PANNOLINI E POLITICI DOVREBBERO ESSERE CAMBIATI REGOLARMENTE E PER LO STESSO MOTIVO.

Ultima notiza.....sarà vera ?


Angela Merkel ci ripensa e si rimangia la scelta di imporre il lockdown in Germania a Pasqua.

La cancelliera ha deciso di fare marcia indietro sulla proroga di restrizioni, divieti e misure fino al 18 aprile.

Lo ha annunciato ai premier delle regioni, convocati a sorpresa oggi, dopo che erano sorte critiche a causa dell’esito della riunione di pochi giorni fa.


Con una breve dichiarazione alla stampa ha chiesto “perdono a tutti i cittadini”
e si è assunta la piena responsabilità dell’errore:

“Se possibile, deve essere corretto in tempo. Penso che sia ancora possibile. Questo errore è stato unicamente un mio errore”.




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“Non abbiamo sconfitto il virus”, aveva dichiarato Merkel quando aveva annunciato
la proroga delle rigide disposizioni relative ai giorni di Pasqua e aveva chiesto ai cittadini di restare a casa.


Con la proroga delle misure era prevista la chiusura obbligatoria dei negozi, ad eccezione degli alimentari e dei supermercati,
per i quali vi era una deroga per il 3 aprile.
Le cerimonie pasquali sarebbero state virtuali, i raduni pubblici vietati e quelli privati
limitati a cinque persone appartenenti a due nuclei famigliari diversi, escludendo dal conteggio chi ha meno di 14 anni.
 
E' notizia vera. Confermata. Ma nessun TG nostrano l'ha divulgata.


AGI. - La cancelliere Angela Merkel ha annullato la decisione del lockdown totale nella vita pubblica
e nelle attività economiche durante la Settimana Santa
e, annunciando la decisione,
ha detto che, nonostante le nuove intenzioni, l'errore è stato tutto suo.

"È stato un errore solo mio, chiedo scusa ai cittadini", ha detto pronunciando parole destinate a passare alla storia.

"Un errore deve essere indicato come errore e deve anche essere corretto.
So naturalmente, che l'intero processo sta causando ulteriore incertezza.
Me ne rammarico profondamente e mi scuso con tutti i cittadini per questo".



"L'idea di un cosiddetto lockdown a Pasqua è stato un errore: aveva buone ragioni,
ma non era possibile attuarlo in modo corretto, visto il poco tempo a disposizione".

Merkel ha chiesto "scusa al popolo tedesco". "Spero che i tedeschi mi potranno perdonare".


Il cambio di direzione arrivato dopo le critiche per queste misure, che prevedevano la chiusura di negozi e i servizi religiosi organizzati on-line.

Il cancelliere e i 16 governatori dei laender, che avevano deciso le nuove misure al termine di oltre dodici ore di discussioni,
si sono incontrati di nuovo per i nuovi negoziati sulla questione.
 
Se vi ricordate di topi, luciferasi e luciferina vi ricorderete che c'è una certa differenza tra le varie vie di sommistrazione.

Non è una cosa llimitata ai vaccini mRNA: il principio vale per qualsiasi farmaco di qualsiasi tipo.

L'endovena è il dosaggio più "pulito": quel che viene iniettato finisce nel flusso sanguigno
e la sua concentrazione nel plasma è determinata dall'assorbimento nei tessuti da una parte
e dalla velocità di escrezione dall'altra.

Il massimo di concentrazione (Cmax) nel plasma lo si ha al momento dell'iniezione,
e detta concentrazione cala nel tempo all'incirca come un'esponenziale negativa.

Il tempo di dimezzamento (t1/2) è quello in cui la concentrazione è la metà della concentrazione massima .

Per infusione poi l'endovena permette il dosaggio di quantità relativamente grandi di farmaco o di volumi di soluzione (pensate alle flebo di soluzione fisiologica).

Quindi mettere a punto qualcosa di somministrabile per endovena è relativamente semplice.

Relativamente, però: si pensi ai tassani, che negli anni 90 costituirono un notevole passo avanti nelle terapie antitumorali.

