Obbligazioni in default Obbligazioni DEIULEMAR

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Le famiglie Della Gatta-Boccia, Iuliano e Lembo, hanno scritto una lettera aperta ai cittadini di Torre del Greco. Ecco il testo.
A seguito del coinvolgimento della nostra azienda e delle nostre famiglie in questa brutta vicenda che riguarda l’impossibilità dell’azienda di rispettare i suoi obblighi finanziari, sentiamo il bisogno di esprimere innanzitutto il nostro grande dispiacere per quanto sta accadendo. Nello stesso tempo, per quanto ci è possibile, vorremmo spiegare la nostra posizione e il nostro impegno per riuscire a dare il massimo contributo perché tutto si concluda nel migliore dei
modi possibili.
Vogliamo però fare un passo indietro e spiegare, anche ai più giovani,
da dove siamo partiti. Nel 1969 Della Gatta, Iuliano e Lembo hanno
costituito la Deiulemar e hanno compiuto insieme un lungo cammino
condiviso con la città. Ci sono stati successi ma anche difficoltà.
Quello che ci sentiamo di dire è che abbiamo sempre fatto del nostro
meglio, lavorando con il massimo impegno, contribuendo allo sviluppo
economico del territorio e creando posti di lavoro, cercando nel
nostro piccolo di far partecipare voi tutti al nostro progetto: quanti
nelle nostre famiglie sono imbarcati oppure occupati nelle nostre
attività?
La persistente crisi economica mondiale, che ha messo in grave
difficoltà anche tutto il settore della navigazione, ci ha colpito
fortemente: per questo, insieme sicuramente a degli errori, lo
riconosciamo, ci troviamo in questa situazione nella quale mai ci
saremmo voluti trovare.
Oggi il nostro impegno è quello di mettere a disposizione, il nostro
patrimonio, il nostro lavoro e la nostra volontà di trasparenza nei
vostri riguardi e nei confronti della città tutta dove viviamo e
stiamo crescendo i nostri figli. La nostra collaborazione è massima
anche nei confronti degli organi preposti agli accertamenti per
riuscire a trovare una soluzione condivisa e concordata.
Comprendiamo la rabbia della gente. Comprendiamo le fiaccolate, le
proteste, ma vogliamo fare appello alla comune volontà di trovare una
soluzione e speriamo che questa lettera, scritta con sincerità, possa
essere riconosciuta come impegno a trovare un modo per risolvere i
problemi provocati alla cittadinanza tutta di Torre del Greco, e come
sprone per riprendere insieme un dialogo iniziato 45 anni fa.
Le famiglie Della Gatta-Boccia, Iuliano e Lembo.


Ragazzi mi dispiace davvero per cio' che vi e' successo .... ma lo scema Ponzi ha fatto altre vittime pensavamo che Madoff fosse stato l'ultimo truffatore. L'unica cosa che vi posso dire che Roberto Maviglia e' la persona che piu' in grado vi puo' aiutare per quanto possibile non lo dico per questioni di clack ma e' quello che mi sento di dire. Forza Roberto questa gente ha bisogno di uno come te ciao!!!!
 
Ciao ragazzi i miei hanno investito una somma abbastanza cospicua in quese obbligazioni diversi anni fa di una compagnia di navigazione di T.Del Greco. Ora visto che un'altra comapgnia è fallita molti per paura stanno ritirando i soldi. Che ne dite?


spero lo abbian fatto ho visto ieri che fine ha fatto questa societa'
io l ho sempre detto i buoni santi e sacrosanti fondi comuni di investimento metton sempre al riparo dal rischio default
13000 famiglie rovinate pero' scusatemi la gente i guai se li va a cercare.non si puo' investire tutti i propri risparmi su un solo titolo:wall: e poi non quotato.ma si sa gli italiani son pieni anche di obbligazioni bancarie poco liquide e che spesso rendon meno di un titolo di stato e che bruciano 4 mld di risparmio degli italiani
 
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l'ignoranza è una brutta bestia, è vero;
ma porca miseria, c'è o non c'è un limite a tutto ?!
mi spiace per i 'truffati', ma sembra quasi che se la siano andata a cercare di buona lena !!! : se ho letto bene, fino a ieri i conterranei dei 3 'benefattori filantropi' della zona, tali DElla gatta, IUliano, LEmbo, li portavano su un vassoio d'argento.....
adesso ci manca solo che sti farabutti se la cavino con la farsa del concordato .....
e come al solito, ma una volta che le banche escano pulite da queste storie.


A Torre del Greco, quasi 90mila abitanti in zona rossa a rischio Vesuvio, non c’è famiglia che negli ultimi 40 anni non abbia un parente o un amico che ha trasformato il suo gruzzoletto in obbligazioni della "banca privata" Deiulemar. Una raccolta che ha garantito rendimenti fino a 5 punti superiori a quelli bancari. Arricchendo chi ha fatto in tempo a ritirare capitale e interessi. Ora però quelle obbligazioni sono poco più di cartaccia. Per molti, dovevano rappresentare il riparo per un momento di crisi. La crisi è arrivata e i piccoli risparmiatori hanno fatto la fila alla porta degli eleganti uffici di via Tironi, a pochi passi dalla villa del primo Capo dello Stato Enrico De Nicola, chiedendo di ritornare in possesso della liquidità. Tra rifiuti e contestazioni sull’autenticità dell’obbligazione (spesso, una semplice ricevuta), e al termine del censimento degli obbligazionisti, che ha certificato un’esposizione della società di circa 700 milioni di euro fuori bilancio, è emerso un meccanismo incredibile di raccolta del risparmio senza controlli, senza regole e senza lamenti.

I soldi andavano a finire nei conti personali di uno dei fondatori, l’88enne Michele Iuliano. E le banche si sono guardate bene dal segnalare agli organismi di vigilanza i flussi anomali di contante. Così era Iuliano, uno dei tre armatori che nel 1969 diede vita alla compagnia insieme a Giovanni Della Gatta e Giuseppe Lembo (Deiulemar è l’acronimo dei loro cognomi) a garantire il pagamento degli interessi. Era Iuliano il frontman tra la compagnia e la città. Ed è tuttora Iuliano, pur dimessosi da amministratore, a lanciare appelli alla calma, annunciando ai risparmiatori inferociti che i debiti potrebbero essere coperti, sia pur solo parzialmente, dalle risorse e dai beni personali delle famiglie dei soci fondatori.

Resta da capire quali siano questi beni. E se si stia giocando pulito. Se invece la maggior parte dei profitti fosse scomparsa all’estero? E’ la domanda sottintesa delle conclusioni della Guardia di Finanza di Napoli, al termine di una verifica fiscale iniziata nel giugno 2011. Il rapporto segnala che l’inizio dello svuotamento del patrimonio di Deiulemar inizia nel 2005, quando la società madre trasferisce 11 navi alla quasi omonima Deiulemar Shipping, per un valore di circa 163 milioni di euro.

Si avvia la girandola delle fiduciarie – Poseidon International, Poseidon Finance, Sbf, Hamburg, Azzurro – e dei tre trust. Al centro dello ‘schema’ la società lussemburghese Lamain e una call option di vendita. Tutto studiato per approfittare della direttiva fiscale "madre-figlia", risparmiare tasse, e fare scomparire il denaro chissà dove. Almeno così ipotizza la Finanza.
 
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La procura sta indagando e pare proprio che chi lo sta facendo sia davvero molto in gamba, secondo me ne vedremo delle belle e non è affatto detto che gran parte del patrimonio non venga recuperato. Staremo a vedere comunque...
 
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