TOP NEWS ITALIA: banche, 5 motivi perche' continueranno a brillare (BofA)
23/02/2024 18:05 - MF-DJ
MILANO (MF-NW)--Gli analisti di BofA in un report sul settore bancario del Sud Europa dichiarano che i titoli dei principali istituti bancari non smetteranno di sorprendere anche dopo i primi tagli dei tassi d''interesse e individuano cinque temi a supporto di questa tesi che il mercato non ha ancora soppesato. Le stime e i prezzi obiettivo sono rivisti per B.Mps, Intesa Sanpaolo e Unicredit ma a festeggiare e'' soprattutto Banco Bpm, promossa a buy da neutral. CINQUE PUNTI DA SOPPESARE 1. Le banche si proteggono dal rischio derivante dai tassi d''interesse costruendo portafogli di attivita'' a reddito fisso che imitano il potenziale repricing dei loro depositi e, considerando che nell''ultimo anno la sensibilita'' ai tassi e'' diminuita di circa il 50%, le stime sull''andamento della curva Euribor sono riviste al rialzo del 2-7%. 2. Con i primi tagli dei tassi e ipotizzando una remunerazione dei depositi costante, l''aumento della remunerazione in conto corrente dovrebbe automaticamente aumentare. Al momento, con un beta a circa 15% e con interessi al 4%, i costi di deposito per gli istituti ammontano a circa lo 0,6%. Nel modello di BofA, ipotizzando l''ultimo dato costante, se gli interessi scendessero al 3% il beta aumenterebbe al 25%. Gli analisti vedono pero'' i costi scendere nella seconda meta'' del 2024, con conseguente diminuzione del beta. 3. A fronte di un calo del rischio legato al Pil, le perdite sui prestiti caleranno sensibilmente. Considerando che l''Npe ratio degli istituti bancari si attesta tra il 3% e il 4%, il rischio e'' del 60-70% piu'' basso rispetto a un ipotetico tasso al 10%. Gli Npl, insomma, costano molto meno. 4. Con una generazione organica annuale di capitale compresa tra i 250 e i 350 punti base, le banche hanno registrato un CET1 ben superiore ai requisiti Srep fissati dalla Bce. Alcuni istituti possono quindi permettersi un payout compreso tra il 90% e il 100% senza andare ad intaccare il requisito CET1; da qui il trend in crescita relativo a distribuzioni ''straordinarie'', sia mediante dividendi sia mediante buyback. 5.
Il mercato continua a vedere nullo a livello di valutazione il capitale in eccesso per M&A, ovvero quello che non viene distribuito. Questo va a detrimento di titoli come Unicredit e B.Mps, che scambiano a prezzi che non rappresentano il valore intrinseco dell''istituto. Il valore di una banca risiede nei depositi e la ricerca di finanziamenti a basso tasso d''interesse e'' cruciale per le operazioni M&A. Sebbene le perdite non realizzate possano scoraggiare l''attivita'' nel breve termine, BofA ritiene che fusioni e acquisizioni nel settore rappresentino un valore aggiunto sia per gli acquirenti sia per i target. BANCO BPM: PROMOSSA A BUY Gli analisti promuovono l''istituto di Piazza Meda a buy da neutral, con prezzo obiettivo che passa a 7 euro dai precedenti 5,5. Le stime sulla distribuzione di capitale sono riviste al rialzo, allineandosi con la guidance di 4 mld e includendo un payout di circa il 67% per tutti i dividendi tra 2024 e 2026 (yield 18%). Inoltre, le stime sull''utile netto sono aumentate del 12%, ponendosi del 9% sopra le attese del consenso per il 2024. Il titolo viene aggiunto alla lista Europe 1, ovvero tra le migliori banche europee, proprio grazie al dividend yield tra i piu'' alti d''Europa. INTESA SANPAOLO: BEST PICK IN ITALIA BofA conferma il giudizio buy e alza marginalmente a 4 euro (da 3,9) il prezzo obiettivo su Intesa Sanpaolo. Le stime sull''Eps sono riviste al rialzo dell''1% dopo i conti per il 4* trimestre 2023 e di riflesso all''andamento dell''Euribor. Il margine d''interesse e'' atteso aumentare di circa il 5% su base annua nel 2024 e il rendimento dei depositi continuare a mostrarsi "solido". "Ci aspettiamo un programma di buyback straordinario da 1,5 mld nel 2024", commentano gli analisti, dopo quello da 1,7 gia'' annunciato e dopo il payout del 70% mediante dividendi. BofA si pone del 7% sopra le stime del consenso a livello di utile netto per 2024 e 2025 e del 10% per il 2026. Top pick di settore in Italia.
MONTE PASCHI: YIELD INTERESSANTE MA MEGLIO GUARDARE ALTROVE BofA conferma il giudizio neutral e alza il prezzo obiettivo a 4,3 euro dai precedenti 3,8 su B.Mps. Le stime sul margine d''interesse per il 2025 sono alzate del 5% sull''onda di tassi d''interessi piu'' resilienti delle attese e di accantonamenti piu'' bassi che piu'' che compensano i costi in aumento. Buone notizie sul fronte dell''imposizione fiscale, in calo nel 2024 a giovamento dell''utile netto. La valutazione di BofA include un dividendo piu'' generoso di quanto precedentemente stimato e un payout pre-tasse del 50%. Il petitum per i procedimenti pendenti e'' stimato a circa 1 mld euro e il CET1 superiore al 18% nel 2024, ma atteso calare negli anni a seguire. "Dividend yield notevole" per il 2024, al 14%, e per il 2025, al 13%, ma BofA vede un rapporto rischio/rendimento migliore in altri istituti italiani. UNICREDIT: STIME CONSENSO EPS CAUTE BofA conferma il giudizio buy e alza il prezzo obiettivo a 38 euro da 35 su Unicredit, rivedendo al rialzo dell''1% le stime sull''Eps dopo i conti per il 4* trimestre a includere l''andamento dell''Euribor. Nel 2024, il margine d''interesse e'' visto scendere del 2% su base annua ma BofA non esclude che "potrebbe riservare ancora sorprese". Le attese sulla distribuzione di capitale sono confermate a 8 mld per il 2024 e a 7,7 mld per il 2025, ma il payout e'' aumentato rispettivamente a 40% e 45% per un total yield annuo di circa il 17% nel biennio. Gli analisti si pongono del 20% sopra le stime del consenso a livello di Eps per il 2024 e del 15% su quelle del 2025. MEDIOBANCA: AZIONI SCAMBIANO A PREMIO SUI PEER BofA conferma il giudizio underperform e il prezzo obiettivo di 11,9 euro su Mediobanca, rivedendo solo marginalmente al ribasso (dell''1-3% per il biennio 2024-2025) le stime sull''Eps. "Le azioni scambiano a 9 volte il rapporto price earning, a premio del 40-50% rispetto agli altri istituti italiani" commentano gli analisti, che si pongono di circa il 5% sotto le stime del consenso sull''Eps per 2024 e 2025.
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