Il loro problema era la scarsa solubilità, e quindi la necessità di aggiungere agenti disperdenti per renderli dosabili.


In breve l'endovena da un lato è semplice, ma dall'altro più complicata
(la somministrazione richiede ambiente ospedaliero o assimilabile).

Non è affatto strano che alcuni dei farmaci messi a punto e approvati o autorizzati in emergenza a distanza di mesi
- mesi, non anni- dalla comparsa di SARS-CoV-2 prevedano la somministrazione endovena.


Il dosaggio sottocutaneo è in teoria assimilabile a quello IV.

Ma per ovvi motivi per via sottocutanea non possono essere somministrati volumi relativamente grandi di iniettabile.

Piccole quantità, piccoli volumi.

E se volete vedere un effetto il vostro farmaco deve essere potente,
ovvero in grado di funzionare a dosaggi relativamente bassi di soluzione o sospensione iniettabile.


E finora abbiamo parlato di due metodi in cui quanto dosato non passa dal fegato
(e quindi dal tritacarne del metabolismo di primo passaggio).


Con l'iniezione intramuscolo una frazione variabile del dosato finisce nel fegato.

Quindi in generale :

o il tuo farmaco è stabile al metabolismo di primo passaggio,

o i metaboliti non creano problemi e sono anch'essi attivi,

oppure è una specie di terno al lotto:
devi sperare di avere per le mani qualcosa che sia minimamente sottoposto al metabolismo del fegato
oppure potente a sufficienza da far sì che la frazione che non viene distrutta
sia in grado di dare comunque concentrazioni efficaci di farmaco nel plasma e nei tessuti.


E a proposito di concentrazioni anche qua non ci sono regole fisse:
per certi farmaci la concentrazione massima si raggiunge dopo minuti (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/3691617/).

Sono abbastanza vecchio da ricordarmi le iniezioni di penicillina sospensione intramuscolo:
un male boia, e la chiappa che restava dolorante per un bel po':

nel caso delle penicilline il picco di concentrazione plasmatica si raggiunge piuttosto rapidamente
e i tempi di dimezzamento variano da una trentina di minuti a giorni, e per fortuna,
altrimenti sai quanti continuavano a restarci per broncopolmoniti batteriche tra anni 50 e anni 70
(un esempio qua https://www.accessdata.fda.gov/.../2012/050141s231lbl.pdf).


Per fare esempi d'attualità questo è il caso dei mAb Astrazeneca attualmente in sperimentazione clinica.

I mAb GSK-Vir sono un caso simile e ora sono soggetti a ulteriore sperimentazione clinica con dosaggio sottocutaneo, come quelli BMS:
forse questi farmaci con questa modalità di somministrazione si riveleranno efficaci, forse no.

Il concetto è:

passare dall'endovena a sottocutaneo e intramuscolo (che possono essere usate senza problemi nei pazienti a casa) non è precisamente una banalità.


E questo è un discorso strettamente collegato agli estenuanti dibattiti che per un anno si sono protratti sui farmaci "nuovi", quelli ancora coperti da brevetto.

Mi pare che per quanto riguarda i farmaci il senso di un'autorizzazione all'uso in emergenza sfugga completamente
(mentre per quel che riguarda i vaccini una EUA viene automaticamente equiparata ad una approvazione definitiva).

Un farmaco autorizzato in via emergenziale è uno strumento potenzialmente utile da rendere disponibile immediatamente
per ridurre i danni di una patologia senza opzioni terapeutiche risolutive.


Si ragiona con quello che c'è, non su quello che ci sarà tra quattro mesi o un anno, perché l'emergenza è attuale e presente.


Quindi il punto non è "ah, vabbè, funziona poco, aspettiamo qualcosa di più efficace e di più facile uso":
quello è il punto di vista perlopiù sacrosanto nel quadro di una situazione non emergenziale,
in cui guarda caso le autorizzazioni di emergenza non hanno senso (poi ci sarebbe il discorso degli unmet medical needs, fin troppo lungo).


Tra ottobre e gennaio (come tra marzo e aprile 2020) si poteva usare ogni mezzo disponibile per la potenziale riduzione del danno.


E' stato fatto? Più no che sì.

Doveva essere fatto? Mi ripeto, questa è la domanda dirimente: ci si divide tra sì e no.


E il governo della politica farmaceutica in Italia è ancora schierato prevalentemente per il no, assieme a tutti coloro che lo difendono.
 
Ahahahahah incanaliamo le pecorelle ........e diamo loro regole stupide ed assurde.


Sta per essere emanata in Emilia-Romagna l’ordinanza balneare 2021
che di fatto sancisce l’inizio della stagione il giorno 29 maggio,
ovvero in contemporanea con l’entrata in servizio dei bagnini di salvataggio.

Mentre la fine è prevista per il secondo weekend di settembre.


Come riporta il Corriere, l’assessore al turismo Andrea Corsini ha sottolineato che:
tutto dipenderà dall’andamento dell’epidemia, ma tra gli effetti delle restrizioni,
il proseguo della campagna vaccinale e l’arrivo della bella stagione
confidiamo di poter partire a fine maggio, come abbiamo programmato
“.


Le regole da seguire, anche per quest’anno, saranno più o meno quelle della stagione estiva 2020:

mascherine da indossare negli spazi al chiuso,

ombrelloni che dovranno occupare una superficie di almeno 12 metri quadri,

18 nelle spiagge più grandi come quelle di Rimini.

Anche se una novità è che nelle spiagge più piccole la distanza potrà essere di 10,5 metri quadrati.


Qualcosa di nuovo accadrà anche a tavola poiché aumenteranno le distanze tra turisti
piazzando tavoli e sedie anche vicini alle cabine e, quindi, non solo intorno al ristobar o al chiringuito.

Verrà incentivato, inoltre, il servizio di delivery con la consegna di pasti caldi sotto l’ombrellone.


Le spiagge libere, dal canto loro, saranno a numero chiuso e sempre con lo scopo di evitare assembramenti.
Inoltre, ci saranno hostess e steward che accompagneranno i visitatori in spiaggia e che avranno soprattutto il compito di presidiare gli ingressi.


Via libera ai giochi gonfiabili solo se i bambini potranno stare ad almeno un metro di distanza tra loro,
con sorveglianza affidata ai genitori o alle tate.

Due metri, invece, per le attività sportive, dai racchettoni al puddle al beach volley.


Particolarmente interessante è quello che avverrà a partire dal 15 luglio:
ci sarà lo stop all’uso di plastica monouso, nel solco di un percorso iniziato da qualche anno in Riviera, per rendere le spiagge “plastic free”.


Tuttavia, è bene sottolineare che i singoli comuni sono liberi di dare indicazioni ulteriori legate alle caratteristiche specifiche dei loro arenili.
 
Ve le ricordate le famigerate «gabbie» dove la polizia di frontiera teneva reclusi i bambini immigrati durante l’amministrazione Trump?

Impossibile non ricordarsele: per anni media mainstream, intellettualoidi, commentatori e politici
hanno additato il tycoon come «mostro» per la gravissima violazione dei diritti umani schiaffata in faccia a tutto il mondo.

Votate Biden, il presidente buono, sotto la cui accogliente egida nessun sopruso antiumanitario verrà mai più commesso.
L’America diverrà la Disneyland dell’inclusione!



Biden mantiene le gabbie per bambini immigrati…

Come ben sappiamo, il buonismo inteso come ostentazione eccessiva di buoni sentimenti «standard» non significa bontà.

E’, anzi, il suo contrario.

Così, spente le luci del teatrino elettorale e fatto man bassa dei voti degli antirazzisti-immigrazionisti,
Biden non solo ha causato la crisi migratoria al confine con il Messico più grave degli ultimi vent’anni,
ma ha riaperto le tante vituperate gabbie per la detenzione degli immigrati minorenni.

…ma non si possono fotografare

Con due differenze: ora si chiamano «strutture».

Cambia tutto.

E l’amministrazione Biden, al contrario di Trump, non permette ai giornalisti di accedere per verificare la condizione dei clandestini detenuti.

«L’accesso era stato garantito diverse volte dall’amministrazione Trump,
il cui approccio restrittivo sull’immigrazione Biden aveva promesso di ribaltare», fa notare il Washington Post.

Qualcuno riesce a fotografare le «gabbie»

Nonostante l’ostruzionismo del neoeletto presidente Usa,
il rappresentate democratico della città texana di Laredo Henry Cuellar è riuscito a diffondere alcune foto
che mostrano le condizioni da lager in cui gli immigrati prigionieri delle gabbie sono costretti a vivere.

Ammassati in stanzoni separati da tende di plastica, c
ostretti a dormire su materassi buttati per terra e riscaldati da coperte isotermiche.

Il distanziamento per prevenire l’insorgere di focolai di coronavirus è assente,
così come i dispositivi di protezione individuale.

Gli attivisti denunciano inoltre le precarie condizioni igieniche del luogo.


Le fotografie, pubblicate da Axios sono state scattate presso il centro di Donna, in Texas.


Gabbie per immigrati: sistemi disumani

Secondo quanto riportato dalla Bbc, al 21 marzo,
gli agenti della US Customs and Border Patrol (CBP) avevano in custodia più di 15.500 minori non accompagnati.

Il segretario del Dipartimento dell’Interno, Alejandro Mayorkas, ha detto che questi campi,
spesso paragonati a carceri o magazzini, «non sono posti per bambini».

Almeno 5.000 bambini sono stati trattenuti per oltre 72 ore.
(Il limite legale dopo il quale dovrebbero essere trasferiti alla custodia dei funzionari sanitari dell’Ufficio per il reinsediamento dei rifugiati).

Alla denuncia di Mayorkas fa eco quella di Thomas Saenz, presidente del Fondo educativo e di difesa legale americano-messicano.
Saenz ha definito le condizioni dei minori «disumane».


Un pull factor di dimensioni ciclopiche

Il tutto accade nell’indifferenza dei grandi media americani e mondiali (testate italiane comprese),

più preoccupati di coprire le incoerenze e le promesse disattese di Biden

che di rivelare gravi violazioni dei diritti di migliaia di minori.



Promesse che riguardavano un cambio di rotta rispetto all’intransigente amministrazione Trump,
e che, come prevedibile contraccolpo, hanno rappresentato un pull factor di dimensioni ciclopiche.

La moratoria di 100 giorni sulle deportazioni
ha infatti facilitato in ogni modo l’ingresso illegale di clandestini negli Stati Uniti e il loro ammassarsi al confine con il Messico.


Tanto da costringere Biden a fare marcia indietro.

«Voglio mandare un messaggio abbastanza chiaro ai migranti: non venite negli Stati Uniti,
non lasciate le vostre comunità o le vostre città», perché «vi rispediremo indietro».


Tra un bombardamento alla Siria e una gabbia per bimbi clandestini, chissà che non candidino pure lui al Nobel per la pace.
 
Era molto facile prevedere che lo scandalo sulle ex collaboratrici di Laura Boldrini non sarebbe finito tanto presto.

L’accusa, del resto, è pesante: l’ex presidente della Camera – che ha fatto del femminismo una bandiera
avrebbe maltrattato e malpagato alcune sue assistenti, come la sua ex colf moldava e la sua ex portaborse.

Insomma, l’inchiesta di Selvaggia Lucarelli rischia seriamente di affossare la credibilità della Boldrini.

Che, infatti, già ieri pomeriggio aveva annunciato all’Adnkronos che avrebbe presto replicato.

Detto fatto: oggi, sull’edizione cartacea del Fatto Quotidiano, sono state pubblicate sia una lettera della Boldrini sia la risposta della Lucarelli.


