Operatività Indici & Futures - Open - Cap. 2

e qui al corso, mentre sto parlando mi sento dire: "sono entrato"...
mi è venuto un colpo...!
detto\fatto
più veloci di così non si può
ahahahaha
 
Abbiamo due tipi di troncamento:
- da tabella ciclica ideale = è il tempo minimo di durata.
- oltre la tabella ciclica sotto il tempo minimo di durata.
Entrambi li chiamiamo troncamento, ma quello più corretto è il secondo caso.
I troncamenti sotto il minimo solitamente sono su cicli a 4h.
A dire che si strappa a rialzo, mettiamo un T.
Ma dove tronca questo T?
Sul suo 4\5° 8h, ovvero sotto il minimo che è a 6 8h.
E dove tronca questo 8h? Su un 4h.
Che se è il 2° non è troncamento. Quindi è sempre sul primo.
Su questo nulla di nuovo.

Grazie Mila.
quindi operativamente diamo per buona la partenza di un nuovo t-3 sul minimo delle 15:30 di ieri e ci comportiamo di conseguenza.

Invece statisticamente se volessimo collocare i t-3 precedenti secondo te in quel caso è più corretto considerare troncamento t-3 di 4 h oppure 2 t-3 come da grafico
upload_2016-9-28_12-31-38.png
 
per quel che mi riguarda posso togliere il disturbo da subito, addio
calma calma, è la casa di tutti questa.
Diceva ql: uno vale uno.
Ma alla prova dei fatti non si è riusciti ancora ad applicare questo importantissimo consiglio.
Perché?
Lo dice Camus: la mia libertà finisce dove inizia la tua.
Ma se la tua la consideri senza inizio e senza fine allora noi due abbiamo un problema.
Quale?
Che tu non ti assumi le tue responsabilità.
E, di contro, induci a me a fare altrettanto.
 
la casa è di tutti, e quindi sta al singolo decidere cosa farne di casa sua.
Ma poiché non è solo sua, allora può muoversi dentro il rispetto degli altri.
Quindi siamo liberi di scrivere tutto.
Ma se il tutto urterà ql, questo sarà la conseguenza del suo scrivere.
Ma se quel ql prenderà a pretesto lo scrivere per prevaricare, allora sarà lui a ledere i diritti di tutti.
 
La convivenza è un sottile equilibrio.
Un gioco di equilibrismo su un sottile file.
Il passaggio su un ponte tibetano.
Il passaggio su un filo d'acciaio a 20 mt di altezza da un albero ad un altro.
Dipende da come distribuiamo il peso. Da come posizioniamo le mani e i piedi. Dal pensiero. Dalla paura.
Se siamo imbragati il rischio è minimo, ma se ci fermiamo blocchiamo il flusso danneggiando chi viene dopo.
Se non siamo imbragati e precipitiamo ci sfracelliamo al suolo. Li per li paghiamo solo noi.
Ma dopo è probabile che quella via venga chiusa, danneggiando tutti gli altri.
E' un sottile equilibrio.
E siccome siamo noi sulla corda che vogliamo passare, sta a noi trovarlo.
 
Quindi non è mai il divieto o l'inconsapevole rinuncia la via da adottare.
Ma la consapevole partecipazione.
Partecipando si sbaglia. E' scritto nelle regole della vita a cui nessuno può sfuggire.
Per cui la differenza nella ricerca dell'equilibrio sta nella nostra reazione di fronte ad un errore.
 

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