Obbligazioni in default Lehman Brothers - sviluppi Chapter 11 (1 Viewer)

mauro1969

Forumer attivo
Sul blog Obbligazioni di Investire Oggi trovate un articolo di AeneA intitolato:

Obbligazioni Lehman: che fare?

A breve, i titolari di obbligazioni Lehman Brothers saranno chiamati ad effettuare l'insinuazione al passivo: cosa significa?

:up:

Oggi sul Sole 24 Ore il solito articolo settimanale su Lehman (o meglio, ben due...). Il primo, su Plus, su diverse cause civili promosse da avvocati e Confconsumatori.

Il secondo è di Laura Serafini, su Finanza e Mercati, ed ha per titolo "Mennea tenta il record dei 300".

Pietro Mennea (sì, proprio lo sprinter...) si unisce infatti, con il suo studio, alla SGE ed i due gruppi rappresenteranno così circa 200-300 clienti rimasti coinvolti nel fallimento. E' ovvio che i clienti di Mennea sono molto più numerosi, numericamente, pur rappresentando all'incirca la metà dell'importo già rappresentato dallo studio SGE (che ha circa 20 clienti).

Non sapevo che Mennea avesse ben 4 lauree... Giurisprudenza, Scienze politiche, Lettere, Scienze Motorie... ovviamente fa parte del colore dell'articolo parlare del personaggio, oltre che del caso Lehman.

La tesi sostenuta da Mennea è molto precisa: non solo ricorda i vantaggi, già discussi più volte, per i creditori di partecipare, attraverso uno studio legale, alla procedura (diritto a votare il piano di ristrutturazione...), ma soprattutto sostiene che "non possono essere le banche a recuperare il credito per conto dell'obbligazionista, perchè il cliente può sempre riservarsi il diritto di rivalersi sulla banca stessa. Se si accetta la mediazione si rinuncia a quel diritto".

Ovviamente, una tesi che può essere oggetto di discussione...

Prima di tutto scusate se posto poco, ma vi leggo sempre, tempo permettendo che mi lascia poco margine.

Quel che dice Mennea mi pare opinabile per diverse ragioni.

1) ABI (e le singole banche) non si é ancora espressa su come intende concretamente assistere i correntisti nella c.volgarmente d. insinuazione al passivo (proof of claim e adempimenti connessi); pare ovvio che subordinare la sua assistenza alla rinuncia di ogni azione legale verso la banca negoziatrice troverebbe forte opposione da molti di essi. Dubito che faranno una sciocchezza del genere, già l'immagine dell'ABI é sotto i piedi, e nemmeno nel caso Argentina, nei mandati TFA, vi é espress rinuncia ad agire verso la banca.
2) l'insinuazione al passivo del singolo su mandato conferito all'ABI (non so in che forma ma un mandato ci dovrà essere per forza) o alla singola banca non sarà certo condizionata a non far causa per responsabilità nella negoziazione; un tal mandato, oltre a problemi applicativi di sottoposizione a una condizione (di non far causa appunto), sarebbe impresentabile.
3) quella che si avrebbe utilizzando l'ABI come veicolo per insinuarsi non é una mediazione, ma un mandato, cose molto diverse.
4) la funzione ed utilità di insinuarsi tramite SGE é liberamente valutabile da parte di ciascuno; ovvio che SGE, patrocinando molti soggetti, con un complessivo nominale non indifferente, potrebbe anche avere una certa influenza in certe fasi ed in certi momenti (ad es. sull'appropriazione del ramo Lehman da parte di Barclay che personalmente vedo come una porcheria, perché frettolosa e fatta passare sotto silenzio sostanziale). Se si vuole avere un ruolo attivo é senz'altro più utile aderirea a SGE piuttosto che passivamente stare a guardare dopo essersi insinuati.

Tuttavia, ritengo sarebbe più corretto, in termini di informazione, chiarire se le valutazioni sulle pregiudiziali che pone Mennea siamno fondate su qualcosa di concreto. Allo stato mi pare che ABI non abbia messo fuori alcun modulo di insinuazione né mandato di alcun genere.
 

mauro1969

Forumer attivo
Ma una volta che venisse appurato che Barclays ha lucrato parecchio in questa svendita, ci sono possibili conseguenze pratiche o "chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato..."? :rolleyes:

Peck potrebbe rivalutare l'operazione, magari imporre una ridefinizione del prezzo, giustificandosi con il fatto che nell'imminnenza del ch11 non ebbe sufficienti informazioni sul valore dell'asset; onestamente non conosco il diritto statunitense così bene, ma l'elasticità dei suoi provvedimenti mi pare che possa consentire a Peck di rimangiarsi il provvedimento o di rettificarlo sostanzialmente; diversamente non resterebbe a chi é interessato di impugnarlo ad una corte superiore.

Sono impressioni, badate bene, non ci ho fatto uno studio su.
 

mauro1969

Forumer attivo
Ciao Mauro,

visto il modo in cui si è svolta la vendita (qualcuno ricorderà che il giudice aveva fatto mettere a verbale che "sperava che quel giorno tutto quello che si era venduto fosse proprietà di Lehman..."), si era lavorato con la vanga, a spanne, per salvaguardare un ramo aziendale "deteriorabile", destinato a valere zero se non si fosse fatta la vendita subito (senza considerare la scomparsa di diversi posti di lavoro e le ulteriori conseguenze sui mercati finanziari...), in quella che io chiamo "finta asta", senza rispettare tempi richiesti dalla procedura e senza cercare altri acquirenti.

Nessuno però si era in realtà opposto... era la miglior cosa da fare, in quel momento.

Adesso, con calma, si cercherà di capire se qualcuno ha "raggirato", sulla base degli accordi comunque raggiunti. Non vedo molto imbarazzo per Peck dovesse emergere che avevano stimato i "cure claims" (che Barclays si assumeva) in un valore, che invece si rivela largamente inferiore... al massimo è responsabilità del consulente che aveva fornito quella valutazione.

Ovviamente parere personale...

Era la miglior cosa da fare per Barclays.

Comunque sono d'accordo con te; detta tutta, se no si fosse passati per Peck, sembrava una "bancarotta per distrazione" classica.
 

AeneA

Pochi ma buoni
Docket 3640

A proposito della vicenda Lehman-Barclays:

STIPULATION FOR ADJOURNMENT OF THE HEARING ON MOTION OF
DEBTOR AND DEBTOR IN POSSESSION FOR AN ORDER,
PURSUANT TO FED. R. BANKR. P. 2004, AUTHORIZING
DISCOVERY FROM BARCLAYS CAPITAL INC.
This Stipulation is entered into by and between Lehman Brothers Holdings Inc.,
as Debtor and Debtor in Possession (the “Debtor”) and Barclays Capital Inc. (“Barclays”).
RECITALS
WHEREAS, on May 18, 2009, the Debtor filed a Motion of Debtor and Debtor in
Possession For an Order, Pursuant To Fed. R. Bankr. P. 2004, Authorizing Discovery From
Barclays Capital Inc. (Docket No. 3596) (the “Motion”);
WHEREAS, a hearing on the Motion and the objection deadline are scheduled for
June 3, 2009 at 10:00 a.m. and May 29, 2009 at 4:00 p.m., respectively; and
WHEREAS, the Debtor and Barclays wish to adjourn the hearing on the Motion
to the next regularly scheduled omnibus hearing in these cases, as set forth in the Third Notice of
Establishment of Omnibus Hearing Dates Pursuant to Amended Case Management Order
Implementing Certain Notice and Case Management Procedures (Docket No. 2971), and in
accordance with the Amended Order Pursuant to Section 105(a) of the Bankruptcy Code and
Bankruptcy Rules 1015(c) and 9007 Implementing Certain Notice and Case Management
Procedures (Docket No. 2837) (the “Case Management Order”).
NOW, THEREFORE, IT IS STIPULATED AND AGREED:
1. The hearing on the Motion is adjourned until June 24, 2009 at 10:00 a.m.
(Prevailing Eastern Time).


Insomma, ragioniamoci sopra un po' di più... :)
 

negusneg

New Member
Prima di tutto scusate se posto poco, ma vi leggo sempre, tempo permettendo che mi lascia poco margine.

Quel che dice Mennea mi pare opinabile per diverse ragioni.

1) ABI (e le singole banche) non si é ancora espressa su come intende concretamente assistere i correntisti nella c.volgarmente d. insinuazione al passivo (proof of claim e adempimenti connessi); pare ovvio che subordinare la sua assistenza alla rinuncia di ogni azione legale verso la banca negoziatrice troverebbe forte opposione da molti di essi. Dubito che faranno una sciocchezza del genere, già l'immagine dell'ABI é sotto i piedi, e nemmeno nel caso Argentina, nei mandati TFA, vi é espress rinuncia ad agire verso la banca.
2) l'insinuazione al passivo del singolo su mandato conferito all'ABI (non so in che forma ma un mandato ci dovrà essere per forza) o alla singola banca non sarà certo condizionata a non far causa per responsabilità nella negoziazione; un tal mandato, oltre a problemi applicativi di sottoposizione a una condizione (di non far causa appunto), sarebbe impresentabile.
3) quella che si avrebbe utilizzando l'ABI come veicolo per insinuarsi non é una mediazione, ma un mandato, cose molto diverse.
4) la funzione ed utilità di insinuarsi tramite SGE é liberamente valutabile da parte di ciascuno; ovvio che SGE, patrocinando molti soggetti, con un complessivo nominale non indifferente, potrebbe anche avere una certa influenza in certe fasi ed in certi momenti (ad es. sull'appropriazione del ramo Lehman da parte di Barclay che personalmente vedo come una porcheria, perché frettolosa e fatta passare sotto silenzio sostanziale). Se si vuole avere un ruolo attivo é senz'altro più utile aderirea a SGE piuttosto che passivamente stare a guardare dopo essersi insinuati.

Tuttavia, ritengo sarebbe più corretto, in termini di informazione, chiarire se le valutazioni sulle pregiudiziali che pone Mennea siamno fondate su qualcosa di concreto. Allo stato mi pare che ABI non abbia messo fuori alcun modulo di insinuazione né mandato di alcun genere.

Non posso che essere d'accordo con quanto scritto da Mauro.

Per puro scrupolo sono andato a spulciare tutta la documentazione della banca per cui lavoro relativa alle varie insinuazioni al passivo sin qui verificatesi (Parmalat, Cirio, Giacomelli, etc.).

Non è mai successo che il mandato alla banca per provvedere all'insinuazione al passivo in nome e per conto del cliente prevedesse una qualche clausola con cui si rinuncia a procedere contro la banca. E vorrei anche vedere...

Spiace dirlo, ma l'affermazione di Mennea è quindi da considerarsi falsa e fuorviante (se correttamente riportata) ed il Sole 24 Ore si è prestato a fare "pubblicità ingannevole", mi auguro a titolo gratuito.

Una notevole caduta di stile, non c'è che dire... :-o
 

negusneg

New Member
Vedo però che Laura Serafini è da un bel po' che insiste su questa versione dei fatti. Questo è un articolo di gennaio di quest'anno:

http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...75-11dd-b219-9063977eaf68&DocRulesView=Libero

