Buongiorno a tutti
C'è un passo nella vita di frate Francesco difficile da comprendere nelle parole in un'epoca che ha fatto del libero arbitrio la propria musa ispiratrice.
Proviamo lo stesso a leggerlo
"Giunti ad Arezzo, una grandissimi discordia, anzia una guerra dilagava quasi per tutta la città, di giorno e di notte, a causa di due partiti che da gran tempo rissavano [...]
Francesco [...] comprese che i demoni gongolavano di quelle discordie ed istigavano la gente a distruggere la città [...]
Se ne mosse a compassione e disse a frate Silvestro [..] "va alla porta della città e ad alta voce comanda ai demoni che escano da essa" [...]"
già qui siamo in forte difficoltà: "demoni" e "parole per scacciarli". Che facciamo? Buttiamo tutto perché non possiamo, forti della "Dea Ragione" accettare l'esistenza del demonio? Può essere. Però possiamo anche fare una cosa, sospendere il giudizio ed ascoltare. Possiamo soffermarci su un punto:
"Arezzo...guerra...a causa di due partiti". Se sostituiamo ad Arezzo Italia o Europa, e ai partiti ci mettiamo l'attuale schieramento politico (italiano o europeo) ancora una volta possiamo dire ieri come oggi. Sembra che poco tempo sia passato. L'uomo ha si la fede nella Ragione, ma poi si comporta sempre allo stesso modo.
Ma continuiamo a leggere
"Allora Francesco [...] nel primo discorso che fece disse:
Vi parlo come a persone incatenate dall'inferno. Infatti vi siete messi in catene da soli, e vi siete venduti come biestie in piazza, per vostra sconsideratezza. Vi siete dati in mano ai demoni quando vi siete abbandonati all'arbitrio di coloro che hanno distrutto e distruggono se stessi, voi e l'intera città [...]"
La Ragione e il libero arbitrio di scegliere: "vi siete messi in catene da soli". Eppure oggi, come ieri, si sente sempre che la colpa è di qualcun'altro.
La scelta, chiave di svolta.
La scelta.
"Giunto a Firenze, Francesco vi trovò il cardinal Ugolino [...]. Il cardinale [...] quando sentì che Francesco voleva andare in Francia glielo proibì. [...]
Mio Signore - rispose Francesco - per me è gran vergogna l'aver mandato i frati in remote e lontane regioni, ed io restare in queste provincie [...]".
Non si può dire agli altri cosa fare se non lo fai tu stesso.