Mario Monti

se sopra mi sono espresso male, è colpa mia :)



secondo me, se esiste un problema, è la produttività
ma attenzione! non è il non-lavoro ... è lo spreco del lavoro
procedure formali, rigide, ingessate
poco utilizzo effettivo dell'informatica , per mancanza delle norme attuative
un esempio?
io uso la PEC da almeno un anno, ma la PA continua a spedirmi le raccomadate cartacee
il motivo? la validità legale della firma del documento
ne posso raccontare a dozzine ... questa sopra è solo l'ultima in ordine di tempo

let aside che la dinamica degli stipendi pubblici nel loro complesso è cresciuta
IMHO per l'incremento ai megasuperdirigenti
Renzi ad esempio si fa vanto che a Firenze il max stipendio è 10 volte lo stipendio base
immagino lo stipendio base sia 1000 euro ?
10.000 euro al mese non è male ... figuriamoci di più
ma
c'è anche la responsabilità degli atti... il proliferare di norme penali, come se la pena servisse ad evitare il reato :rolleyes: , ha reso molto ''cauti'' parecchi dirigenti pubblici, quindi lenti
va da sè che quelli più disinvolti , lo sono anche troppo
altri dirigenti sono ingessati, vorrebbero fare e sono bloccati da vincoli e laccioli
altri, per i vincoli che hanno, scelgono di pigliarsela comoda
un vero guazzabuglio, non esiste ministro o premier che da solo può riuscire


insomma, o si rifonda lo stato tutti insieme ( le parti sociali sembra che siano dipsoste ) o si va a fondo
in questo, ben venga un governo bipartisan , che 'annulli' la politica-partitica e dia più spazio alla società

Eh, quanta ragione che hai...
Voglio portarvi un gustoso esempio di un'amministrazione che, almeno in teoria, dovrebbe essere un centro di eccellenza ed invece... Parlo della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze - BNCF da qui in avanti -, nella quale ho fatto il servizio civile a cavallo fra il 2002 ed il 2003 (sì, sono stato fra gli ultimi sfigati che ha adempiuto l'obbligo).
Allora, tralasciando pietosamente quello che accade in sede di nuovi arrivi - ma ne potremo parlare se volete - osserviamo come funziona la distribuzione, nella quale ho lavorato nella seconda metà del servizio. Ovviamente può essere che in 8 anni diverse cose siano cambiate.
Nella sala cataloghi - rifatta nel 2000 - c'erano numerose postazioni pc connesse all'opac (il catalogo online bncf) e ad un altro catalogo nazionale, nel caso in cui mancasse qualcosa lì. Il tutto è accessibile anche da casa, mi pare.
Una volta che io inserisco l'ordine sulla maschera, mettendo anche il numero della mia tessera, questo viene lavorato. E qui nascono i dolori.
Il magazzino è organizzato su 5 piani più un seminterrato. Buon senso vorrebbe che l'ordine inserito venga smistato automaticamente ed indirizzato ai vari piani. Solo che non ci sono i soldi per 6 (5, via: il seminterrato veniva lavorato da chi stava a piano terra ed aveva roba richiesta di rado) terminali con stampanti. Quidi gli ordini venivano stampti a piano terra e messi da un tizio che conosceva - in base alla collocazione - i piani di arrivo, in appositi contenitori posti in un piccolo montacarichi.
I piani chiamavano il montacarichi ed andavano a prendere i libri. Le consegne erano previste, mi pare, 2 volte l'ora escluso il terzo ed il quarto piano che erano gestiti da un solo dipendente e quindi consegnavano una volta l'ora.
Quando il dipendente andava a prendere i libri, strappava un terzo del foglio (che aveva i buchetti ;)) e lo lasciava in sede, poi metteva i restanti 2/3 nel libro e lo poggiava su un tavolo. Il tutto andava, alle scadenze, nel montacarichi di cui sopra e veniva poi messo in distribuzione, ovvero veniva "sparato" e messo su un tavolone enorme a piano terra. La "sparatura" serviva a far sì che la disponibilità apparisse su un monitor fuori dal banco della distribuzione. A quel punto il richiedente presentava la tesserina che veniva sparata a sua volta ed un documento; il nome del libro appariva su un pc e si andava dietro a prenderlo, poi si sparava il foglio nel libro e si selezionava la consegna. Il documento ed il foglio rimanevano alla distribuzione - era lettura, non prestito. Quando il lettore rendeva il libro, gli veniva restituito il documento ed il libro risultava non disponibile per una mezza giornata, causa ricollocazione.

