PREFERIREI MORIRE DI PASSIONE CHE DI NOIA.

Amara verità due.

Ha vinto il sì ma il Movimento Cinque Stelle non ha molti motivi per sorridere, anzi.

“Il referendum non è una vittoria del M5S. Avrebbe vinto comunque il sì, era stra-scontato.

Il Movimento andrà a scomparire perché ha un’idea scarsa della politica.

Non è la vittoria di Di Maio ma la sconfitta della politica, che è stata mangiata dalla finanza e dai poteri forti”.


“Visto che il Movimento non ha elaborato una tesi, la cosa più facile è dire ‘abbassiamo il numero dei parlamentari’.

Il tema vero è la centralità del Parlamento, ma della questione non frega nulla.

Il M5S è destinato a perdere progressivamente: sui territori si aggrappa al Pd per tentare di avere ancora un po’ di luce riflessa.

Patuanelli è un ministro del Nord e in Veneto prendono il 3%.

Hai il ministro del Lavoro e perdi nelle regioni del Sud.

Tra un po’ non c’è neanche più da spendere parole.

Poteva essere l’inizio della rivoluzione, è stata una simpatica parentesi”.



Nemmeno gli Stati Generali in programma per ottobre, potranno servire a rilanciare un Movimento che ormai ha fatto il suo tempo:

“Gli Stati Generali del M5S saranno proprio come quelli celebrati prima della rivoluzione francese, non si affannassero neanche a tentare di rianimare questa cosa”.



"Il M5S. È una coca sgasata calda. Puoi anche rimetterla in frigo, ma è sgasata, non può più tornare quella cosa di prima.

E fra un po’ anche l’inganno sui soldi dell’Europa vedrà la luce”.
 
Amara verità due.

Ha vinto il sì ma il Movimento Cinque Stelle non ha molti motivi per sorridere, anzi.

“Il referendum non è una vittoria del M5S. Avrebbe vinto comunque il sì, era stra-scontato.

Il Movimento andrà a scomparire perché ha un’idea scarsa della politica.

Non è la vittoria di Di Maio ma la sconfitta della politica, che è stata mangiata dalla finanza e dai poteri forti”.


“Visto che il Movimento non ha elaborato una tesi, la cosa più facile è dire ‘abbassiamo il numero dei parlamentari’.

Il tema vero è la centralità del Parlamento, ma della questione non frega nulla.

Il M5S è destinato a perdere progressivamente: sui territori si aggrappa al Pd per tentare di avere ancora un po’ di luce riflessa.

Patuanelli è un ministro del Nord e in Veneto prendono il 3%.

Hai il ministro del Lavoro e perdi nelle regioni del Sud.

Tra un po’ non c’è neanche più da spendere parole.

Poteva essere l’inizio della rivoluzione, è stata una simpatica parentesi”.



Nemmeno gli Stati Generali in programma per ottobre, potranno servire a rilanciare un Movimento che ormai ha fatto il suo tempo:

“Gli Stati Generali del M5S saranno proprio come quelli celebrati prima della rivoluzione francese, non si affannassero neanche a tentare di rianimare questa cosa”.



"Il M5S. È una coca sgasata calda. Puoi anche rimetterla in frigo, ma è sgasata, non può più tornare quella cosa di prima.

E fra un po’ anche l’inganno sui soldi dell’Europa vedrà la luce”.

Se era, STRAscontato come mai postavi sette post al giorno con DECINE motivi al NO......?
Su su....coraggio la vita continua....in caso avete dubbi strani chiamate pure
Screenshot_2020-09-22-21-35-29.png
 
Il m5s e' gia morto con revoca veto superare secondo mandato, quel che restera' e' altra roba, pardon robaccia.
Bnotte val...si scherza eh, non te la prendere.....
 
non dimenticare che ci sono anche 300 parlamentari di troppo.... fino a ieri Hai spammato a + non posso x il NO e ora nei tuoi post passa in sordina evento storico apripista a riforme costituzione,?
Puoi spiegarci, visto vedi DISTANZE dell m5s quali VICINANZE trovi tra forza italia e lega in merito mes e, saldo e stralcio con 15% ed AUTONOMIA visto ZAIA ha ribadito il fine proncipe della lega.
Grazie e bgiornata.....era buona
P.s. mi sa che l'unione centrodestra sta in piedi grazie ai soldi e tv di berlusconi

Non hai esplicato le vicinanze centrodestra.... da AUTONOMIA lega a usare MES passando per fiscola...... la notte porta consiglio...berlusconi invece porta tutti a corte grazie soldi e potere della tv......la droga di stato
 
Bisogna perdonare chi ha votato SI al referendum, perchè semplicemente è servo di un pensiero unico inculcato per anni dai media,

che ha progressivamente umiliato e svilito la rappresentanza democratica.


Un grave errore, ma, aggiungiamo noi, bisogna ripartire dalla rieducazione, dalla creazione della consapevolezza, e dall’esemplificazione degli errori.


Per dirla in modo cattolico, si deve condannare il peccato, ed il diavolo politico mediatico che lo ha diffuso, non il peccatore.


Personalmente penso alle decine di anni di predicazione e di sofferenze patiti dai nostri avi patrioti prima,

socialisti poi, per imporre le istanze nazionali e sociali,anni di dolore, di condanne, di peregrinazioni.



Quindi bisogna non tanto avvilirsi per il 70% che ha votato SI,

ma essere felici per il 30% che ha votato NO, perchè sono, comunque, una partenza.
 
Una piccola informazione di servizio


Il 25 settembre scadrà un bando europeo per free lancer e piccole testate informative.
La cifra non è enorme, ma interessante per piccolissime testate di informazione o operatori free lance
(non è necessaria l’iscrizione all’albo, che resta una questione tutta italiana)…


Eccovi il testo ed al termine il link :


Per le testate giornalistiche



Importo: € 5.000, € 10.000 o € 25.000


Idoneo: testate giornalistiche (che impiegano l’equivalente di almeno un giornalista a tempo pieno)


Focus: fornire supporto finanziario specifico per soddisfare esigenze aziendali immediate e critiche.
Queste sovvenzioni possono essere utilizzate, ad esempio, per sostituire i ricavi persi dalle vendite,
inclusi prodotti / servizi stampati e digitali, per finanziare metodi alternativi di distribuzione della stampa,
per coprire i costi organizzativi chiave, per assumere liberi professionisti per sostituire il personale durante la malattia,
per mantenere la copertura essenziale e servizi non correlati a COVID-19 e per finanziare IT, servizi software e supporto infrastrutturale.


Per giornalisti freelance


Importo: 5.000 €


Idoneo: giornalisti freelance; gruppi di giornalisti freelance


Obiettivo: aiutare i media locali basati sulla comunità e guidati dalla comunità a coinvolgere le comunità
e le loro conversazioni all’interno di iniziative a breve termine relative a COVID-19.
Queste sovvenzioni possono essere utilizzate, ad esempio, per lanciare una newsletter dedicata,
creare un gruppo comunitario, coprire i costi di viaggio, coprire i costi delle apparecchiature audio / video / di registrazione per aiutare il lavoro a distanza,
intraprendere il controllo dei fatti locale, impegnarsi nella comunicazione dei dati della comunità, produrre materiale di stampa a basse tirature o organizzare eventi online.


Per le testate giornalistiche


Importo: € 10.000, € 25.000


Idoneo: testate giornalistiche (che impiegano l’equivalente di almeno un giornalista a tempo pieno)




Focus: fornire supporto finanziario specifico alle testate giornalistiche che hanno ruotato / stanno facendo perno
sul loro modello di business durante la crisi COVID-19.
Queste sovvenzioni possono essere utilizzate, ad esempio, per investire in risorse (tra cui tecnologia, toolkit, persone ed esperti) per:
costruire la resilienza all’interno dei team e della leadership, facilitare un’efficace collaborazione tra team e condivisione delle conoscenze,
creare più / migliori percorsi per partecipazione della comunità al lavoro della testata giornalistica,
eseguire lo sviluppo di prodotti incentrato sull’utente o sviluppare o lanciare modelli di guadagno dei lettori.


I candidati che soddisfano i seguenti criteri possono presentare domanda al Fondo:


Giornalisti freelance o testate giornalistiche (senza scopo di lucro o a scopo di lucro) con sede principale di attività situata in un paese del Consiglio d’Europa


Che sono iscritti a un regolatore della stampa, un’iniziativa di fiducia o parte di un’associazione di stampa


Copertura attiva di COVID-19


Servire comunità su scala iperlocale, locale o regionale e / o comunità di interesse.
(Le comunità servite devono essere anche nei paesi membri del Consiglio d’Europa)


Pubblicazione e distribuzione di contenuti su carta stampata, online / web, televisione, radio, podcast, video online,
servizio di messaggistica ^^, newsletter elettronica, app mobile, social media ^^ o qualsiasi combinazione di questi


Hanno dimostrato lealtà della comunità e si sono concentrati sulla produzione di giornalismo di interesse pubblico


Bisogno esistenziale di sostegno finanziario causato dalla crisi del COVID-19


Avere un conto bancario che accetta pagamenti internazionali.
Specifico per i liberi professionisti


Essere un giornalista freelance (o un gruppo di giornalisti freelance) che ha un curriculum corrente o un portfolio online che dimostri

una qualifica pertinente

una storia di collaborazione con testate giornalistiche affidabili.


Specifico per le testate giornalistiche

Essere una testata giornalistica micro (fino a 9 dipendenti), piccola (fino a 49 dipendenti) o media (fino a 250 dipendenti)


Che ha quanto segue pubblicato sul suo sito web:

almeno tre dei seguenti: politica editoriale, codice di condotta, dichiarazione sulla trasparenza,
procedura di reclamo, politica sulla diversità, politica sulla privacy, politica sugli informatori


Questo può fornire il suo estratto conto più recente


Ciò impiega l’equivalente di almeno un giornalista a tempo pieno.


Il Fondo non mira a sostenere:

Organizzazioni o individui che non sono editori del proprio giornalismo originale

Storie o campagne una tantum su COVID-19 o altri argomenti

Organizzazioni giornalistiche nazionali o agenzie di stampa

Organizzazioni giornalistiche o individui che richiedono ulteriore supporto oltre
a) finanziamenti di base, b) importi delle sovvenzioni forniti da questo Fondo,
c) sostegno finanziario (ad esempio dove sarebbero necessari, affinché il richiedente possa realizzare i propri obiettivi)

Organizzazioni, giornalisti freelance o gruppi di giornalisti freelance che hanno ricevuto un finanziamento tramite WAVE 1.


I candidati che in precedenza non erano stati selezionati possono presentare nuovamente domanda, ma devono presentare una nuova domanda.



Come applicare

Le candidature devono essere ricevute in inglese tramite la piattaforma di premiazione online dell’EJC Good Grants entro le 23:59 CEST, venerdì 25 settembre 2020.
La creazione di un account è gratuita e, dopo aver effettuato l’accesso, i candidati devono selezionare il
“Fondo di supporto COVID-19 per il giornalismo europeo ‘nel menu a discesa e scegli la traccia a cui si applicano.


L’EJC deciderà e gestirà le sovvenzioni indipendentemente da Facebook.

Le sovvenzioni non dipendono dall’uso degli strumenti e dei prodotti di Facebook.


I candidati possono fare domanda per un solo brano.
I candidati precedentemente non selezionati possono presentare nuovamente domanda, ma devono presentare una nuova domanda.


I candidati selezionati saranno avvisati entro lunedì 26 ottobre.
Faremo del nostro meglio per informarti prima di questa data.
E se circostanze impreviste si traducono in una notifica ritardata, contatteremo i candidati non appena possibile.


Se hai una domanda a cui non è stata data risposta in questo documento,
fai riferimento alle domande frequenti sul sito web europeanjournalism.fund.
 
Altro che “pistolero”, Luis Suarez rischia di finire impallinato per un esame di italiano.

Un’inchiesta della Guardia di Finanza della Procura di Perugia sta facendo emergere quella che potremmo definire una colossale truffa.

Le Fiamme Gialle hanno infatti accertato che l’esame del calciatore uruguaiano per ottenere la cittadinanza italiana
– non ancora concessa – è stato superato perché già stabilito.


Dalle indagini è infatti emerso che gli argomenti dell’esame, svolto il 17 settembre scorso,
erano stati precedentemente concordati e gli stessi punteggi sono stati assegnati prima che l’attaccate del Barcellona svolgesse la prova.


Fra gli indagati dalla procura del capoluogo umbro sono il rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, Giuliana Grego Bolli
e il direttore generale Simone Olivieri.

Oltre a loro c’è pure la direttrice del Centro per la valutazione e certificazione linguistica dell’ateneo, Stefania Spina.


Al contrario, al momento, Suarez non è indagato ma non è escluso che il calciatore possa essere sentito dai pm come persona informata sui fatti.

“Dalle attività investigative – si legge in una nota della procura di Perugia – è risultato che gli argomenti oggetto della prova d’esame
sono stati preventivamente concordati con il candidato e che il relativo punteggio è stato attribuito prima ancora dello svolgimento della stessa,
nonostante sia stata riscontrata, nel corso delle lezioni a distanza svolte da docenti dell’ateneo, una conoscenza elementare della lingua italiana”.


Piuttosto emblematiche le intercettazioni contenute nel decreto di sequestro probatorio, che l’Adnkronos ha potuto visionare.

Non dovrebbe, deve, passerà, perché con 10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1“.


E ancora:

“Eh, allora, lui sta un po’ memorizzando le varie parti dell’esame e l’abbiamo instradato bene”.


Mentre in un’altra intercettazione si sente dire:

“Quello non spiccica ‘na parola… Far passare due ore di lezione con uno così non è facile… ma non coniuga i verbi, parla all’infinito…”


Ma nelle intercettazioni ci sono pure riferimenti ai voti da assegnare al calciatore:

Mi dici tu quale voto ci do e via”,

“Metti tutti 3, tanto ho sentito la rettrice ieri, linea è quella
“.


E poi:

Il mio timore è che i giornalisti fanno 2 domande e quello va in crisi”.
 
Noi invece abbiamo i "cinesi" al governo e della nostra salute se ne impippano
mentre ci stanno già "schedando".

Huawei Technologies ha dichiarato che prevede di ridurre ulteriormente il personale e gli investimenti in Australia
dopo un'importante controversia con i funzionari del paese, hanno riferito i media australiani oggi.

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La notizia arriva dopo che Canberra ha bloccato Huawei dalla costruzione delle sue reti 5G nazionali nel 2018, citando i rischi per la sicurezza nazionale.


Secondo Mitchell, Huawei aveva cancellato circa 100 milioni di dollari australiani in investimenti in ricerca e sviluppo
in tutto il continente a seguito della decisione del governo di vietare il suo ruolo nel 5G.

Un ulteriore centro di formazione e innovazione nazionale da 30 milioni di dollari australiani vicino a Sydney è stato demolito,
così come i finanziamenti per una struttura Internet of Things (IoT) presso la James Cook University nel Queensland settentrionale, tra gli altri, aggiunge il rapporto.

"Prima dell'introduzione del divieto del 5G, eravamo stati in trattative con Shenzhen per rendere l'Australia occidentale
il centro globale di ricerca e sviluppo per le applicazioni minerarie 5G, dato che l'Australia è un leader mondiale nel settore delle risorse,
ma il divieto del 5G ovviamente ha ucciso tutto ciò," ha concluso Mitchell.

Un ulteriore accordo di sponsorizzazione con un club di rugby australiano è stato interrotto un anno prima
a causa della repressione del governo sulle telecomunicazioni cinesi, ha riferito l'agenzia Reuters .

Ulteriori tensioni tra le due nazioni sono aumentate dopo la richiesta del governo australiano
di un'indagine indipendente sul presunto ruolo della Cina nella pandemia di coronavirus,
facendo arrabbiare Pechino
, che ha bloccato le importazioni di carne bovina del primo
e ha lanciato numerose tariffe e indagini antidumping sul vino australiano, ha aggiunto la Reuters.

I media australiani hanno riferito a febbraio che due aziende - LBNCo e Opticomm -
stavano fornendo appartamenti e residenze a Meriton con router Huawei che potrebbero presumibilmente spiare per Pechino,
citando esperti di sicurezza informatica che hanno avvertito i residenti che potrebbero
"mettere la loro vita online nelle mani del Partito comunista cinese".

Le relazioni con il gigante cinese delle telecomunicazioni si sono inasprite dopo che i funzionari dell'Australia occidentale
hanno bloccato un importante accordo di rete per costruire 80 torri mobili attraverso le reti ferroviarie a Perth.
 
Dio mio, un film sul Covid, che onta, che cattivo gusto.

Come si permette quel Vanzina, che è pure destrorso, non sia mai…


Questa, in sintesi, l’accoglienza sui social al film in cui Enrico Vanzina debutta come regista.

Si chiama Lockdown all’italiana e parla di due coppie che “scoppiano” ma che sono costrette a stare insieme per via della quarantena.

Il tema è questo, dunque.

L’intento è sdrammatizzare il buio periodo dell’emergenza Covid.

Ma per molti si tratterebbe di una mancanza di rispetto ai 35mila morti di coronavirus.

Insomma: non si può e non si deve ridere su una tragedia.


Chiaramente, è una forzatura ancora una volta ideologica.


Non si contano le imitazioni di Maurizio Crozza che hanno al centro il virus.

Per non parlare dei video dei The Jackal.

E senza dimenticare i canti e i balli sui balconi.


Perché allora Enrico Vanzina non può?

Perché tutto ciò che sa vagamente di nazionalpopolare non piace agli opinionisti mainstream aiutati, in questo caso,
anche dalla cognata Lisa Vanzina che è stata tra i primi a scagliarsi contro il film.


E il bello è che tutto ciò è accaduto quando ancora il film nessuno lo ha visto perché esce il 15 ottobre.


E’ bastata la locandina per scatenare l’inferno…


locandina-film-vanzina-216x300.jpg



Ancora una volta i social diventano un tribunale informe che punta l’indice a casaccio contro il malcapitato di turno
per secernere una nuova, pelosa, morale cui gli influencer e i blogger di grido si accodano volentieri, pur di restare sulla scia.

Un nome su tutti: Selvaggia Lucarelli, la quale ha da insegnare attraverso un tweet all’ora come si campa.
E figuriamoci se non aveva da ridire su un film che per lei rappresenta la “grande bruttezza”.



Nessuno che si prenda la briga invece di discutere di un film che davvero rispecchia il lato oscuro e repellente del mondo che viviamo.
Parliamo del film Cuties, distribuito su Netflix, una commedia della regista debuttante franco-senegalese Maimouna Doucouré.


Racconta di una bambina di 11 anni che cerca attraverso la danza di allontanarsi dalla cultura musulmana della famiglia di origine.


Nel film vi sono immagini e scene che alludendo alla precoce sessualizzazione delle ragazzine di fatto risultano compiacenti verso gli istinti dei pedofili.


La stessa locandina del film, dove le protagoniste appaiono in abiti succinti e in pose provocanti,
ha scandalizzato a tal punto il pubblico americano che Netflix ha dovuto ritirarla.


Scrive Rolling Stone:Alle critiche s’aggiunge la voce secondo la quale, durante i casting,
650 ragazzine hanno dovuto twerkare in reggiseno davanti (pare) a una crew di (presunti) uomini, una situazione giudicata al limite del criminale.
Gli offesi ovviamente se la sono presa con Netflix, e nessuno ha avuto l’ardire di tirare in ballo la regista:
Maïmouna Doucouré d’altronde è donna (venti punti sulla scala dell’intoccabilità), Maïmouna Doucouré è nera (la scala dei punti è impazzita)
“.

Ora, può essere vero che la regista in realtà abbia voluto denunciare l’iper-sessualizzazione dei bambini chiamando i genitori a una riflessione seria sull’argomento.
Il dibattito è aperto.

Ma il punto è che i social in Italia hanno ignorato il tema facendo diventare centrali,
anche per i media che ormai seguono i social come pecore, questioni del tutto marginali come appunto la commedia di Vanzina,
bocciata a priori perché si ritiene che a vedere i suoi film ci vadano quelli che non votano a sinistra.



