NULLA E' ASSOLUTO TUTTO E' RELATIVO

Poverina. Che pena che fa.


Agli sfondoni della Morani siamo abituati da tempo: se non fosse una deputata pagata con i soldi dei contribuenti,
rideremmo di cuore alle sue uscite completamente scollate dalla realtà,
alle sue battute grottesche contro tutto ciò che non rappresenta l’élite:

ieri, per esempio, l’esponente del Pd ha fatto ridere mezza Facebook
per il suo goffo tentativo di strumentalizzare una presunta intimidazione alla Cgil di Jesi.

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Dopo l’assalto alla sede romana del sindacato di Landini avvenuto lo scorso sabato,
sembrano moltiplicarsi come funghi scritte e piccoli vandalismi ai danni delle sedi Cgil in giro per l’Italia.

Come la bottiglia molotov «piazzata» (ma di solito non si lanciano?)
davanti alla sede del sindacato nella città marchigiana: Morani si è lanciata sulla notizia come un falchetto

. «Queste immagini arrivano da Jesi», scrive su Facebook pubblicando le foto di una bottiglia di spumante appoggiata ad un muro.

«Pare abbiamo piazzato una molotov alla sede della Cgil.
Aspettiamo di capire cosa è accaduto ma credo che i distinguo di questi giorni e le accuse della Meloni al Viminale siano molto gravi.
Il clima è preoccupante e serve responsabilità».


Sarebbe buona norma per un utente Facebook, e ancora di più per un personaggio politico,
controllare scrupolosamente di non aver scritto sfondoni o lasciato errori di battitura.

Come quell’ «abbiamo piazzato» (lapsus freudiano o svista?)
che ha immediatamente traghettato la deputata dem nel magico mondo della gogna social a mezzo prese in giro.


«”Abbiamo”? Se è un’autodenuncia più opportuna la Procura che Twitter. Da Zingaretti a Zingarelli», ironizzato il deputato Galeazzo Bignami.

«Cos’è, un’ammissione di colpa?», chiede Davide Galantino.

Giovanni Donzelli parla di lapsus: «”Abbiamo piazzato”? Dopo le parole della Lamorgese in aula arriva questo lapsus.
Voleva essere un attacco sguaiato e minaccioso all’unica opposizione, è finito come una delle tante gaffes da comica involontaria».
 
«Flop dell’effetto annuncio».

La Cgia di Mestre dati alla mano smentisce il governo.

«A metà settembre, in sede di presentazione del decreto che obbligava l’uso del Green Pass per entrare nei luoghi di lavoro,
i ministri Renato Brunetta, Andrea Orlando e Roberto Speranza l’avevano sottolineato più volte.
Il successo della misura si basava sull’effetto annuncio, ovvero che una gran parte dei 4 milioni di lavoratori italiani
che allora non erano ancora vaccinati lo facessero entro un mese, ovvero entro il 15 ottobre,
data in cui era prevista l’entrata in vigore delle disposizioni previste dal decreto.
Le cose, purtroppo, non sono andate così e solo una minoranza nel frattempo si è vaccinata.
Gli altri, invece, hanno deciso di non farlo».



Secondo le stime del governo, si legge nella nota, sarebbero tre milioni i lavoratori italiani senza il certificato verde,
il 13 per cento circa degli occupati presenti nel nostro Paese.

Persone che per accedere al proprio posto di lavoro entro la fine dell’anno dovranno fare ogni due giorni il tampone per ottenere il Green Pass.

Attualmente l’offerta è molto inferiore: ieri, ad esempio, il numero di tamponi realizzati in Italia è stato di poco superiore a 506mila.

Ipotizzando un aumento della produttività da parte delle farmacie e delle strutture dedicate a fare questi test,
dopodomani il numero complessivo potrebbe salire fino a 700 mila.

Se a questo numero aggiungiamo le oltre 300mila persone che per ragioni di salute non sono obbligate al possesso della certificazione,
rimarrebbero, calcola la Cgia, senza pass circa due milioni di lavoratori.


Per la Cgia di Mestre "la mancata presenza di circa due milioni di occupati non rappresenta solo un problema economico e sociale
che rischia di mettere a repentaglio la tenuta produttiva di moltissime attività economiche, ma costituisce anche seria violazione del diritto al lavoro.

Se il governo ha deciso per decreto di consentire l’ingresso negli uffici e nelle fabbriche solo a chi ha il Green Pass
– e quest’ultimo è ottenibile attraverso il vaccino o il tampone – lo Stato deve garantire la possibilità di fare il tampone
anche a chi non vuole sottoporsi all’iniezione del siero vaccinale.

Diversamente, lede il diritto al lavoro a milioni di persone, venendo meno a un principio fondamentale di uno Stato di diritto:
la legalità, che deve essere sempre rispettata sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati.

Dobbiamo salvaguardare anche il diritto al lavoro e le piccole imprese, che da questa pandemia sono state fortemente penalizzate".



Secondo l’Ufficio studi della Cgia, per risolvere questa situazione il governo ha due possibilità:

«stabilire che il green pass si ottiene solo attraverso l’inoculazione del vaccino,
eliminando così il problema dell’impossibilità di fare i tamponi a tutti,
o mobilitare l’Esercito, la Protezione civile o non sappiamo chi altro,
affinché vengano diffuse su tutto il territorio nazionale delle unità mobili in grado di fare i test,
garantendo così a tutti il diritto di conseguire, ancorché temporaneamente, il certificato verde».


Dati puntuali sul numero di lavoratori non vaccinati non ce ne sono, sottolinea la Cgia.

Gli unici disponibili sono di fonte della Presidenza del Consiglio
e fotografano il numero di persone non ancora vaccinate all’8 ottobre scorso nella fascia di età tra i 20 e i 59 anni.

«Coorte – si legge nella nota – che include la stragrande maggioranza dei lavoratori presenti nel Paese.
Ovviamente tra queste persone sono inclusi anche i disoccupati e gli inattivi.
La regione più “no vax” è la Sicilia, la percentuale è pari al 24,3 per cento ed è costituita da 625.565 persone non vaccinate.
Seguono la Calabria con una tasso del 23,4 per cento (226.745 non immunizzati),
la Provincia Autonoma di Bolzano con il 22,7 per cento (63.570 non vaccinati),
la Valle d’Aosta con il 21 per cento (13.017 non vax)
e le Marche con il 20,4 per cento (156.724 non vaccinati).


Le situazioni più virtuose, invece, si riscontrano in Lombardia (14,3 per cento di non vaccinati), nel Lazio (14,2 per cento) e in Toscana (13,8 per cento).

Tra le 4 macro aree del Paese è il Sud a presentare il più alto numero di non vaccinati
(2.143.769 pari al 20 per cento del totale della popolazione tra i 20 e i 59 anni).


In Italia i “no vax” in età lavorativa sono 5.432.118, pari al 17,4 per cento della coorte 20-59 anni.
 
Quei cojoni della protezione cinghiali,
provino loro andar su con la vanga a lavorare.
C'è chi vive di alpeggio.


Prati e pascoli di nuovo nel mirino dei cinghiali a Vendrogno:
questa volta a subire le conseguenze delle scorrerie notturne degli ungulati
è stata l'azienda agricola Campofiasco nell'omonima località. La situazione è diventata insostenibile.

"La fienagione del primo taglio per noi è terminata verso metà luglio,
ci troviamo ad un'altezza tale che lo sfalcio avviene più tardi rispetto alla pianura - spiega Valentina Meoli, la titolare -.

Il secondo è stato impossibile da fare, io mi ritrovo con un ammanco tra le 800 e le 1.000 rotoballe di fieno, da 25 chilogrammi cadauna".


Nei prati invasi dai cinghiali che con i loro musi grufolanti cercano radici, insetti, tuberi, entrando come Caterpillar,
ricrescono solo erbacce inutilizzabili come cibo per gli animali.
Dove sarà possibile farlo, serviranno almeno due anni per ricostruire il prato.


"Noi abbiamo messo le manze a pascolare, ma hanno potuto brucare poco, essendo tutto devastato dai cinghiali - continua Valentina -.
Ci sono luoghi dove non è possibile arrivare con i mezzi meccanici e la sistemazione deve avvenire soltanto a mano".

 
00:00 Manifestazione antifascista, apoteosi giornalistica per la piazza rossa di Landini. Tutto questo in pieno silenzio elettorale.

08:40 “Ipocrisia rossa”,e non posso che sottoscrivere. “Resistenza contro la Cgil” è invece il titolo della Verità.

10:50 Il Cavaliere dice che il lasciapassare è indice di libertà. Mah!

11:15 I virologi ci dicono che è rischioso togliere il pass. Ormai vale tutto!

12:20 I no pass invece vanno allo scontro e i portuali hanno già ceduto…

12:35 Nel frattempo vola il reddito di cittadinanza.

13:45 Il Pil cresce più del previsto per Confindustria ma non altrettanto le rinnovabili.

15:30 L’accusa di sessismo a Putin perché risponde male ad una giornalista è semplicemente ridicola.
 
Scoppiettante diretta Instagram con Mario Giordano sul green pass.

Al centro del dibattito c’è, ovviamente, la questione delle proteste dei portuali di Trieste bistrattati dalla sinistra.

“Per 50 anni mi sono sentito raccontare della sacralità dello sciopero.

Abbiamo visto scioperi al venerdì dei mezzi pubblici a iosa e non si poteva dire niente perché ‘lo sciopero è sacro’.

Adesso, invece, ho sentito dire che lo sciopero è diventato un ricatto.

Un ricatto? Tutti i soloni della sinistra hanno definito lo sciopero un ricatto”.




Per non parlare del trattamento subito dai manifestanti.

Li hanno definiti a vario titolo “mentecatti”, “mentitori”, “minorati”.


“Li invitavano per insultarli.

Io credo che i puntuali di Trieste, a cui va tutto il mio affetto e la mia stima, vadano rispettati.

Uno può anche non essere d’accordo con loro, ma vanno rispettati.

Queste sono persone che stanno rinunciando a giorni di stipendio,
hanno fatto una manifestazione pacifica,
hanno permesso a chi voleva di entrare a lavorare,
hanno cacciato via tutti i violenti,
hanno protestato per un principio”.


Quale?

Il punto, dice il conduttore, non è “come le ho sentito chiedere mille volte alla Gruber e anche da conduttrici delle nostre tv”,
il fatto che i portuali non vogliano entrare con il badge.

“No, non è quello il problema.
A loro dà fastidio che ci sia un lavoratore discriminato per una scelta che non è illegale.
E io mi sono rotto i coglioni di continuare a sentirvi fare il paragone con gli evasori fiscali”.


Un paragone fatto da Enrico Letta
, (un pirla di prima scelta)
secondo cui garantire il tampone gratuito ai non vaccinati sarebbe come concedere un condono fiscale agli evasori.


Anche perché a protestare per questa ingiusta discriminazione sono anche persone vaccinatissime.
Come Stefano Puzzer, il capo dei portuali triestini.
Che però, pur siringato, porta avanti una lotta di principio.


“Lui dice: ma io entro al lavoro e uno che ha fatto una scelta diversa dalla mia invece lo lasci fuori e lo discrimini? È una follia”.
 
Scoppia l’ennesimo caso al dicastero gestito dall’incapace ministro Lamorgese
ed il commento lo prendiamo a prestito dalla pagina dei portuali di Trieste:

“Per le elezioni a Roma di oggi e domani, il prefetto fa una deroga sul pass…come tutte le aziende in crisi di lavoratori?”


Ma andiamo per ordine e veniamo alla notizia pura.

Come riportato da Adnkronos, il Viminale ha diramato una circolare per il secondo turno previsto il 17 e il 18 ottobre
che interviene a risolvere un problema creato dall’entrata in vigore del green pass obbligatorio per tutti i lavoratori italiani.

La sostanza del testo è una vera e propria resa, la forma è il trionfo dell’ipocrisia.


La circolare infatti stabilisce che

“per i componenti degli uffici elettorali di sezione ‘ordinari’
e per i rappresentanti di lista accreditati
non occorre il possesso della ‘certificazione verde Covid-19’,
e ciò assicurerà, nei prossimi turni elettorali,
la continuità delle funzioni svolte da parte dei predetti”.



In sostanza presidenti di seggio, scrutatori, e rappresentanti di lista non saranno tenuti ad esibire il Green pass:

“Resta fermo l’obbligo del possesso della certificazione per i componenti dai seggi istituiti presso strutture sanitarie aventi reparti Covid-19
o destinati alla raccolta del voto degli elettori in trattamento domiciliare/quarantena/isolamento fiduciario per Covid-19″ o presso le Rsa.”


Dopo Trieste un altro chiaro segnale che il ricatto messo in atto dai criminali politici che sono al governo ha ormai i giorni contati.
 
Qualcuno sembra conoscere già il nome dei vincitori.

Se pensate che parliamo di qualche esperto analista, però, sappiate che vi sbagliate e di grosso.

A sapere in anticipo l’esito è infatti nientemeno che il Viminale.


Il ministero degli Interni, infatti, ha già diffuso i dati con tanto di sindaci eletti sul portale Eligendo,
quello messo a punto dalla Direzione centrale dei servizi elettorali e utilizzato durante le elezioni per fornire informazioni in tempo reale su affluenze e scrutini.

Un clamoroso errore, subito corretto.

E che però solleva non pochi interrogativi.

Com’è possibile, infatti, che si conosca con tanto preavviso l’esito della chiamata alle urne?


Nonostante il tentativo di mascherare la gaffe ed eliminare il prima possibile tracce virtuali dell’accaduto,
qualche utente è riuscito a immortalare i dati diffusi dal Viminale sulle città delle province di Roma, Latina, Frosinone e Viterbo.

A Latina, per esempio, ecco che il ministero degli Interni ha già dato per fatta la vittoria del candidato Vincenzo Zaccheo,
con tanto di precisazione sui voti ottenuti al secondo turno: 34.861 preferenze, il 51%,
abbastanza per diventare primo cittadino al posto del sindaco uscente Damiano Coletta, che non sarebbe andato oltre i 33.494 voti.

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A Frascati è stato indicato invece come vincitore l’ex sindaco Roberto Mastrosanti con il 71,4% delle preferenze,
ampiamente sufficienti a superare l’avversaria Francesca Sbardella.


Soltanto un errore?

Con tanti utenti che però, in queste ore, stanno sollevando un inquietante interrogativo:
non è che dalle parti della ministra Lamorgese sanno davvero qualcosa?


Agli spogli, nelle prossime ore, l’ardua sentenza.
 
Ci stanno raccontando da mesi e mesi che i tamponi non possono e non potranno mai essere gratuiti, al contrario dei vaccini,
perché comporterebbero un esborso eccessivo per lo Stato italiano.

E allora avanti con un Green pass che calpesta i diritti degli italiani,
privandoli persino di quello al lavoro se non vincolato all’agognato certificato virtuale.

Quando in realtà, a quanto pare, di risorse ce ne sarebbero eccome.

Soltanto che i nostri governanti hanno scelto di spenderle in maniera diversa.


Non può che balzare agli occhi, nei giorni segnati da forti proteste in tutta Italia,

la proroga degli aiuti fiscali alle fusioni bancarie allo studio di Draghi e dei suoi ministri:

al momento la scadenza è prevista per dicembre, si ragiona su un allungamento fino alla metà del 2022.



Come al solito, dunque, i soldi si troveranno per le banche,
non per i cittadini che chiedono di poter effettuare, semplicemente, dei test gratuiti
che consentano loro di lavorare senza per questo dover sottostare all’obbligo di vaccinazione.

Le priorità del governo però, come evidente, non sono certo le stesse degli italiani.


La proroga arriva in un momento di intensi negoziati tra il ministero dell’Economia e Unicredit:

le prossime settimane ci diranno se il rinnovo è pensato per eventuali, altre fusioni
o soltanto per allungare i tempi sul fronte Mps, per il quale la norma di fatto è nata.

Da oltre 15 anni, tra una gestione sciagurata e l’altra, la banca contabilizza solo perdite.

E così ecco arrivare un aiutino, sotto forma di 2,3 miliardi di capitale a favore di Unicredit qualora decidesse di acquistare la banca senese.