Come si può vedere era tutto fatto "alla buona", con un'informatizzazione minima ed un'inefficienza clamorosa nel processo. Carenza di investimenti, appunto...

Aggiungo in finale un appunto sulla PAC: le amministraizoni più avanzate dal punto di vista informatico, ovvero le agenzie delle entrate, hanno UNA casella di PEC per ogni ufficio. A cui nessuno ha accesso. In ogni ufficio ci possono essere fino a 500 persone a lavorare. Non aggiungo altro.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Eh, quanta ragione che hai...
Voglio portarvi un gustoso esempio di un'amministrazione che, almeno in teoria, dovrebbe essere un centro di eccellenza ed invece... Parlo della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze - BNCF da qui in avanti -, nella quale ho fatto il servizio civile a cavallo fra il 2002 ed il 2003 (sì, sono stato fra gli ultimi sfigati che ha adempiuto l'obbligo).
Allora, tralasciando pietosamente quello che accade in sede di nuovi arrivi - ma ne potremo parlare se volete - osserviamo come funziona la distribuzione, nella quale ho lavorato nella seconda metà del servizio. Ovviamente può essere che in 8 anni diverse cose siano cambiate.
Nella sala cataloghi - rifatta nel 2000 - c'erano numerose postazioni pc connesse all'opac (il catalogo online bncf) e ad un altro catalogo nazionale, nel caso in cui mancasse qualcosa lì. Il tutto è accessibile anche da casa, mi pare.
Una volta che io inserisco l'ordine sulla maschera, mettendo anche il numero della mia tessera, questo viene lavorato. E qui nascono i dolori.
Il magazzino è organizzato su 5 piani più un seminterrato. Buon senso vorrebbe che l'ordine inserito venga smistato automaticamente ed indirizzato ai vari piani. Solo che non ci sono i soldi per 6 (5, via: il seminterrato veniva lavorato da chi stava a piano terra ed aveva roba richiesta di rado) terminali con stampanti. Quidi gli ordini venivano stampti a piano terra e messi da un tizio che conosceva - in base alla collocazione - i piani di arrivo, in appositi contenitori posti in un piccolo montacarichi.
I piani chiamavano il montacarichi ed andavano a prendere i libri. Le consegne erano previste, mi pare, 2 volte l'ora escluso il terzo ed il quarto piano che erano gestiti da un solo dipendente e quindi consegnavano una volta l'ora.
Quando il dipendente andava a prendere i libri, strappava un terzo del foglio (che aveva i buchetti ;)) e lo lasciava in sede, poi metteva i restanti 2/3 nel libro e lo poggiava su un tavolo. Il tutto andava, alle scadenze, nel montacarichi di cui sopra e veniva poi messo in distribuzione, ovvero veniva "sparato" e messo su un tavolone enorme a piano terra. La "sparatura" serviva a far sì che la disponibilità apparisse su un monitor fuori dal banco della distribuzione. A quel punto il richiedente presentava la tesserina che veniva sparata a sua volta ed un documento; il nome del libro appariva su un pc e si andava dietro a prenderlo, poi si sparava il foglio nel libro e si selezionava la consegna. Il documento ed il foglio rimanevano alla distribuzione - era lettura, non prestito. Quando il lettore rendeva il libro, gli veniva restituito il documento ed il libro risultava non disponibile per una mezza giornata, causa ricollocazione.

