarraj,
da Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Francia (nonostante le smentite di rito)
e il sostanziale disinteresse di Donald Trump per la vicenda.

In questo scenario molti analisti prevedono che le esportazioni petrolifere libiche siano destinate
a flettere nuovamente,
proprio mentre gli Stati Uniti stanno valutando di rafforzare le sanzioni contro Venezuela e Iran.
Per evitare di strozzare il mercato, l’Opec, sotto pressione dell’Arabia Saudita, potrebbe non estendere ulteriormente i tagli alla produzione
che scadranno a giugno e così sembra intenzionata a fare la Russia di Vladimir Putin.
 
Ma la soglia individuata per far scattare il “libero tutti” è di 80 o più dollari al barile,
mentre al momento il Wti texano oscilla sui 63,7 dollari e il Brent del Mare del nord oscilla attorno a 71,3 dollari:
vi sarebbe dunque spazio per un ulteriore rialzo del 25% circa, più che sufficiente per consigliare di puntare
su titoli petroliferi come Eni, Saipem o Teneris o direttamente su prodotti indicizzati come l’Etc Boost Brent Oil o Boost Wti Oil,
piuttosto che sul Etfs Brent Crude o Etfs Wti Crude Oil per capitalizzare eventuali movimenti al rialzo delle quotazioni petrolifere.

Un’altra opzione è lasciar fare a gestori professionali sottoscrivendo quote di fondi dedicati all’energia
o alle risorse naturali come ad esempio Global Natural Resources Equity di T. Rowe Price,
i cui gestori peraltro non sembrano credere troppo a un rialzo strutturale delle quotazioni dell’oro nero
e si attendono anzi che a lungo termine possano ridiscendere tra i 40 e i 50 dollari al barile,
anche in risposta a quanto l’innovazione tecnologica continuerà a migliorare la produttività delle attività di estrazione dello shale oil americano,
la cui produzione è destinata a crescere nel tempo calmierando eventuali ulteriori tagli dei paesi Opec.

Sebbene circa il 43% della produzione petrolifera globale faccia capo all’Opec,
gli Usa, notano gli uomini di T. Rowe Price, hanno contribuito per oltre il 61% all’incremento dell’offerta
globale tra il 2008 e il 2017 (per circa il 70% nel solo 2018).

A fronte di un simile scenario è evidente che gli investitori più prudenti farebbero bene a diversificare ulteriormente
anche tra titoli e asset class difensive, ad esempio puntando sui metalli preziosi come l’oro e, ancor più, il palladio
(che ormai dal 2012 vive una situazione di sottoproduzione).

Secondo Jp Morgan, ad esempio, il mutato atteggiamento della Federal Reserve sui tassi
sosterrà le quotazioni dei metalli preziosi anche nei prossimi mesi consentendo nuovi rialzi dei prezzi.

Anche per i metalli preziosi come per il petrolio le opzioni a disposizione degli investitori sono molte,
con ben 22 Etf quotati sulla borsa italiana dedicati ad essi:
un interesse che appare più che giustificato dal fatto che oro, argento e platino sono in assoluto
tra asset più decorrelati verso tutti gli altri
e per questo in grado di approfittare di situazioni di incertezza dei mercati azionari,
obbligazionari e dei cambi (petrolio e metalli preziosi avendo quotazioni espresse in dollari tendono a salire quando come in queste settimane il biglietto verde si indebolisce).

Naturalmente un portafoglio difensivo non ha ragione d’essere se non comprende anche una parte obbligazionaria,
che visto il livello ancora modesto dei rendimenti offerti in rapporto al rischio anche da parte dei titoli di stato
e obbligazioni corporate italiane potrebbe essere composto per una parte preponderante da Cct a tasso variabile,
per la parte residuale da Btp di scadenza non superiore ai 10 anni.

Ultima ma non meno interessante alternativa, demandare anche la ripartizione dell’investimento tra le diverse asset class,
ossia la asset allocation, a un gestore professionale ad esempio sottoscrivendo uno o più fondi bilanciati.

Secondo un’analisi di Advice Only si potrebbe ad esempio costruire un portafoglio di soli quattro Etf, per il 50% azionari e per il 50% obbligazionari.

I quattro prodotti in questione potrebbero essere l’Amundi Idx Jpm Gbi Global Govies (35% del capitale investito),
il Db X-Tracker Equity Quality Fctr (35%), l’Ishares Core Msci Emerging Markets Imi (15%) e l’Ishares Global Corporate Bond
(15%).

Un portafoglio che gli esperti di Advice Only definiscono “pigro” ma che potrebbe consentirvi di dormire sonni tranquilli
anche in caso di ulteriore escalation militare in Libia, per di più ad un costo estremamente contenuto, lo 0,217% annuo,
alla portata anche di chi da investire ha solo poche migliaia di euro risparmiate faticosamente.

Luca Spoldi
 
buongiorno a tutti e Buon Compleanno alla splendida padrona di casa che oggi attua il salto di categoria.
ci auguriamo che con l'aumento dell'età, continui a migliorare e rallegrarci sempre con le sue argute ironie.
tantissimi auguri :auguri: :):):):):):auguri:
 
Che pirla. Come ho fatto a perdermi questa news ?

Tantissimi Sinceri Auguri.
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