PREFERIREI MORIRE DI PASSIONE CHE DI NOIA.

Il M5s continua a perdere pezzi.
Questa volta a lasciare la casa pentastellata, non per sua volontà, è il deputato Marco Rizzone.

L’esponente grillino, infatti, è stato espulso dal Movimento il 14 settembre 2020.

La breve comunicazione appare come post scriptum a un post in apertura del Blog delle Stelle .

Rizzone era stato protagonista della controversa vicenda dei parlamentari
che hanno ricevuto il bonus Covid da 600 euro destinato a partite Iva, lavoratori autonomi e professionisti
durante il periodo di emergenza sanitaria.

Il deputato aveva fatto richiesta dei 600 euro messi in campo dal governo e aveva incassato il contributo previsto per il periodo del lockdown.

Lo scorso 13 agosto, però, l’esponente pentastellato era stato richiamato nella nota con la quale il capo politico M5s, Vito Crimi,
informava di avere "deferito il deputato al collegio dei Probiviri chiedendone la sospensione immediata e massima severità nella sanzione".

Il deputato coinvolto nella vicenda si era giustificato sostenendo che il decreto che ha istituito il bonus era "scritto palesemente male"
e che la sua era stata una leggerezza fatta in buona fede e non per arricchirsi in quanto già si era tagliato di 40mila euro lo stipendio da parlamentare.

"Pur non avendo materialmente richiesto io quanto previsto dalla legge per la mia categoria di partita Iva
non incolperò (come hanno fatto altri) il mio commercialista dicendo che in automatico, sulla scia di altri assistiti,
ha inoltrato la richiesta anche per me", aveva spiegato Rizzone.

Quest’ultimo ne aveva riconosciuta "l'inopportunità e, consapevole che in ogni caso la responsabilità ultima è solo mia,
sono pronto ad assumermela tutta e fino in fondo, come ho sempre fatto.
Però ora vi assicuro che pretenderò che si vada fino in fondo su una serie di altre ‘questioni morali' anche più serie di questa ‘leggerezza'
e che forse sarebbe il caso di affrontare nel rispetto di chi ci ha eletti
(e chi mi conosce sa che non demordo)".

Il grillino aveva aggiunto che :


"per come hanno raccontato la vicenda sembra quasi che io abbia tolto i soldi a chi era in difficoltà,

ma se ci pensate bene i soldi del bonus alla fine sono euro uguali a quelli del bonus per ristrutturare casa o a quelli per rottamare l’auto.

Volete farmi credere che nessuno dei 'moralizzatori' abbia mai usufruito di questi soldi dello Stato

perché in fondo guadagnava già abbastanza e bastava la spinta ambientalista?

Quanti altri soldi ci hanno fatto perdere quegli stessi politici che ora mi attaccano con la loro incompetenza?".
 
Lo so che la VERITA' dà fastidio a molti.
Ma la VERITA' di questo caso è proprio quella.

IMMIGRATO CLANDESTINO
CON 3 DECRETI DI ESPULSIONE MAI ESEGUITI
NON ESISTE AGLI ATTI UN DOCUMENTO CHE CERTIFICHI LO SQUILIBRIO MENTALE
VIOLENTO - CON PRECEDENTI PER FURTO E RAPINA

Guai se qualcuno si azzarda a esprimere la propria opinione
e prova a raccontare con chiarezza l'orrenda vicenda che ha portato alla morte di don Roberto Malgesini.


Ancora peggio se a farlo è un giornalista.

Il "prete degli ultimi" è stato ucciso a coltellate nella mattina di martedì 15 settembre da un 30enne tunisino che,
stando alla versione fornita da alcuni volontari, soffriva di "forti sbalzi d'umore".


Alcune fonti della Questura hanno spiegato che sull'omicida - con precedenti per furto e rapina
ed arrivato in Italia nel 1993 per sposarsi con un'italiana tre anni dopo - penderebbe un provvedimento di espulsione datato 8 aprile.


Dopo un servizio sul delitto di Como Andrea Romoli si è permesso di scrivere su Facebook
un post mediante cui ha espresso il proprio pensiero in merito al caso:

"L'omicida è un immigrato clandestino violento e mafioso.

Gli immigrazionisti che sui media e la rete cercano, come al solito, di derubricare l'ennesimo atto di violenza

da parte dei migranti come atto di follia devono farsene una ragione. Siamo in pericolo, tutti".



Ma ecco che un fautore del politicamente corretto è subito intervenuto per provare a zittirlo:

"È solo uno squilibrato. Che sia immigrato, clandestino, rosso o verde è un problema tuo e di chi la pensa come te".

Il giornalista del Tg2 ha la colpa di non essersi piegato al dogma perbenista.

E dopo un continuo botta e risposta ha perso la pazienza e si è lasciato andare a un durissimo sfogo:


"Non è stato ucciso da uno squilibrato, ma da un ca*** di immigrato clandestino con decreto di espulsione non eseguito,
che grazie agli immigrazionisti e ai buonisti vari era ancora in giro".


Immediatamente si sono alzati i forconi e le grida:
come si può tollerare che in Rai ci sia un giornalista che sostiene che gli immigrati violenti e irregolari debbano essere rimandati a casa loro?

Effettivamente c'è chi ha colto immediatamente l'occasione per annunciare battaglia.


Tra questi vi è Davide Faraone.

Una tesi dura da digerire, vero?


Ecco perché il capogruppo di Italia Viva in Senato ha annunciato:

"Non ho il minimo dubbio che su queste affermazioni gravi deciderà la Commissione di Vigilanza Rai a cui, nel momento esatto in cui clicco su questo post, mi rivolgerò".
 
Ma succede anche questo. Senza parole.....ma di che partito sarà mai ? ..........ahahahahah

Pozzuoli (Na) –

“Ho disposto la chiusura per sette giorni del cimitero comunale, dove presta servizio un lavoratore socialmente utile risultato positivo al covid-19.
Il provvedimento si è reso necessario in attesa che sia ricostruita la catena dei contatti avuti dal contagiato e per permettere un intervento di sanificazione dell’area cimiteriale”.

È quanto fa sapere alla cittadinanza tramite Facebook Vincenzo Figliolia, sindaco di Pozzuoli.


"Apprendiamo con timore e una certa dose di perplessità della chiusura del cimitero di Pozzuoli causa Covid.

Timore perché dubitiamo che la situazione igienico sanitaria derivante dal mancato seppellimento sia migliore di quella attuale.

Perplessità perché operazioni di sanificazione in un'area aperta non capiamo che senso possano avere."



"Chiediamo immediatamente un incontro insieme agli altri operatori del comparto funebre col sindaco Figliolia
per avere chiarimenti in merito alla chiusura e alle operazioni cimiteriali consentite, visto che le poche parole della nota stampa sono fumose e poco chiare,
e per mettere a disposizione le nostre competenze per risolvere questa brutta situazione nel minor tempo possibile".
 
I diktat della Von Der Leyen nel suo “Stato dell’Unione” vengono a precorrere un futuro veramente triste e, francamente, intriso di una profonda malvagità.


Dal punto di vista etico e famigliare si afferma il motto “Love is Love”, equivalente distruttivo del “Business is Business” o “à la guerre comme à la guerre”,

per cui tutto è eticamente permesso purchè sia “amore” e , soprattutto venga a distruggere ogni possibile legame istituzionale e familiare.


Inoltre la quasi cancelliera europea impone questo diktat ai paesi europei con la forza e violentando i diritti familiari dei singoli stati.


Quindi il cantico del Green Deal dell’economia verde, che comunque è, anzi lo è sempre di più, un’economia ipercapitalista di pochi ricchi contro molti poveri.


Poi l’accenno alle paghe minime: mentre per la Costituzione il lavoro è una questione anche, se non prima di tutto,

di dignità della persona, al contrario per l’Unione è solo una merce.


Ecco allora il discorso dei salari minimi, che non sono altro che la porta per arrivare al taglio ed all’abbassamento dei salati collettivi.


 
Iniziano a vedersi le prime previsioni di come, o quanto, l’economia si riprenderà
dopo la marea economicamente ed umanamente distruttiva causata dall’epidemia.


Secondo l’OSCE la ripresa economica sta lentamente iniziando, ma con un tasso molto basso,

senza nessun rimbalzo a V, ma un po’ a L, e, soprattutto, a fine 2021 avremo un gap nel PIL mondiale

rispetto a quello che si prevedeva ante covid-19 per 7000 miliardi di dollari.



oecd-outlook_0.png




La capo economista della banca Mondiale, Carmen Reinhart, durante una conferenza a Madrid, ha dipinto un quadro anche più fosco della situazione:


Probabilmente ci sarà un rapido rimbalzo poiché tutte le misure di restrizione legate ai lockdown verranno revocate,
ma un recupero completo richiederà fino a cinque anni
“,


Le banche centrali hanno cercato di fornire liquidità per evitare di colpire più famiglie.


Ma per quanto le banche centrali danno sostegno,

ci sono aziende che non torneranno attive,

ci sono ristoranti chiusi o negozi che non riapriranno,

ci sono persone che impiegheranno molto tempo tempo per trovare un lavoro,

ci sono compagnie aeree o hotel che non sopravviveranno a lungo senza la normale mobilità.

Ci saranno molti fallimenti.

Se consideriamo i dati delle agenzie di rating, S&P, Moody’s, Fitch,
l’importo della riduzione in termini di qualità del credito dall’inizio dell’anno, sia a livello aziendale che sovrano, è stata da record.

E nemmeno le banche centrali sono onnipotenti: non importa quanto sostegno al credito viene dato,
a un certo punto dobbiamo affrontare il deterioramento del sistema finanziario, e questa non è una critica:
è inevitabile a causa del profondo calo dell’economia.

In queste condizioni, dobbiamo pensare a tagli che consentano nuovi crediti per la ripresa
“.




Naturalmente, essendo la World Bank, la soluzione è sempre nei tagli, anche se questi vengono a azzoppare, non ad accelerare, la ripresa stessa.


Purtroppo Keynes è uscito da queste istituzioni da molto tempo.


Ciò detto comunque resta l’ennesimo colpo alle parole inneggianti alla “Pronta ripresa” del suonatore di chitarra ahinoi arrivato a guidare il MEF:

Non ci sarà nessuna ripresa a breve, e tutto quello che dice il governo è solo un insieme di fandonie e di illusioni.


Speriamo che gli italiani, nonostante i media, se ne rendano ben conto nelle prossime votazioni.
 
Non fatemi scrivere delle cose delle quali potrei pentirmi. Gonne corte, oggi ????????

Ma se questi avessero frequentato la scuola dal '64 in avanti, gli venivano le convulsioni.

Anni ruggenti, quelli. Le mini erano ....ascellari ahahahahah

Però ieri ho incontrato una signora - max 30 anni - - in gravidanza oltre tutto - con un mini-abitino bianco che non Vi dico ........


Tutto inizia il 14 settembre, giorno di riapertura del liceo.

“Il primo giorno di scuola la vicepreside, entrando in classe per dare delle comunicazioni,
ha poi chiamato fuori una mia compagna, che quel giorno indossava una gonna –racconta Chiara (il nome è di fantasia, ndr),
una ragazza della classe VB scientifico al taccuino di La Repubblica –. Le ha detto che non era il caso di vestirsi in quel modo,
che era provocante, che a qualche professore poteva 'cadere l’occhio’.

E a quanto abbiamo saputo la stessa frase è stata detta anche ad altre studentesse”.

La ragazza precisa che quello portato dall'amica non era un indumento succinto, ma

“una gonna normale, morbida. E che comunque, a prescindere da tutto, era il suo modo di esprimersi”.


A differenza degli altri anni, gli studenti del Socrate non hanno un banco dove appoggiarsi.

Il problema è che, come spiega il preside, Carlo Firmani, i monoposto con rotelle ordinati attraverso il maxi bando di Arcuri non sono ancora arrivati,
e per garantire il distanziamento evitando l'obbligo di mascherina per l'intera durata delle lezioni, si è deciso di eliminare i banchi ''vecchio stile''.

Una scelta che sta creando tensioni nell'istituto, e a quanto riportano le alunne, sembra esporle a “troppa attenzione da parte dei professori maschi”.

Fatto sta che alle ragazze la sortita della vicepreside - posto che sia confermata - non è affatto piaciuta e così hanno avviato un tam tam social:

"Domani tutte in gonna''.

E così è stato.

“Ieri quasi tutte le alunne si sono presentate in gonna, abbiamo anche affisso cartelli di denuncia contro il sessismo per i corridoi,
è stato emozionante – continua Chiara –.La scuola è un luogo che dovrebbe proteggere e tutelarci”.

Ma la protesta non si ferma.

“Abbiamo intenzione di scrivere una lettera al preside – conclude la ragazza -Non esiste sentirci dire da una vicepreside
che non dobbiamo vestirci in un determinato modo: così non ci sentiamo protette”.


“Personalmente non ne so nulla - dice il preside Carlo Firmani a La Repubblica - ma su una cosa posso garantire personalmente: il Socrate fa della libera espressione un punto fermo”.

Il preside ammette di non essersi nemmeno accorto che ieri tutte le sue alunne erano in gonna.

“Per me è ovvio che tutte e tutti possono vestirsi come vogliono, gli unici limiti sono la Costituzione, il codice penale, e naturalmente un po' di buon senso.
Di certo non abbiamo un dress code né ci verrebbe mai in mente di imporlo. Ma avvierò subito delle verifiche, non oso pensare che una persona sia tanto ingenua
e così poco attenta da esprimersi in un modo del genere. Le opinioni personali vanno bene, ma si parla di opinioni soggettive e tali devono restare, se si passa alla censura è un problema”.
 
E qui cadiamo nel paradosso opposto .............

Era l’8 giugno dello scorso anno quando un signore romeno di 63 anni, alzò la voce e le mani contro la propria compagna, una connazionale di 43 anni.


Ma non solo: l’uomo le puntò un coltello al volto, la minacciò e ne abusò sessualmente,
sequestrandola all’interno di una roulotte per l’intera nottata, a Vimercate.

L’incubo per la donna termina all’alba, quando i carabinieri – allertati dalla figlia – arrivano sul posto, arrestando il violento stupratore.

Giunti all’interno della roulotte, i militari trovarono la 43enne in stato di choc e con il corpo cosparso di lividi ed ecchimosi;
soccorsa e portata in ospedale, i medici confermarono le violenze sessuali, oltre a una fattura al palato.

È lo stupro di Vimercate, di cui si è tanto parlato e scritto all’epoca dei fatti.

Per l’orrore commesso il 63enne fu condannato dal Tribunale di Monza a scontare una pena di cinque anni di galera
nel penitenziario cittadino per i reati commessi di maltrattamenti, sequestro di persona e violenze sessuale.


Oggi, a poco più di un anno di distanza dai fatti, i giudici della Corte di Appello di Milano hanno deciso a sorpresa
di ridurre la condanna allo stupratore romeno responsabili di tali violenze.


In sostanza, le toghe meneghine della Corte di Appello hanno considerato eccessivi i sessanta mesi di galera,
riducendoli a cinquantadue, con uno sconto sulla pena di ben otto mesi.

Perché?

Secondo i giudici milanesi l'uomo era esasperato dalla condotta eccessivamente disinvolta della donna.

Nel verdetto, infatti, come riportato dal Corriere della Sera, si legge di una "contesto familiare degradato e caratterizzato da anomalie quali le relazioni della donna con altri uomini".


Il Corsera, dunque, riporta anche l’estratto di un documento della difesa che – sulla base della condotta dell’uomo in cella – presenta l’imputato come un

"soggetto mite e forse esasperato dalla condotta troppo disinvolta della convivente, che aveva passivamente subìto sino a quel momento
[…] Se certo non attenua la responsabilità è tuttavia indice di una più scarsa intensità del dolo, e della condizione di degrado in cui viveva la coppia".


E così, sostenendo una "eccessività del trattamento sanzionatorio", le toghe hanno scelto di ridurne la permanenza in prigione.
 
Il puntino arancione in alto a destra dello schermo
segnala se videocamera o microfono vengono utilizzati da un'applicazione

1600448763062.png
 
I virus c'è. Io non lo metto in dubbio.
Ma questo strazio di comunicati che incutono solo il terrore nella popolazione.

1900 e passa nuovi casi positivi.......ma dite quanti sono i "veri" casi di malati con virus
e quanti sono gli asintomatici e pausintomatici e tutto il resto.........e basta.

Guardo la lombardia.

1600453484384.png


perchè non dire che fra i 224 positivi ce ne sono tot veramente malati e poi ci sono quei 4/5.000 milioni di abitanti
- che vengono scoperti casulamente perchè fanno un tampone - che con il virus sono entrati in contatto nei mesi scorsi
- più o meno marginalmente - ed ai quali non ha dato problemi.

Se su 224 casi ci sono 12 ricoveri qualcosa vorrà dire, non credete ? e ZERO in terapia intensiva.

Oggi sono arrivati dei dati sulla provincia di Lecco.
In tutti questi mesi - ormai sono 7 - cioè almeno 220 giorni - nella nostra provincia ci sono stati 462 decessi
la maggior parte nelle case di cura - 340 - . Cioè persone che sicuramente erano invalide ed avevano altre gravi patologie.

462 decessi in 220 giorni = 2 decessi al giorno. Su 337.380 abitanti. Lo 0,13%

Solo per cercare funghi, questa settimana sono morte almeno 8 persone.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto