Obbligazioni MPS

In conclusione: nessuno sano di mente può ipotizzare una LCA di MPS che liquidi lo stato patrimoniale complessivo nell'arco di anni, come accadrebbe se non vi fosse un compratore della polpa. Ma una soluzione "alla Venete", con la parte buona alienata in modo fulmineo, a mio avviso non può essere esclusa in base alle regole europee.
Dico questo senza fare alcuna previsione: per me continua a valere ciò che scrivevo qualche post fa: it's a coin flip!
Quindi per te , dato il parere (non e' solo un pissi pissi di corridoio) , del SRB del 23 giugno (che dava il via libera solo a quella condizione alla LCA) si puo' dimostrare che la questione MPS non sia di "interesse pubblico" ?
(posso prevedere le tue eccezioni e mi troverei a controcitare articoli della brrd che ho giurato con me stesso che mai avrei ritirato fuori in forum pubblici)
Magari ce la fanno (a me sembra impossibile) a far passare la LCA , ma vorrebbe dire che i sub. sono wiped out. Perche' se Orcel (e' un osso durissimo) ritenesse ' percorribile la strada "veneta" giochera' fino alla fine per percorrerla. E a quel punto si accomoda a tavola e mangia le portate che vuole.
Concordo assolutamente con te che l'equivalenza brrd-bail in e' malposta.
Con questo chiudo veramente perche' annoierebbe.
Mi scuso per l'inchiostro digitale.
 
Ultima modifica:
Quando parla del Monte dei Paschi, la politica – e non solo il Pd, che nella Banca più antica d’Italia ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo – non è serena, perché sa di avere la coscienza sporca avendo fatto di tutto, ma proprio tutto, per spremerlo come un limone. Figuriamoci in piena campagna elettorale e a poche settimane dalle elezioni politiche a Siena. E infatti, non appena si è aperto uno spiraglio per una trattativa tra il Governo e Unicredit per la possibile cessione, a determinate condizioni, di buona parte (ma non di tutti) gli asset della dissestata banca senese al gruppo milanese, è cominciata la gara a chi la spara più grossa.

L’idea di dare addosso al Governo Draghi a poche settimane dalle elezioni politiche a Siena è irresistibile per molti (e non solo per chi sta all’opposizione), ma sarà difficile che la propaganda aiuti a rintracciare le soluzioni migliori per una Banca da anni in stato comatoso. Ed è superfluo rilevare che i campioni del populismo – dalla Lega a Fratelli d’Italia e ai Cinque Stelle – sono, come sempre, in prima fila nella finta difesa del Monte e nella corsa alla demagogia, che sembra contagiare anche forze, come il Pd, solitamente più ragionanti.

Chiedere che sulla trattativa Mef-Unicredit ci sia il massimo della trasparenza e che i lavoratori del Monte siano tutelati – si parla di 5-6 mila esuberi – attivando gli ammortizzatori sociali e soprattutto il benefico fondo esuberi bancari è ovviamente sacrosanto. Ma non è questo che è in discussione e che alimenta polemiche surreali e ipocrisie disarmanti. Il pomo della discordia, com’era prevedibile, è il cosiddetto spezzatino del Monte dei Paschi nell’ipotesi, già adombrata da Unicredit, che non tutti gli asset della banca senese passino al gruppo milanese, ma solo quelli che l’istituto guidato da Andrea Orcel riterrà interessanti e utili a rafforzare Unicredit senza pesare sul conto economico e sulla solidità patrimoniale. Il che vuol dire che Unicredit avanzerà la sua offerta soprattutto per le filiali Mps del Centro Nord, ma difficilmente potrà essere interessata alla sede centrale del Monte e alle sue filiali nel Sud.

Può dispiacere a Siena, ai suoi lavoratori e alle amministrazioni locali dove il Monte è presente, ma se non si vuole precipitare nell’ipocrisia e nella più insulsa demagogia, bisogna porsi tre interrogativi. Ineludibili.

Primo: conta qualcosa o è del tutto irrilevante che nel recente stress test europeo Mps sia risultata la peggiore delle principali 50 banche del Vecchio continente per la sua manifesta debolezza patrimoniale? È o non è un segnale che per il Monte non c’è più tempo da perdere se non si vuole assistere al default?

Secondo: è vero o non è vero che Unicredit è l’unica banca che si è fatta avanti per rilevare almeno una parte del Monte dei Paschi e che ad oggi non ci sono altre offerte in campo?

Terzo: nel caso, non augurabile, che la trattativa tra Mef e Unicredit non dovesse concludersi positivamente, quali sarebbero le alternative per una banca come Mps che, secondo gli accordi stipulati con l’Europa, deve essere privatizzata entro l’anno e non può usufruire di aiuti di Stato? Andare a Bruxelles con il cappello in mano chiedendo un’umiliante proroga all’uscita del Tesoro dal capitale di Mps? Immaginare improbabili poli bancari pubblici attorno a Mps obbligando ancora una volta a tutti i contribuenti – come per Alitalia – ad aprire il portafoglio per salvare una banca in stato pre-fallimentare e sfidando i veti di Bruxelles?

Ad

Sarà anche vero che lo spezzatino di Mps non è il paradiso ma, se si risponde con onestà intellettuale ai tre interrogativi esposti sopra, sarà difficile immaginare che esistano – non sulla luna, ma qui e ora – soluzioni più adeguate e sarà arduo negare che ancora una volta la ricerca del meglio (ma in questo caso si potrebbe dire del peggio) rischia, come sempre, di essere nemica del bene.

(FIRSTonline)
 
Vi leggo con piacere, l’argomento per me è dolente. Sapete quanto ho voluto bene al monte.

per il resto prima dei rimborsi del fir avevo una discreta credibilità, di molto ridotta per sti rimborsi Benedetti (e meno male direi)

Anche se con questo criterio un paio di simpaticoni con venetina prenderanno zero...

Sul discorso FIR FITD potremmo parlare per giorni ma scrivendo alcune cose finiremmo in galera.

Con Mps è pure peggio, faccio gli in bocca al lupo a tutti, ho le idee molto chiare su cosa accadrà.

Giusto un paio di riflessioni:

1) orcel ha più pelo sullo stomaco lui che na famiglia di cinghiali che bazzica la prenestina.
2) i cashes
3) guarda caso si esce allo scoperto il giorno PRIMA della pubblicazione degli stress test (le banche li ricevono almeno 24 ore prima)
4) in dg comp c’è una signora danese che del monte ha sincera ammirazione per il patrimonio artistico. Si dispiaceva per quello. FINE DEL PERIMETRO