Come si può vedere era tutto fatto "alla buona", con un'informatizzazione minima ed un'inefficienza clamorosa nel processo. Carenza di investimenti, appunto...

Aggiungo in finale un appunto sulla PAC: le amministraizoni più avanzate dal punto di vista informatico, ovvero le agenzie delle entrate, hanno UNA casella di PEC per ogni ufficio. A cui nessuno ha accesso. In ogni ufficio ci possono essere fino a 500 persone a lavorare. Non aggiungo altro.


confermo per tristissima esperienza diretta la norma sulla PEC

per un caso della vita, ho avuto una esperienza burocratica kafkiana proprio sabato con un prestito interbibliotecario cui avevo avuto accesso tramite AZALAI - il meta-OPAC a cui, confermo, si accede da casa
 
12 novembre 2011
.......
Ci sono potentissime forze, in confronto alle quali Silvio è un ridicolo e innocuo cantastorie. Forze che lavorano nell’ombra da decenni e che hanno permesso a Silvio di occupare Palazzo Chigi, perché funzionale al sistema.
Ora quelle stesse forze che lo hanno voluto, sostenuto e appoggiato, lo hanno abbandonato, perché?


Il cancro della speculazione finanziaria
Mentre noi sbraitiamo, la speculazione selvaggia affonda gli ultimi colpi sulla povera. Mentre perdiamo tempo ed energia vitale, gli sciacalli sentono l’odore del sangue. E dove c’è sangue, c’è guadagno![1] Se poi nel frattempo la gente si scanna, poco importa: il sangue è sempre sangue.
Lo spread con i Bund ha avuto in questi giorni un andamento altalenante, salendo e abbassandosi a seconda delle voci di dimissioni del premier. Il tutto conferma che i mercati e gli speculatori, cioè i veri avvoltoi, non credono nel governo. Come mai credono nell'Italia e non nel governo?
Anche se il fenomeno interessa i cosiddetti P.I.I.G.S., acronimo che sta a indicare “maiali”: Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna, le domande da porci (a proposito di suini) sono le seguenti: perché l’Italia e perché in questo momento?
Ovviamente l'Italia non è la sola e l’esempio della Grecia è lampante: prima i banchieri l’hanno devastata e disintegrata economicamente, per poi comperarsi le ricchezze con gli spiccioli. L’attuale premier greco è Luca Papademus, nientepopodimenoché l’ex vicepresidente della B.C.E., la Banca Centrale Europea!
La stessa cosa è avvenuta in Italia a partire dal 1992 e continua in questi giorni.

Il momento storico è molto importante: forse per la prima volta nella storia i popoli europei sono stati totalmente privati della loro sovranità politica e monetaria con il Trattato di Maastricht prima e con quello di Lisbona poi.
I governi sono diventate mere finzioni teatrali del Regime per distrarre i sudditi, e le bandierine politiche destra o sinistra sono specchietti per le allodole. I partiti di qualsiasi colore e posizione, sono le ali del medesimo avvoltoio: il potere economico! I politici, come direbbe Ezra Pound, sono i camerieri dei banchieri. Ed è proprio così: a gestire la politica e l’economia in Europa e nel mondo intero, sono i banchieri internazionali.

Perché gli speculatori finanziari, provenienti dai soliti mercati anglo-ebraici-statunitensi, hanno preso di mira i P.I.I.G.S. e soprattutto l’Italia?
Ecco alcune possibili spiegazioni.

1) La politica energetica italiana dava molto fastidio alle consorelle e ai confratelli che gestiscono e controllano l’energia a livello mondiale.
Il cavaliere, nella sua totale inutilità politica, è però riuscito a instaurare rapporti commerciali energetici con Libia e Russia.
Queste ovviamente non sono cose da fare, e il tragico incidente all’aereo di Enrico Mattei dovrebbe insegnare…
Dopo l’eliminazione fisica del colonnello Gheddafi è rimasta soltanto la Russia di Putin.
Attualmente, e ancora per molto poco, il 30% dell’E.N.I. è in mano pubblica.[2] Un altro 20% lo possiedono gli stessi investitori anglo-statunitensi che vogliono accaparrarsi, grazie alla crisi economica creata ad arte, tutto il malloppo di decine di miliardi.
Vogliono mettere i loro artigli affilati sul gioiello italiano per guadagnare e impedire qualsiasi altro sviluppo energetico del paese.
L’indipendenza energetica è sempre un male da combattere con ogni mezzo, lecito e illecito.

2) Un’altra cosa da interessante da sapere, e forse il vero bersaglio della speculazione internazionale nei nostri confronti, sono le riserve auree dell’Italia.
Il nostrano Fort Knox, ammonta a circa 2.451,80 tonnellate di oro fisico.
Con quasi 2500 tonnellate di oro, l’Italia possiede la terza maggior riserva di oro al mondo, dopo Stati Uniti e Germania.[3] Un piatto molto invitante...

3) La svendita di altri importantissimi patrimoni pubblici è sempre invitante per i capitali stranieri, vedi Grecia. E la storia tende a ripetersi, se non compresa.
A poche settimane dalla strage di Capaci (il 23 maggio 1992 perdettero la vita il giudice Giovanni Falcone la moglie e tre agenti della scorta), esattamente il 2 giugno 1992 sul Britannia, il panfilo della Regina Elisabetta II, si organizzò un vero e proprio complotto ai danni dell’Italia.
Personaggi come il “filantropo” George Soros, Giulio Tremonti, il Direttore generale del Tesoro Mario Draghi, Il Presidente dell’IRI Romano Prodi, il Presidente dell’ENEL Franco Bernabé, il Governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi, il Ministro Beniamino Andreatta, svendettero il patrimonio pubblico ai capitali stranieri come Goldman Sachs, Barings, Warburg, Morgan Stanley e pochi altri.
Gli altri “complici” italiani furono il Ministro del Tesoro Piero Barucci, il Direttore di Bankitalia Lamberto Dini, e l’allora capo del governo, Giuliano Amato.
Partendo dal declassamento dei nostri B.O.T., da parte di Moody’s, l’agenzia statunitense di rating, lo speculatore ungaro-ebraico George Soros, cercò di impossessarsi di 10.000 miliardi di lire della Banca d’Italia, speculando sterlina contro lira.
Carlo Azeglio Ciampi, per “impedire”, diciamo così, tale speculazione, bruciò le riserve in valuta straniera: 48 miliardi di dollari. Ciampi, per questi suoi servigi sarà premiato con la Presidenza della Repubblica...
Su George Soros indagarono le procure di Roma e Napoli, ma sappiamo bene come andò a finire, anche perché trattasi di un uomo di punta del gruppo bancario anglo-francese Rothschild.
A seguito di questo attacco mirato alla lira, e della sua immediata svalutazione del 30% partì la più grande privatizzazione di Stato a prezzi stracciati (ENEL, ENI, Telecom, ecc.), per opera dei governi Amato (1992-1993) e Prodi (1996-1998).
Continuerà tale svendita con il prossimo governo Monti e/o Dini e/o Amato.

4) Non dimentichiamo mai la madre dell'Euro. La moneta unica europea è nata nel grembo del mondialismo, e lo scopo è quello di frantumare politicamente ed economicamente tutta l'Europa. Uniti per dividerci. L'illusione dell'unione dei popoli e delle culture infatti ci stanno portando alla debacle politica, economica e sociale. Problema-Reazione-Soluzione. E la soluzione qual è? La medicina salvavita per tutti è la moneta unica mondiale, magari elettronica.
Un ulteriore passo verso l'instaurazione di un Nuovo Ordine Internazionale.

All’ombra della Goldman Sachs
Quasi tutti gli uomini interessati da queste mega speculazioni, sono legati a doppia mandata a banche d’affari internazionali come per esempio l’anglo-ebraica Goldman Sachs.
Nomi come Mario Draghi (vice Presidente Internazionale della Goldman per l’Europa), Romano Prodi (advisor), Gianni Letta (l’ex sottosegretario alla presidenza del governo Berlusconi è advisor di Goldman[4]) e lo stesso Mario Monti

All’ombra della massoneria
I personaggi che contano non si incontrano solo a bordo dei panfili reali, ma anche in riunioni supersegrete come quelle del Gruppo Bilderberg.
Nel 2004 il Gruppo si è riunito a Stresa, lungo le rive del Lago Maggiore, e ha visto la partecipazione di nomi quali Franco Bernabè, Mario Draghi, Mario Monti, Tommaso Padoa Schioppa (scomparso di recente), Riccardo Passera, Paolo Scaroni, Marco Tronchetti Provera e altri.
Negli anni successivi, a parte qualche nome nuovo, a questi meeting figurano sempre gli stessi..
Attualmente nel Comitato centrale del potente gruppo lobbistico, figurano tra gli italiani: Franco Bernabé (Telecom Italia spa) e l'attuale capo del governo italiano Mario Monti (Presidente Bocconi).
Il Gruppo Bilderberg nasce nel 1952, ma viene ufficializzato nel giugno del 1954, quando un ristretto gruppo di vip dell’epoca si riunisce all’hotel Bilderberg di Oosterbeek, in Olanda. Da quel momento le riunioni si sono svolte una o due volte all’anno, nel più totale riserbo. I primi incontri si sono svolti esclusivamente nei paesi europei, ma dall’inizio degli anni ’60 anche negli Usa. Si tratta di una delle associazioni più controverse dei nostri tempi, accusata di decidere i destini del mondo a porte chiuse. Nessuna parola di quanto viene detto nel corso degli incontri è (quasi) mai trapelata.
Il senatore Mario Monti
Il neo senatore a vita (grazie all’intervento provvidenziale del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uomo politico funzionale*), il prof. Mario Monti, oltre ad essere uomo Goldman Sachs, membro del Bilderberg Group, è anche Presidente europeo della “famigerata Commissione Trilaterale, una specie di massoneria ultraliberista statunitense, europea e nipponica, ispirata da David Rockefeller e Henry Kissinger[5].
La Commissione Trilaterale, nasceva quasi quarant’anni fa, nel luglio 1973, ed è il cenacolo dell’élite politica ed economica internazionale: un circolo chiusissimo e sempre attivo che si prefigge di diventare un organo privato di concertazione e orientamento della politica internazionale dei paesi della triade (Stati uniti, Europa, Giappone), da qui il nome.
Tra le altre cose fa parte pure del comitato esecutivo del gruppo Aspen Institute Italia[6], un’altra struttura abbastanza ambigua finanziata da Fondazione Ford e Fondazione Rockefeller, il cui presidente attuale è Giulio Tremonti e vicepresidente Enrico Letta[7] nipote del più potente Gianni Letta.
I membri esecutivi del Comitato dell’Aspen Institute sono: Luigi Abete, Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Francesco Caltagirone, Fedele Confalonieri, Francesco Cossiga, Gianni De Michelis, Umberto Eco, John Elkann, Franco Frattini, Cesare Geronzi, Enrico Letta, Gianni Letta, Umberto Colombo, Paolo Mieli, Mario Monti, Tommaso Padoa Schioppa (scomparso), Corrado Passera, Romano Prodi, Cesare Romiti, Carlo Scognamiglio, Domenico Siniscalco, Lucio Stanca, Giulio Tremonti, Giuliano Urbani ecc. – tratto dal sito ufficiale dell’Aspen Institute www.aspeninstitute.it/AspenWeb/AspenWeb.nsf/esecutivo?OpenForm&Lingua=E&Area=10000. Tra i membri stranieri, figurano personaggi come Henry Kissinger, Madeleine K. Albright, ecc.
Quindi il nuovo capo del governo italiano, accettato da destra e sinistra, è indiscutibilmente uno degli uomini più potenti d'Italia, forse dopo Mario Draghi (chiamato Mr. Britannia negli ambienti che contano), ed il portavoce dell’ultraliberismo anglo-ebraico-statunitense.
Sotto la brillante immagine del brizzolato rettore e professore di economia, sotto la tunica del senatore, porterà avanti, forse come non mai, la svendita definitiva dell’Italia e di quello che rimane del nostro paese. Il tutto a beneficio dei soliti poteri forti internazionali

.....

Da TRe-Monti a un Monti: il Calvario
 
ohi ohi ohi ... (:-(

12 novembre 2011
.......
Ci sono potentissime forze, in confronto alle quali Silvio è un ridicolo e innocuo cantastorie. Forze che lavorano nell’ombra da decenni e che hanno permesso a Silvio di occupare Palazzo Chigi, perché funzionale al sistema.
Ora quelle stesse forze che lo hanno voluto, sostenuto e appoggiato, lo hanno abbandonato, perché?
..................

Il cancro della speculazione finanziaria


Ciao, beh, leggendo queste info (saranno vere ? speriamo di NO ma temiamo di SI' :( ) sembrerebbe che (la faccio semplice perchè oltre non sò andare ;) )

1) le banche, o, peggio, poteri finanziari nell'ombra, lavorino in modo da 'succhiare' tutto ciò che vale.
2) stante che tutto ciò, almeno sulle lunghe distanze, lo generiamo noi, popolo bue ( = noi lavoriamo, produciamo, consumiamo, creiamo ... insomma SOSTENIAMO la produzione e lo sviluppo) ... almeno questo ce lo concederanno questi 'mungitori nell'ombra' ? Beh, penso di si, almeno finchè non riusciranno a creare sistemi automatici robotizzati in grado di .... ma questo è un altro discorso e ci porterebbe troppo fuori rotta ... :)

3) va bè, SE i due punti 1) e 2) sono almeno vicini a quella che E' LA REALTA' VERA (ancora tutto da dimostrare che sia così, ma vabbè :rolleyes:) allora penso che questi 'poteri occulti' tanto fessi non sono da far sì che la loro 'gallina dalle uova d'oro' sparisca dalla faccia della terra ... E NON CONSUMI PIU' NIENTE !!!!!

Ohibo' ! E cosa servirà loro essere proprietari di TUTTO se NESSUNO glielo comprerà ????

Quindi, SE tutto questo è vero (poteri occulti che ci manovrano :rolleyes:) siamo in una botte di ferro ... vabbè, adesso la botte sta rotolando un pò ma i poteri occulti hanno tutti gli INTERESSI per far sì che non si rompa :D

Oh !!! Adesso che ho scritto la mia pagina di mxxxxte posso affrontare la giornata più sereno (scusatemi :lol: )
 
Ultima modifica:
Vediamo il curriculum di Mario Monti...

senza dimenticare questo:

Forse non tutti i cittadini lo sanno o se lo ricordano (e su questa ignoranza ha contato, oltre che sul complice silenzio dei politici e dei giornalisti, Giorgio Napolitano nel nominarlo) che Mario Monti è stato costretto, nella sua qualità di Commissario europeo sotto la presidenza Santer, a dare le dimissioni “per l’accertata responsabilità collegiale dei Commissari nei casi di frode, cattiva gestione e nepotismo” messi in luce dal Collegio di periti nominato appositamente dal Parlamento Europeo.

La Relazione fatta da questi Saggi al Parlamento, nonostante la prudenza del linguaggio ufficiale, fa paura. Si parla infatti dell’assoluta mancanza di controllo nella “rete di favoritismi nell’amministrazione”, di “ausiliari esterni” e di “agenti temporanei”, di “minibilanci espressamente vietati dalle procedure amministrative”, di “numerosissimi esterni fuori bilancio, ben noti all’interno della Commissione con il soprannome di sottomarini”, che operano con “contratti fittizi”, dietro “raccomandazioni e favoritismi”; di abusi che hanno comportato, con il sistema dei “sottomarini” l’erogazione non controllata di oltre 7.000 miliardi nell’ambito dell’Ufficio Europeo per gli Aiuti umanitari d’Emergenza (miliardi usciti dalle nostre tasche, naturalmente, e che dovevano andare, ma non ci sono arrivati se non in minima parte, ai bambini della Bosnia, del Ruanda morenti di fame). Evidentemente Mario Monti è inamovibile, o meglio può perdere un posto soltanto per guadagnarne uno migliore. Nel 1999, al momento di una caduta così ignominiosa, ha provveduto la successiva Commissione, con presidente Romano Prodi, a riconsegnargli il posto di Commissario. Cose che succedono soltanto nell’onestissimo ambito delle nostre istituzioni politiche. I semplici cittadini vanno sotto processo per gli ammanchi, o come minimo perdono l’incarico.
 
massimo ripetto per i curatori fallimentari, non si può paragonare un Marsal ad un Fuld... ;)

Assolutamente d'ccordo... :bow: converrai però che quando i Marsal arrivano, i Fuld levano le tende, non sono più in condizioni di fare danno... qui invece i Fuld sono quelli che dovrebbero sostenere i Marsal nel rimediare ai problemi che hanno creato ... la vedo dura... :-o
 
Quoto :)
di mio aggiungo solo una cosa Monti non mi piace
perché sappiamo bene chi è e a quali forze risponda
il problema visto i ns. titoli di stato che hanno raggiunto
la punta del 7,50 , abbiamo altre scelte?
Ho paura di no...

Temo anch'io, per questo le aspettative - fomentate dai media - nei confronti di Monti le trovo eccessive.
 
Eh, quanta ragione che hai...
Voglio portarvi un gustoso esempio di un'amministrazione che, almeno in teoria, dovrebbe essere un centro di eccellenza ed invece... Parlo della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze - BNCF da qui in avanti -, nella quale ho fatto il servizio civile a cavallo fra il 2002 ed il 2003 (sì, sono stato fra gli ultimi sfigati che ha adempiuto l'obbligo).
Allora, tralasciando pietosamente quello che accade in sede di nuovi arrivi - ma ne potremo parlare se volete - osserviamo come funziona la distribuzione, nella quale ho lavorato nella seconda metà del servizio. Ovviamente può essere che in 8 anni diverse cose siano cambiate.
Nella sala cataloghi - rifatta nel 2000 - c'erano numerose postazioni pc connesse all'opac (il catalogo online bncf) e ad un altro catalogo nazionale, nel caso in cui mancasse qualcosa lì. Il tutto è accessibile anche da casa, mi pare.
Una volta che io inserisco l'ordine sulla maschera, mettendo anche il numero della mia tessera, questo viene lavorato. E qui nascono i dolori.
Il magazzino è organizzato su 5 piani più un seminterrato. Buon senso vorrebbe che l'ordine inserito venga smistato automaticamente ed indirizzato ai vari piani. Solo che non ci sono i soldi per 6 (5, via: il seminterrato veniva lavorato da chi stava a piano terra ed aveva roba richiesta di rado) terminali con stampanti. Quidi gli ordini venivano stampti a piano terra e messi da un tizio che conosceva - in base alla collocazione - i piani di arrivo, in appositi contenitori posti in un piccolo montacarichi.
I piani chiamavano il montacarichi ed andavano a prendere i libri. Le consegne erano previste, mi pare, 2 volte l'ora escluso il terzo ed il quarto piano che erano gestiti da un solo dipendente e quindi consegnavano una volta l'ora.
Quando il dipendente andava a prendere i libri, strappava un terzo del foglio (che aveva i buchetti ;)) e lo lasciava in sede, poi metteva i restanti 2/3 nel libro e lo poggiava su un tavolo. Il tutto andava, alle scadenze, nel montacarichi di cui sopra e veniva poi messo in distribuzione, ovvero veniva "sparato" e messo su un tavolone enorme a piano terra. La "sparatura" serviva a far sì che la disponibilità apparisse su un monitor fuori dal banco della distribuzione. A quel punto il richiedente presentava la tesserina che veniva sparata a sua volta ed un documento; il nome del libro appariva su un pc e si andava dietro a prenderlo, poi si sparava il foglio nel libro e si selezionava la consegna. Il documento ed il foglio rimanevano alla distribuzione - era lettura, non prestito. Quando il lettore rendeva il libro, gli veniva restituito il documento ed il libro risultava non disponibile per una mezza giornata, causa ricollocazione.

Come si può vedere era tutto fatto "alla buona", con un'informatizzazione minima ed un'inefficienza clamorosa nel processo. Carenza di investimenti, appunto...

Aggiungo in finale un appunto sulla PAC: le amministraizoni più avanzate dal punto di vista informatico, ovvero le agenzie delle entrate, hanno UNA casella di PEC per ogni ufficio. A cui nessuno ha accesso. In ogni ufficio ci possono essere fino a 500 persone a lavorare. Non aggiungo altro.

I primi tagli: iniziare dalla politica - Corriere della Sera


Burocrazia. Racconta il progettista della stazione Tiburtina di Roma di una conferenza dei servizi, «decisa per accelerare», con 38 partecipanti: trentotto! Un delirio: i 456 mila euro per dare le fotocopie del progetto a tutti gli invitati sono o no un costo della politica? Sì.
Ed è lì che, per fare le altre riforme necessarie, il nuovo premier dovrà mettere mano. Anzi, proprio per toccare il resto, dovrà «prima» affondare il bisturi lì: nel grasso della cattiva politica.

L'Italia è diventata una Repubblica fondata sul conflitto d'interessi. Basta con presidenti del Consiglio proprietari di reti televisive, ma anche assessori alla salute titolari di aziende fornitrici della sanità pubblica, sottosegretari proprietari di società che gestiscono la pubblicità per i giornali, sindaci geometri che presiedono giunte che approvano i loro progetti, avvocati-assessori che fanno causa alla propria amministrazione.

ritardi sulla velocità di download, dove nella classifica netindex.com siamo al 70° posto dopo Kazakistan e Rwanda, sono così abissali da far sospettare a una scelta inconfessabile: meno funzionano gli sportelli elettronici, più i cittadini dipendono dai «piaceri» della burocrazia e della politica. Con costi enormi, da tagliare.

Quante volte destra e sinistra hanno promesso che avrebbero abolito le Province? Costano fra i 14 e i 17 miliardi di euro l'anno e alla fine aveva accettato il taglio, sia pure a malincuore, anche la Lega. Passino dalle parole ai fatti. Anche in questo caso basterebbero tre mesi.



Le resistenze saranno vischiose, le ostilità mascherate ma callose: meno funziona la macchina dello Stato più certi politici possono mettersi di traverso, sollecitare un aiutino che dovrà poi essere ricambiato, allargare la clientela. Al punto che, dice la Corte dei conti, il costo supplementare delle «bustarelle» pretese per oliare il sistema sarebbe di 60 miliardi l'anno. Una somma che prima del decollo dello spread fra i BtP e i Bund tedeschi sarebbe bastata a pagare gli interessi annuali sul nostro debito pubblico.
E forse non è un caso se la legge anticorruzione, approvata fra squilli di trombe dal governo Berlusconi il primo marzo 2010, giace da un anno e sette mesi sotto la polvere. Il premier incaricato potrebbe partire da qua. In ogni caso, come dicevamo, un punto è certo: incidere sui costi più offensivi della cattiva politica, gli consentirebbe di raccogliere nel Paese, tra i cittadini, quel consenso necessario non solo a scardinare le resistenze più corporative dentro il Parlamento, ma a spiegare poi a quegli stessi cittadini che qualche medicina amara andrà deglutita. Un'opera di convincimento possibile solo a una classe dirigente capace di recuperare la credibilità perduta. Partendo, magari, da questo abbecedario.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto