PREFERIREI MORIRE DI PASSIONE CHE DI NOIA.

Giulio Tarro introduce i numeri veri del Covid-19, e dei morti ed i numeri sono molto inferiori.

Già a marzo i primi dati veri su 900 morti “con Covid” esaminati dal ISS ponevano in luce come i morti fossero pochi rispetto al totale.

Però anche più ridicola è stata la situazione a giugno in cui Ricciardi parlò di 150 mila persone in terapia intensiva
per i festeggiamenti per la vittoria del Napoli sulla Juventus, ma in realtà non solo non ci fu una persona ricoverata, ma non risultano contagiati.

I problemi se mai derivano dai casi di ritorno da paesi che avevano l’epidemia in pieno sviluppo, come la Serbia o il Bagna Desh.



Un bagno di numeri contro la paura ed il terrore dettati dai media, spesso con numeri a caso.
 
Qualcuno che ha ancora sale in zucca.

Scuole chiuse solo con 3 contagi Covid.

Dopo la decisione di ridurre la quarantena da 14 giorni a una settimana,
la Francia ha deciso di ammorbidire anche le misure per la chiusura delle scuole materne ed elementaro:

niente più stop alle lezioni se i casi di alunni positivi al Covid-19 non siano almeno 3.

Ad annunciarlo è stato il ministero dell'Educazione francese, precisando che la misura non riguarderà invece le scuole medie e i licei.

Quello delle scuole materne ed elementari è un esempio lampante:

la loro chiusura ha effetti diretti sul lavoro dei genitori e questo preoccupa sia i lavoratori, sia le aziende.


Da qui la decisione di ammorbidire le condizioni per lo stop alle lezioni:
se un alunno risulterà positivo, i corsi potranno continuare per il resto della classe, non più considerata come una serie di casi a potenziale rischio.

Finora gli alunni che erano stati potenzialmente a contatto con il bambino positivo potevano rientrare a scuola
solo dopo un test negativo realizzato sette giorni dopo l'ultimo presunto contatto con il compagno contagiato.

Il protocollo per l'identificazione delle persone entrate in contatto con il caso positivo,
il loro eventuale isolamento, la possibile chiusura di una classe o anche di un'intera scuola
verrà applicato con almeno tre casi confermati nella stessa classe provenienti da famiglie diverse.

L'insegnante di scuola materna o elementare che abbia fatto uso di mascherina e sia stato in prossimità di un alunno positivo
e non protetto da mascherina non dovrà isolarsi.


Una decisione che rispecchia il parere dell'Alto Consiglio per la Salute pubblica francese secondo cui i bambini

"sono scarsamente a rischio di contrarre forme gravi e poco attivi nella trasmissione del Sars-Cov-2".
 
Siamo sempre lì.

Questi i dati ufficiali al 15 settembre. Sono sempre quelli.

0 - 9 anni = 4453 casi - 4 decessi (tutti con gravi patologie pregresse)

10 - 19 anni = 9321 casi - 0 decessi.

E questo su di una popolazione di 10.859.356 persone.

Strato di popolazione che rappresenta il 18% della popolazione totale.

E significa che lo 0,127% di questa fascia
, ha avuto "positività" al virus non che fosse necessariamente "malata".
 
Che vergogna. Ma dove sta andando questa chiesa ? .........all'inferno forse.


Non poteva certo mancare il cardinale Konrad Krajewski alla messa in suffragio di don Roberto Malgesini,
il «prete degli ultimi» barbaramente assassinato da un immigrato tunisino irregolare e colpito da decreto di espulsione mai eseguito.

Krajewski, meglio noto come «l’elemosiniere del Papa», l’emanazione del Pontefice per antonomasia,
è un polacco 56enne il cui nome da anni non cessa di punteggiare le cronache per le proprie «prodezze»,
sempre declinate secondo i paradigmi immigrazionisti o centrosocialari.

Nel contesto della messa in suffragio per Malgesini, Avvenire riporta che il cardinale ha portato, a nome del Papa, dei rosari per tutti:

per i poveri, per gli immigrati «di don Roberto», per i familiari – uno speciale di perla per i genitori – e, dulcis in fundo,
uno anche «per quell’uomo sfortunato che l’ha ucciso e che sta in carcere. Chiedo alle autorità di portarglielo».

Un uomo veramente sfortunato, Ridha Mahmoudi.

E’ stata infatti la «sfortuna», pare, a fargli premeditare il brutale omicidio di Malgesini.

La «sfortuna» avrebbe guidato la sua mano mentre cercava di decapitare il prete, per poi infierire sul suo corpo con numerose coltellate.


Ma Krajewsky non va tanto per il sottile: dove c’è bisogno lui arriva, sistema, traffica, protegge, soprattutto se non si parla di italiani.


A meno che questi ultimi non appartengano alla categoria dei «compagnucci»:

come quella volta che si era calato nel tombino del palazzo occupato-discoteca Spin Time di Aktion,
e godendo dell’immunità diplomatica aveva rotto i sigilli dei contatori per ridonare elettricità ad uno stabile occupato illegalmente dove regnano clandestinità,
spaccio, attività commerciali illecite ed esentasse.

Decide Krajewsky chi sono i protetti da aiutare ponendosi al di sopra della legge, chi rimane impunito e chi deve pagare.

In tempo di emergenza sanitaria e di lockdown, due categorie sono finite sotto l’ala protettrice dell’elemosiniere:


i trans latino americani di Torvaianica, rimasti senza clienti – e quindi senza soldi – e prontamente rifocillati dal cardinale,


ed i 600 immigrati occupanti del Selam palacae, a cui Krajewsky aveva distribuito pasti caldi, disinfettanti, guanti, mascherine, gel igienizzanti, candeggina, saponi e asciugamani.


Anche loro sfortunati, sicuramente ma mai come il tunisino Mahmoudi,

che ha avuto la «sfortuna» di macellare il proprio benefattore con premeditazione.
 
Si è introdotto nella camera di una paziente che si stava riprendendo dall’anestesia totale dopo essere stata sottoposta a un intervento
e, fingendosi medico, l’ha molestata sessualmente con la scusa di una «visita ginecologica».

L’atroce episodio ha avuto luogo a Lavagna, nel genovese,
dove i carabinieri locali hanno tratto in arresto per violenza sessuale un cittadino peruviano 26enne, residente nel Tigullio.

I fatti risalgono ai primi giorni di settembre, ma le cronache locali ne danno notizia solo ora.

L’immigrato, ausiliario presso la struttura ospedaliera di Lavagna,
lavorava per conto di una ditta esterna con mansioni di consegna del vitto ai degenti e di assistenza agli infermieri.

Approfittando di un momento di distrazione del personale, avrebbe usato violenza a una paziente,
appena uscita dalla sala operatoria
per un intervento di routine e quindi scarsamente vigile e incapace di reagire.

Il peruviano si sarebbe introdotto nella camera di degenza, violentando la donna che stava smaltendo gli effetti dell’anestetico.


I militari sono stati attivati dalla direzione sanitaria dell’Ospedale, a sua volta allertata dai medici del reparto chirurgia.

A insospettirli è stato proprio il racconto della paziente, che aveva riferito di
essere stata sottoposta a una «visita ginecologica» immediatamente dopo l’intervento chirurgico.

A quel punto i carabinieri hanno attivato la procedura d’urgenza prevista per i casi di «codice rosso»,
raccogliendo la testimonianza della vittima e di tutti i presenti nel reparto al momento dell’aggressione al fine di ricostruire i movimenti del violentatore.

Gli investigatori dell’Arma hanno ricostruito gli spostamenti e la condotta del sudamericano, portandoli al suo arresto.

Per il peruviano si sono aperti i cancelli della Casa circondariale di Genova Pontedecimo.
 
Il presidente americano è deciso a dichiarare guerra «al terrorismo del Covid»,
grande pretesto per instaurare una sorta di totalitarismo mondiale.

La crisi da coronavirus sarà formalmente risolta attraverso lo sviluppo di un vaccino, ma non quello sotto l’egida dell’Oms, da cui gli Usa si sono ritirati.

«E’ un altro duro colpo alla gestione sovranazionale dell’operazione coronavirus, che prima ancora di una diffusione del Covid
aveva già tracciato il suo percorso nel club globalista di Davos lo scorso gennaio».

Il vaccino come mezzo per giungere a un obbiettivo molto più grande:

«Una società completamente ridisegnata a immagine e somiglianza della dittatura mondialista».

Nemmeno il vaccino, secondo i loro piani, riporterà il mondo all’era pre-Covid:

«Nell’idea dei poteri globali, nulla sarà più come prima.
L’autoritarismo sanitario sarà il mezzo attraverso il quale arrivare ad un controllo ferreo e totale della popolazione mondiale».
 
Nuova performance del duo “Leksus & Vovan”, i pranker russi Aleksej Stoljarov e Vladimir Kuznetsov,
già in passato autori di scherzi telefonici ai danni dell'ex presidente golpista ucraino Porošenko
e dell'allora premier Grojsman, di vari congressisti USA, di Lukašenko, Erdogan, d
el segretario NATO Stoltenberg o dell'ex speaker nazista della Rada ucraina Andrej Parubij.

Questa volta la “vittima” è David Sassoli, presidente del Parlamento europeo,
mentre i falsi interlocutori impersonano la “Guaidò” bielorussa Svetlana Tikhanovskaja e il presidente lituano Gitanas Nauseda.

Tra le altre cose, Leksus e Vovan chiedono

se l'Europarlamento non abbia per caso intenzione di introdurre sanzioni contro la Bielorussia e quali.

Il pranker che impersona il presidente lituano informa Sassoli di suoi presunti contatti diretti col premier bielorusso Roman Golov?enko
e gli assicura che all'interno del governo bielorusso starebbe maturando un complotto contro Aleksandr Lukašenko:
i congiurati si appresterebbero a “rovesciare il tiranno” e portare al potere la Tikhanovskaja.

Una notizia, questa, giudicata da Sassoli “molto interessante”.


Forse emozionato per “l'onore” di esser stato chiamato dalla “legittima presidente” bielorussa e dal suo padrone di casa lituano;
forse trepidante per esser stato messo a parte di una così preziosa “informazione” sui complotti interni bielorussi,
Sassoli, a parte i professionalismi del “adesso mi informo”, o “mi lasci riflettere”, oppure “devo consultarmi con”,
non sembra saper fare altro che chiedere ai falsi Gitanas e Tikhanovskaja
“quale sia la cosa più utile che può fare il Parlamento europeo”, e alla fine invita i due all'assemblea plenaria di inizio ottobre a Bruxelles,
per “una conferenza stampa” e per “rilanciare il vostro messaggio”.


Eppure non sembrava così indeciso, l'italico europresidente, un anno fa, allorché, insieme a quasi tutti gli eurodeputati del PD,
compatti a fianco di quelli di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega, aveva votato l'infame risoluzione del 19 settembre 2019.

Certo, qualche giorno dopo, forse spaventato dalle critiche, aveva fatto un quarto di passo indietro e aveva dichiarato a “Patria indipendente”,
che “Affiancare nazismo e comunismo è una operazione intellettualmente confusa e politicamente scorretta”;
ma si era subito ripreso e, da buon liberale”, si era erto a difesa dello “spirito” dello sproloquio del 19 settembre:

non vogliamo che tornino Paesi in cui le libertà fondamentali siano compromesse, ricordiamoci che quarant'anni fa, a Praga, che è casa nostra, arrivavano i carri armati".

E ancora: “Ci sono stati nella storia del Novecento dei fenomeni che non hanno consentito a tante persone di godere delle libertà”.


Ad esempio, anche a Julian Assange?
 
Quando un candidato è sorretto da 14 QUATTORDICI liste
ma che razza di candidato è ?

Strumentalizzato.
 
Alle dichiarazioni di Pasquale Tridico, oggi numero uno dell’ente, che lo ha accusato di dire “castronerie” e “chiacchiere da bar”, ha replicato:

“Io mi sono limitato a riferire che ci sono stime attendibili svolte dall’Inps
secondo cui la metà dei 3 milioni di persone che percepiscono il sussidio sono evasori.
Sono stime a mio giudizio plausibili“.
 
“Noi stiamo morendo adagio adagio e in solitudine, messi all’angolino e dimenticati”.

Tanta tenerezza e tanto sconforto, che fanno pensare che come sempre le fasce meno tutelate siano quelle dei più fragili.

Prima i ragazzi con la scuola, a cui in Italia non si dà mai abbastanza importanza,
adesso anche gli anziani con la testimonianza di Maria Luisa, che racconta di quanta libertà sia stata tolta alle loro vite,
la libertà di vivere potendo svolgere delle semplici, ma importanti, attività:


“Non riesco più a parlare come prima, non sono mai allegra, ho sempre il magone”.


Nella casa di riposo sono state sospese tutte le attività ed è stata negata anche la possibilità di uscire dalla struttura:

“siamo segregati in casa e non possiamo vedere i nostri cari per più di un quarto d’ora alla settimana”.



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La signora di 86 anni, ospite di una casa di riposo, ha deciso di prendere in mano la situazione e di lanciare un appello,
denunciando quanto lei e chi come lei sta vivendo in questi edifici di cura, per provare a ottenere un minimo di attenzione e a farsi dare delle risposte.

“Io vorrei solo sapere perchè si è trovata la possibilità di far giocare a calcio, di far giocare a carte, di poter andare a ballare, si trova rimedio a tutto:
si trova rimedio nel fare le trasmissioni in televisione e non si trova il modo di riportare alla vita anche noi che siamo chiusi qua. Noi non ce la facciamo più”,

scrive la signora nella lettera inviata all’Eco di Bergamo.


Alle persone ospiti della casa di cura, racconta Maria Luisa, è stato tolto molto, in realtà quasi tutto:

“Ci sentiamo veramente chiusi. Io vedo i miei compagni che sono nelle carrozzine e non si possono muovere.
È da marzo che non vedono un pezzettino di giardino: sono chiusi in reparto e stanno lì.
Gli è stata tolta anche la gioia di fare una partita a tombola perchè le attività sono tutte sospese nelle case di riposo.
Ma perchè? Per quale motivo? La partita a tombola dava la possibilità a queste persone di rallegrarsi
perchè vincevano la collanina, il braccialettino ed erano felici per tutta la giornata”.



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“Io sento i medici che non bisogna preoccuparsi, che bisogna mantenere le distanze, mettersi le mascherine,
che bisogna lavarsi le mani spesso e che si può tornare tranquillamente alla vita in questo modo”.

Perchè per i signori e le signore della casa di riposo, la vita, seppur con le giuste precauzioni, non ha ripreso?

Chiunque merita di poter riprendere le attività, anche le persone più esposte.
L’importante è adottare le giuste precauzioni.

Questa non è vita.
 

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