PANNOLINI E POLITICI DOVREBBERO ESSERE CAMBIATI REGOLARMENTE E PER LO STESSO MOTIVO.

Un’indagine di opinione condotta recentemente da Rasmussen Reports
indica che il 52% degli americani, metà, ritiene che Joe Biden
non sia fisicamente e mentalmente in grado di svolgere il lavoro di presidente.



Questo segue un evento alla Casa Bianca dove Joe Biden,
nell’annunciare la nomina di due generali donna alla guida di due comandi inter-forza,
si è dimenticato il nome di Lloyd Austin segretario alla difesa e lo ha chiamato “il tizio che gestisce le cose da quelle parti”.


In un Executive Order pubblicato il 25 gennaio,
l’amministrazione Biden ha proibito il congedo e qualsiasi altra forma di discriminazione nelle forze armate statunitensi basandosi sull’identità di genere (gender identity).


Il segretario della difesa Lloyd Austin ha pubblicato un memorandum
in cui dichiara che fornirà gratuitamente gli interventi chirurgici
per il cambiamento di sesso come parte dell’assistenza medica offerta ai militari.


Il parlamentare repubblicano Jim Banks, veterano della guerra in Iraq
non contrario alla presenza di transgender nelle forze armate statunitensi, ha dichiarato:


“Il fatto che un’amministrazione presidenziale costringa i contribuenti
a pagare per le operazioni di cambiamento di sesso a beneficio di militari
rappresenta un territorio inesplorato e radicalizzato per un’amministrazione presidenziale”.

Sottolinea che si tratta di una misura di dubbia costituzionalità,
come confermato che neanche il Congresso ha approvato leggi in tal senso.


Il Pentagono ha pagato per il cambio di sesso di un soldato per la prima volta nel 2017
e tra il 2016 e il 2019 ha speso $ 8 milioni per il trattamento psicologico di 1,525 soldati transessuali.


Un caso eclatante di transessuale militare è stato quello di Chelsea Manning
arruolatosi come maschio con il nome di Bradley Edward Manning e in seguito diventata Chelsea Elizabeth Manning,
in parte a spese dello stato durante la sua detenzione nelle carceri militari per aver fatto trapelare nel 2010 e 2011
enormi quantità di materiale confidenziale di natura militare e non,
in cui documentava anche abusi commessi dalle forze armate statunitensi durante le guerre in Afghanistan e Iraq.


Critical Race Theory – la nuova teoria razziale americana

Le forze armate hanno anche ripreso l’addestramento sulla teoria di supremazia razziale
che l’amministrazione Trump aveva bloccato lo scorso settembre
seguendo una precedente dichiarazione di Russel Vought, direttore dell’Office of Management and Budget della Casa Bianca.


Vought aveva dichiarato che le agenzie della branca esecutiva del governo statunitense
avevano speso milioni di dollari dei contribuenti per
“addestrare i dipendenti governativi affinché credano a propaganda anti-americana e che ci divide”.


La Critical Race Theory (Teoria Razziale Critica) è un movimento attivista d’interpretazione della legge negli Stati Uniti
promosso in particolare da due avvocati e docenti universitari statunitensi, Richard Delgado e la moglie Jean Stefancic.

Il programma è nato presso la Harvard Law School a partire dalla fine degli Anni Settanta all’inizio degli Anni Novanta.


La Critical Race Theory dichiara che il razzismo è presente in ogni cosa e chiunque lo neghi dimostra di essere razzista.
Crea un razzismo sintetico, alimenta il risentimento nei confronti della propria nazione
e della propria religione di appartenenza grazie anche all’abbinamento diretto o indiretto con il filone gender.
Mira ad eliminare la libertà di parola e di religione espressa nel primo emendamento della costituzione americana
per sostituirlo con il 13mo emendamento che condanna la schiavitù.
Chiunque è un fervente difensore dei valori di una particolare fede è uno schiavo, secondo Delgado e la moglie.


L’Iran cerca attenzione nella trattativa per il nuovo “nuclear deal”

L’Iran ha mostrato sulla televisione di stato un video in cui mostra l’inaugurazione
di una nuova base navale missilistica sotterranea che si aggiunge a svariate “città dei missili” già annunciate in passato.

La base ospita missili balistici e da crociera (cruise) e l’annuncio serve come elemento di pressione
nei confronti di Washington per il rinegoziato del “nuclear deal” patto nucleare che era stato cancellato da Trump sostituendolo con una serie di sanzioni.


Le sanzioni, come ha notato Trump in un recente intervento, sono state tolte da Washington
prima di iniziare i nuovi negoziati il che pone l’Iran nella condizione d’incrementare costantemente la pressione al fine di ottenere una posizione negoziale più forte.


In generale, l’amministrazione Biden sembra proiettata a facilitare un rafforzamento dell’estremismo islamico.


Josh Hawley dichiara la prossima fine del New World Order

Josh Hawley: “Per dare un senso del tipo di visione che gli elettori hanno rifiutato,
il presidente Bush, nel 1990 tenne un discorso al Congresso dove parlò del Nuovo Ordine Mondiale.

Ne parlava nel contesto dell’Iraq, ma parlò ampiamente di un ‘Nuovo ordine globale liberale’
che naturalmente sarebbe stato capitanato dall’America, e che avrebbe coinvolto l’America
nel trasformare il resto del mondo in modo che le assomigliasse di più portandolo quindi a fondersi con l’America.

Non ci sarebbe più stato bisogno di confini e avremmo avuto un commercio libero.
Avremmo avuto una grande cooperazione multinazionale
e le multinazionali sarebbero state in grado di fare affari in qualsiasi nazione, e sarebbe stata una nuova era.

Da come sono andate le cose vediamo innanzitutto che la Russia e la Cina non hanno recepito il messaggio.

Inoltre quel Nuovo Ordine Mondiale non si è rivelato positivo per i lavoratori americani.

Non proteggeva i valori della classe media americana.

Di fatto ha indebolito lo stile di vita della classe media”.


La classe dominante è composta da un numero molto ristretto di persone
che provengono da un gruppo molto limitato di università
che condividono le stesse visioni e si oppongono al tradizionalismo delle comunità americane.

Sono anche quelli che guadagnano dall’integrazione globale.


Da quando gli Stati Uniti hanno firmato l’accordo NAFTA (North American Free Trade Agreement)
e da quando la Cina ha potuto entrare nella World Trade Organization,
gli americani hanno perso 5 milioni di posti di lavoro e 50.000 aziende manifatturiere statunitensi sono state chiuse.


Il disavanzo commerciale degli USA nei confronti del resto del mondo è sestuplicato.

In generale, i posti di lavoro si sono spostati in alcuni centri chiave, mentre il resto degli USA è stato sistematicamente impoverito.


L’Italia e il New World Order

Il ruolo dell’Italia nel Medio Oriente.
In origine la sigla E3 indicava le tre nazioni che hanno dato vita al progetto di progressiva unificazione europea: Germania, Francia e Italia.

I tre padri fondatori e pionieri sono:
Konrad Adenauer cancelliere tedesco dal 1949 al 1963,
Robert Schuman, primo ministro francese dal 1947 al 1948,
Alcide De Gasperi, primo ministro italiano dal 1945 al 1953.


Il primo atto ufficiale fu il trattato di Roma del 1957 con la formazione della Comunità Economica Europea.


Nel 2003 la sigla E3 ha cambiato significato.


L’Italia scompare per essere sostituita dalla Gran Bretagna
e il gruppo delle tre nazioni si dedica espressamente al negoziato per la limitazione del programma nucleare iraniano,
con l’Accordo di Parigi del 15 novembre 2004.

L’Italia si era ritirata per non esacerbare i rapporti con Washington
già compromessi dall’opposizione dell’Italia alla guerra in Iraq iniziata nel 2003,
nonostante Teheran premesse affinché l’Italia fosse presente.


Nel 2006 il gruppo si è allargato con l’aggiunta di Stati Uniti, Russia e Cina ed è diventato E3+3,
che corrisponde ai cinque membri permanenti delle Nazioni Unite più la Germania.

L’Italia ancora non era rappresentata.

I negoziati su un nuovo accordo per la limitazione del programma nucleare sono continuati fino al 2014
quando Matteo Renzi, allora primo ministro italiano, chiede di includere nella trattativa anche Federica Mogherini,
come alto rappresentante della Comunità Europea.

Il negoziato si concluse il 14 luglio 2015 con la firma del cosiddetto “Iran Nuclear Deal”,
fiore all’occhiello dell’amministrazione Obama che lo aveva concluso attraverso l’opera del Segretario di Stato John Kerry
che ora copre la posizione di Inviato per il Clima nell’amministrazione Biden.


Nel maggio del 2018, gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo unilateralmente
e hanno cominciato ad imporre sanzioni sull’Iran che l’Unione Europea ha ignorato
continuando i propri scambi commerciali con Teheran creando uno speciale strumento finanziario chiamato
Instrument in Support of Trade Exchanges (INSTEX) sito a Parigi
che scavalca il circuito bancario SWITF che è bloccato dalle sanzioni americane.

Gli sponsor originali dell’INSTEX sono Francia, Germania e Gran Bretagna.

Nel novembre del 2019 si sono unite anche Belgio, Danimarca, Olanda, Finlandia e Svezia.


La Russia ha indicato di non essere interessata a unirsi e ha creato circuiti propri.


La prima transazione ufficiale dell’INSTEX si è conclusa il 31 marzo 2020
per la fornitura di rifornimenti medici per l’epidemia COVID-19 esplosa in Iran.

Federica Mogherini ha dichiarato che le finalità dell’INSTEX sono di facilitare scambi commerciali legittimi con l’Iran.


Nel 2005, l’Italia era il terzo Paese al mondo per scambi commerciali con l’Iran.

Nel 2017 era la nazione che aveva la maggior parte di scambi con l’Iran all’interno dell’Unione Europea.

L’Iran è una destinazione importante per l’export industriale italiano, 1 miliardo di euro di macchinari e veicoli nel 2017,
come pure una fonte di energia importante sin dai tempi dell’ENI di Enrico Mattei.

I manufatti italiani sono una componente molto importante nella crescita industriale e infrastrutturale dell’Iran.


L’Italia dispone di un proprio veicolo finanziario per gestire gli scambi con l’Iran, denominato Invitalia,
che è stato congelato nella attesa di vedere come si risolvono i rapporti tra Iran, Stati Uniti e Unione Europea.

Gli Stati Uniti avevano già concesso un’esenzione all’Italia per l’approvvigionamento di petrolio dall’Iran, che tuttavia non è stata utilizzata.


Alcune aziende italiane hanno continuato ad operare in Iran, come Fincantieri, Ferrovie dello Stato e Ansaldo,
ma altre si sono fermate per non compromettere le proprie relazioni commerciali con gli USA.


L’Italia è quindi in una posizione ambigua.


Operazione Tempesta nel Deserto canto del cigno del Nuovo Ordine Mondiale

L’invasione del Kuwait il 1 agosto 1990 da parte dell’esercito iracheno
fu un a sorpresa per la maggior parte dei servizi segreti occidentali.

Dopo mesi di tentativi diplomatici, nel gennaio 1991 una coalizione di 35 nazioni
cominciò una serie di bombardamenti su obiettivi strategici.

Fecero ampio uso delle cosiddette bombe intelligenti così da contenere i danni alla popolazione civile

Il 24 febbraio 1991, dopo che la strada era stata spianata da una pioggia di bombe,
iniziò l’attacco terrestre che includeva anche divisioni corazzate siriane ed egiziane
e che si concluse in poco più di 100 ore con la totale espulsione degli iracheni e con un accordo di cessate il fuoco.


La coalizione aveva subito poche perdite e decise di non inseguire gli iracheni in rotta in territorio iracheno
perché erano convinti che il regime di Saddam sarebbe caduto per intervento interno, a seguito dell’umiliazione internazionale.

Comunque furono bombardate e distrutte tutte le strutture chiave del regime che erano sopravvissute ai bombardamenti preventivi.


La Tempesta del Deserto fu una dimostrazione di grande coordinamento multinazionale, con il benestare delle Nazioni Unite,
e di netta superiorità tecnologica dei sistemi bellici schierati in particolare dagli Stati Uniti.

Fu soprattutto una celebrazione della fine della Guerra Fredda visto che anche l’Unione Sovietica
aveva dato il suo benestare attraverso il suo presidente Michail Gorbaciov,
che sarebbe stato dimissionario proprio alla fine del 1991 con lo scioglimento dell’Unione Sovietica.

Già nel 1989, con la caduta del muro di Berlino, i rapporti tra Unione Sovietica e occidente erano cambiati.


Gli Stati Uniti erano l’unica superpotenza al mondo in quel momento,
e il progetto di New World Order, concepito in particolare da David Rockerfeller
con la partecipazione di altri banchieri europei e personaggi di Wall Street,
vedeva la nascita di un governo mondiale affidato alle Nazioni Unite e difeso dalla preponderante forza bellica statunitense.


Come sintetizzato da George Bush durante una riunione alle Nazioni Unite del 21 settembre 1992:
“Le nazioni dovrebbero formare ed addestrare unità militari delle Nazioni Unite da impiegare in possibili operazioni di mantenimento della pace”.


La formula dell’ordine imposto con la forza in un’area strategica del Medio Oriente
da cui dipendeva fortemente la valutazione del petrolio e quindi del dollaro,
entrambi interessi molto cari alla famiglia Rockerfeller, aveva raggiunto nella Guerra del Golfo del 1991 il suo apice massimo
che non sarebbe mai più stato ripetuto.

Era stato il trionfo del complesso militare-industriale-energetico statunitense,
finanziato dalla forza del petrodollaro, ma ne sarebbe anche stato il canto del cigno.


Troviamo una spiegazione di questa caduta nel manuale di guerra non convenzionale
Unrestricted Warfare (Guerra illimitata) scritto nel gennaio 1999 da Qiao Lang e Wang Xiangsui,
due colonnelli dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese a beneficio delle forze armate cinesi.


Il testo è stato in seguito adottato anche dai militari statunitensi e dalle forze armate di altri Paesi.


Qiao Lang e Wang Xiangsui spiegano che l’operazione Tempesta del Deserto ha segnato la fine di un’era.

Tutte le operazioni militari successive che hanno visto impegnati gli americani insieme alle Nazioni Unite,
come le campagne in Somalia, in Boznia-Herzegovina e i nuovi bombardamenti contro l’Iraq condotti da USA e Gran Bretagna nel 1998,
hanno dimostrato l’inefficacia di tale approccio.


L’inserimento di fattori politici, economici, culturali, diplomatici, etnici e religiosi,
che sono più complessi di quanto una pianificazione militare possa includere,
hanno fatto emergere le limitazioni dell’approccio bellico puro e semplice.


Nel 1999 anche la Russia si era completamente ritirata dal progetto New World Order
con l’arrivo sulla scena di Vladimir Putin nel 1999
e la Cina cominciava ad assumere un ruolo importante e sicuramente indipendente dalle Nazioni Unite.


La globalizzazione stava smontando gradualmente il progetto New World Order
togliendo agli USA e alle Nazioni Unite il ruolo di poliziotti e pacificatori del mondo,
e soprattutto il ruolo di controllori degli equilibri in Medio Oriente, cambiando anche il modo in cui si combattevano le guerre.


Rasmussen Poll: Half of US Sees Biden as Unfit to Be President


US Eyes Free Transgender Surgery for Military


Chelsea Manning - Wikipedia


How George H. W. Bush's affair cost him the 1992 election


EU three - Wikipedia


European Economic Community - Wikipedia


Joint Comprehensive Plan of Action - Wikipedia


Instrument in Support of Trade Exchanges - Wikipedia


Iran–Italy relations - Wikipedia


Josh Hawley: Bush's Globalist ‘New World Order’ Made the Elites Rich
 
Poverina. Andate a leggere sul suo curriculum dove ha preso la specialistica.
Come mai non l'ha fatta a casa sua ?


Guido Bertolaso, ospite di SkyTg24 per parlare della campagna vaccinale in Lombardia,
ha deciso di lasciare il collegamento con la giornalista Tonia Cartolano.

In un primo momento, l'ex capo della Protezione civile ha spiegato:
"Stiamo vaccinando 33mila persone al giorno,
stiamo aspettando le previsioni delle forniture dei vaccini,
ma a fine marzo saremo arrivati ben oltre le 50mila vaccinazioni al giorno,
l’11 aprile arriveremo a 90mila vaccinazioni al giorno
e alla fine del mese di aprile potremo vaccinare 130mila persone al giorno”.

