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A cura di Jc&Associati
Dei Bond CMS 10–2 (i così detti “steepeners”), abbiamo parlato per lungo tempo e in numerose occasioni. In particolare, quando nel 2007 la curva dei tassi di interesse aveva una forma molto “piatta” (cioè con tassi a breve e lunga scadenza su livelli molto simili), li cominciammo a valutare come opportunità di
investimento, dato che quotavano molto sotto la pari e, visto il loro flusso cedolare dipendente dalla differenza tra i tassi decennali e quelli biennali, avrebbero beneficiato di un notevole aumento di valore nel caso di “irripidimento” della curva dei tassi (cioè con tassi a breve scadenza molto inferiori rispetto a quelli a lunga scadenza).
Seppure con un notevole ritardo rispetto alle nostre aspettative, nella seconda metà del 2008 si è materializzato uno scenario estremamente favorevole per questa tipologia di titoli, con i tassi a breve termine in netto ribasso e quelli a lungo termine decisamente più stabili.
Tutto questo ha ovviamente comportato un netto aumento del differenziale tra i tassi a 10 e 2 anni aumentando le prospettive di flusso cedolare e quindi il valore dei CMS 10–2 (vedi grafico sottostante).
Adesso, con un incremento di valore assai significativo e alcuni titoli rimborsati anticipatamente a 100 dall’emittente, per chi ha in portafoglio queste obbligazioni si pone il problema se mantenerle, nella speranza che l’elevato flusso cedolare previsto si verifichi, oppure liquidarle incassando la plusvalenza.
Da un punto di vista macroeconomico, qualora le aspettative di ripresa si dovessero rafforzare, si potrebbe prospettare un ulteriore divario tra i tassi a breve e lunga scadenza, ulteriormente favorendo quindi i CMS 10–2.
Il rischio però sarebbe quello di un eccessivo aumento dei tassi a lunga scadenza, che comunque comprimerebbero l’eventuale aumento del valore, e ancor più negativo, la possibilità di nuove aspettative di aumento dei tassi a breve termine, che farebbero ridurre il differenziale dei tassi “appiattendo” la curva e creando le condizioni per una riduzione di valore.
Viceversa, se le aspettative di veloce stabilizzazione e ripresa dell’economia dovessero rivelarsi effimere, è altamente probabile un forte ribasso dei tassi a lungo termine, che “appiattendo” la curva causerebbe probabilmente una riduzione del valore dei CMS 10–2, seppure in misura non eccessiva visto il generale ribasso dei tassi (che comunque sosterrebbe le quotazioni).
Da un punto di vista macroeconomico quindi, seppure non sussistano motivazioni particolarmente “imminenti” per liquidare l’investimento nei CMS 10–2, probabilmente gran parte della rivalutazione è ormai avvenuta e, soprattutto per chi a comprato sui prezzi minimi di 9-12 mesi fa, potrebbe valer la pena considerare una vendita o quantomeno una riduzione della posizione.
Per chi tuttavia ritiene che questa tipologia di titoli mantenga prospettive interessanti, e quindi non voglia uscire dall’investimento, segnaliamo la notevole differenza di prezzo tra i titoli quotati al MOT, emessi da enti sovranazionali o garantiti dagli stati (come BEI, IBRD e KFW) e altri titoli, del tutto simili come flusso cedolare e emittente ma non quotati al MOT, con le quotazioni di questi ultimi nettamente inferiori.
Restano inoltre numerosi titoli emessi da istituti bancari che quotano ancora abbondantemente sotto la pari, ma in questo caso ovviamente si deve essere disposti a sopportare il rischio di credito dell’emittente
a cura di
JC&Associati