Ciao @Ventodivino
 
Senza tanti clamori il governo Draghi sta sistemando gli incagli che i governi precedenti non erano riusciti a gestire: Autostrade, Alitalia e adesso Monte dei Paschi di Siena. Si può sempre dire che si poteva fare meglio ma intanto le sta sistemando e per commentarle occorre capire bene dove siamo e le opzioni sul tavolo.
MPS dovrebbe andare in sposa ad Unicredit. Il futuro è tutto da scrivere ma a ben guardare si tratta di un matrimonio senza gioia tra due banche che – per ragioni diverse – non hanno un futuro.
MPS è da tempo una banca zombie: dopo ricapitalizzazioni per 17 miliardi (con un impegno dello Stato Italiano per oltre 7) la banca ha via via perso terreno (circa 1/4 del suo giro d’affari), ha mancato gli obiettivi di tutti i piani industriali con conti praticamente sempre in perdita. La ragione ultima di questa performance è da ricercare nella cattiva gestione che ha portato la banca a concedere credito in modo non oculato per molto tempo. Lo stress test dell’EBA ha appena certificato una situazione di deficit patrimoniale che non ha pari in Europa. La cosa non è suonata come una novità.
La nazionalizzazione del 2016 ha fatto pensare a più di un politico (soprattutto del Movimento 5 stelle) che finalmente ci sarebbe stata la riscossa nei confronti della finanza cattiva: una banca pubblica che avrebbe prestato attenzione al territorio concedendo credito alle piccole e medie imprese da sempre bistrattate dalla grande finanza. La realtà è stata ben diversa, una volta che una banca imbocca la strada della discesa agli inferi è difficile raddrizzarla. Si pensi al destino di BNL che ha dovuto aspettare molti anni per riprendere a camminare grazie alle spalle larghe di BNP Paribas. Il pubblico non può fare miracoli, anzi ha sicuramente meno incentivi del privato per valorizzare un’azienda.
Occorre ricordare che nel 2016, l’Europa ha chiuso un occhio accettando il salvataggio dello Stato in barba alla normativa a fronte dell’impegno ad uscire entro il 2021. Un impegno di cui tutti i governi, che si sono succeduti da allora in avanti, sono stati consapevoli. Da allora la banca non è stata rimessa in carreggiata e nessuno si è fatto avanti dall’estero per acquisirla. La soluzione stand alone non è percorribile e quella dell’acquisizione da parte di una banca nazionale è l’unica opzione sul tavolo da tempo. Con Intesa che ha acquisito UBI, di fatto il promesso sposo non poteva essere altro che Unicredit.
Unicredit ha corso seri rischi nel 2008. Da allora il progetto di Banca paneuropea voluto da Alessandro Profumo ha subito una battuta d’arresto. Le ragioni della crisi sono state sia contingenti che strutturali. Nel 2008 Unicredit era fortemente esposta ai rischi di mercato e di liquidità ed è stata sull’orlo del default. Passato il brutto momento, è emerso che il progetto di banca paneuropea (presente in oltre venti mercati) non ha avuto più ragione industriale e agilità istituzionale/politica. Il progetto era di avere una rete commerciale radicata sul territorio a livello europeo rinunciando a giocare il ruolo di banca di sistema di un paese e a vendere propri prodotti. L’obiettivo era di essere un’immensa rete commerciale che avrebbe collocato prodotti di terzi. Per molto tempo sembrava che Unicredit potesse e dovesse avviarsi verso un matrimonio europeo (Société Générale e Commerzbank). Le crisi finanziaria, dell’euro e del Covid hanno reso difficile questa strada e la banca deve reinventarsi il proprio futuro.
Quale è la ragione dunque dell’interesse di Unicredit per MPS? La ragione è duplice. In primo luogo l’obiettivo è inglobare le attività più interessanti di MPS (che ha ancora una rete commerciale valida) garantendosi la neutralità di bilancio grazie alla dote che gli concederà il Governo come già è stato garantito ad Intesa nel caso delle banche venete. Così facendo Unicredit dovrebbe ampliare la sua presa sul territorio garantendosi una maggiore redditività. L’obiettivo più strategico potrebbe essere quello di ricostruirsi delle fabbriche prodotto (risparmio gestito, assicurazioni) di cui attualmente è sprovvisto per mettere in campo strategie di cross selling (vendere ai propri clienti più prodotti). MPS potrebbe portare in dote la compagnia assicurativa in partnership con AXA, per entrare nel mondo del risparmio gestito Unicredit dovrebbe aggiungere un altro tassello (Mediobanca, Mediolanum, Banco BPM). Si tratta di una svolta U per Unicredit che la porterebbe a seguire con venti anni di ritardo la strada percorsa da Intesa. Intesa si è fusa prima con il San Paolo e poi ha acquisito le banche venete e infine UBI. Unicredit la seguirebbe con prede sicuramente meno interessanti (prima Capitalia e adesso MPS) e tornerebbe a costruirsi (partendo praticamente da zero) le fabbriche prodotto che oggi fruttano buona parte degli utili di Intesa. Forse non ce ne siamo accorti ma Intesa oggi fa i suoi utili in larga misura nel mondo assicurativo e del wealth management.
Quindi le due banche giungono a questo matrimonio senza grande entusiasmo. Se questa è la situazione, fanno un po’ sorridere le levate di scudi della politica che vuole difendere il territorio, il patrimonio storico di MPS, evitare di fare un regalo a Unicredit. Il destino è abbastanza chiaro:
  • lo Stato dovrà garantire la neutralità patrimoniale a Unicredit il che significa fornirgli una dote di qualche miliardo (almeno due).
  • Unicredit prenderà soltanto le attività di MPS più interessanti.
  • L’ipotesi che lo Stato entri nel capitale di Unicredit con una quota del 5% e così facendo difenda il territorio è irrealistica.
  • L’integrità del MPS non è perseguibile in quanto la banca non può camminare sulle sue gambe e nessuno se l’è voluta comprare.
  • Le ricadute sul territorio di Siena saranno pesantissime. Può sembrare strana l’analogia ma, pur trattandosi di una banca e non di un impianto industriale, Siena è un po’ come Taranto.
E’ assai probabile che il punto di caduta sarà la creazione di una banca regionale e/o di un potenziamento del Mediocredito centrale. Draghi da persona pragmatica quale è potrebbe avallare questa soluzione per raggiungere l’obiettivo di risolvere la vera grana che è rappresentata da MPS. Si tratterebbe in qualche misura del male minore ben sapendo che una banca regionale o una banca del sud a controllo statale avrebbe vita breve. Insomma un risultato che i nostri politici sventolerebbero come una vittoria ma che in realtà sarà una palla avvelenata.
HuffPost/Barucci
 