E poi, replicando a chi accusa la Lombardia di essere in ritardo rispetto alle altre Regioni
sul numero di vaccini agli over 80, Bertolaso ha detto :

"Oggi siamo già sopra il 16% con le doppie dosi.
In Lombardia tutti gli anziani vaccinati nelle Rsa
non sono inseriti nell’elenco degli over 80 che abbiamo vaccinato
e quindi di fatto la Lombardia non ha indicato gli oltre 100mila anziani over 80 già vaccinati nelle Rsa
".


Il consulente per il piano vaccinale contro il Covid in Lombardia, però,
a un certo punto non ha gradito alcune affermazioni della giornalista in studio.

"Lei mi sta dicendo che entro la fine di marzo partono le vaccinazioni per i vulnerabili in Lombardia?",
ha chiesto la Cartolano.

Spazientito dalle annotazioni, Bertolaso ha risposto:

"Sono già iniziate quelle vaccinazioni nella Regione".

Ma la giornalista ha subito controbattuto:
"Dottore, io non ne ho trovata una. Ma verificheremo".


A quel punto, l'ex capo della Protezione civile ha perso la pazienza e, sbottando, ha detto:

"Criticare Bertolaso ormai è diventato uno sport, fate come volete".


"Ci conosciamo da troppo tempo, non è una critica. Le posso fare un'ultima domanda?", ha chiesto poi la giornalista.

Ma era ormai troppo tardi.....................
 
Oramai è diventata una moda fare polemica con la Lombardia,
forse il resto d'Italia ha dimenticato quante migliaia di persone
vengono a curarsi qui, altrimenti ci lascerebbero la ghirba nelle loro regioni.

Spero che i dirigenti lombardi in futuro ne tengano conto e li mandino a curarsi negli ospedali cariatidi della SX.

Poi oramai è assodato che LA7 e SKY sono TV di regime della SX specializzate a buttare fango,
visto che nulla di buono possono dire delle cariatidi di SX.
 
La polizia Usa ha identificato l’autore della strage in un supermercato del Colorado.

Si chiama Ahmad Al Aliwi Alissa, ha 21 anni, ed è un musulmano nato in Siria.

Sulla vicenda, in queste ore, anche in tv si è acceso il dibattito contro la propaganda dem.

In particolare, tra gli elettori repubblicani, sta spopolando il video del conduttore di Fox News Sean Hannity,
che ha denunciato l’ipocrisia e il razzismo contro i bianchi dei media liberal.

Un intervento che sembra adatto anche ai nostri media e alla sinistra italiana.

lg.php


Hannity ha chiamato in causa i media e gli esponenti politici dem.

"Hanno politicizzato la strade di lunedì, prima precipitandosi alla conclusione che era stata eseguita da un uomo bianco.
Poi, passando ad attaccare la legge sulle armi dopo che l’autore della strage era stato identificato come un musulmano nato in Siria”.


“Purtroppo – ha detto Hannity – molti a sinistra vogliono usare questo orribile evento per scopi politici.
Pochi minuti dopo la sparatoria, senza sapere nulla, molti sono tornati su Twitter, come al solito prevedibilmente sparando sentenze.
In un tweet ora cancellato, la nipote adulta del vicepresidente Kamala Harris ha twittato:

“Gli uomini bianchi violenti sono la più grande minaccia terroristica per il nostro paese!”

Un giornalista di Deadspin ha scritto:

“Sono davvero stanco che la vita delle persone dipenda se un uomo bianco con un AR-15 stia passando una buona giornata o no”.


Un redattore di USA Today ha risposto:
“È sempre un uomo bianco arrabbiato. Sempre.”

Potrei andare avanti e avanti con Tweet proprio come questo”, prosegue il giornalista della Fox.


“Ma ora che l’assassino è stato identificato, un musulmano nato in Siria,
la sinistra è semplicemente passata a un’altra tattica politica.
Ora l’isteria collettiva si è concentrata sul controllo delle armi."

"Chuck Schumer
(un senatore dem ndr) ha promesso di portare nuove restrizioni sul controllo delle armi al Senato.
Joe Biden, ora ha promesso di vietare i cosiddetti fucili d’assalto”.


Il giornalista annovera tra i protagonisti anche Barack Obama, che
“è intervenuto chiedendo nuovi divieti di armi. E, naturalmente, la folla dei media, si è accodata”.


Nessuno tra i giornalisti liberal si è più appassionato, invece,

all’identità dell’attentatore e alle motivazioni del gesto (i sospetti di fondamentalismo).


Più o meno come accade in Italia.
 
“Il lockdown,
magari intermittente,
magari con un’alternanza di maglie più larghe e periodi di controlli più stringenti,
durerà ben a più lungo di quanto crediate”.

E quanto crediamo, noi?

In realtà, gli italiani sono già abbastanza sfiduciati e smaliziati.

Ma, forse, confidano in una tregua estiva.

Non sarà come l’anno scorso, però cesseranno almeno gli arresti domiciliari.

Qualche ora d’aria.

È questa, in fondo, l’ennesima carota che ci stanno sventolando sotto al naso ministri, sottosegretari e virologi.

Come i carcerati nella clinica dimagrante di Fantozzi, torturati con le fragranze di varie leccornie.


Ma i disegni di chi comanda sono diversi:

“Guardateli: con la scusa dell’emergenza e dell’unità nazionale, si sono tutti accomodati al governo.
E anche chi non è in maggioranza, s’è ritagliato uno spazio politico che, in termini di consensi virtuali, sta portando dei frutti.
Che interesse possono avere, costoro, a tornare alla normalità?”.