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Il Tesoro, in tutto questo, non sembra avere alternative,
se non cercare in ogni modo di rendere l’operazione più allettante possibile per Unicredit:

ha promesso all’Ue di uscire da Mps entro la primavera del 2022 e altre strade per farlo non ci sono.

Così, ecco pronta la proroga del bonus fusioni, per consentire all’affare di andare comunque in porto, con più calma.

Mentre Bloomberg scrive che la cifra per la ricapitalizzazione preventiva potrebbe salire dai 3 miliardi di cui si era parlato finora addirittura a 5.


Perché, come sempre, i soldi alla fine si trovano.


Purché a chiederli non siano, però, i semplici cittadini.
 
A Trieste non si arresta la protesta.

Dopo più di 24 ore dall’inizio della contestazione,
i portuali continuano il presidio del varco 4 dello scalo di Trieste.

Con loro ci sono centinaia di cittadini.

Molti di loro hanno dormito sul posto e non vogliono certo mollare adesso.

Anche perché verosimilmente il numero dei manifestanti crescerà con il passare delle ore.


“Essendo iniziato il fine settimana è probabile che molte persone verranno a darci la loro solidarietà”, affermano gli organizzatori del presidio.

Un flusso continuo di persone che si dirigerà anche oggi al porto

. Al momento più di mille persone stanno manifestando e cresce pure la solidarietà dei cittadini nei confronti dei portuali.

In tanti portano viveri e bevande.

Stiamo lavorando ad un coordinamento nazionale“, ha dichiarato Stefano Puzzer, uno dei portuali protagonisti della protesta.



Sono attese nuove manifestazioni contro il green pass un po’ in tutta Italia.

Difficile al momento parlare di numeri previsti, di sicuro però polemiche e opposizioni al lasciapassare proseguiranno anche nei prossimi giorni.

E c’è pure chi ha deciso di chiudere la propria azienda anziché controllare il lasciapassare.

E’ il caso ad esempio della Maeko Tessuti & Filati Naturali di Milano,
che opta per lasciare a casa temporaneamente i propri dipendenti, pagandoli comunque di tasca propria.
 
Se da una parte ci rendiamo conto che non ci è stato raccontato tutto,

come facciamo oggi a fidarci di chi ci ha preso in giro?



Questa è una bellissima domanda: su questo punto, la schiera di chi si sta agitando per il Green Pass e i vaccini ha assolutamente ragione.

La classe politica e (in grande parte) la classe scientifica non sono per niente affidabili: non c’è da fidarsi.

La legge del Green Pass in Italia è fatta coi piedi, è fatta da cani:
come dice Gianluigi Paragone, è politicamente infame.

Le terapie domiciliari?
Sono allo studio: la scienza le sta prendendo seriamente in considerazione.


Nel frattempo di chi dovremmo fidarci?

Di Sgarbi, che urla in televisione che il 20% dei vaccinati sconta effetti collaterali terribili?

Io dico: manteniamo la calma.


Esistono i progetti che puntano a un sempre maggiore controllo sociale:
ma queste cose sono completamente disgiunte dal Covid.

Io, che per primo ho denunciato in Italia quello che è stato veramente un complotto economico osceno, europeo, contro di noi e gli altri paesi del Mediterraneo
(l’Ue, l’euro: un disegno partito negli anni Trenta), dico che le cose malefiche e nocive, nel mondo, compaiono “a random”.

Beninteso: i complotti esistono.

Funziona così: prima si scatena una sciagura, poi ci sono quelli che se ne approfittano.

Nel mio libro “L’origine del virus” documento come il Sars-Cov-2 sia “scappato” dal laboratorio di Wuhan,
finanziato dagli Usa, nel silenzio della comunità scientifica.


Quindi: “a random” è uscito il Covid, e adesso c’è chi se ne approfitta.

Ma questo è normale, succede sempre.


La pandemia è stata funzionale all’aumento esponenziale del controllo sociale?

Certo: è stata funzionale. E comunque: tutto quello che succede è sempre funzionale al controllo.


Pongo l’accento su una cosa: tutti questi che oggi si agitano col Covid,
tutti questi nuovi paladini delle libertà individuali che ora parlano di Reset,
com’è che tutti i giorni della loro vita comprano, finanziano e applaudono il più grande,
micidiale Reset della storia umana, che è l’arrivo del social network?

