Mostre d'arte

Mostra da vedere quella dedicata a De Nittis al Palazzo dei Diamanti di Ferrara fino a metà aprile. Godibile con ausilio di audioguida presenta una suddivisione cronologica/tematica di 160 opere, accostate a fotografie coeve di diversi autori es. Steichen, Stieglitz, Le Gray, Coburn, che ben evidenzia il "punto di vista" della rappresentazione e della scelta curatoriale, già chiarita nel titolo "la rivoluzione dello sguardo".
La contaminazione e l'influenza delle tecniche è anticipata già dall'inventario dei beni dell'artista esposto nella prima sala, sottolineando la presenza di una "scatola di fotografie" di contenuto ignoto.

Una resa splendida del colore e della luce filtrante nelle atmosfere nordiche e brumose di paesaggi parigini e londinesi come delle marine in contrasto con le vie assolate del sud o con immagini del Vesuvio in eruzione, , il fascino della neve tra sport, ritratti e vedute a cui e' dedicato un intero salone.
Accanto quasi ad ogni quadro è presente una fotografia dell'epoca che riproduce lo stesso identico soggetto

Poi spaccati della ricca borghesia in cui l'artista si è ben integrato, con lavori un pò compiacenti e indulgenti ad un certo gusto dell'epoca, con feste e passatempi modaioli all'ippodromo, nei caffè, ammiccando ai temi cari agli Impressionisti con i quali De Nittis ebbe rapporti contrastati. Tra i lavori più interessanti i ritratti della moglie Leontine sua grande ispiratrice ed interni che richiamano al giapponismo resi con grande accuraezza e gusto del colore, fino alle scene familiari all'aperto nella residenza di campagna.

Particolari gli scorci urbani con i cantieri della nascente "modernità", uno in particolare a pastello ho trovato di grande efficacia. L'uso frequente di tale tecnica, ma accade anche negli oli, mette in evidenza in diverse porzioni dello stesso quadro il contrasto tra ricchezza di dettagli e precisione e un tratto spesso e rapido, quasi "tirato via", a sottolineare la volontà di chiudere in fretta per "esigenze commerciali" o forse per noia. Trovo personalmente in questa "approssimazione" in alcuni casi maggior freschezza, forse perchè il pastello mi piace parecchio, ad es. nella Giornata d'inverno.
 
Mostra da vedere quella dedicata a De Nittis al Palazzo dei Diamanti di Ferrara fino a metà aprile. Godibile con ausilio di audioguida presenta una suddivisione cronologica/tematica di 160 opere, accostate a fotografie coeve di diversi autori es. Steichen, Stieglitz, Le Gray, Coburn, che ben evidenzia il "punto di vista" della rappresentazione e della scelta curatoriale, già chiarita nel titolo "la rivoluzione dello sguardo".
La contaminazione e l'influenza delle tecniche è anticipata già dall'inventario dei beni dell'artista esposto nella prima sala, sottolineando la presenza di una "scatola di fotografie" di contenuto ignoto.

Una resa splendida del colore e della luce filtrante nelle atmosfere nordiche e brumose di paesaggi parigini e londinesi come delle marine in contrasto con le vie assolate del sud o con immagini del Vesuvio in eruzione, , il fascino della neve tra sport, ritratti e vedute a cui e' dedicato un intero salone.
Accanto quasi ad ogni quadro è presente una fotografia dell'epoca che riproduce lo stesso identico soggetto

Poi spaccati della ricca borghesia in cui l'artista si è ben integrato, con lavori un pò compiacenti e indulgenti ad un certo gusto dell'epoca, con feste e passatempi modaioli all'ippodromo, nei caffè, ammiccando ai temi cari agli Impressionisti con i quali De Nittis ebbe rapporti contrastati. Tra i lavori più interessanti i ritratti della moglie Leontine sua grande ispiratrice ed interni che richiamano al giapponismo resi con grande accuraezza e gusto del colore, fino alle scene familiari all'aperto nella residenza di campagna.

Particolari gli scorci urbani con i cantieri della nascente "modernità", uno in particolare a pastello ho trovato di grande efficacia. L'uso frequente di tale tecnica, ma accade anche negli oli, mette in evidenza in diverse porzioni dello stesso quadro il contrasto tra ricchezza di dettagli e precisione e un tratto spesso e rapido, quasi "tirato via", a sottolineare la volontà di chiudere in fretta per "esigenze commerciali" o forse per noia. Trovo personalmente in questa "approssimazione" in alcuni casi maggior freschezza, forse perchè il pastello mi piace parecchio, ad es. nella Giornata d'inverno.
Bella Ferrara... (sospirone). A Palazzo dei Diamanti una quindicina di anni fa vidi una indimenticabile antologica di Alfred Sisley.:bow:
 
A me queste mostre dei soliti noti, scusate se sono diretto, ma mi hanno annoiato. Tutti gli anni gli impressionisti, Chagall, Mirò e compagnia bella ovunque.
Facessero una bella mostra sulla poesia visiva, su Arman, sull'arte povera, sul gruppo Zero, sull'archiettura radicale, su Beuys, su Zaza, sul gruppo N, sull'optical...il 900' non ha dato vita solo a van gogh, picasso e via dicendo.
Che noia santo cielo...
 
A me queste mostre dei soliti noti, scusate se sono diretto, ma mi hanno annoiato. Tutti gli anni gli impressionisti, Chagall, Mirò e compagnia bella ovunque.
Facessero una bella mostra sulla poesia visiva, su Arman, sull'arte povera, sul gruppo Zero, sull'archiettura radicale, su Beuys, su Zaza, sul gruppo N, sull'optical...il 900' non ha dato vita solo a van gogh, picasso e via dicendo.
Che noia santo cielo...
Devi tener presente però che ognuno di noi si trova a stadi diversi del suo percorso sulla strada per così dire dell'arte. Io ad esempio di sicuro non andrò a vedere De Chirico a Palazzo Reale perché ho già visto sue mostre più di una volta, così come gli impressionisti ecc. (solo Picasso andrei a vederlo a prescindere), però mi sento senz'altro di consigliarla a chi non ha mai visto i suoi quadri. Poi chiaramente chi organizza mostre, almeno in Italia, deve puntare sui grandi nomi. Se organizzi una mostra sull'Artepovera al Pompidou o alla Tate è un conto, se la organizzi a Palazzo Reale difficile che rientri delle spese. All'estero poi le mostre le organizzano direttamente i grandi musei, non Skira o 24Ore Cultura.
 
A me queste mostre dei soliti noti, scusate se sono diretto, ma mi hanno annoiato. Tutti gli anni gli impressionisti, Chagall, Mirò e compagnia bella ovunque.
Facessero una bella mostra sulla poesia visiva, su Arman, sull'arte povera, sul gruppo Zero, sull'archiettura radicale, su Beuys, su Zaza, sul gruppo N, sull'optical...il 900' non ha dato vita solo a van gogh, picasso e via dicendo.
Che noia santo cielo...

Arte povera, gruppo Zero, Zaza e addirittura architettura radicale? Ma ti rendi conto di quanto sei out e soprattutto da dove arrivi? da Marte?
:rotfl:

Scherzi a parte mi sa che abbiamo gli stessi gusti e soprattutto ... siamo di nicchia :)
 
A me queste mostre dei soliti noti, scusate se sono diretto, ma mi hanno annoiato. Tutti gli anni gli impressionisti, Chagall, Mirò e compagnia bella ovunque.
Facessero una bella mostra sulla poesia visiva, su Arman, sull'arte povera, sul gruppo Zero, sull'archiettura radicale, su Beuys, su Zaza, sul gruppo N, sull'optical...il 900' non ha dato vita solo a van gogh, picasso e via dicendo.
Che noia santo cielo...
Quoto al 1000%...d'altra parte vorrà ben dire che il livello culturale e di comprensione delle persone è quello lì (ad essere ottimisti), se fai una mostra su Zero ci vanno in 15, e 8 sono tedeschi :D
 
Bisogna anche saper suscitare l'interesse. Come l'insegnante di storia, ad esempio, deve stimolare i suoi alunni in modo da rendere comprensibile e fruibile il racconto . Se invece si fa ricorso allo schermo del linguaggio non ci si può lamentare se i fruitori si assopiscono. O fanno sega.
 
Vero è che gli autori/movimenti possono essere ripetitivi ma dipende anche molto dal taglio, poi non sempre si è disposti a girare tanto e avere mostre vicine anche in città secondarie consente di unire l'utile al dilettevole. A me che ho visto poco tutto sommato fa comodo e De Chirico se riesco lo metto nel carnet.

Non sarei mai andata a Barletta a vedere De Nittis e trovo tutto sommato positivo questo scambio alla pari De Nittis - Boldini gestito dai due musei.
Approfitto per segnalarvi sempre a Ferrara "La collezione Franco Farina / Arte e avanguardia a Ferrara 1963/1993" che apre domani fino al 15 Marzo, 196 opere d’arte appartenute al direttore della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara scomparso nel 2018 e donate dalla moglie. La collezione (dipinti, sculture, disegni e grafica) comprende testimonianze dell’arte del Novecento, dalla metafisica al surrealismo, dall’informale alla Pop Art, fino alle neo-avanguardie, strettamente legate all’attività delle Gallerie tra gli anni Sessanta e Novanta anche testimonianza dell’attività culturale ed espositiva da lui promossa negli anni della sua direzione.
Il flyer, per dare un'idea, riporta un'opera di Veronesi.

P.S. Consideriamo poi che per le Amministrazioni "devono tornare" numeri e sponsor. A voi che siete i primi detrattori delle televendite non sfugge certo che è il pubblico generalista il target principale rispetto ai vostri gusti di nicchia.
Questo dato e il fatto che manifestazioni orientate al contemporaneo richiedono spesso spazi espositivi idonei di grandi città, vedi discorso installazioni, esclude sedi monumentali e centrali e implicano costi poco sostenibili se si punta a eventi di rilievo. Choaro quindi come si preferisca puntare su un "usato sicuro".
 

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