Crack Lehman, il vademecum Abi

di Laura Serafini



L'Abi scrive alle banche italiane in vista della prima adunanza dei creditori di Lehman Brothers, convocata a New York per il 29 gennaio. In una circolare inviata ieri si sollecitano le associate a presentare i quesiti che esse intendono rivolgere ai dirigenti di Lehman che in quel giorno saranno obbligati a rispondere, sotto giuramento, alle domande che il commissario, lo Us Trustee, oppure i creditori vorranno rivolgere sia sul crack che sulla consistenza del patrimonio della banca. In quella giornata si terrà il primo atto di una pièce destinata a protrarsi per mesi. Le banche italiane sono parte in causa sia come creditori diretti, nella gran parte dei casi perché controparte in strumenti derivati stipulati con l'ex investment bank. Sia come intermediari che hanno venduto obbligazioni al mercato retail, dunque ai risparmiatori, e per conto dei quali intendono ottenere l'insinuazione al passivo per avere il rimborso dei crediti. Per i legali dell'Abi, che si fa assistere dallo studio Allen&Overy, non c'è alcuna fretta: nemmeno per chiedere l'insinuazione al passivo. Secondo quanto riportato nella circolare, i rappresentanti dell'associazione saranno presenti il 29 gennaio per monitorare le situazione e per porre i quesiti eventualmente proposti dalle banche. Ma in ogni caso, poiché la Corte fallimentare americana non ha ancora definito modalità e condizioni per l'insinuazione al passivo, il rischio, quando questo avvenisse, è che le domande avanzate in precedenza possano essere impugnate dalla stessa Lehman. Secondo Allen&Overy non c'è comunque il rischio di rimanere indietro: per i creditori chirografari «vige il principio del pari passu», si legge, per cui non acquisisce priorità chi arriva prima in ordine di tempo.
Accanto alla procedura americana, ne esiste un'altra in Olanda a seguito del fallimento della Lehman Brothers Tresury Co. Bv. (Lbt), la filiale europea che ha veicolato le emissioni obbligazionarie destinate sia agli investitori istituzionali che al retail in Europa. In questo caso i tempi sono più lunghi, perché l'adunanza dei creditori è prevista in primavera. Secondo il curatore, Lbt ha emesso obbligazioni su quattro distinti programmi: un Euro Medium Term Program, sul quale è concentrato il maggior numero di investimenti, per un valore potenziale fino a 100 miliardi di dollari; un German Note Program per un valore fino a 4 miliardi di dollari, uno Swiss certificates program e un Italian Inflation Linked note program. I risparmiatori che hanno sottoscritto obbligazioni Lehman hanno due possibilità: aderire alle iniziative proposte dalle banche, le quali si propongono come intermediario per recuperare il credito ma, spesso, facendo firmare documenti in cui il singolo rinuncia a ogni causa verso l'istituto di credito. Ma poiché una causa verso l'intermediario che ha venduto il prodotto in teoria è sempre possibile, il risparmiatore può decidere di agire direttamente, o con un proprio legale, richiedendo l'insinuazione al passivo. Il sito per registrarsi tra i creditori presso la procedura olandese o per avere informazioni è [email protected].




Nell'articolo si sostiene che le banche "spesso" fanno firmare documenti in cui si rinuncia ad ogni causa verso l'istituto di credito.

Sarei curioso di sapere a quali banche si riferisce ed a quali cause. Da quanto è a mia conoscenza questo non è successo MAI, nè presso la banca dove lavoro nè presso altri istituti.

Attendo fiducioso una smentita :cool:
 

AeneA

Pochi ma buoni
Lehman U.S., UK units at odds over bankruptcy: report

(Reuters) - Lehman Brothers Holdings Inc's (LEHMQ.PK) U.S. estate administrators will ask a federal judge on Tuesday to approve a framework for coordinating bankruptcy proceedings for the bank's subsidiaries worldwide, putting them at odds with its administrators in the UK, the Wall Street Journal said.
Lehman's UK estate administrator PricewaterhouseCoopers (PwC), who represents the bank's main European arm, maintains the estate is governed by local rules and the interests of its own creditors, according to the paper.
A global protocol is "unnecessary, insufficiently tailored and unacceptably burdensome," the paper quoted Tony Lomas, a PwC partner, as saying.
Lehman's London-based estate held about a third of the firm's estimated $630 billion in assets before it filed for bankruptcy in September 2008, the paper said, adding that the estate holds data essential to insolvency proceedings among other smaller European subsidiaries.
Lehman's U.S. administrators and PwC could not be reached for comment.

http://www.reuters.com/article/ousiv/idUSTRE54P11Y20090526

Questo non stupisce, visto che nel Cross Border Protocol pubblicato sul sito della LB Treasury sono predisposti spazi per le firme delle filiali olandese, tedesca, asiatiche, australiane, ma non per la LBIE nè per la UK.

Il guaio è che l'atteggiamento della PwC si rifletterà pesantemente sull'andamento della liquidazione di tutte le altre filiali, visto il ruolo di "snodo" che avevano le società da loro attualmente amministrate nella precedente gestione Lehman, e le dichiarazioni rilasciate circa i tempi da loro previsti, ben più lunghi di quelli prospettati da A&M per il Ch11. :(
 

mauro1969

Forumer attivo
Sul caso TFA:
in allegato posto la procura a White & Case, che venne fatta sottoscrivere per adire l'ICSID ai detentori di bond argentina, nonché il mandato a TFA e altro modulo (importante il punto 3.-3).

Tutto si basa sul concetto di intraprendere azioni in conflitto con l'interesse degli altri obbligazionisti.

