PREFERIREI MORIRE DI PASSIONE CHE DI NOIA.

Meglio ripetere, perchè qualcuno non ha ancora capito cos'è il mes.


Una volta tanto si deve dar ragione a Renzi, quando ancora in aperta campagne elettorale per le Regionali andava dicendo:

“Lo sanno tutti che il veto dei 5Stelle al Mes è solo perché adesso ci sono le elezioni, passate le elezioni diranno Sì al Mes”.

E in effetti è proprio così che sta andando, e di giorno in giorno il fronte favorevole al Mes si ingrandisce, anche e soprattutto nelle fila del M5S.

Intanto il governatore Visco fa sapere che “dal punto di vista economico il Mes dà solo vantaggi” e che “la Troika non c’è, non esiste”.

Ma il problema è l’opposto.

La Troika esiste eccome, ed è evidente che accedere al Meccanismo significa spalancare le porte alla Troika per la discesa in Italia,

dandole la possibilità di mettere le mani nelle tasche degli italiani con austerità e misure correttive

che verranno messe in campo con la scusa di ripagare proprio i soldi presi a prestito con il Mes.

Non è poi tanto difficile da capire.



Un altro dubbio sorge poi spontaneo.

Il prestito del Sure è stato molto richiesto in Europa, a differenza del Mes che invece vorrebbero solo i nostri campioni al governo.

Perché?

Come spiega Giuseppe Liturri su La Verità,

“il prestito del Mes sarà erogato in quote mensili non superiori al 15% del totale quindi, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno almeno 7 mesi per ricevere l’intera somma.
Il tema della convenienza economica, dato dalla presunta differenza tra tasso del Btp a 10 anni e il probabile tasso di interesse del Mes intorno allo 0/0,10%,
è fondato su una sottrazione senza senso, perché paragona tassi di strumenti finanziari non omogenei per condizioni, durata e garanzie”.


Il Mes prevede l’obbligatorio assoggettamento a misure di sorveglianza rafforzata (fino alla completa erogazione)

e sorveglianza post-programma (fino al rimborso almeno del 75% del prestito).



Ed ecco dunque come si materializzerà la Troika.

“La lettera di Gentiloni e Valdis Dombrovkis del 7 maggio – spiega Liturri – ha infatti natura di mero impegno politico e nessun valore giuridico.
Tale missiva, non a caso, ha solo dato luogo alla modifica di un regolamento delegato (877/2013)
e nessuna modifica è stata invece apportata al Regolamento 472/2013”.


Perché hanno ritenuto di modificare con un atto legislativo un aspetto tutto sommato residuale

come una tabellina per il report delle spese e hanno lasciato immutato il 472/2013?



Conclude Liturri:

“Forse perché la Commissione intendeva lasciarlo esattamente così com’è?

Con la minaccia di misure correttive ben in vista nell’articolo 14(4)?

Comprendiamo le motivazioni politiche connesse alla forte tentazione di maramaldeggiare su un M5S in difficoltà,

ma Gentiloni ha delle responsabilità e dovrebbe sapere che gli italiani non sono dei creduloni. O almeno vorremmo sperarlo”.
 
Parliamo di aUmenti folli utenze AGLI ITALIANI PLEASE,?
Se aumentano con oil a questi prezzi come si chiama SE NON RAPINA?
E lo stato ci mettesono IVA....appunto tacciono
 
Parliamo di aUmenti folli utenze AGLI ITALIANI PLEASE,?
Se aumentano con oil a questi prezzi come si chiama SE NON RAPINA?
E lo stato ci mettesono IVA....appunto tacciono

quadra???????????????
non direi proprio :mad:

Petrolio: prezzo prosegue calo, giù a 38,8 dollari 30/09/2020 08:31 - RSF
LONDRA - Prosegue il calo del prezzo del petroli, a causa dei timori del perdurare della crisi derivante dal Covid che frena la ripresa dei consumi. Il greggio Wti del Texas lascia sul terreno l'1% a 38,8 dollari al barile mentre il Brent del Mare del Nord si avvicina alla soglia dei 40 dollari (-1,15% a 40,5 dollari).

A incidere sui prezzi anche i dubbi del mercato sul rispetto delle quote di produzione da parte della Libia, della Russia e di altri componenti dell'Opec+.
 
E' sufficiente aderire ad una delle proposte in corso per il mercato libero ed il rincaro viene bloccato per un anno.
Certo....bisogna avere le capacità per capire di quali offerte si parla.

Ecco la comunicazione diffusa da Arera.
 

Allegati

E' sufficiente aderire ad una delle proposte in corso per il mercato libero ed il rincaro viene bloccato per un anno.
Certo....bisogna avere le capacità per capire di quali offerte si parla.
ma quale offerta,ti fanno per 1 anno sconto su materia prima, e hanno costi fissi maggiori specie seconda casa, passato un anno ti ritrovi in fila a smadonnare agli uffici di questi ladroni.......MA TI PARE CHE SE ERA UN AFFARE AVEVANO BISOGNO DI TANTI GALOPPINI A GIRARE CASA X CASA?
ma x favore, senza mercato in tutela sei fatto............fino che esiste, e sei residente NON CAMBIARE GESTORE.
bgiornata
 
Non rispondo mai ai messaggi di altri, ma questa volta faccio un'eccezione,
perchè noto che sei ignorante in materia.

Il mercato libero ti offre un prezzo materia prima energia che può essere più alto o più basso del mercato maggior tutela.
Sta a te leggere bene le condizioni generali di vendita....e trovare l'offerta giusta.

Gli altri costi sono stabiliti e fissati da Arera. Per tutti. Leggi il comunicato Arera che ho allegato.

La seconda casa costa di più perchè Arera ha stabilito un fisso più alto. Arera l'ha stabilito.
E viene applicato anche nel mercato di maggior tutela.

Io oggi pago la materia prima energia esattamente Euro 0,0483 x kilowattora. Fisso. 1 anno.
 
Ormai il giornalismo – come per altri versi la magistratura della pubblica accusa, da decenni unita al primo in una sorta di rapporto incestuoso – sta perdendo ogni credibilità.

E anche l’Ordine dei giornalisti, istituzione che risale al ventennio e che in molti altri Paesi non esiste,
rischia di diventare solo un inutile ente distributore di stipendi come tanti altri tra quelli di diritto pubblico.


Se così non fosse la notizia di una sorta di scuola di giornalismo fondata da quattro figli di papà giornalisti,
cioè i rispettivi rampolli di Enzo Bettiza, Gad Lerner, Enrico Mentana e Giulio Gambino,
che fa corsi a pagamento (185 euro) e che usa come specchietto per le allodole – meglio i polli –
nientemeno che Alessandro Di Battista, non sarebbe dovuta passare inosservata.

Né tantomeno liscia.

Certo, esiste il libero mercato e ognuno può impiegare i propri soldi come meglio crede.

Ne sanno qualcosa i santoni di tante sette new age che promettendo l’equilibrio psicofisico e spirituale e intanto prosciugano i portafogli di tanti gonzi.

Ma che anche l’arte di scrivere debba essere messa a rischio da fenomeni che presentano inquietanti analogie
con quello appena nominato è veramente una cosa che “non ce se crede”. Per dirla alla romana.


La su citata scuola di giornalismo promette a chi sborserà 185 euro chissà che cosa “dalle nostre più importanti firme”.

Tra cui quella di Alessandro “Dibba” Di Battista, che a quanto risulta non sarebbe neanche professionista (e questo è il meno),
ma che soprattutto è veramente apodittico definire “una delle nostre più grandi firme”.

Di lui infatti si ricordano solo diari di viaggio delle proprie vacanze di ispirazione vetero terzomondista, in Iran, “terra di grandi popoli”, ma soprattutto in Guatemala.


Va detto che la notizia che potrebbe far arrabbiare per il miscuglio di spocchia e presunzione,
oltre che per il prezzo di un simile pseudo-stage, non viene presa sul serio neanche nelle rassegne stampa che la citano.

A Radio radicale, ad esempio, il buon Carlo Romeo, citando Di Battista e il Guatemala ha anche rievocato
l’indimenticabile canzone degli Squallor il cui ritornello faceva “Guatemala, Guatemala, Maremma maiala”.


In prospettiva l’inno di una futura classe di giornalisti.
 
Finire in prima pagina, nei telegiornali e persino nei talk-show a causa di uno stipendio fuori del comune, benché non raro, anzi,
può apparire a osservatori neutrali una esagerazione frutto della demagogia e del populismo dei nostri tempi.


Difatti, nei paragoni con analoghi stipendi, quello nuovo di Pasquale Tridico (Inps) non è né una novità e neppure una grossa esagerazione.

Se non fosse che la sua nomina è stata voluta fortemente dal Movimento 5 Stelle, in particolare da Luigi Di Maio,
con il sì del Governo Conte che non a caso ne difende l’aumento proprio in base ai paragoni, mentre il resto pentastellato sembra colto da un silenzio assordante.


Un Movimento i cui principi ispiratori sono pauperismo, demagogia, giustizialismo.

Ed è proprio lo stesso M5S che proclamava – con tanto di forbicioni e di minacciosi slogan urlati sia da Luigi Di Maio che da Roberto Fico, presidente della Camera –
l’avvento di quel nuovo che avanza che avrebbe immantinente tagliato le spese, eliminato le auto blu e le poltrone, cancellato sprechi, annullato privilegi della casta.

Tutto questo in una con l’applicazione del giustizialismo (non la giustizia) a qualsiasi amministratore raggiunto da un avviso di garanzia,
subito dimissionario come sentenziava il Casaleggio senior, “perché non può rimanere al suo posto”.

Uno schiaffo alla presunzione di innocenza, un sistema spiccio, quello di Beppe Grillo, usato come una clava e una gogna contro gli avversari
e applicato in primis al sindaco grillino di Parma Federico Pizzarotti per non aver avvisato di aver ricevuto un avviso di garanzia per abuso di ufficio, dal quale è stato poi assolto.

Ma Pizzarotti, non appena avvisato, è stato espulso. Non poteva rimanere al suo posto.


Ma che dire ora della sindaca di Torino, Chiara Appendino, non solo avvisata ma condannata in primo grado per falso in atto pubblico
rimasta tranquillamente al suo posto senza alcun ukase da parte dei guardiani della virtù grillina,
perché ha confermato di continuare a fare il suo mestiere ma autosospendendosi. Una trovata davvero geniale.


E adesso siamo allo stipendio di Pasquale Tridico ma, nel frattempo, sono apparse e molto bene utilizzate le orrende auto blu della nuova e peggiore Casta,
la loro, che aveva spergiurato di ripudiare quel mezzo con autista in nome del traposto pubblico esemplificato dal torpedone
su cui si fecero riprendere e fotografare felici e contenti promettendo quell’uso per rispetto del popolo e, ovviamente,
per non gravare sulla spesa pubblica colpevolmente aumentata dai corrotti governati di prima.

Le auto blu, come lo stipendio di Tridico, rappresentano per molti aspetti il marchio della cultura grillina che, con l’andata al Governo,
ha ribaltato i cosiddetti immarcescibili principi di chi prometteva di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno
per poi finire col presiederlo con un Fico che ha subito ripudiato il leggendario torpedone per l’auto blu o grigia,
con numeroso staff a spese dello Stato, come del resto sta facendo da due anni il ministro Di Maio, quello del forbicione, e tutti gli altri grand commis della premiata ditta Grillo.


Tridico Pasquale, si diceva.

Ebbene, il presidente dell’Inps ha annunciato non appena nominato – e col solito Di Maio che ne elogiava le fulgide doti – le riforme più incisive per l’ente.

Intanto, per la gestione di uno dei più importanti enti del nostro Paese sono state aumentate le poltrone per i consiglieri di amministrazione

in nome e per conto della logica spartitoria, alla faccia dei meriti.


Quanto alle riforme promesse da Tridico, che è indubbiamente un manager dotato di qualità e dunque con uno stipendio più che raddoppiato;
qualità che, tra l’altro, si stanno esercitando in un exploit propagandistico di stampo grillino fra cui merita il primo posto l’affermazione che il Reddito di cittadinanza
“ha ridotto la povertà del 60 per cento”, cifra ritenuta del tutto sbagliata perché desunta da dati falsi.


E resta ancora da chiarire il mistero di quel “software antievasione”, inventato da Tridico con l’immancabile Di Maio per trovare 5 miliardi.

In nome del pauperismo, ovviamente.
 
C’è chi sostiene che la faida tra Giuseppe Conte e i grillini sul reddito di cittadinanza derivi dalla necessità di ottenere senza intoppi i cospicui aiuti europei promessi.

In particolare, il premier starebbe cercando molto prosaicamente di dimostrare agli altri partner continentali
che l’Italia non intende più gettare i quattrini nello sciacquone della spesa improduttiva.

Tant’è che lo stesso presidente del Consiglio ha solennemente annunciato che la cosiddetta quota 100,
altra misura fortemente criticata dai pochi rigoristi di questo disgraziato Paese, non verrà più rinnovata.

Ma sul citato reddito di cittadinanza, il principale cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio & company hanno immediatamente alzato le barricate.

E sul piano politico non si può non comprenderli, malgrado i risultati a dir poco catastrofici
di uno strumento che avrebbe dovuto azzerare la povertà e creare la quasi piena occupazione.

A tale proposito appare del tutto pleonastico citare un premio Nobel del calibro di Milton Friedman,

il quale sosteneva che se paghi le persone che non lavorano e le tassi quando lavorano, poi non devi stupirti se crei più disoccupazione.


Questo è un principio che nella poco acculturata Italia del dopoguerra, ancora molto povera ma estremamente ricca di voglia di fare, comprendevano anche i bambini.

Tuttavia, nell’ambito di un diffuso benessere economico, in cui prosperano moltissimi signorini soddisfatti come il nostro buon Giggino,
ogni criterio basato sul buon senso e sull’esperienza acquisita attraverso le generazioni sono messi da parte da una sorta di narcisistico ottimismo della volontà.

Prendendo spunto da qualche presunto colpo di genio del garante maximo Beppe Grillo, unito ad una miscela di ricette assai semplificate
per affrontare problemi piuttosto complessi, di quando in quando il signorino soddisfatto di turno tira fuori dal cilindro l’ideona risolutiva,
la pietra filosofale con cui tramutare in oro il piombo di una sua precedente elaborazione fallimentare.


Ecco allora che spunta il “cervellone”, ovvero un sistema informatico estremamente sofisticato

con cui Di Maio immagina di eliminare le impressionanti storture introdotte con il reddito di cittadinanza.


Non bastavano quindi i fantomatici navigator, gli unici in questa triste vicenda che,

insieme al loro ineffabile creatore Mimmo Parisi, hanno trovato una occupazione.


Si sentiva proprio la mancanza di un controllo da remoto, magari anche attraverso l’uso di telecamere

e dispositivi di tracciamento, dei furbetti del reddito di cittadinanza.


D’altro canto, così hanno sostenuto per decenni i sostenitori di una economia interamente pianificata,

i grillini continuano a dire che l’idea del rdc è giusta ma applicata in modo errato.


Pertanto, con l’arrivo del cervellone, essi sperano, il teorema di Milton Friedman

verrà clamorosamente smentito da un grande balzo in avanti dell’occupazione.


L’importante è crederci.
 

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