Quindi per te , dato il parere (non e' solo un pissi pissi di corridoio) , del SRB del 23 giugno (che dava il via libera solo a quella condizione alla LCA) si puo' dimostrare che la questione MPS non sia di "interesse pubblico" ?
(posso prevedere le tue eccezioni e mi troverei a controcitare articoli della brrd che ho giurato con me stesso che mai avrei ritirato fuori in forum pubblici)
Magari ce la fanno (a me sembra impossibile) a far passare la LCA , ma vorrebbe dire che i sub. sono wiped out. Perche' se Orcel (e' un osso durissimo) ritenesse ' percorribile la strada "veneta" giochera' fino alla fine per percorrerla. E a quel punto si accomoda a tavola e mangia le portate che vuole.
Concordo assolutamente con te che l'equivalenza brrd-bail in e' malposta.
Con questo chiudo veramente perche' annoierebbe.
Mi scuso per l'inchiostro digitale.
Sarei tentato di chiederti, "solo per capire" :D, a quale definizione di "interesse pubblico" fai riferimento, ma siccome "le mie domande le conosci", vado direttamente al punto.

A me risulta che lo "interesse pubblico" scatti non già al raggiungimento di una certa dimensione della banca, alla quale sembri alludere, bensì quando si toccano fattori quali la stabilità finanziaria, l'interruzione di funzioni essenziali, la tutela dei depositanti. Quando questo "interesse pubblico" corre il rischio di essere minacciato, si va necessariamente in risoluzione.
Tuttavia, se il meccanismo studiato per una LCA salvaguarda l'interesse pubblico così inteso, si può liquidare tranquillamente.

E qui chiudo anch'io. Nemmeno io mi diverto citare i vari articoli della BRRD. Chi fosse interessato ad approfondire, può tranquillamente cercare le risposte su internet. Altrimenti, è libero di conservare le proprie convinzioni
 
Vi leggo con piacere, l’argomento per me è dolente. Sapete quanto ho voluto bene al monte.

per il resto prima dei rimborsi del fir avevo una discreta credibilità, di molto ridotta per sti rimborsi Benedetti (e meno male direi)

Anche se con questo criterio un paio di simpaticoni con venetina prenderanno zero...

Sul discorso FIR FITD potremmo parlare per giorni ma scrivendo alcune cose finiremmo in galera.

Con Mps è pure peggio, faccio gli in bocca al lupo a tutti, ho le idee molto chiare su cosa accadrà.