In effetti, la crisi pandemica ha inopinatamente allargato il banchetto del potere:
aggiungi un posto a tavola, che c’è un partito in più.

Certo, prima o poi l’ammucchiata finirà.

E nel 2023, il capo dello Stato di turno non potrà proibirci di votare nel nome della profilassi.

Ma di qui al 2023, la strada è lunga.


E c’è pure un altro elemento, aggiungiamo noi, che concorre alla congiura del sequestro di persona: gli introiti di Big Pharma.

Fate due conti.

I potenziali clienti dell’immunizzante anti Covid sono circa 8 miliardi, cioè gli abitanti dell’intero pianeta.

E molti di loro, almeno in questa prima fase, dovrebbero ricevere due dosi.

Parliamo di un business che, solo quest’anno, può arrivare a 100 miliardi di dollari.

Per il 2021, Pfizer ha segnato a bilancio 15 miliardi di ricavi aggiuntivi.

Moderna ha messo in cascina contratti per 12 miliardi.

È ragionevole pensare che queste industrie, che fanno affidamento su un’ampia rete di legalissimi lobbisti,
non premeranno sui decisori politici, affinché prolunghino lo stato d’allerta,
convincendo le persone della necessità di continuare a vaccinarsi anche nei prossimi anni?


Perché arriveranno le varianti, o perché,
come spiega il documento dell’Iss citato ieri da Max Del Papa, forse i vaccini non bloccano la trasmissione del virus?


Qualche sera fa, da Bruno Vespa, lo accennava, nemmeno troppo timidamente, il nuovo ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini.


In fondo il lockdown, come le infrastrutture ai tempi di Mario Draghi, è ecosostenibile.


Per ottenere questo risultato, ovviamente, bisogna che la gente sia mantenuta in una perenne condizione di angoscia:

mai abbassare i toni, mai allentare il terrorismo mediatico.

L’emergenza dovrà proseguire pure a emergenza finita.



È evidente che, in Italia, sarà fatale il mix tra gli interessi economici in ballo e la debolezza della classe politica.


Da questo punto di vista,

Draghi sarebbe non il deus ex machina che sblocca l’impasse,

bensì il paravento per l’autoconservazione degli incapaci.
 
Chiudere a Pasqua per stare insieme subito dopo?

No, neanche stavolta.

L'orientamento del governo per il prossimo Dpcm, quello del 6 aprile, non è "aperturista", tutt'altro.

L'ipotesi più concreta anche in base ai dati epidemiologici è quella di una proroga della mappa delle restrizioni.



L'esecutivo di Mario Draghi, infatti, sta valutando se prolungare con un altro decreto legge le restrizioni in vigore fino a Pasqua.

Nessuna zona gialla, divieto di spostamento tra Regioni, zone rosse con 250 casi ogni 100mila abitanti.

E per quanto?

Un altro mese?

Non è ancora chiaro.

Forse l’11 o il 15 aprile, ma si pensa anche a estendere le misure per tutto il mese.


Il problema è tutto nei dati.

La curva dei contagi è stabile e non c'è quel calo che permetterebbe di allentare le misure.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza ha ribadito

"che decisioni su eventuali restrizioni o proroghe non ne sono state ancora prese
e comunque le decisioni per fasce di colore resteranno fino a settembre".

Ma l'orientamento, come detto, non è certo quello di aprire tutto o allentare le misure restrittive.


Ma quali regioni rischiano di restare a lungo in zona rossa?

Secondo gli ultimi dati Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento,
Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Puglia e Campania, a cui potrebbero aggiungersi Valle d’Aosta, Toscana e Calabria.

Aria di zona arancione per il Lazio in virtù dei 208 casi di Covid-19 ogni 100 mila abitanti,
quindi sotto quota 250, mentre l’indice Rt è di poco superiore a 1.


In ogni caso se ne parla venerdì, quando saranno diffuse le valutazioni della cabina di regia
del Comitato tecnico scientifico sui dati dell’Istituto superiore di sanità.


Allora vedremo a quanti andrà la colomba di traverso.
 
All'estero è rimasto ancora chi sa fare del sano umorismo.


Nuova notte di disordini a Bristol, dopo le violenze e le distruzioni del weekend:
150 manifestanti sono scesi in strada per contestare un disegno di legge che aumenterà i poteri della polizia britannica.

Epicentro della protesta il College Green, al centro della città, dove i partecipanti si sono radunati.

Alcuni, in particolare diverse ragazze, come mostrano le fotografie pubblicate sulla stampa britannica,
hanno affrontato nude gli agenti, braccia alzate e con i propri effetti personali a terra.



Ci sono stati momenti di tensione quando la polizia, con scudi e manganelli, ha cercato di disperdere il gruppo;
al termine delle tensioni, un gruppo di ribelli è stato arrestato per violazione delle restrizioni anti-Covid
e per occupazione non autorizzata dello spazio pubblico.


I vertici della polizia della città dell’Ovest dell’Inghilterra hanno riferito di sentirsi "sotto assedio"
da quando, domenica scorsa, sono cominciate violente proteste con lo slogan ’Kill The Bill’.

1616653434830.png
 
Ieri - cercando di medicina - mi sono impallato su questo sito. Medicina on line.
C'è di tutto. Dalla A alla Z. Ed un maschio adulto, con certi argomenti spiattellati in prima pagina, su cosa poteva cadere ?

Mi scuso se qualche ragazza proverà una certa sensazione di tensione leggendo quanto riporto sotto,
ma non c'è alcun interesse perverso. E' solo ed esclusivamente "pura cultura", alla quale qualcuno non è avvezzo.
Ed anch'io ho letto di un qualcosa su cui ero perfettamente ignorante.