Senza dimenticare poi un’altra sfaccettatura di tutta la vicenda, messa in luce su Avvenire da Massimo Calvi:

E’ noto che il business delle piattaforme tv in streaming, bisognose di continui abbonamenti per reggere i costi delle produzioni,
si regge in gran parte proprio sullo spostamento continuo dei limiti in fatto di creatività,
ma anche di violenza, trasgressione e morbosità, non potendo offrire contenuti ancora più espliciti”.


Ecco, se proprio si vuole un dibattito pubblico su un film, che avvenga su questioni serie e vere.

Non sulle commedie all’italiana.
 
Fausto Leali è stato umiliato al Gf Vip.

L’espulsione lo ha colto in trasmissione e il suo volto era impietrito.

Mai e poi mai pensava di uscire dalla casa con l’etichetta di razzista e di fascista:


“Nero è un colore, negro è una razza”. Parole che gli sono costate care.


Vittorio Feltri. Che ha difeso Fausto Leali da un’accusa ingiusta.

Non dimentichiamo che al Gf Vip si sta ascoltando e vedendo di tutto:

volgarità,

parolacce,

scene inqualificabili,

“streap tease” rubati.


Eppure il “male” del programma più conformista d’Italia è diventato Fausto Leali. Ad uscire dalla casa è proprio lui.


“E’ una parola, dal nostro punto di vista, orribile”, dice dallo studio Alfonso Signorini rivolto a Fausto Leali,
“colpevole” di aver detto la parola “negro” nella casa del Grande Fratelli Vip.


E lui, sconsolato: “Ma guardate che io non sono razzista, Enock è un mio amico, ho un bellissimo rapporto con lui”.


Interviene anche la contessa De Blank a difendere Leali:

“Ma è una parola che è stata sempre usata, pure nella canzone, Siamo i vatussi, altissimi negri…”.


Niente da fare: al termine della serata su Canale 5, a Fausto Leali è stata comunicata l’espulsione.


Un dibattito surreale, quello andato in onda in studio, su una parola che in passato veniva utilizzata,
ma che Leali utilizza senza neanche rendersi conto di poter irritare la sensibilità di qualcuno.

“Da casa ci guardano, non deve passare questa cosa”.

“Che cosa dovrei fare con le mie canzoni con i negri?”, si è chiesto Fausto Leali.


“Fausto Leali – ha scritto Feltri su Twitter – espulso dal Grande fratello. Ormai si possono denigrare solo i bianchi.
Un tempo le parole uccidevano più della spada, ora solo le parole ad essere trafitte. Un duro colpo alla teoria evoluzionistica”.

Un giudizio che squarcia le ipocrisie.


E’ intervenuta anche la moglie di Fausto Leali:

“Mio marito ha sbagliato, è vero, ma non è un razzista, la sua musica oltretutto affonda le radici proprio nel blues.
E non è neanche un fascista: Fausto in 50 anni di carriera non si è mai schierato politicamente”.

Germana Schena, moglie di Fausto Leali, critica aspramente la decisione presa dallo staff del Gf Vip.

Lo dichiara – in un’intervista a ‘Chi’ in edicola da mercoledì 23 settembre.

Non si capacita dell’espulsione del marito, uomo mite, amato e rispettato.

Non se lo meritava.

Gl altri concorrenti lo hanno abbracciato e consolato, ma l’espressione del suo volto parlava da sé.


Leali aveva spiegato.

Niente da fare.

L'ipocrisia del "politicamente corretto" ha vinto.

Leali aveva anche dichiarato che Mussolini aveva fatto anche cose buone.

E anche questo era stato già mal digerito.

Troppo.

Meglio le parolacce della De Blanck…


“Solidarietà a Fausto Leali, tra i pochissimi artisti italiani con un successo durato oltre mezzo secolo,

tritato dalla macchina del reality per due frasi dette senza cattiveria usate per far fare i maestrini

a gente che è famosa solo per essere il fratello di uno famoso”.



Così chiosa la vicenda il Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia.
 

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