L’ex presidente della Camera tenta quindi di chiarire la situazione della sua ex colf di origini moldave:
«Stiamo trovando un accordo per formalizzare la chiusura del rapporto di lavoro,
purtroppo con un ritardo da me non voluto ma causato da una difficoltà oggettiva
a contattare la persona del Caf referente della vicenda», si schermisce la Boldrini prendendosela con le lentezze della burocrazia.

Il punto, spiega, «è che ci sono delle discrepanze da verificare sui saldi finali del Tfr da me già versato per ogni anno di lavoro.
Dunque è in corso una verifica, che sta terminando, da parte della mia commercialista e del Caf».


Per quanto riguarda invece l’ex collaboratrice parlamentare, Roberta,
«la cui retribuzione corrispondeva a criteri stabiliti dall’amministrazione della Camera,
devo dire che ha svolto un buon lavoro in anni intensi e complessi, sempre manifestandomi la volontà di voler far parte della mia squadra,
nonostante le difficoltà logistiche che doveva affrontare ogni settimana, venendo da Lodi, e che io stessa fin dall’inizio le avevo fatto presente».

Per questo, conclude l’ex presidente della Camera,
«sono rimasta stupita e dispiaciuta nel leggere quanto da lei dichiarato, visto il rapporto che si era sviluppato con lei».


La Lucarelli replica alla Boldrini

Le argomentazioni della Boldrini, però, non sembrano convincere la Lucarelli,
che infatti replica iniziando da Lilia, la collaboratrice domestica moldava:

«Il rapporto di lavoro con la colf è terminato 10 mesi fa.
Risulta dunque poco realistico che in tutto questo tempo non sia stato possibile contattare il commercialista del Caf
e che la ex collaboratrice domestica si sia dovuta rivolgere a un avvocato, sebbene la si stesse cercando da quasi un anno».



Non molto diverso il discorso sulla portaborse Roberta:

«È vero che gli accordi economici iniziali con lei erano quelli, ma è anche vero che la pandemia, la malattia del figlio
e, semplicemente, un po’ di empatia per una condizione di difficoltà economica di una lavoratrice madre di tre figli
avrebbero potuto comportare un adeguamento almeno per il rimborso delle spese», contesta la Lucarelli alla Boldrini.


E poi, fa notare la giornalista del Fatto,

«se è vero che gli accordi sullo stipendio erano quelli,
forse non era altrettanto chiaro fin dall’inizio che tra le mansioni richieste a una collaboratrice parlamentare
potessero esservi anche la prenotazione di parrucchieri e il ritiro abiti in lavanderia».


A questo punto, non è escluso che Donna Laura torni a farsi sentire.

D’altra parte, è in gioco «solo» la sua reputazione.
 
Da nessun TG. Da nessun giornalaio, avevate appreso che il "bulletto" era nord-africano, vero ?


Il 16enne nordafricano che l’altro ieri ha ridotto in fin di vita a coltellate la 26enne Marta Novello?

«Un bulletto», «un bravo ragazzo con alle spalle una vita molto difficile»,
«sicuramente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti». Una storia «inquietante».



Tutti minimizzano il gesto del nordafricano

Dal sindaco di Mogliano Veneto, teatro dell’atroce tentativo di omicidio, all’allenatore della squadra di calcio del giovane,
è tutto un affrettarsi a minimizzare, giustificare, ridurre la portata della tragedia.

E’ tutto uno scegliere minuziosamente i termini per smorzare i toni.

Intanto Marta lotta da due giorni tra la vita e la morte, con i polmoni squarciati dalla furia dell’adolescente.


Subito dopo l’aggressione, avvenuta lungo una pista ciclabile in mezzo alla campagna,
la ragazza è stata portata in elicottero in ospedale e sottoposta ad un delicato intervento chirurgico.

Le sue condizioni sono disperate.

Avrebbe potuto non arrivarci viva in sala operatoria,
se due operai appena smontati dal turno non fossero intervenuti a dividere i due che lottavano sul fondo di una roggia.

Lui che bestialmente infieriva sulla 26enne con un coltello da cucina,
lei ormai esangue senza più a forza di difendersi dai colpi.



La pista seguita dagli investigatori è quella della rapina.

Il 16enne nordafricano, incensurato, faceva parte di un gruppetto di giovani più volte identificati
e segnalati
dalla municipale per assembramento e violazione delle norme anti contagio.

I carabinieri lo hanno arrestato per tentato omicidio a scopo di rapina e tradotto nel carcere minorile di Treviso.


Ma il movente della rapina non convince del tutto gli investigatori e chi conosce Marta.

Innanzitutto, la ragazza stava praticando jogging e aveva con sé soltanto il cellulare.

Venti coltellate sembrano suggerire rancore più che la bramosia di impossessarsi di uno smartphone?

Alcune voci riportate dal Messaggero suggeriscono che Marta
potrebbe aver conosciuto il nordafricano durante il suo lavoro di mediatrice culturale.


«Non è stata una rapina. Li hanno visti camminare insieme per 200 metri. Forse lui l’ha seguita».



Anche il legale del ragazzo, Matteo Scussat, minimizza.

Lo descrive come «un adolescente come tanti altri».

I due hanno parlato dopo l’arresto.

«Oggi abbiamo parlato in modo sereno, ma non chiedetemi nulla di più».

Scussat ammette però che sulla vicenda vi sono «aspetti ancora poco chiari».


Il sindaco Bortolato non vuole credere al gesto premeditato.

Preferisce ipotizzare lo stato di alterazione mentale dovuto all’assunzione di qualche droga.

«Un ragazzino di neanche 16 anni che compie un atto del genere è assolutamente fuori da ogni schema.
L’unica cosa che ho ipotizzato è che per commettere un atto criminale del genere potesse essere sotto l’influenza di sostanze stupefacenti».
 
Marta, una ragazza 26enne di Mogliano Veneto lotta in ospedale tra la vita e la morte.
E' stata colpita con quindici coltellate da un 16enne, forse per una rapina degenerata, ma non si escludono altri motivi.


Gravissime le condizioni della ragazza accoltellata ieri da mentre era in bicicletta a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso.
A ridurla in fin di vita, con otto coltellate, un minorenne di nazionalità straniera.


A Mogliano Veneto, nel Trevigiano, un ragazzo in bicicletta ha aggredito una 26enne,
Marta Novello, che stava facendo jogging, colpendola con diverse coltellate.


In sella a una bici, un ragazzo di 17 anni si avvicina a una giovane di 26 anni
che stava facendo jogging a Marocco, la frazione di Mogliano Veneto fra Mestre e Treviso.
Poi la colpisce più volte con un coltello. I medici, arrivati sul posto, conteranno una ventina di fendenti.
 
Questo un articolo che non copre la realtà.

VENTI COLTELLATE a Marta Novello.

Si comincia a capire di più del profilo dell’aggressore minorenne.

E’ un bulletto, abbandonato appena nato dal padre nigeriano e cresciuto con madre italiana…
Una vita molto difficile… Gioca a pallone, “un bravo ragazzo” dice il suo allenatore.
Era sotto effetto di droghe… È tutto così commovente… È tutto così triste…


Adesso comincia la pantomima “del poverino ha avuto un’infanzia infelice”?!

A ME NON FA PENA e sinceramente ODIO questo atteggiamento
che cerca di evidenziare gli aspetti infelici della vita di un criminale
come per giustificarne il folle gesto!
Poverino una cippa!
Per me è un ASSASSINO!


Quante ragazze e ragazzi hanno avuto un’infanzia infelice ma non vanno in giro ad accoltellare il prossimo?

Quante ragazze e ragazzi hanno subìto violenze domestiche, hanno visto la povertà, hanno sofferto
ma sono persone che si impegnano nella vita o si comportano “semplicemente bene”?

Mah. Sono sconcertato.

Prego per MARTA e mi auguro possa farcela.

Ora si trova in terapia intensiva con un polmone perforato.

Il bulletto minorenne poverino deve marcire in carcere fino a quando avrà la barba lunga 1 metro!
 

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