Obbligazioni MPS

Allianz sale in Unicredit: i tedeschi al 3,11%. Dossier Mps-Bpm
di Fabrizio Massaro



Il gruppo tedesco Allianz aumenta la propria partecipazione in Unicredit. Secondo quanto emerge dalle comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti il colosso assicurativo tedesco è salita al 3,112% del capitale di Piazza Gae Aulenti diventando il terzo azionista dell’istituto, oltre ad essere uno dei soci storici della banca di piazza Aulenti.

L’operazione è datata 22 marzo 2021. La situazione precedente vedeva Allianz detenere l’1,255% dell’istituto di credito. Dal gruppo tedesco non arrivano commenti sulle singole posizioni. A questi prezzi - ieri Unicredit ha chiuso a Piazza affari a quota 8,96 euro (-1,35)% - l’intero pacchetto in mano ad Allianz vale 620 milioni di euro, con un nuovo investimento stimabile in 400 milioni di euro.

Si tratta forse di una mossa in vista dell’assemblea del 15 aprile che dovrà eleggere il nuovo board con l’ex ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, alla presidenza e il banchiere d’affari Andrea Orcel come amministratore delegato? Certamente segna un riposizionamento all’interno dell’azionariato, che è sempre più concentrato nelle mani dei fondi istituzionali. Primo azionista è il fondo americano BlackRock con il 5,07% seguito da Capital Research (Usa) con il 5%. Al terzo posto c’è da ieri Allianz seguito dalla norvegese Norges al 3% e da Atic al 2% (è la nuova società in cui Mubadala, il fondo sovrano degli Emirati Arabi, ha girato lo storico pacchetto di azioni Unicredit). Primo azionista italiano è Leonardo Del Vecchio con l’1,92%, seguito dalle fondazioni CariVerona all’1,79% e CariTorino al’1,64%.

A tutti costoro Orcel dovrà proporre un piano strategico che deve puntare contemporaneamente al rilancio dal punto di vista industriale ma anche a colmare il divario con Intesa Sanpaolo. Il dossier Mps - con la sua dote da 6 miliardi - attende al varco il nuovo ceo, non appena il 15 aprile sarà eletto. Ma Orcel, da investment banker, potrebbe puntare a creare il secondo polo del credito in Italia assorbendo anche Banco Bpm oppure attraverso un’operazione molto più ambiziosa: le suggestioni puntano a una fusione con Mediobanca che ridisegnerebbe il potere finanziario italiano.

Corriere.it
 
Ultima modifica:
Circa il 29% degli 1,5 miliardi di euro di deficit di capitale previsto nel 2021 da Banca MPS è riferibile all'accantonamento per rischi legali. E' quanto emerge dai dettagli sulla composizione delle sue esigenze nelle risposte scritte ai soci pubblicate sul sito web della banca prima dell'assemblea annuale. L'istituto, attualmente sotto il controllo dello Stato, rimarca poi come il 23% del gap è dovuto all'accantonamento per la vendita di crediti inesigibili all'AMCO di proprietà statale, il 15% è legato a Covid e il restante 33% è dovuto a modifiche normative. Mps indica che dopo la condanna in primo grado del Tribunale di Milano nei confronti dell'ex presidente Alessandro Profumo e dell'ex amministratore delegato Fabrizio Viola ha sospeso i pagamenti dei costi legali maturati a fronte delle difese degli imputati. Lo shortfall di capitale stimato per il 2021 fa parte di un importo più ampio di capitale che Paschi intende raccogliere quest'anno. Monte Paschi ha stilato un piano che prevede una fusione con un peer e un potenziale aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro da completare nel terzo trimestre. La banca ha avvertito che potrebbe scendere al di sotto dei suoi requisiti di riserva di capitale tra la fine di marzo e il completamento dell'aumento di capitale.
Yahoo Finance
 
