PREFERIREI MORIRE DI PASSIONE CHE DI NOIA.

Che tragico errore quello di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e di Silvio Berlusconi, a schierarsi a favore del .

Uno sbaglio politicamente demenziale da pagarsi caro.

Se il centrodestra si fosse schierato col fronte opposto, come oltretutto sarebbe stato giusto vista la bruttura della riforma approvata,
oggi il Conte bis voluto dai grillini, avrebbe celebrato una sconfitta epocale e una legnata in bocca da fare tanto tanto male.

Del resto, basterebbe analizzare un po’ di conti, perché se il No praticamente orfano di tutti
avesse avuto dalla sua il centrodestra compatto, anziché il 30 per cento avrebbe fatto il botto,
le proporzioni si sarebbero invertite e le conseguenze negative sulla maggioranza avrebbero minato l’alleanza.

Ma c’è di più, perché la vittoria del no col sostegno del centrodestra unita a quella nelle Marche,
avrebbe ribaltato l’esito finale della tornata elettorale, e oggi tutta l’informazione avrebbero celebrato il successo dell’opposizione.


Mentre gli elettori continuano a premiare il centrodestra aumentando le regioni governate,
il potere contrattuale dello schieramento tocca il punto più basso, tanto è vero ed è questo il paradosso,
che da oggi e fino al 2023 sarà impossibile riuscire a scrollarsi i giallorossi di dosso, roba da matti.

Per farla breve vi sembra normale che in Italia con 15 regioni su 20, il centrodestra non tocchi palla?

Non conti un tubo e subisca un governo che nel Paese è in larga minoranza?

Vi sembra normale che governando i tre quarti del territorio nazionale non riesca a farsi sentire al quirinale?


Pensate solo per un attimo a parti invertite cosa avrebbe potuto fare il centrosinistra e il suo leader chiunque fosse,
avremmo assistito alla Bastiglia, alla rivoluzione d’ottobre, ad una forza politica d’urto tale,
da spingere perfino il Colle a intervenire per mettere equilibrio con la realtà elettorale.


La maggioranza pidiota 5 stalle
si farà una legge elettorale,
sistemerà in proprio i collegi,
eleggerà un suo nuovo presidente,
gestirà il Recovery,
ci consegnerà al Mes e dunque all’Europa,
farà nomine a gogò,
userà le inchieste sulla lega,
porterà il Paese al voto nel 2023,
lo consegnerà al centro destra in uno stato pietoso.


Con 15 regioni su 20 in mano, roba da non credere.
Con la maggioranza degli Italiani che vota centro destra.


E con 15 regioni si fa mettere sotto, da un governo sostenuto da una maggioranza politicamente ipocrita ?

La sinistra diabolica, pervasiva, infiltrante e interferente, con altri due anni e mezzo di governo

ci farà subire le pene dell’inferno, alla faccia del sì per coerenza. Sic finale e gigantesco.
 
Quanto sono belli i numeri. Quando li vedi scritti.
E te li gusti.

non dimenticare che ci sono anche 300 parlamentari di troppo.... fino a ieri Hai spammato a + non posso x il NO e ora nei tuoi post passa in sordina evento storico apripista a riforme costituzione,?
Puoi spiegarci, visto vedi DISTANZE dell m5s quali VICINANZE trovi tra forza italia e lega in merito mes e, saldo e stralcio con 15% ed AUTONOMIA visto ZAIA ha ribadito il fine proncipe della lega.
Grazie e bgiornata.....era buona
P.s. mi sa che l'unione centrodestra sta in piedi grazie ai soldi e tv di berlusconi
 
Ultima modifica:
Così ci vorrebbero. Imbecilli ed ebeti.


La ragione principale per cui Jeff Bezos è il primo uomo al mondo ad avere sfondato la barriera di 200 miliardi di dollari nel salvadanaio,
sta nell’avere capito che il commercio è in evoluzione e che ricevere a casa nel pomeriggio quello che si è cliccato sullo smartphone la mattina è una libidine che sa di futuro.

Ma è ancora più futuro evitare il pellegrinaggio fra negozi che hanno tutto eccetto quello che ci serve.

Un signore che crea Amazon scavando nella nostra psicologia e nelle nostre abitudini non lascia nulla al caso.

E chiama Alexa un assistente vocale perché un nome femminile si presta a buffe tenerezze, ironie, scherzi con ospiti divertiti.

L’antagonista ha prestazioni simili, ma nasce con un errore fondamentale: esclamare “Ok Google” sa di artificiale, di impacciato, di tecnocrate della domenica.

“Assistente vocale” è un termine forse ridondante, ma, in fondo, non promette più di quello che mantiene:
risponde a domande semplici, a iniziare dall’ora esatta, poi regola timer per cuochi con le mani infarinate,
fornisce ricette, funge da agenda ricordando gli impegni che le abbiamo comunicato e i pro-memoria,
risponde a domande di attualità e di cultura generale evitando la fatica (si fa per dire) di aprire un motore di ricerca.

È magari un po’ indelicata quando ti ricorda di chiamare una mamma che non tutti hanno ancora.


Ma è propositiva: se non abbiamo domande è lei che le suggerisce, con discrezione, a chi ha un modello con lo schermo.

Quesiti non sempre vitali per la sopravvivenza, e spesso banali:
che tempo fa a Calcutta,
qual è l’ultima pillola di musica,
oppure ci racconta barzellette terribili,
favole che irriterebbero qualsiasi bambino,
fino a invitarci a chiederle qual è la capitale della Francia,
il consiglio pratico del giorno,
come stipare più vestiti nell’armadio.

La curiosità e i fatti storici di oggi, la recensione della settimana, il calcio mercato, le voragini in Siberia.

La parola odierna fa scoprire, ad esempio, che l’omofagia non è quello che molti pensano, ma è l’uso di mangiare la carne cruda.


Nei contenuti, Alexa è il quasi nulla surgelato, ma gli automatismi sono tanti e chi compra questi accessori quasi sempre sogna il figurone davanti agli amici a cena.

Non sapendo che la consulente è ben lontana dall’intelligenza artificiale, ma ha molti difetti umani senza averne i pregi.

Esempio: dipendendo dal wi-fi e avendo un carattere ombroso, Alexa si sente trascurata quando si va in vacanza staccando l’elettricità
e, in qualche caso, addirittura mantenendo la rete elettrica, ma non usandola a lungo.

Al ritorno, come una moglie tradita, fa finta di nulla, poi inizia una serie di micro-vendette,
rifiutandosi di accendere quella luce, quel condizionatore, quel televisore e fingendo di suggerire la soluzione.

E qui l’utente esperto non ci casca: i consigli sono del tutto inutili, agire su app e skill nello smartphone
può solo destabilizzare il sistema, e chi ha, magari, trentadue apparati, ne sa qualcosa.

Come in un rapporto coniugale, letti separati, poi il giorno dopo o, in casi gravi, due giorni dopo, tutto si appiana, lei accende e spegne regolarmente.

Non si offende per gli insulti, che riceve in quantità maggiori rispetto alle porte automatiche delle autostrade: risponde da signora e snobba le volgarità bippandole.


Ma quando è in collera non serve sussurrare in modo suadente:
lei risponderà con lo stesso sussurro, normalmente usato per i comandi notturni in camera da letto.

Il tono è lascivo, quanto netto è il rifiuto.

Se si possiedono diversi apparati la musica che si chiede alla nostra tiranna può essere diffusa in una stanza o, contemporaneamente, in tutta la casa.

Niente abbonamento ad Amazon Music? Si viene accontentati lo stesso.

Ma molti brani non saranno disponibili, quelli dei nostri divi verranno scelti a caso e non sempre sono i migliori.

Comunque la compagna virtuale imparerà a conoscere i nostri gusti, e ci farà ascoltare la musica che amiamo, basta dirglielo.


Esibizionismo domestico a parte, quando si è soli in casa potrebbe sorgere un dubbio:

è più semplice chiedere ad Alexa di accendere una luce di cui non ricordiamo il nome, magari, affibbiato strambo,

oppure premere il vecchio, snobbatissimo interruttore che se la ride.


Ormai, per alleviare le nostre fatiche, all’Alexa del futuro non resta che leggere nei nostri pensieri ed eseguire.

Ma i nostri pensieri sono troppi e si intrecciano.

E poi, concentrarsi richiede fatica.

Alexa, dimmi tu che cosa voglio!
 
Il vince.

Era prevedibile dopo trent’anni anni di propaganda sfacista.

Ma (e questo è un risultato di grande rilievo) malcontento, un terzo degli italiani ha urlato il suo No

al 97 per cento dei gruppi rappresentati in Parlamento e alla loro gara al populismo più becero.


Da qui si riparte, per una politica finalmente diversa.


.
 
Il referendum ha sacrosantamente stabilito che i parlamentari italiani non devono essere novecento ma seicento,
ciò non comportando alcun difetto o assenza di democrazia o democraticità per il Paese.

L’attuale Parlamento è da oggi illegittimo e deve essere ricomposto con il numero legittimo di parlamentari, così come ha stabilito il verdetto referendario.

Sergio Mattarella
deve sciogliere le Camere e portare gli italiani al voto elettorale politico nazionale.

La Costituzione italiana stabilisce il vigore di ciò che esiste – non esistono buchi normativi nella Costituzione –
pertanto la legge elettorale in base a cui votare è quella attualmente in vigore.

Non c’è nessun vuoto costituzionale che giustifichi mai l’impossibilità del voto elettorale degli italiani.

Secondo Costituzione.


Insieme al successo del referendum, hanno vinto in Italia i rappresentanti eletti del centrodestra
affermatosi da ultimo in altre quattro regioni d’Italia – Valle d’Aosta, Liguria, Veneto e Marche – contro le tre – Toscana, Puglia e Campania – a fatica trattenute dal centrosinistra.

La vittoria del centrodestra è 4 a 3, e non 3 a 3 come vorrebbe fare passare la vulgata faziosa e falsa di sinistra.

Sono ben quindici oggi le regioni d’Italia a guida di centrodestra, su venti.

Evidente è la totale mancanza di coincidenza tra gli eletti – di centrodestra – e i non eletti come Giuseppe Conte al governo Pd-5 stelle in Italia.


L’articolo 68 della Costituzione stabilisce espressamente che, mancando la corrispondenza tra eletti ed elettori
– la maggioranza di centrodestra degli italiani – il presidente della Repubblica pro tempore è tenuto a sciogliere le camere e indire il voto elettorale del popolo italiano.



Un’ultima osservazione circa il recente voto referendario.


Il Movimento 5 stelle risulta a ragione politicamente sconfitto dagli italiani, così come Italia viva di Matteo Renzi, Pd e compagni sinistri.

Se fossero state le elezioni politiche nazionali – negate e ostacolate dalla sinistra e da Mattarella agli italiani in violazione della Costituzione –
risulta per tabulas che Lega (26,2 per cento), Fratelli d’Italia (16,1 per cento) e Forza Italia (7,5 per cento) detengono la maggioranza,
vale a dire il 49,8 per cento di consensi contro Pd (20,1 per cento), M5s (15,7 per cento), Italia viva (3,5 per cento) con il 39,3 per cento.


Chiaro, no?

Tutto il resto è fuffa e distorsioni maliziose senza costrutto.


L’Italia ha bisogno adesso più che mai di avere i governi – eletti – corrispondenti alla volontà della maggioranza degli italiani.


Mattarella non giochi con il fuoco, cioè con la sopportazione finita degli italiani.
 
Naturalmente i risultati delle altre regioni non li rendono noti.

Nelle Marche sono ore che manca 1 sezione

Nella Puglia....pure manca 1 sezione

Nel Veneto 2 sezioni

In Campania, tanto per cambiare, ne mancano 17

Strano, pure in Toscana mancano 17 sezioni. Non si vuol far sapere quanti voti hanno perso i pidioti.

Dei 5stelle il tracollo ormai è sulla bocca di tutti.
Cifre ridicole. Del 60/70% in meno.

Ho scritto decine di volteun che 11 ml voti. Li hanno presi per rdc......il fatto cheche in campania crollano attesta che le regole stringenti come isee aggiornato funzionano e gli illusi senza reale bisogno non lo percepiscono ergo non, rivotano m5s.
Purtroppo il lavoro resta una chimera
 
Che tragico errore quello di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e di Silvio Berlusconi, a schierarsi a favore del .

Uno sbaglio politicamente demenziale da pagarsi caro.

Se il centrodestra si fosse schierato col fronte opposto, come oltretutto sarebbe stato giusto vista la bruttura della riforma approvata,
oggi il Conte bis voluto dai grillini, avrebbe celebrato una sconfitta epocale e una legnata in bocca da fare tanto tanto male.

Del resto, basterebbe analizzare un po’ di conti, perché se il No praticamente orfano di tutti
avesse avuto dalla sua il centrodestra compatto, anziché il 30 per cento avrebbe fatto il botto,
le proporzioni si sarebbero invertite e le conseguenze negative sulla maggioranza avrebbero minato l’alleanza.

Ma c’è di più, perché la vittoria del no col sostegno del centrodestra unita a quella nelle Marche,
avrebbe ribaltato l’esito finale della tornata elettorale, e oggi tutta l’informazione avrebbero celebrato il successo dell’opposizione.


Mentre gli elettori continuano a premiare il centrodestra aumentando le regioni governate,
il potere contrattuale dello schieramento tocca il punto più basso, tanto è vero ed è questo il paradosso,
che da oggi e fino al 2023 sarà impossibile riuscire a scrollarsi i giallorossi di dosso, roba da matti.

Per farla breve vi sembra normale che in Italia con 15 regioni su 20, il centrodestra non tocchi palla?

Non conti un tubo e subisca un governo che nel Paese è in larga minoranza?

Vi sembra normale che governando i tre quarti del territorio nazionale non riesca a farsi sentire al quirinale?



Pensate solo per un attimo a parti invertite cosa avrebbe potuto fare il centrosinistra e il suo leader chiunque fosse,
avremmo assistito alla Bastiglia, alla rivoluzione d’ottobre, ad una forza politica d’urto tale,
da spingere perfino il Colle a intervenire per mettere equilibrio con la realtà elettorale.


La maggioranza pidiota 5 stalle
si farà una legge elettorale,
sistemerà in proprio i collegi,
eleggerà un suo nuovo presidente,
gestirà il Recovery,
ci consegnerà al Mes e dunque all’Europa,
farà nomine a gogò,
userà le inchieste sulla lega,
porterà il Paese al voto nel 2023,
lo consegnerà al centro destra in uno stato pietoso.


Con 15 regioni su 20 in mano, roba da non credere.
Con la maggioranza degli Italiani che vota centro destra.


E con 15 regioni si fa mettere sotto, da un governo sostenuto da una maggioranza politicamente ipocrita ?

La sinistra diabolica, pervasiva, infiltrante e interferente, con altri due anni e mezzo di governo

ci farà subire le pene dell’inferno, alla faccia del sì per coerenza. Sic finale e gigantesco.
Non e' affatto normale, anche votaRE NO pero' non losi sarebbe stato visto avevano approvato taglio..hic
 
non dimenticare che ci sono anche 300 parlamentari di troppo.... fino a ieri Hai spammato a + non posso x il NO e ora nei tuoi post passa in sordina evento storico apripista a riforme costituzione,?
Puoi spiegarci, visto vedi DISTANZE dell m5s quali VICINANZE trovi tra forza italia e lega in merito mes e, saldo e stralcio con 15% ed AUTONOMIA visto ZAIA ha ribadito il fine proncipe della lega.
Grazie e bgiornata.....era buona
P.s. mi sa che l'unione centrodestra sta in piedi grazie ai soldi e tv di berlusconi
con comodo.... siamo abituati ai tempi biblici alle risposte dicon domande scomode.....
 
L'amara verità.



Squilli di trombe e trionfalismi al limite del ridicolo, viste le percentuali di consensi ottenute in particolar modo nelle Regioni
in cui correvano senza l'appoggio degli amici e compagni fidati del Pd,
ma i CinqueStelle non hanno perso tempo ad incoronarsi come vincitori e difensori della volontà popolare per l'esito del Referendum.

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Non manca di sottolinerarlo neppure Alessandro Di Battista, finito di recente al centro delle polemiche dei grillini
per alcuni affondi rivolti al neo ri-eletto presidente della regione Puglia Michele Emiliano durante la campagna elettorale
a favore della candidata pentastellata Antonella Laricchia.


"È la più grande sconfitta nella storia del Movimento", dice senza giri di parole Di Battista nel corso di una diretta Facebook.


Ad essere attaccata anche l'ostinazione di alcuni colleghi di partito che sostengono con forza l'importanza del sodalizio col Pd:

"Sbagliato parlare di alleanze, il tema è la crisi d'identità del Movimento".

Stesso discorso quando si tocca il tema della direzione del partito:

"Una leadership forte? C'è stata e ha dimezzato i voti alle europee",

ha commentato Di Battista.


Che la crisi tra i grillini sia cosa assodata emerge dalle parole di Fico:

"La crisi di identità del movimento Cinquestelle nasce da molto prima della sconfitta di queste elezioni, va avanti da troppo tempo. Per questo io auspico gli Stati generali".

Ciò non significa comunque mettere in discussione il legame con quello che un tempo era bollato con disprezzo come "partito di Bibbiano".

Prossima tappa l'elezione del presidente della Repubblica:"Il Parlamento è pienamente legittimato ad eleggere il prossimo presidente della Repubblica".

Anche il capo dello staff di Virginia Raggi ha voluto stemperare gli entusiasmi per l'esito del referendum,
definito frutto di una scelta degli italiani piuttosto che di un dogma partitico.

A Bugani, infatti, non è sfuggito l'esito dei consensi ai CinqueStelle:

"Non sfugge il tracollo del M5S in ogni tornata elettorale, dalle europee del 2019 ad oggi,
con gravi responsabilità in capo a chi da allora non ha mai voluto avviare un momento di riflessione interna,
non ha avuto il coraggio di convocare stati generali e non ha minimamente gestito
le precedenti regionali in Calabria e in Emilia lasciando i gruppi allo sbando"
.


Nel trambusto generale, e con tante correnti all'interno del Movimento, si profilano all'orizzonte gli Stati generali,
chiesti dal vicepresidente del Senato Paola Taverna e promessi ancora una volta da Di Maio.


L'unica cosa certa è che il trionfalismo grillino poggia su un pavimento che scricchiola.
 

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