Sta demolendo la coesione umana, la nostra intelligenza, il progresso: sta demolendo tutto.

Gridano e passano il tempo su Twitter, su Instagram, su Facebook, tra chat e commentini.

E ancora peggio:

oggi stiamo parlando della privazione delle libertà individuali in relazione al Green Pass,

mentre tutta questa gente manda i bambini, generazione dopo generazione,

in quel tritacarne osceno che è il sistema scolastico,

che fa di tutto per distruggergli l’autostima per sempre e li rende servi obbedienti,

apatici idioti incapaci di distinguere ciò che è davvero importante.



E i nostri bambini li mandiamo a milioni in questo sistema,
che ci priva della libertà fondamentale di creare cittadini liberi, combattenti,
con un’autostima forte, indipendenti mentalmente.

E poi la privazione della libertà sarebbe il vaccino?


Altro capitolo: oggi mi domandate chi è Mario Draghi?

Be’, innanzitutto è uno psicopatico, in termini medico-clinici.

Cioè: un uomo a cui manca totalmente la percezione degli esseri umani.

E’ una macchina, è un uomo vitreo: è orrendo.

Ed è un pericolo pubblico, dovunque si trovi.

Naturalmente, le falci che questo psicopatico vorrebbe utilizzare sono tenute ferme dalle restrizioni di una società civile
che, bene o male, ancora esiste, inclusi i cadaveri dei sindacati (ma se fosse per lui…).

Draghi è un uomo che, in totale mancanza di consapevolezza,
porta avanti il disegno neoliberista dell'economia neoclassica, nato dai folli disegni “random” degli ideologi della distruzione,
dei governi filo-nazisti degli anni Trenta; progetto che è stato protratto fino alla costruzione europea di Altiero Spinelli
(che, poveretto, non sapeva quel che faceva) e poi di tutta l'Europa dei tedeschi, quella di Padoa Schioppa.


Draghi è una pedina marcia, funzionale a questo disegno.

E’ un uomo orribile, pericolosissimo, ma non è colpevole: perché non sa quello che fa.

E’ indottrinato, è un ayatollah del neoclassicismo economico e del neoliberismo.

E’ un esecutore, ma non di ordini: la sua è una fede.

Non è che un arcivescovo prenda ordini dal Papa: ci crede, in quello che fa.

E il disegno in cui crede Draghi è assolutamente micidiale.

Ripeto, è un uomo pericolosissimo.

Quando l’ho visto arrivare al governo, non ci potevo credere.

Passino i cretini, gli incompetenti, i pazzi, i corrotti, la feccia dei Berlusconi e dei Renzi;
ma questo è uno psicopatico-killer: come cavolo è arrivato qui?

Ringraziamo i 5 Stelle: bravo Grillo, bravo Di Maio.

Dite che il giornalismo italiano è diventato propaganda?

No: è stato propaganda sempre.

Il mio Vangelo del Giornalismo è questo: il giornalista dev’essere odiato da tutti.
Deve molestare tutti e criticare anche i colleghi.
Nessun giornalista fa questo, tutti fanno le “parrocchiette”.
Non c’è mai stato, il giornalismo: non è mai esistito.


(Paolo Barnard, dichiarazioni rilasciate nell’intervista realizzata da Matteo Gracis su YouTube
e anche in quella registrata con Fabio Frabetti per “Money.it”.
Dopo anni di silenzio, Barnard è tornato in scena con il suo saggio sulla crisi pandemica.
La sua versione: il virus è pericoloso, è frutto di manipolazione genetica,
è fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan finanziato dagli Usa e si è propagato grazie all’omertà del regime di Pechino,
dittatoriale quanto quello della Corea del Nord. Barnard contesta il Green Pass ma promuove i vaccini,
ritenendoli capaci di minimizzare l’impatto della patologia. I
l libro: Paolo Barnard, “L’origine del virus. Le verità tenute nascoste che hanno ucciso milioni di persone”.
Edito da Chiarelettere, il saggio si avvale di due co-autori, Angus Dalgleish e Steven Quay, tra i più autorevoli virologi al mondo
).
 

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