Circa il 29% degli 1,5 miliardi di euro di deficit di capitale previsto nel 2021 da Banca MPS è riferibile all'accantonamento per rischi legali. E' quanto emerge dai dettagli sulla composizione delle sue esigenze nelle risposte scritte ai soci pubblicate sul sito web della banca prima dell'assemblea annuale. L'istituto, attualmente sotto il controllo dello Stato, rimarca poi come il 23% del gap è dovuto all'accantonamento per la vendita di crediti inesigibili all'AMCO di proprietà statale, il 15% è legato a Covid e il restante 33% è dovuto a modifiche normative. Mps indica che dopo la condanna in primo grado del Tribunale di Milano nei confronti dell'ex presidente Alessandro Profumo e dell'ex amministratore delegato Fabrizio Viola ha sospeso i pagamenti dei costi legali maturati a fronte delle difese degli imputati. Lo shortfall di capitale stimato per il 2021 fa parte di un importo più ampio di capitale che Paschi intende raccogliere quest'anno. Monte Paschi ha stilato un piano che prevede una fusione con un peer e un potenziale aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro da completare nel terzo trimestre. La banca ha avvertito che potrebbe scendere al di sotto dei suoi requisiti di riserva di capitale tra la fine di marzo e il completamento dell'aumento di capitale.
Yahoo Finance

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Intanto Fortune ha pubblicato un articolo confermando l'interesse degli investitori americani, come aveva anticipato qualche giorno fa un articolo de Il Sole 24 Ore: "An Italian bank older than America itself is suddenly a hot commodity among American investors". "Una banca italiana più vecchia dell'America stessa è improvvisamente una hot commodity tra gli investitori americani". Il quotidiano di Confindustria aveva parlato di "una oscura cordata di investitori americani guidata dall'ex deputato democratico e avvocato Norman Dicks". La "cordata avrebbe corteggiato il Tesoro, azionista (principale con una quota del 64%) di Mps, da fine 2020, senza riuscire a fare breccia sul Mef, scettico sulla solidità del progetto e dei suoi proponenti". La proposta includerebbe un assegno di 900 milioni per la quota del Tesoro, nell'ambito di un piano da 4 miliardi. E' possibile che 'gli oscuri investitori' siano stati attratti dalla dote fiscale che il Mef potrebbe "mettere sul piatto per il compratore: dote che però il Mef potrebbe/vorrebbe assicurare a UniCredit". Stando a quanto riportato da Bloomberg, Dicks e i suoi legali riuscirono ad avere più di un contatto con il governo Conte. Gli stessi starebbero cercando di avviare trattative anche con il nuovo team del Tesoro guidato da Daniele Franco, dopo che l'ex presidente della Bce Mario Draghi ha sostituito Conte a febbraio.

(Yahoo.finance)
 
Nessuna assemblea straordinaria per il Monte dei Paschi di Siena, il prossimo 6 aprile. L'assemblea di Mps si terrà soltanto in forma ordinaria, in quanto manca il via libera di Bankitalia allo statuto della banca. L'istituto senese ne ha dato informazione nella serata di ieri con una nota: "Si informano i signori Azionisti di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (la “Banca”) che, non essendo pervenuto, ad oggi, il provvedimento di accertamento di cui agli articoli 56 e 61 del Testo Unico Bancario (D. Lgs. n. 385 del 1 settembre 1993), al cui ottenimento è subordinata la modifica statutaria posta al primo e unico punto all'ordine del giorno della parte straordinaria dell'Assemblea del 6 aprile 2021, avente ad oggetto 'Modifica dell'art. 23 comma 1 dello Statuto sociale; deliberazioni inerenti e conseguenti", detto argomento non sarà oggetto di trattazione, nè di votazione in occasione della suddetta Assemblea, riservandosi comunque la Banca di inserire tale proposta di modifica allo Statuto all'ordine del giorno della parte straordinaria di una successiva assemblea". Tra i quotidiani principali, ne parla oggi un articolo de La Stampa: "Mps, stop all'assemblea straordinaria, manca l'ok di Bankitalia allo statuto", che ricorda come l'assemblea straordinaria dell'assemblea avrebbe dovuto dare il via libera a "una modifica dello statuto per snellire il lavoro del cda, che avrebbe consentito di delegare anche a quadri e funzionari di filiale specifiche deleghe sull'erogazione del credito". Le modifiche dello statuto sono tuttavia "sottoposte al vaglio di Bankitalia". Mps ha però precisato che le modifiche sono solo rimandate alla prossima assemblea.
 
E’ il Credit Agricole, secondo diversi addetti ai lavori, il probabile consolidatore del mercato bancario italiano. L’Opa della Banque Verte sulle azioni del Credito Valtellinese, secondo diversi rumors, potrebbe essere solo la prima mossa di una strategia di più ampio respiro in Italia.
L’Opa francese su Creval si concluderà il 21 aprile e resta da capire se il colosso transalpino del credito riuscirà a convincere gli azionisti dell’istituto valtellinese a consegnare le azioni, dopo che è nata una controversia sulla congruità del prezzo: oggi il titolo è stabilmente sopra 12 euro, superiore ai 10,5 euro messi sul piatto dai francesi (assistiti da Jp Morgan, Equita e BonelliErede).
Ma la banca francese si fermerà al Creval? La Banque Verte potrebbe non fermarsi e puntare ad aggiungere al suo perimetro altre banche italiane: le maggiori indiziate restano due, cioè Montepaschi e Carige. Quest’ultima è tornata a essere «single» dopo il passo indietro di Cassa Centrale, mentre sul fronte Montepaschi per ora all’advisor Credit Suisse sono arrivate manifestazioni d’interesse da parte di alcuni fondi, tra cui l’americano Apollo. Secondo diversi addetti ai lavori, proprio il Credit Agricole potrebbe essere il maggiore indiziato, più che Unicredit, a entrare in campo sull’istituto senese, soprattutto nel caso in cui il Governo italiano concedesse una dote per facilitare l’operazione.
Il Sole 24 ore/Festa
 
Sembra rimandata la battaglia assembleare del fondo Blue Bell Partners, guidato da Giuseppe Bivona e Marco Taricco.
L’assemblea di Mps ha infatti deliberato oggi di respingere le due azioni di responsabilità promosse da Bluebell Partners, la prima contro gli ex vertici, Alessandro Profumo (oggi Ceo di Leonardo-Finmeccanica, colosso della difesa controllato dallo Stato) e Fabrizio Viola, e la seconda nei confronti dell’attuale consiglio presieduto da Patrizia Grieco. Le azioni sono state respinte con il 97,5% dei voti. Ad essere determinante è stato il voto del Ministero dell’Economia, che possiede il 64% di Mps.
Ma il fondo attivista non si dà per vinto e sostiene che il voto è solo rimandato. “Il Consiglio d’Amministrazione – spiega il gestore Giuseppe Bivona di Bluebell Partners – ha motivato la raccomandazione agli azionisti di esprimere voto contrario alla proposta di azione di responsabilità formulata dal socio Bluebell Partners in quanto non sono state ancora pubblicate le motivazioni della sentenza attesa a giorni. Naturalmente anche questa motivazione verrà meno alla prossima assemblea per cui si tratta di un voto solo rimandato. Resta il fatto che anche questo governo ha anteposto l’interesse di manager condannati per gravi reati finanziari a quello dei soci e del mercato. Non un bel segnale per il mercato”.
“Il Mef – continua Bivona – si era già opposto all’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori di Mps Profumo e Viola nel 2016 (Governo Renzi) quando la non conformità dei bilanci era già emersa ma gli ex amministratori non risultavano ancora indagati; poi nel 2018 (Governo Gentiloni) quando gli ex amministratori Profumo e Viola era indagati ma non erano stati ancora rinviati giudizio; nel 2019 e 2020 (Governo Conte) quando erano stati rinviati a giudizio ma non erano stati ancora condannati ed infine oggi (Governo Draghi) dopo che sono stati condannati dal Tribunale di Milano per false comunicazioni sociali e manipolazione informativa”.
Il Sole 24 ore/Festa
 

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