Gli obbligazionisti non vedo che danno ne abbiano se io, domani, mi sveglio e faccio causa alla banca perché ha omesso di dirmi che i tioli argentini erano troppo rischiosi per me o inadeguati.

Il debito dell'Argentina ha titolo nei bond, ed é un debito di contratto; quello che chiedo alla banca é di risarcirmi un danno da negligenza (per farla breve) informativa, e si fonda su un contratto di negoziazione tra me e lei, in cui l'Argentina non c'entra. Siamo quindi tra parti diverse, su fondamenti giuridici diversi

Non potrò avvalermi, di certo, di un doppio rimborso (risarcimento dalla banca e pagamento del bond dall'argentina, tanto che i giudici o annullano le compravendite e ordinano la restituzione dei titoli, o condannano la banca a risarcire il danno decurtando cedole e valore residuo dei titoli nella generalità dei casi), ma non vedo interessi confliggenti con quello degli altri possessori dei bond.
 

Allegati

  • Mandato_TFA.pdf
    180 KB · Visite: 848
  • Modulo_3A.pdf
    203,6 KB · Visite: 257
  • Power_Of_Attorney.pdf
    264,4 KB · Visite: 332

mauro1969

Forumer attivo
e qui non so se ti seguo, ma ovviamente il mio è un punto di vista "viziato".

Tanto per fare conversazione: non mi ricordo una "opposizione" dei creditori (dei loro rappresentanti...) alla vendita, se non di facciata. Era la cosa se non migliore, accettata alla fine da tutti come minor male... in quel momento...

Non è insolito un contratto in cui il prezzo pagato è relativamente piccolo, ma i debiti assunti alti.

Mai vista un'asta fallimentare in cui il venditore "contratti" da un punto di forza... ovvio che "il prezzo" viene valutato "basso" (ho visto contratti ad un decimo del sedicente "valore di mercato" rifiutato poche settimane prima dal management di alcune aziende...). Ma il diritto anglosassone è tendenzialmente pratico: se qualcuno non offre di più, quello è il prezzo giusto. Il giudice non ha discrezionalità, se non per il rispetto di questa regola fondamentale... vendita aperta a tutti... tempi tecnici per trovare altri compratori che possano fare due diligence... e qui sappiamo che non c'è stato, c'era un solo "compratore", che fa il suo interesse... offrire il minimo sindacale per dare una "base d'asta"... abbiamo perfino assistito a filiali aggiunte "gratis" al pacchetto... tanto il loro valore erano le persone ed il rolodex... se non le comperavano in bancarotta avvicinavano i manager con un'offerta di lavoro il giorno dopo... :wall:

Se poi sui debiti assunti c'è stata frode, questo è un problema da dimostrare e poi correggibile... ;)

(ripeto, tanto per parlare ad alta voce, io non difendo la procedura o una posizione specifica, cerco di descrivere l'approccio di massima del ch 11... se non mi sbaglio, non è semplicissimo e qui siamo a temi che faranno probabilmente giurisprudenza per il futuro...)

Storiaccia, ma lo sappiamo bene... :sad:

Siamo sulla stessa lunghezza d'onda Paolo; qui, amio avviso c'è stata troppa troppa fretta di cedere quell'asset che, frettolosamente, si riteneva a rischio di totale perdita di valore in brevissimo tempo. Forse era così, ma forse non era così.

Senza giudicare, ma mi permetto di dire che la praticità é un conto,l'approssimazione (non la frode) é altro conto.

In un ch11 così mastodontico e complesso, forse PRIMA si doveva cercare di capire i valori veri dei singoli asset POI liquidare, anche in fretta e a procedura ristretta, ad offerta libera, ma prima almeno un'asta deserta con un prezzo base stimato dal giudice l'avrei fatta.

Temo che lo stesso Peck, come hai ventilato tu, abbia avuto i buchi nella schiena da parte dei consulenti della procedura, che MAGARI avevano qualche conflitto d'interesse anch'essi.

in soldoni: é stato tutto troppo svelto e nebuloso, ora i soldini sono usciti, Barclays che é oggetto di richieste di $ ventila un fallimento se Lehman insiste, e questo ricattino mi piace poco.
Perché alla fine chi paga é chi sta alla finestra. A guardare questo triste spettacolo e a sperare che valori già usciti tornino indietro non si sa come:rolleyes:.

Sono troppo demagogico?:cool:
 

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