MF CONTRARIAN: che brutto segnale l'eventuale rinvio dell'aumento di B.Mps
Oggi 08:35 - MF-DJ
ROMA (MF-DJ)--Le cronache, in relazione agli impatti di borsa di questi giorni con il titolo che non e'' riuscito a fare prezzo, ritornano sull''eventualita'' che, alla fin fine, si sia costretti a rinviare il decollo dell''aumento di capitale, per 2,5 miliardi del Monte dei Paschi fissato per il 10 ottobre. Nelle scorse settimane dal versante di Fratelli d''Italia era stata espressa proprio l''opinione dell''opportunita'' di un rinvio, in considerazione delle condizioni dei mercati dovute alla crisi energetica, all''inflazione, alle conseguenze della guerra, al post-pandemia, ma anche delle stime di quelle che avrebbero potuto essere le adesioni alla ricapitalizzazione. Poi, rivalutata l''operazione, era stata manifestata piena fiducia all''amministratore delegato Luigi Lovaglio e, in sostanza, un''opinione favorevole al varo dell''aumento del capitale alla data prestabilita. Ora, anche se non piu'' dal suddetto partito, sembrano tuttavia ritornare i dubbi sulla data, mentre si ipotizzano nuove partecipazioni all''operazione, in particolare da parte di Fondazioni di origine bancaria, che dovrebbero integrare la quota che potrebbero sottoscrivere Axa e Anima, per il momento senza conferme ufficiali, le quali si affiancherebbero al Tesoro che del Monte ha circa il 64% e che ha assicurato la propria adesione con 1,6 miliardi. Ci si chiede quale sara'' la linea che assumera'' il consorzio di garanzia della ricapitalizzazione in questa situazione in cui incombe l''incertezza. Un rinvio, pero'', sarebbe una decisione grave e potrebbe essere considerata solo come veramente extrema ratio con la conseguenza, pero'', che metterebbe a nudo difficolta'' per superare le quali, invece, in queste giornate bisogna operare intensamente. In primis il Tesoro dovrebbe agire perche'' possa realizzarsi una convergenza adeguata di sottoscrittori. In una vicenda tormentatissima, dover gettare la spugna e rinviare la partenza dell''aumento di capitale, alla stregua di una media impresa, sarebbe un segnale negativo anche per il governo uscente e, tutto sommato, pure per il nuovo che, all''insediamento, dovrebbe confrontarsi con una irrisolta problematica. Ai tanti passaggi negativi che contrassegnano gli ultimi quindici anni della vita del Monte - a cominciare dalla sciagurata acquisizione di Antonveneta regolarmente autorizzata - si aggiungerebbe anche questo, per di piu'' dopo che il Tesoro ha ottenuto dalla Commissione Ue la proroga del termine della dismissione della partecipazione pubblica. Certamente, pesa la mancanza di certezze sul futuro dell''istituto che purtroppo l''esecutivo dimissionario, formato da personalita'' tra le piu'' competenti ed esperte in Europa in materia bancaria e finanziaria, a cominciare dal premier Mario Draghi, non e'' stato paradossalmente in grado di offrire, per non parlare del modo in cui e'' stata condotta la trattativa con Unicredit per un''ipotesi di aggregazione con il Monte e delle lungaggini nei rapporti con la Commissione Ue. Ora vi sarebbe bisogno di render possibile la ricapitalizzazione, si potrebbe dire anche in funzione riparatoria rispetto al passato. Non e'' accettabile che le sole concrete ed efficaci misure che si realizzano, per merito della capacita'' e del senso di responsabilita'' dei sindacati, riguardino principalmente l''avvio dell''esodo volontario di 3.500 dipendenti. In ogni caso, sul futuro del Monte si dovra'' impegnare pure il futuro governo: sara'' una delle prove fondamentali da affrontare, anche per indicare quale sia la sua posizione sull''intervento pubblico in economia e, in particolare, nel settore bancario. red fine
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