Giusto un paio di riflessioni:

1) orcel ha più pelo sullo stomaco lui che na famiglia di cinghiali che bazzica la prenestina.
2) i cashes
3) guarda caso si esce allo scoperto il giorno PRIMA della pubblicazione degli stress test (le banche li ricevono almeno 24 ore prima)
4) in dg comp c’è una signora danese che del monte ha sincera ammirazione per il patrimonio artistico. Si dispiaceva per quello. FINE DEL PERIMETRO

Ciao @Ventodivino
Mps dal 2019 e nella lista delle banche a rilevanza sistemica di Bankitalia.
Fine delle illazioni ( forumistiche e non ).
Andava rimessa in carreggiata e così sarà, nonostante lo starnazzare di qualche politicante da strapazzo( e non solo).

Au revoir
 
(omissis) In queste ore dal ministero dell'Economia arrivano rassicurazioni sull'impegno del governo a tutelare Mps. Questo vuol dire innanzitutto far sì che l'acquirente prenda la maggior quota possibile della banca per evitare lo "spezzatino". Finché non si definirà il perimetro dell'operazione (per ora sono esclusi solo crediti deteriorati e contenzioso), è difficile stimare gli esuberi ma l'altro impegno è ridurli il più possibile e, per quelli che si riveleranno inevitabili, gestirli, anche rifinanziando strumenti come il fondo esuberi per le banche. Quanto al marchio, si lavora per tutelarne il valore storico ed economico, anche in termini di presenza degli sportelli sul territorio. E poi c'è allo studio un intervento per sostenere l'area senese, con il sostegno a settori lì molto presenti come la farmaceutica. (Rainews24)
 
mi chiedo: ma su mps non possono esistere soluzioni intermedie dove contemporaneamente

- mps vende assets singoli "buoni" a chi li vuole (es. widiba)
- cerca di ridurre il contenzioso (come fatto con la fondazione mps)
- negozia una proroga di 1-2 anni con DGComp
- fa un piccolo adc

Lo dico perché le condizioni di unicredit ad oggi mi sembrano molto/troppo onerose per lo stato
Praticamente i problemi di mps sono IMHO:
- il personale
- i crediti deteriorati
- il rischio cause

Unicredit vuole tutto il resto e lo vuole sostanzialmente omaggio grazie al credito fiscale presente in mps, magari dopo un piccolo ADC..

ciao
Andrea
 
mi chiedo: ma su mps non possono esistere soluzioni intermedie dove contemporaneamente

- mps vende assets singoli "buoni" a chi li vuole (es. widiba)
- cerca di ridurre il contenzioso (come fatto con la fondazione mps)
- negozia una proroga di 1-2 anni con DGComp
- fa un piccolo adc

Lo dico perché le condizioni di unicredit ad oggi mi sembrano molto/troppo onerose per lo stato
Praticamente i problemi di mps sono IMHO:
- il personale
- i crediti deteriorati
- il rischio cause

Unicredit vuole tutto il resto e lo vuole sostanzialmente omaggio grazie al credito fiscale presente in mps, magari dopo un piccolo ADC..

ciao
Andrea
Unicredit vuole le masse amministrate e gestite (qualche anno fa le banche le valutavano fino al 10% che era esagerato ma qualcosa valgono ancora), vuole i crediti fiscali (questi valgono l'intera cifra visto che attualmente Unicredit presenta bilancio in utile e potrebbe utilizzarli da subito), vuole gli affidamenti ma solo quelli in bonis certo, vuole beni immobili e opere d'arte.
A fronte di questi billions é disposta a fari carico di cosa? mi pare nulla, né esuberi che paga Pantalone, né NPL, né penali per contratti distribuzione capestro, né contenzioso legale ... dimentico qualcosa?
 
«Lo stress test e l'incognita sul futuro (fusa con Unicredit o no) pesa oggi sui due bond subordinati di tipo Tier 2 di Mps che lasciano sul terreno attorno al 4,8% (scadenza 18 gennaio 2028 e 22 ottobre 2030) rispettivamente a quota 78,54 e 88,06. Queste emissioni, in caso di crisi, sarebbero utilizzate per ripristinare i livelli di capitale.»

sub giu' a piombo..
 

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