Obbligazioni MPS


Mps, il Tesoro silura l’amministratore delegato Bastianini nonostante i buoni risultati di bilancio. Luigi Lovaglio il successore
l manager paga un'eccessiva timidezza nell'applicazione del piano "lacrime e sangue" preteso da Bruxelles per autorizzare l'ennesimo salvataggio della banca e concedere più tempo per la privatizzazione

Il consiglio di amministrazione di banca Mps ha deliberato di ritirare le deleghe dell’amministratore delegato, Guido Bastianini. La decisione è stata assunta dal consiglio all’unanimità. Al suo posto dovrebbe essere nominato Luigi Lovaglio, ex manager Unicredit ed ex amministratore delegato di Credito Valtellinese poi passato sotto il controllo della francese Credit Agricole. Il siluramento del manager, inviso al ministero del Tesoro e in particolare al direttore generale Alessandro Rivera, era nell’aria. Dato quasi per scontato nelle ultime ore nonostante negli scorsi giorni più di una voce si fosse levata a difesa di Bastianini, nominato alla guida della banca senese nell’agosto 2020 su indicazione del Movimento 5 Stelle.
Oggi la banca presenterà i dati dell’ultimo trimestre e dell’intero 2021 che si annunciano buoni, con utili attesi al di sopra dei 200 milioni di euro. La Consob non avrebbe rilevato elementi per contestare il bilancio dopo gli approfondimenti effettuati dal collegio sindacale su alcune poste non ricorrenti che avrebbero potuto avere un impatto negativo sul conto economico del 2021. Tuttavia il manager paga quella che dalla Commissione Ue, esasperata da una saga di cui non si coglie la fine, è stata ritenuta un’eccessiva timidezza nella riduzione dei costi, tagli di personale inclusi. Dopo il fallimento delle trattive con Unicredit per la cessione della banca, a causa di richieste da parte di Andrea Orcel giudicate eccessive da parte del ministero del Tesoro (primo azionista della banca con il 64%), il governo è stato costretto a chiedere più tempo per condurre in porto la privatizzazione concordata con la Commissione Ue in occasione del salvataggio del 2017 e originariamente prevista entro fine 2021. Salvataggio che fu orchestrato dall’allora ministro dell’Economia, oggi presidente di Unicredit, Pier Carlo Padoan. Bruxelles deve dare il via libera al nuovo piano industriale della banca che presuppone una nuova ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di euro
 
Italian state-owned bank Monte dei Paschi di Siena reported on Monday a 78.6 million euro ($90 million) loss for the fourth quarter, hit by rising bad loans.
The Tuscan bank, which on Monday appointed restructuring expert Luigi Lovaglio as its new chief executive, said insolvencies had increased in the fourth quarter.
In the period, it also valued more accurately debt unlikely to be repaid in full, leading to 222 million euros in loan loss charges.
The bank had swung into profit in the first three quarters of 2021 after losing 1.69 billion euros in 2020.
Fourth-quarter revenue rose 3.2% from the previous three months, with net fees up 3.6% partly thanks to a good performance of its partnership with insurer AXA.
Income from the core lending business rose 3.1% thanks to lower financing costs. RTRS
 
oggi su tlx 900k di volume sulla sub2 2029
nessun scambio sulla 8% 2030

mi chiedo: non sarebbe meglio comprare la 8% 2030 visto i casini? cosa sbaglio?
 
Incerti tempi approvazione piano e aumento da UE e BCE
"Attualmente non vi è una stima precisa dei tempi necessari" alla BCE, alla DG Competition della UE e al Single Resolution Board "per portare a termine i rispettivi processi" autorizzativi relativi al piano industriale al 2026 di MPS e al connesso aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro. Lo si legge nella nota sui conti della banca. (Teleborsa)
 
Radiocor
Mps: nel 2021 utile netto 310 milioni, miglior risultato da sei anni (RCO)
7 febbraio 2022
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 07 feb - Il Monte Paschi chiude il 2021 con un utile netto di 310 milioni dopo aver archiviato con un 'rosso' di 79 milioni l'ultimo trimestre dell'anno. Nel 2020 la banca aveva chiuso con una perdita consolidata di 1.689 milioni. Si tratta dell'utile netto piu' alto dal 2015 (388 milioni) per la banca di Rocca Salimbeni che realizza anche un risultato operativo netto di 629 milioni. In crescita i ricavi grazie ad una migliore dinamica delle commissioni. Mps registra una redditivita' (Rote) del 5,3% nonostante l'impatto negativo per gli oneri di sistema pari a circa 3 punti percentuali. Lo stock dei deteriorati e' stabile a 4 miliardi. Il contenzioso legato all'informativa finanziaria e' calato del 70% rispetto al 2020. Il ratio patrimoniale Cet1 fully loaded cresce all'11 (9% a dicembre 2020).
Ggz
 
COMUNICATO STAMPA
BANCA MPS: IL CDA APPROVA I RISULTATI PRELIMINARI AL 31 DICEMBRE 2021

I RICAVI CONFERMANO IL TREND POSITIVO DELL’ANNO (+1.3% A/A1, +3,2% T/T)
MARGINE DI INTERESSE -5.4% A/A2, +3,1% T/T, +3,6%3 RISPETTO AL QUARTO TRIMESTRE 2020
CONTINUA RIDUZIONE DEL GAP DELLO SPREAD COMMERCIALE VS. IL SISTEMA: COSTO DEI DEPOSITI RIDOTTO DI 9 PUNTI BASE NELL’ANNO E TASSI SULLE NUOVE EROGAZIONI SUPERIORI A QUELLI DELLO STOCK IN ESSERE
COMMISSIONI IN CRESCITA NELL’ANNO (+3,8% A/A4) E NEL TRIMESTRE (+3,6% T/T), SOSTENUTE DAL COLLOCAMENTO DI FLUSSI DI WEALTH MANAGEMENT PER OLTRE 14 MILIARDI DI EURO, DATO AMPIAMENTE SUPERIORE A QUELLO PRE-COVID (+3 MILIARDI DI EURO VS. IL 2019)
PROSEGUE IL PROCESSO DI RAZIONALIZZAZIONE DEI COSTI:
ONERI OPERATIVI IN CALO DEL 3,6% A/A, CON COSTI DEL PERSONALE STABILI, MALGRADO IL MANCATO RINNOVO DEGLI ACCORDI SINDACALI;
ALTRI COSTI E AMMORTAMENTI IN FORTE RIDUZIONE (-11,9% A/A, -179 MILIONI DI EURO VERSO IL 2019)
RISULTATO OPERATIVO LORDO ANNUALE A 874 MILIONI DI EURO (+15,3% A/A)
COSTO DEL CREDITO A 31 BPS, IN LINEA CON IL COSTO DEL CREDITO DEL 2020 (ESCLUSO IL CONTRIBUTO DELL’OPERAZIONE HYDRA E LE RETTIFICHE LEGATE ALLO SCENARIO MACRO COVID).
RISULTATO OPERATIVO NETTO A 629 MILIONI DI EURO (-20 MILIONI DI EURO5 NEL 2020)
UTILE NETTO DI ESERCIZIO PARI A 310 MILIONI DI EURO (-1.687 MILIONI DI EURO NEL 2020)
ROTE AL 5,3%, NONOSTANTE L’IMPATTO NEGATIVO DEGLI ONERI DI SISTEMA PER CIRCA 3 PUNTI PERCENTUALI
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Montepaschi, via all’era Lovaglio: cambia il piano per la cessione
Oggi il cda all’unanimità ha sfiduciato Bastianini che resta nel board: il nuovo capoazienda arriva oggi

di Rosario Dimito
3 Minuti di Lettura
Lunedì 7 Febbraio 2022, 21:18 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 01:07
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Svolta al Montepaschi, come da copione. Ieri il cda presieduto da Patrizia Grieco, secondo l’indicazione del Tesoro, primo socio con il 64%, con una sorprendente unanimità ha revocato Guido Bastianini dalle cariche di ad e di dg (resta consigliere, come aveva fatto nel 2017 in Carige) e ha cooptato Luigi Lovaglio, ex top manager di CreVal e Unicredit che ora attende il via libera formale della Bce. Lovaglio, che si insedia oggi a Siena, dovrà gestire una nuova fase che, senza fretta, con scadenze flessibili e con l’ok dell’Europa, risanerà il Monte al punto da poter trovare un altro partner. Ma in Via XX Settembre sono fiduciosi di poter ricorrere anche a un’Offerta pubblica di vendita sul modello Eni (1997) ed Enel (1999).

Bastianini, che subito dopo la presentazione dei conti 2021 avrebbe abbandonato il board per partecipare al funerale della sorella, ha tirato diritto nel suo disegno di farsi revocare onde poter fare causa a Rocca Salimbeni per i danni di immagine, in assenza di giusta causa: il lead indipendent director Nicola Maione, presidente del Comitato nomine, a lui vicino politicamente (M5S), ha cercato in tutti i modi di dissuadere il capo azienda dall’arrocco e dimettersi. Non c’è stato verso e l’avvocato romano, per senso di responsabilità, ha ricucito l’eventuale strappo di un voto a maggioranza, portando alla sfiducia da parte di 14 consiglieri.

PERFORMANCE NEGATIVA

Il Tesoro ha voluto voltare pagina e avviare un ciclo completamente nuovo con prospettive molto ambiziose. Spuntare una proroga lunga (circa 18-24 mesi) dalla Dg Comp per ri-privatizzare la banca, nazionalizzata nell’autunno 2017 attraverso una ricapitalizzazione precauzionale da 8,1 miliardi complessivi, di cui 5,4 miliardi versati cash. Ieri Mps capitalizzava 927 milioni e la quota del Mef valeva 593 milioni. Si consideri che finora il conto di Rocca Salimbeni sfiora 30 miliardi tra aumenti di capitale e iniezioni di risorse pubbliche come i Monti-bond. E a questo si dovrà aggiungere la quota parte dei 2,5 miliardi di nuove risorse da raccogliere a cavallo dell’estate, in un’operazione market friendly, nel senso che dovrà essere una ricapitalizzazione di mercato coinvolgendo i risparmiatori.

LA RAGIONE PRINCIPALE

Ed è per questa ragione che il Tesoro ha proceduto alla sostituzione di Bastianini dovendo affrontare nuove sfide per il rilancio. Dovendo chiedere soldi, si vuole conquistare la credibilità e la fiducia del mercato. Ma il mantenimento dello status quo non avrebbe giovato alla causa, visto per esempio che la performance di Borsa dal 19 maggio 2020, giorno dell’avvento di Bastianini, segnala per Mps un andamento negativo del 10,4% a fronte del balzo del 102% dell’indice Ftse Italia Bank che riunisce la media delle performance dei titoli bancari quotati. C’è anche altro.

Nei 19 mesi di gestione, l’istituto non ha avuto lo stesso percorso di crescita dei competitor e al di là dei 310 milioni dei conti preliminari del 2021 esaltati come la migliore performance dal 2015, l’ultimo trimestre è stato chiuso in rosso per gli accantonamenti. Ma anche i ricavi si sono progressivamente ridotti, al di sotto degli obiettivi del piano di ristrutturazione con la Ue scaduto a fine 2021 dove non sono stati centrati altri target, tra cui il cost/income, attestato al 72%, e che il nuovo piano strategico varato a dicembre scorso fino al 2025 indica a regime il 61%. Un livello troppo elevato per l’Europa, disallineato rispetto alla media delle banche italiane (circa 59%).






ACCORDO IN PRIMAVERA

Per tutte queste ragioni, si è voluto cambiare. Già da stamane, si insedierà Lovaglio e potrà prendere in mano la cloche di comando. Al Mef sono convinti che la svolta serva come segnale concreto e che sarà fatto il possibile per arrivare all’obiettivo. Il negoziato dovrà ripartire e per ottenere l’accordo su un’altra proroga si arriverà alla primavera, forse prima con una scadenza flessibile che non verrà annunciata. Si sa che sarà lunga, quindi fino al 2024 e potrà comprendere un nuovo partner ma anche un’Opv, sulla base di un piano di risanamento.


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Obbiettivi mancati/ L’epilogo triste del manager protetto dai politici


di Osvaldo De Paolini
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Martedì 8 Febbraio 2022, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 00:15
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Una vicenda dai tratti paradossali, il cui epilogo - la sfiducia unanime con ritiro delle deleghe da parte del cda - suggerisce interrogativi seri su come l’ex amministratore delegato del Montepaschi, Guido Bastianini, ha gestito il suo rapporto con l’azionista Tesoro. Una gestione tanto maldestra - soprattutto nel finale - da gettare un’ombra sull’intera sua vita professionale, peraltro in considerazione del fatto che non è nuovo a impuntature così plateali.

Ora, nei corsi base di microeconomia si descrive il funzionamento dell’impresa come una sorta di “scatola nera”. C’è una tecnologia, gli input della produzione (capitale e lavoro) e un output che scambiato sul mercato produce, dati i costi di produzione, un certo profitto. Si tratta di una descrizione assai approssimativa, perché le imprese sono realtà decisamente più complesse, che devono risolvere non solo problemi “esterni” come la sopravvivenza in un mercato concorrenziale, ma anche “interni” come, per esempio, la motivazione degli attori protagonisti (azionisti, top manager e dipendenti) a cooperare tra di loro per perseguire le finalità dell’impresa stessa. Soprattutto tra azionisti e manager si deve creare un rapporto fiduciario, che non può che discendere dalla mission che i primi affidano ai secondi.

Ebbene, Bastianini era stato ingaggiato dal Tesoro alla guida del Montepaschi in funzione di una strategia che avrebbe dovuto portare la banca senese, carica di problemi tuttora irrisolti, a fondersi con il gruppo Unicredit. Saltato il progetto di integrazione, e perciò mutato il contesto, per gli accordi assunti con Bruxelles e in attesa di ipotizzare per Mps una nuova destinazione, il Tesoro - cui fa capo il 64% dell’istituto - si è trovato nella condizione di doverlo ricapitalizzare con almeno 2,5 miliardi. Va da sé che si tratta di una mission assai diversa da quella affidata a Bastianini; per cui si è reso necessario individuare una figura con caratteristiche adeguate e una credibilità di mercato costruita attraverso successi sul campo. La ricerca è caduta su Luigi Lovaglio, il banchiere che prima ha trasformato la polacca Bank Pekao in un successo nazionale, e poi il CreVal in una preda ambita con grande soddisfazione degli azionisti.

Posto che Bastianini non è arrivato a Siena per aver vinto un concorso Inps, ma alla guida di Mps lo ha indicato l’azionista Tesoro con una mission precisa, caduta questa ed avendo egli qualità professionali diverse da quelle ora richieste, era naturale che il suo incarico fosse a termine. Sono cose che capitano tutti i giorni dove c’è un’impresa e dove ci sono degli azionisti. Ebbene, convocato al Tesoro per trattare le condizioni della sua uscita come da contratto, Bastianini avrebbe preso atto della novità rendendosi poi irreperibile per alcuni giorni. E invece di rispondere personalmente alle proposte del Tesoro, in suo soccorso sono intervenute alcune forze politiche - e questo non è il massimo per una istituzione che da anni cerca di sganciarsi dall’influenza dei partiti - che pur senza conoscere fatti e circostanze, ne hanno chiesto a gran voce la conferma.

Peraltro, contrariamente alla narrazione che viene fatta della gestione Bastianini da parte dei suoi sostenitori, dai numeri forniti ieri si ricava che ben poco si è mosso nei conti dell’istituto dal suo arrivo, mentre degli obiettivi indicati dalle autorità europee ancor meno è stato realizzato. Per non dire dei resoconti sugli incontri avvenuti a Bruxelles tra gli uomini del Tesoro, il banchiere e i rappresentanti della Dg Comp, l’autorità per la concorrenza europea: se certe rigidità sono state smussate, non è certo grazie al contributo di un quasi silente Bastianini.

Resta il fatto che la spettacolarizzazione del suo arrocco, oltre a danneggiare l’immagine della banca esponendola di nuovo alle influenze della politica, ha certamente nociuto anche a lui, probabilmente in modo irreparabile. Se tra le letture giovanili Bastianini avesse trovato modo di apprezzare compiutamente il saggio «Le leggi fondamentali della stupidità umana» scritto dall’impareggiabile Carlo Maria Cipolla, oggi il suo addio a Siena sarebbe stato di segno assai diverso.


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