Obbligazioni MPS (3 lettori)

sandrino

Forumer storico
Salve
Sto lavorando per questo
Sistemare le valorizzazioni e relativi pmc ovunque sia in Mps che altrove

Qualche intermediario oltre binck che valorizza le azioni ne abbiamo ?
 

youngsword

Nuovo forumer
Per quello che posso capire dall'app di iw, mi hanno caricato 1386 azioni, con la dicitura MPS burden sharing, avevo 16k in tutto tra MPS e anto, non so se quel valore rappresenta il 75 % del nominale.

Controllato adesso con IW Bank.
Avevo 5k di nominale e me lo hanno "suddiviso":
- 4k convertiti in azioni MPS burden sharing...ma con un pmc di 8,70 ed una valorizzazione a 0 euro
-1k sono rimasti non convertiti come ANTONVENTA236
...insomma un gran casino!

ho scritto e chattato subito con operatore.
Mi ha assicurato che faranno "opportuni" controlli e poi mi aggiorneranno...vedremo

young
 

sandrino

Forumer storico
io, con CaRiGe, ho questo :
"BMPS BURDEN" con valore pari a 0
p.s. sandrino, se vuoi puoi dire anche a noi cosa sta accadendo ? (ammesso che stia accadendo qualcosa ...)

Grazie !!!

Ciao, nulla di che, semplicemente c'è molta confusione tra i vari intermediari (e la stessa Mps) sulla valorizzazione delle azioni rivenienti dal burden sharing.
 

nik.sala

Money Never Sleeps
Ciao, nulla di che, semplicemente c'è molta confusione tra i vari intermediari (e la stessa Mps) sulla valorizzazione delle azioni rivenienti dal burden sharing.
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25k di Antonveneta t1 236
pmc 80,9808
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ora in ptf
2.167,00 mps burden sharing
pmc 9,3471
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no minus
 
(ANSA) - NEW YORK, 11 AGO - L'agenzia Fitch alza il rating a lungo termine di Banca Monte dei Paschi di Siena e del suo debito senior da 'B-' a 'B'. L'outlook, si legge in una nota, è stabile. Il rialzo segue la ricapitalizzazione da complessivi 8,2 miliardi di euro sostenuta per 3,9 miliardi dallo Stato e per 4,3 miliardi dagli obbligazionisti subordinati attraverso la conversione dei loro bond in azioni.
 

Fabrib

Forumer storico
BANCHEMilano, 11 agosto 2017 - 22:04
Mps, debutta lo Stato-azionista
«Rientrano 9 miliardi di depositi»
di Fabrizio Massaro
Corsera
C’è un numero poco evidenziato, tra le centinaia pubblicati ieri dal Montepaschi nella semestrale chiusa con una ennesima maxi-perdita da 3,2 miliardi legata alle svalutazioni su tutti i crediti in sofferenza, in vista dell’ingresso dello Stato-salvatore come azionista al 52%. Ma è un numero che prova che il treno della banca senese sta lentamente rimettendosi in moto: nel solo mese di luglio — dunque a partire dal via libera dell’Europa al salvataggio da parte dello Stato — le erogazioni di crediti a medio-lungo termine, alle famiglie e alle imprese, «si sono attestate a circa 0,7 miliardi di euro, registrando un trend positivo rispetto ai mesi precedenti». Cioè i clienti tornano a ottenere prestiti per i loro progetti. Non era facile. Nei sette mesi vissuti tra il fallimento dell’aumento da 5 miliardi con Jp Morgan e l’ok di Bruxelles agli aiuti di Stato (con sacrificio di azionisti e obbligazionisti subordinati, il cosiddetto «burden sharing» per 8,1 miliardi), non era affatto scontato che Siena venisse salvata. Anche perché più passava il tempo e più la situazione si deteriorava. I numeri della semestrale approvata ieri dal consiglio presieduto da Alessandro Falciai e guidato dall’amministratore delegato Marco Morelli ne sono una accurata radiografia. I crediti in sofferenza (npl) erano arrivati al 35,7% lordo a marzo 2017, e il Texas Ratio (l’indice che misura la capacità di una banca di sopportare le sofferenze) era al 146%. La liquidità era erosa, tanto che Mps ha dovuto ricorrere a 11 miliardi di bond garantiti dallo Stato. Con la ricapitalizzazione precauzionale — che con 3,9 miliardi vede entrare lo Stato al 52,2% e con la conversione di 4,2 miliardi di bond subordinati gli ex obbligazionisti prendere il 43% circa con Generali secondo azionista al 4,3% — e la mega svalutazione degli npl, il quadro è mutato: le sofferenze scendono al 19,8% lorde e all’11,7% nette e il Texas Ratio torna a livelli fisiologici, sotto quota 100 (al 98%). Ma soprattutto migliora la raccolta: depositi vincolati e conti correnti salgono di 3,8 miliardi nel secondo trimestre e di 9,4 miliardi da inizio anno. Nel semestre la perdita è determinata proprio dalla maxi-svalutazione finale di tutti gli npl per oltre 4 miliardi, in vista della cartolarizzazione e cessione al Fondo Atlante. A bilanciare la perdita è stato anche un maxi-beneficio fiscale da 530 milioni legato alle imposte differite (Dta) e ai benefici dal ridimensionamento dell’Ace (o «aiuto alla crescita economica», una nuova misura di incentivo alla ricapitalizzazione delle imprese). Ora che il patrimonio è ristabilito (con 11,3 miliardi di euro e l’indice cet1 è al 15,4%) la banca può concentrarsi sul difficile piano di ristrutturazione che passa ancora una volta per i tagli: -600 filiali (dalle attuali duemila) e -4.800 dipendenti. Va rimessa in piedi anche l’industria bancaria. Si parte in salita, da -12,7% del margine di interesse nel primo semestre sull’anno precedente e -8,8% di commissioni.

Mps, pronto il rimpasto del consiglio A metà novembre il Tesoro nel board
Marco Morelli è volato in Nord Europa per un weekend di riposo sui fiordi. Alessandro Falciai invece lo passerà in barca alle Baleari. Ma a Ferragosto l’amministratore delegato e il presidente del Montepaschi saranno di nuovo a Siena: l’indomani si tiene il secondo Palio dell’anno e i vertici della banca della città — che da ieri è dello Stato — non possono mancare. Stavolta ci sarà davvero da festeggiare: Mps non solo è stata salvata dallo Stato con il via libera di Bruxelles ma non è tracollata per la fuga dei clienti, che anzi tornano a depositare soldi. E anche a ottenerne sotto forma di prestiti.
Lo Stato entra dunque in un istituto che ha possibilità di recuperare terreno, rendendo più facile allo Stato anche il recupero di quanto investito nel salvataggio. Per monitorare da vicino questi processi, il ministero guidato da Pier Carlo Padoan dovrà entrare in maniera importante nella governance della banca, destinata a rientrare in Borsa attorno a fine settembre-inizio ottobre. Attualmente lo Stato si ritroverà al 52% ma può arrivare fino al 70% in base a quanti risparmiatori accetteranno il ristoro scambiando le loro azioni Mps con un bond garantito.
Il consiglio presieduto da Falciai — finora unico azionista singolo con l’1,8%, nominato nel novembre scorso dopo le dimissioni di Massimo Tononi in polemica per l’uscita di scena dell’ex ceo Fabrizio Viola — va a scadenza naturale nell’aprile 2018. Ma il Tesoro pensa di anticiparne il rinnovo, per evitare di procedere alle nomine a cavallo della campagna elettorale. Di conseguenza il board verrà terminato in anticipo. C’è già un calendario di massima, verso metà novembre.
L’occasione è l’assemblea straordinaria che deve essere convocata per introdurre nello statuto alcune modifiche obbligatorie richieste della Bce, sia per la riduzione del numero dei consiglieri (oggi sono 13) sia per eliminare le ultime incrostazioni locali di quando la Fondazione Mps aveva il controllo assoluto della banca. La discussione sui nomi è appena cominciata. Sia Morelli sia Falciai già a dicembre, quando chiesero la «ricapitalizzazione precauzionale», misero a disposizione il mandato al nuovo futuro azionista. Entrambi hanno retto l’istituto in questi mesi pericolosi, dunque si porrà il tema di conciliare la continuità — Morelli non è in discussione, anche se non è detto che il capoazienda rimanga fino alla fine del piano di ristrutturazione al 2021 — con la rappresentatività del consiglio. Qualche nome è già circolato come papabile presidente ma c’è ancora tempo: le liste si faranno a ottobre.
11 agosto 2017 (modifica il 11 agosto 2017 | 22:13)
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