Per Vs. opportuna conoscenza, il sito è stato visitato da 85.788.426 utenti.
L'articolo è chiaramente scritto da una dottoressa.

Mi scuso anche con la direzione.........però ho eliminato foto e video, puramente ed esclusivamente a valenza medica.


Il clitoride è l’organo dell’apparato genitale femminile più importante per il piacere della donna.

Simbolo dell’autonomia sessuale della donna, il clitoride resta un oggetto misterioso per gli uomini.

In generale la maggioranza delle donne raggiunge l’orgasmo nel giro d’alcuni minuti stimolando il clitoride autonomamente,
mentre se la stimolazione è fatta da un uomo non sempre si riesce a raggiungere risultati così soddisfacenti in così poco tempo,
sia perché non tutti gli uomini sanno precisamente come individuarlo con esattezza,
sia perché molto più frequentemente non sanno come stimolarlo e tendono ad essere troppo energici,
dimenticando che il clitoride è così sensibile che una stimolazione delicata spesso regala maggior piacere alla donna rispetto ad una stimolazione intensa,
che potrebbe essere addirittura fastidiosa.


Esattamente come un pene, anche il clitoride è un corpo erettile che possiede moltissime terminazioni nervose,
in quantità tripla rispetto all’organo maschile.

Anch’esso possiede un cappuccio e un glande tanto che appare letteralmente come un piccolo pene in miniatura e – quando stimolato –
aumenta in dimensioni e si inturgidisce in maniera similare all’organo sessuale maschile.

Il glande, coperto dal cappuccio, costituisce la parte visibile del clitoride e si trova tra le piccole labbra.

Mentre il glande misura soltanto 0,5 – 1 cm, la parte nascosta (interna e non visibile) del clitoride,
può misurare fino a 10 cm di lunghezza, e dai 3 ai 6 cm di larghezza.

Si divide in due lunghe radici che circondano i lati della vagina e da due corpi cavernosi più esterni:
il clitoride più che ad un “bottone” somiglia maggiormente ad una “Y”.


L’apparato genitale femminile viene diviso in due categorie:
l’apparato genitale femminile interno, che include vagina, cervice, utero, tube di Falloppio e ovaie,
e apparato genitale femminile esterno che comprende:


  • pube (anche chiamato “monte di Venere”);
  • clitoride (ricoperto dal prepuzio clitorideo);
  • grandi labbra;
  • piccole labbra;
  • orifizio uretrale;
  • imene;
  • orifizio vaginale;
  • perineo.

Nello specifico il clitoride si trova all’intersezione e al vertice delle piccole labbra, protetto dalle grandi labbra.

Non tutti i clitoridi hanno le stesse dimensioni, quindi è probabile che ci siano variazioni millimetriche di posizione,
che portano il clitoride più all’esterno o più all’interno rispetto a piccole e grandi labbra.


Fin dalla più tenera età, accarezzando questo piccolo organo,
la donna scopre la dimensione erotica del proprio corpo.

L’approccio femminile al clitoride è in maniera del tutto naturale più delicato e intuitivo.

Nella stimolazione del clitoride, ci lasciamo guidare da quello che il piacere stesso ci comunica.

Per un uomo le cose sono molto più complesse e il rischio è che il nostro partner scambi il clitoride per un punchball o per un tasto di accensione.

La stimolazione del clitoride deve seguire dei movimenti delicati che ne rispettino la sensibilità.

Si può stimolare il clitoride con piccoli movimenti circolari che ruotano attorno al glande
o movimenti lungo il corpo visibile del clitoride, nella parte superiore all’incrocio tra le grandi labbra.

Molto spesso alle donne non piace che venga toccato direttamente il glande del clitoride proprio per la sua grande sensibilità,
la cui stimolazione diretta può provocare in certi casi anche un fastidio.

Le dita, le labbra, la lingua, tutto è permesso all’uomo.

Tuttavia, la lingua sembra essere il migliore mezzo per stimolare il clitoride,
forse per la sua morbidezza o forse per la forza differente che ha rispetto alle dita.

Molte donne, infatti, raggiungono più facilmente l’orgasmo attraverso il cunnilingus.

Il clitoride può essere stimolato anche diversamente: può essere stimolato nella sua parte superiore, facendo pressione sul pube,
oppure accarezzando i due lati della vagina dove si trovano le radici del clitoride, dando vita ad un inaspettato piacere.

Molti sex toys sono creati proprio per stimolare il clitoride.


La maggior parte delle donne è “clitoridea” e raggiunge facilmente l’orgasmo stimolando questo organo.

In qualsiasi caso, se si raggiunge l’orgasmo è perché il clitoride è stato stimolato, sia direttamente,
sia attraverso la parete della vagina, grazie alle posizioni assunte durante un rapporto sessuale.

Anche nelle donne che si definiscono “vaginali”, la metà riconosce di ricorrere ad una stimolazione clitoridea per raggiungere l’orgasmo.

Invece, l’orgasmo clitoride coinvolge sempre anche la vagina, che si contrae in modo involontario e ritmico.

Insomma, il punto G della donna, che dovrebbe risiedere nella parte alta interna della vagina, verso il monte di Venere,
pare essere ancora un miraggio per alcune, che fortunatamente hanno sempre e comunque il supporto del clitoride.


Ad ogni modo le posizioni migliori per stimolare il clitoride sono quelle del “missionario
e quella con la donna sopra, volgarmente chiamata “a smorzacandela“, ma non solo:
in pratica qualsiasi posizione sessuale che comporti lo sfregamento ripetuto del pube femminile con il pube
(o qualsiasi altra parte del corpo) maschile, va a stimolare il clitoride.


Nel 19° secolo, il clitoride era definito dagli scienziati come un “organo inutile”.

La vagina aveva un’innegabile priorità sul clitoride, invece demonizzato.

Negli anni ’30, in Europa e negli Stati Uniti, si diffuse la pratica dell’escissione (mutilazione dei genitali femminili),
sia per impedire la masturbazione, sia perché si sospettava che il clitoride fosse la causa di malattie come l’isteria o l’epilessia.

Ancora oggi nel mondo 150 milioni di donne sono vittime di questo tipo di pratiche, soprattutto nei paesi africani.



Lo Staff di Medicina OnLine
 
L’aumento percentuale del numero degli anziani nella popolazione
ha portato con sé una serie di conseguenze non soltanto d’ordine pratico,
ma anche psicologico e antropologico.

La senescenza, che biologicamente è ritenuta contraria alle leggi della selezione della specie,
ha storicamente assunto un ruolo importante nella natura sociale dell’uomo,
tuttavia la maggior diffusione di soggetti che raggiungono l’età avanzata
ha “svalutato” per cosi dire la figura del “vecchio come sapiente”, cioè di un individuo che
– avendo vissuto più degli altri diverse situazioni e problematiche – era visto come depositario raro e prezioso
della conoscenza e della memoria del gruppo sociale.

Mentre la lenta evoluzione culturale tipica della società preindustriale (rurale e pastorale)
poneva il vecchio, sapiente e, spesso, padrone, in una posizione privilegiata,
il radicale cambiamento avvenuto nelle società avanzate ed industrializzate ha sovvertito il precedente ordinamento gerarchico;
a tali nuove regole non sono sfuggite neanche le civiltà contadine
(persiste ancora in isole culturali in estinzione – ma parzialmente segregate – come i nomadi tuaregh o i Dogon del Mali
e nelle società impostate su un’etica religiosa come i paesi arabi).

La presenza di una rapidissima evoluzione e poco graduale della società non permette ad un individuo,
in cui la recezione ed elaborazione dei dati procede più lentamente degli altri, un adattamento progressivo ed adeguato.

L’acquisizione di tecniche e la proposizione del modello capitalistico fanno si che
il fuoco dell’attenzione sia centrato maggiormente verso il futuro più che sul passato
,
ponendo sulla scena come primo attore il personaggio giovane e rampante, ricco di idee nuove,
e non certo quello dell’anziano saggio e depositario di verità che vengono viste come arcaiche ed antiquate
.


La condizione di anziano, cui non compete più il ruolo di pater familias all’interno del gruppo familiare, né di saggio nella società,
è ulteriormente aggravata dalla maggiore brevità dei cicli culturali rispetto ai cicli vitali
(attualmente circa ogni 5-10 anni avvengono modificazioni scientifiche e tecnologiche in grado di apportare importanti cambiamenti nella realtà culturale e sociale).

Nonostante il fatto che l’asticella della senescenza si sia fortemente spostata più in là negli anni,
anche grazie alla sempre maggiore aspettativa di vita (che in italia ha superato gli 84 anni per le donne),
l’anziano si ritrova quindi in una posizione sociale progressivamente sempre più svantaggiata.


Se il fine dell’individuo è padroneggiare se stesso e l’ambiente per trarre profitto dall’ambiente stesso
(ciò non solo in termini di mero benessere materiale ma anche di soddisfacimento di scelte psicologiche),
la vecchiaia si presenta come diminuzione della capacità di successo.

In una società tecnocratica non è più utile la conoscenza della tradizione quanto l’aggiornamento, non più l’anziano saggio ma il giovane rampante.

In un ambiente a così elevato turnover di informazioni e di modelli di vita è balzato alla ribalta,
ovviamente il problema psicologico dell’identità personale, attualmente molto studiato in ambito psichiatrico
per quanto riguarda le patologie dell’adolescenza, ma rilevante, per ovvi motivi anche nell’anziano
per cui tale problematica andrebbe approfondita anche nella popolazione anziana seppur in altro senso e con altre prospettive,
per una più efficace possibilità di intervento.

La vecchiaia può risultare, così, l’età del disadattamento, sia per fattori legati alla fisicità dell’individuo
(diminuzione delle capacità fisiche e mentali) sia per fattori legati all’ambiente
(ed in particolare alle scarse o assenti aspettative che normalmente si hanno nei confronti della vecchiaia).

La terza età è sicuramente un momento critico nella vita dell’uomo, in cui l’evoluzione può dirigersi verso la maturità dell’esperienza,
oppure tramutarsi in tragedia dolorosa, in cui il rischio è quello di una sofferenza cupa che assume le forme della depressione involutiva,
se non giunge fino al suicidio attivo o al lasciarsi passivamente finire.

L’indirizzare la propria vecchiaia verso una delle due vie prospettate dipende da diversi fattori
di cui sicuramente rilevante è l’attuazione progressiva dell’anticipazione di sé nella condizione attesa.

Cosi se l’individuo ha orientato le sue scelte verso una senescenza supportata unicamente dal dovere-riconoscenza degli altri
andrà incontro con facilità a problemi connessi con l’invalidazione di tali aspettative
(allontanamento dei figli, separazione dal contesto lavorativo, perdita del ruolo, oblio sociale…).


L’orientamento delle scelte verso una revisione dell’interazione con l’ambiente esterno parallelamente alla propria evoluzione personale porterà,
molto probabilmente, ad un positivo adattamento personale e sociale (conservazione del ruolo sociale, rapporti affettivi e di amicizia intensi, attività compensatorie al lavoro…) .

Un approccio statistico-epidemiologico a tale problema ha spinto alla ricerca dei fattori responsabili di un “invecchiamento di successo”
ed in particolare dei fattori che influenzano lo stato di salute e l’integrità funzionale dell’individuo anziano.

Riportiamo a titolo di esempio la ricerca di Guralnik et al. (1989) dove emergono, come elementi rilevanti,
l’assenza di patologie organiche come ipertensione, cardiopatie, angina, broncopneumopatie, diabete, artrosi e artrite
nonché l’essere normopeso, non fumatore, non consumatore/moderato consumatore di alcool, coniugato e con reddito elevato.

Le due ipotesi, psicologica la prima e socio logica la seconda, non sono, a nostro avviso, contrastanti tra di loro
se si considera che i fattori riportati da Guralnik sono in pratica dei comportamenti adattativi adeguati
finalizzati al controllo (coping) dello stress sulla base dell’utilizzo delle proprie potenzialità psicologiche.


La vecchiaia viene costruita dall’individuo stesso ma ciò non esclude la possibilità che la società, e noi stessi – come uomini e come medici –
possiamo contribuire a favorire lo sviluppo di una senescenza serena.

Basti pensare a come possiamo intervenire sull’isolamento psichico dell’anziano, presente non solo nell’anziano che vive da solo in casa,
ma – forse più frequentemente – anche nell’anziano costretto a vivere insieme ad altri coetanei in un ambiente istituzionale.

E' intuibile come generalmente l’istituzionalizzazione di un demente – ma anche del vecchio non autonomo –
sia connessa allo stress psicologico, allo scoraggiamento, all’isolamento di chi lo assiste piuttosto che alla gravità della malattia;
allo stesso modo la difficoltà nel rapporto da parte del personale sanitario, con il vecchio istituzionalizzato deriva da fattori analoghi.

Solo di recente si sono sviluppati programmi di training finalizzati a ridurre lo stress psicologico
ed a migliorare le capacità di coping delle persone che assistono (caregivers) il paziente anziano e/o demente;
ma l’accento, purtroppo, viene posto sempre sulla famiglia o, al limite, sulla società, escludendo il medico
– o forse è il medico che si esclude - preferendo non affrontare il tema angosciante dell’ineluttabile procedere verso la morte dell’essere umano.


Concludiamo con una citazione che a noi appare molto significativa:


“…una psicopedagogia della vecchiaia è possibile solo dentro culture che attribuiscono alla vecchiaia un significato positivo” (Rapisarda, 1983).
 
I pazienti contagiati dal coronavirus 2019-nCoV (il coronavirus “cinese”)
dopo il contagio ed un periodo di incubazione di 14 giorni,
avvertono in genere sintomi e segni iniziali simili a quelli di una influenza, tra cui:
  • malessere generale (oltre il 95% dei casi);
  • febbre (in oltre il 90% dei casi). La febbre è generalmente alta, sopra i 38° e tende ad essere maggiormente alta la notte;
  • tosse secca (oltre l’80% dei casi);
  • stanchezza (circa il 70% dei casi);
  • dispnea, cioè sensazione di respirazione difficile (circa 25% dei casi).

Altri possibili sintomi iniziali sono:

Dall’esame del sangue può evidenziarsi leucopenia (carenza di globuli bianchi)
e linfocitopenia (carenza di linfociti), oltre ad un aumento della VES (velocità di eritrosedimentazione).


Nelle fasi più tardive e nei casi più gravi, possono verificarsi:

Non tutti i pazienti necessariamente vanno incontro a sintomi e segni gravi, ma solo quelli più a rischio.

I soggetti maggiormente a rischio e dove si registra una mortalità più alta, sono:
  • anziani (specie sopra gli 80 anni di età: i deceduti hanno un’età media di circa 81 anni);
  • soggetti già debilitati per altre malattie, in particolare respiratorie e cardiache (i deceduti avevano mediamente altre 3 patologie circa);
  • sesso maschile (circa 7 deceduti su 10 sono uomini);
  • soggetti con sistema immunitario compromesso (ad esempio con AIDS).

Ad alto rischio sono inoltre le donne incinte ed i bambini con immunodeficienza congenita e/o con altre patologie.


L’infezione presenta un periodo di incubazione prima dell’insorgenza dei sintomi
che si stima essere mediamente di 14 giorni
(in realtà questo dato è attualmente non del tutto certo, visto che l’incubazione potrebbe oscillare addirittura tra 2 giorni e 3 settimane)
,
il che significa che – dopo essere stati contagiati – passano mediamente due settimane prima che i sintomi e segni si manifestino.

In queste due settimane il paziente sta apparentemente bene (è “asintomatico“),
non sa di essere stato contagiato e può trasmettere l’infezione ad altre persone
.

La presenza del virus è evidenziata da un semplice tampone faringeo.

Visto che il periodo di incubazione è mediamente di 14 giorni, se siete entrati in contatto con una persona infetta o potenzialmente infetta,
una volta superato questo periodo, se non si sono verificati i sintomi,
potete in teoria essere certi di non essere stati contagiati;
dico “in teoria” perché – come abbiamo visto – il periodo di incubazione potrebbe essere in realtà più lungo di 14 giorni
.


Gli antibiotici sono inutili.


Per limitare il contagio è necessario evitare il luoghi affollati, non spostarsi a lunghe distanze
ed è possibile usare maschere a tre strati.

Per una protezione ancora maggiore, possono essere usate mascherine FFP2 con efficienza filtrante del 92% e valvola.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto