Riapertura bordelli

  • Creatore Discussione Creatore Discussione superbaffone
  • Data di Inizio Data di Inizio

Riapertura Bordelli

  • Si

    Votes: 57 79,2%
  • No

    Votes: 15 20,8%

  • Total voters
    72
sì abbastanza...
però la sessualità maschile è diversa da quella femminile
potremmo parlare per secoli e non ci capiremmo mai
perché partiamo da presupposti (biologici) differenti , la sessualità amschile
è da detumescenza quella femminile è più mentale , es la leonessa 'sceglie'
il leone più forte quello che ha sconfitto gli altri maschi perché assicura una
migliore prole i maschi non scelgono ma 'devono' accoppiarsi il più possibile
per essere sicuri di trasmettere il loro patrimonio genetico

certo che non vi capisco, ora i maschi sono diversi sessualmente dalle donne ma un maschio gay che roba e'? :-o

ma tornando a tema ci sono alcune donne portate a "darla"

e quasi tutti gli uomini sono interessati ad averla specialmente quando sono giovani e con gli ormoni che prendono il controllo del cervello con un solo obiettivo > :godo:

per una crescita sessuale sana ci vuole anche sesso ed esperienza per i maschi


una domanda alle espertone ma perche' sui siti porno si vede sempre la faccia delle donne e degli uomini solo del membro? (anche se ultimamente con l'effetto mediatico pro gay le cose stanno cambiando, zozzoni! :wall: )
 
sì abbastanza...
però la sessualità maschile è diversa da quella femminile
potremmo parlare per secoli e non ci capiremmo mai
perché partiamo da presupposti (biologici) differenti , la sessualità amschile
è da detumescenza quella femminile è più mentale , es la leonessa 'sceglie'
il leone più forte quello che ha sconfitto gli altri maschi perché assicura una
migliore prole i maschi non scelgono ma 'devono' accoppiarsi il più possibile
per essere sicuri di trasmettere il loro patrimonio genetico

Ma noi non siamo leoni:)
La vita intorno a noi è cambiata tanto che la maternità e la paternità sono quasi sempre ponderatissime e non istintive e spesso sono anche esperienze uniche.
Non penso che gli uomini di oggi si accoppino per generare ogni volta, anzi:D

Che sia diverso l'approccio personale al sesso, che siano differenti i motivi per cui si decide di avere un rapporto sessuale non ci piove, ma esso è pur sempre un "rapporto". Uno scambio. C'è una persona con te e come tale la devi trattare che tu abbia una visione poetica, romantica, selvaggia o animalesca del sesso non importa. Con te c'è una persona. Non un oggetto o uno strumento.
Capisco il bisogno fisico di avere un orgasmo, ma se decido di averlo in un "rapporto", sto con una persona, mia pari.
 
certo che non vi capisco, ora i maschi sono diversi sessualmente dalle donne ma un maschio gay che roba e'? :-o

ma tornando a tema ci sono alcune donne portate a "darla"

e quasi tutti gli uomini sono interessati ad averla specialmente quando sono giovani e con gli ormoni che prendono il controllo del cervello con un solo obiettivo > :godo:

per una crescita sessuale sana ci vuole anche sesso ed esperienza per i maschi


una domanda alle espertone ma perche' sui siti porno si vede sempre la faccia delle donne e degli uomini solo del membro? (anche se ultimamente con l'effetto mediatico pro gay le cose stanno cambiando, zozzoni! :wall: )


:wall::wall:

1) un gay uomo è un uomo. E ha una sessualità da uomo. Ovverso gli si rizza, come a te:-o
Eiacula come te e ha un periodo refrattario e meccanismi biologici proprio come i tuoi.
Si eccita per cose diverse. Ecco tutto.
Ma immagino che tu ti ecciti per cose diverse da quelle che eccitano me, fa parte dei gusti personali.

2) Anche le donne necessitano di esperienza, anzi. Senza di quella, come fai a sapere cosa ti piace?

3) Perché il porno mainstream è fatto ad uso e consumo dell'uomo medio eterosessuale e macho al quale, evidentemente, piace vedere un volto femminile deformato dal piacere e non gliene frega niente di quello maschile ed, essendo per di più fallocentrico, si sente tutto gasato a vedere il membro maschile che, forse, nella sua testolina, immagina sia suo:-o
 
Peraltro che esperienza può dare che sia utile per un rapporto serio con una donna, frequentare un bordello?
Non si impara come dar piacere ad una donna, in un bordello. Si impara solo a prendersi il proprio.

O forse c'è qualcuno che crede che ad una prostituta piaccia tutto quello che fa?
Ingenui.
 
Fare sesso e/o fare l'amore (tutte e due le cose, visto che tanti li usano come due concetti diversi) presuppone per forza l'incontro con un'altra persona (o più, ma limitiamoci).

Allora, se hai un rapporto con un'altra persona e intendi NON trattarla da persona, ma da oggetto, fai prima e fai un favore a tutti, a te stess* compres* ad arrangiarti, perché altrimenti quella persona la usi e/o lei usa te e la cosa non è bella. Le persone non si usano.

Petronio, l'animalità del sesso la conosco bene. Io faccio sesso con il cervello e l'anima, ma anche e soprattutto col corpo. E il cervello lo uso solo per dare un nome e riconoscere le emozioni che provo. Non lo uso per ragionare sul come, quando, perché, in che modo ecc ecc. Sono istintiva e passionale, ma non per questo vedo la persona che è con me come un qualcosa di accessorio che sto usando per me stessa.
Grandissima parte del piacere sta nel condividerlo. Nel godere del tuo e del suo piacere e nel sapere che sono interdipendenti.

Che sia diverso l'approccio personale al sesso, che siano differenti i motivi per cui si decide di avere un rapporto sessuale non ci piove, ma esso è pur sempre un "rapporto". Uno scambio. C'è una persona con te e come tale la devi trattare che tu abbia una visione poetica, romantica, selvaggia o animalesca del sesso non importa. Con te c'è una persona. Non un oggetto o uno strumento.
Capisco il bisogno fisico di avere un orgasmo, ma se decido di averlo in un "rapporto", sto con una persona, mia pari.

non riesco a capire se diciamo le stesse cose ma in modo diverso, oppure sono effettivamente diverse... :-?

un esempio:
una fantasia sessuale di molti uomini e donne è quella di avere un incontro sessuale con uno o più emeriti sconosciuti, si fa zum-zum, e poi tutti spariscono e non ci si reincontrerà mai più...

tanti gli esempi cinematografici... tra i quali:

- la famosa scena dell'orgia in maschera del film Eyes Wide Shut di Kubrick... :bow:

- i mitici "12 cubani"... di René Claire :lol: :prr:

è evidente che in queste scene le persone sono anche oggetti... non si conoscono, né hanno l'intenzione di farlo... si usano, solo sesso, poi saluti e a mai più rivederci...

insomma, si usano tra loro, ma rientrano anche nei tuoi concetti:
- Grandissima parte del piacere sta nel condividerlo. Nel godere del tuo e del suo piacere e nel sapere che sono interdipendenti.

- Capisco il bisogno fisico di avere un orgasmo, ma se decido di averlo in un "rapporto", sto con una persona, mia pari

Dove sta la contraddizione? :mmmm:
 
non riesco a capire se diciamo le stesse cose ma in modo diverso, oppure sono effettivamente diverse... :-?

un esempio:
una fantasia sessuale di molti uomini e donne è quella di avere un incontro sessuale con uno o più emeriti sconosciuti, si fa zum-zum, e poi tutti spariscono e non ci si reincontrerà mai più...

tanti gli esempi cinematografici... tra i quali:

- la famosa scena dell'orgia in maschera del film Eyes Wide Shut di Kubrick... :bow:

- i mitici "12 cubani"... di René Claire :lol: :prr:

è evidente che in queste scene le persone sono anche oggetti... non si conoscono, né hanno l'intenzione di farlo... si usano, solo sesso, poi saluti e a mai più rivederci...

insomma, si usano tra loro, ma rientrano anche nei tuoi concetti:
- Grandissima parte del piacere sta nel condividerlo. Nel godere del tuo e del suo piacere e nel sapere che sono interdipendenti.

- Capisco il bisogno fisico di avere un orgasmo, ma se decido di averlo in un "rapporto", sto con una persona, mia pari

Dove sta la contraddizione? :mmmm:

Non ho visto il film che citi e non ho queste fantasie.
Però immagino che nel momento in qui queste fantasie si realizzano, ci sia l'incontro delle volontà di persone che riconoscono di avere lo stesso desiderio e che concordano (gratis), su un piano di perfetta parità, di avere quel genere di rapporto.

Molto diverso dal cliente della prostituta che innanzitutto sta in una posizione di potere socioeconomico e poi che non la riconosce come una persona. La usa solo per il suo piacere, che lei lo voglia sul serio o meno.
 
questo articolo è interessante

Claudio Magnabosco: "Io, ex cliente, spiego agli uomini che quelle donne sono schiave"

Un solo estratto, se vi interessa, potete leggere tutto il pezzo cliccando sul link.


Forse potrebbero imparare a scegliere le prostitute che lavorano senza costrizioni?

Parla delle sex worker? Penso siano pochissime. Sono d'accordo con la recente risoluzione del Parlamento europeo: pagare una donna per avere servizi sessuali è degradante per entrambi i sessi e apre la porta alle violenze di genere, ma non multerei i clienti perché penso sia meglio fare una battaglia culturale, così come non riaprirei le case chiuse per non favorire il crimine organizzato. E riformerei i servizi sociali adibiti al recupero delle vittime della tratta, coinvolgendo le ragazze salvate dalla schiavitù sessuale e anche gli ex clienti che conoscono benissimo l'ambiente.
 
Ma noi non siamo leoni:)
La vita intorno a noi è cambiata tanto che la maternità e la paternità sono quasi sempre ponderatissime e non istintive e spesso sono anche esperienze uniche.
Non penso che gli uomini di oggi si accoppino per generare ogni volta, anzi:D

Che sia diverso l'approccio personale al sesso, che siano differenti i motivi per cui si decide di avere un rapporto sessuale non ci piove, ma esso è pur sempre un "rapporto". Uno scambio. C'è una persona con te e come tale la devi trattare che tu abbia una visione poetica, romantica, selvaggia o animalesca del sesso non importa. Con te c'è una persona. Non un oggetto o uno strumento.
Capisco il bisogno fisico di avere un orgasmo, ma se decido di averlo in un "rapporto", sto con una persona, mia pari.





prendo questo post a caso per fare una riflessione:


se un uomo volesse spiegare ad una donna cosa sia il piacere sessuale femminile, lo troverei oltremodo presuntuoso e perfino ridicolo

l'inconoscibile è tale perchè non lo si può conoscere
 
Com'è veramente fare la prostituta ad Amsterdam | VICE Italia


Dato l'alto tasso di disoccupazione giovanile, in Ungheria non è semplicissimo trovare lavoro. Ma se sei di sangue rom può diventare ancora meno semplice. "Sono zingara, non mi vogliono dare lavoro," mi spiega la 24enne Elizabet. "Agli ungheresi non piacciono i rom."

Dopo aver inutilmente cercato un impiego a Budapest, Elizabet ha deciso di trasferirsi ad Amsterdam, "per fare la prostituta. Non ho trovato altro. E senza soldi, non sopravvivo."

Martedì VICE ha pubblicato un'intervista a un uomo che frequenta regolarmente le prostitute del quartiere a luci rosse di Amsterdam e documenta le sue esperienze attraverso un blog. Lange, questo il suo pseudonimo, ci ha detto di aver investito molti soldi nella frequentazione di prostitute, ma parlando con Elizabet è evidente che la sua esperienza non corrisponde a quella che è la realtà della maggior parte delle lavoratrici del sesso di De Wallen. L'affitto, comprensivo della vetrina e della piccola stanza sul retro in cui lavora, le costa 100 euro al giorno. Per 20 minuti di "succhiata e scopata" chiede 50 euro, ma nei giorni più blandi scende anche a 40.

Quando va bene guadagna tra i 300 e i 400 euro a turno, ma i giorni che si chiudono con questo bilancio sono sempre più rari, e distanti dalle vite delle escort d'alto bordo di cui Elizabet aveva sentito parlare. "Sono ancora povera, ma non ai livelli di quando ero in Ungheria. E risparmio il più possibile." Continua a raccontare, spiegandomi che a volte fatica anche solo ad andare in pari: "Ci sono giorni in cui guadagno il giusto per pagare l'affitto. Ma a volte va diversamente, e altre volte ancora non viene nemmeno un cliente."

Di solito attacca alle 10 di mattina, e finisce alle 6 di sera. Cerca di evitare il turno di notte per paura dei turisti ubriachi e di ogni altro rischio che il quartiere a luci rosse offre una volta che gli spacciatori iniziano a circolare. A differenza di altre prostitute di Amsterdam non ha "buttafuori" o papponi, quindi sceglie con cura i suoi clienti.

"So capire le persone, anche se non capita sempre," spiega. "A volte ho paura, perché non c'è nessuno che possa soccorrermi."

Elizabet occupa il turno facendo il possibile per attirare quanti più clienti riesce. "Ballo, mando baci ai passanti, mi invento di tutto. A volte funziona. Altre no. Quando funziona, chiedo i soldi appena entrano e li metto via, al sicuro. Non mi fido di nessuno. Poi spoglio il cliente e mi butto sul letto."

La stanza a disposizione di Elizabet è occupata da un piccolo materasso verde lime e dalla sua cassaforte grigia. Lo spazio restante accoglie a malapena un lavandino e una sedia, con la lampadina che penzola dal soffitto e una compilation di Europop anni Novanta in sottofondo. La totale mancanza di romanticismo non la preoccupa: Elizabet mi dice che non vuole assolutamente fare la "fidanzata in affitto", e aggiunge che di solito il tempo a disposizione è talmente poco da non lasciare spazio per preliminari o una qualche conversazione.

"[Durante il sesso] non faccio facce né urlo o sospiro; me ne sto lì, sdraiata. Non mi piace, quindi perché fingere? Di norma fisso l'orologio, in modo da controllare quanto tempo rimane. Penso sia per questo che tanti non vengono, quando facciamo sesso."

Madella, un'altra prostituta che si è trasferita ad Amsterdam dal Perù con i due figli adolescenti, dice di essere disposta a fare tutto ciò che chiede il cliente, finché è per soldi. "A volte diventano un po' troppo emotivi, ma onestamente a me non interessa," mi dice. "Se pagano, a me sta bene. Possiamo fare tutto quello che vogliono—se pagano."

Quando le chiedo dei clienti abituali, Elizabet risponde così: "Non ho mai avuto lo stesso cliente per due volte. Sono per lo più turisti—inglesi, americani, australiani—quindi capita che siano in città solo per una notte."

Madella, al contrario, dice che i suoi clienti sono per la maggior parte olandesi—ma nemmeno lei sembra troppo ansiosa di farsi una clientela fissa. "Vengono principalmente olandesi," dice. "A volte hanno un pessimo odore, e se l'odore è insopportabile li mando al diavolo: non prendo chiunque." Quando le domando se qualcuno ha mai reagito negativamente alla sua richiesta di andarsene non si scompone più di tanto: "Non direi. Qui il lavoro è buono. A volte non viene praticamente nessuno, e in quei casi è terribile. Ma altre volte va bene, e faccio un po' di soldi." Quando chiedo a Elizabet se le piace il suo lavoro, la sua risposta non mi sorprende: "Mi piacciono i soldi," dice sorridendo. "A volte il lavoro in sé mi rattrista, ma che posso farci?"

Delle circa 7.000 prostitute che lavorerebbero ad Amsterdam, la maggior parte non è di nazionalità olandese; Elizabet ipotizza che almeno l’80 percento arrivi dall’Est Europa. Infatti, la via in cui lavora è stata ribattezzata “Hungarystraat” per via della massiccia presenza di donne dall’Est Europa—soprattutto da Ungheria, Romania, Bulgaria e Russia.

Elizabet ha deciso autonomamente di trasferirsi dall’Ungheria ad Amsterdam e iniziare a lavorare nel quartiere a luci rosse, ma ha sentito storie di sue connazionali—o di altre esteuropee—costrette a prostituirsi sotto minaccia di papponi e organizzazioni criminali. “Prendono i passaporti, le controllano,” mi ha detto. “ Non possono scappare, è una brutta situazione.”

Non tutti mostrano questa comprensione per le condizioni drammatiche delle donne finite nella tratta. Metje Blaak, prostituta in pensione e portavoce delle prostitute dei Paesi Bassi, si è lamentata delle restrizioni contro il traffico di persone, che a suo giudizio avrebbero portato a più burocrazia per coloro che scelgono di lavorare nel mercato del sesso. “Ci sono molte donne che scelgono di essere prostitute,” mi ha scritto in un’email. “Ma il cosiddetto ‘aiuto’ per quelle che ci finiscono dentro contro la loro volontà, con quelle stupide regole e norme, impedisce alle donne libere di lavorare.”

A proposito di regole e norme, indipendentemente dalle rispettive idee in merito, a parlare con Elizabet non sembra che queste stiano funzionando granché. Tante donne senza risorse vengono portate qui con la promessa di lavorare, per poi essere costrette a prostituirsi finendo praticamente in trappola.

Anche Elizabet si sente in trappola, ma alla prospettiva di tornare a casa e ritrovarsi senza un lavoro. Sogna di tornare in Ungheria e farsi una famiglia, ma non ha idea di quando ci riuscirà. “Voglio avere dei figli e sposarmi, ma qui non trovo nessuno—lavoro sempre,” ha detto sospirando. “Non so se ci riuscirò mai.”

“Da bambina volevo diventare un manichino di quelli che stanno in vetrina, per indossare una miriade di vestiti,” mi ha spiegato. “Mia mamma mi diceva, ‘Non puoi—i manichini non sono persone vere.’ Era una cosa che divertiva tutti. Ma ora sono una prostituta.” Amici e familiari non sanno del suo vero lavoro: l’unica persona a conoscenza della cosa è sua madre, tutti gli altri pensano lavori in un hotel.

“Mia madre è l’unica che lo sa,” mi ha confidato. “Dice che non dovrei farlo, ma ho bisogno dei soldi, li mando a casa. Non voglio che il resto della famiglia lo sappia; non penso potrei tornare se lo scoprissero.”

Madella mi ha raccontato una storia simile, dicendo di spendere tutto quello che ha per la famiglia. “All'inizio, quando sono arrivata in Olanda, per un po' ho lavorato in un supermercato sistemando la roba sugli scaffali,” ha detto, “ma ho cambiato subito lavoro, perché si fanno più soldi con la prostituzione. Lavoro per guadagnare e dare soldi alla mia famiglia.”

Nonostante le preoccupazioni, Elizabet mi ha detto che alcuni aspetti della sua vita ad Amsterdam le piacciono. “È bello qui. La gente è gentile, e sia la polizia che il proprietario sono molto rispettosi.” Ultimamente però, non vede l’ora di tornare a casa dalla sua famiglia e i suoi amici. “Voglio fermarmi, ma non posso,” ha detto. “Ho sempre i soldi in mente.”

Mi domando come possa un cliente essere certo che la persona che sta comprando non sia vittima della tratta. E' praticamente impossibile. E mi domando anche come mai non ci si chieda come possa essere considerata libera una ragazza come questa, che, come abbiamo letto, nel suo paese non ha alternative di nessun genere. E mi domando anche tantissimo come non faccia riflettere il fatto che a stragrande maggioranza delle ragazze in vetrina in Olanda sia dell'Est.
E' così evidente che si tratta di una "scelta" tanto condizionata da povertà e mancanza di orizzonti.
 
prendo questo post a caso per fare una riflessione:


se un uomo volesse spiegare ad una donna cosa sia il piacere sessuale femminile, lo troverei oltremodo presuntuoso e perfino ridicolo

l'inconoscibile è tale perchè non lo si può conoscere

:mmmm: Mi pare ovvio, ma non capisco cosa c'entri.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto