E' inutile parlarne.
Ma proviamo le risposte a caso:
Una breve riflessione sul perché la prostituzione non può essere considerata un lavoro come un altro e quindi non va trattata come una normale attività economica:
1) La prostituzione è spesso paragonata al lavorare in miniera ( o ad altri faticosi) I danni ai minatori sono incidenti che l’equipaggiamento di sicurezza mira a ridurre; i danni alle donne prostituite sono inflitti loro intenzionalmente. In legalissimi bordelli si chiede alle donne (che spesso sono OBBLIGATE ad accettare) di fare sesso senza protezione o durante la gravidanza, o usando oggetti vari o anche di ricevere schiaffi, botte o altro.
Prima di tutto (cfr. DiMajo, oo.vv.) "è spesso paragonata a" introduce un elemento soggettivo.
Quindi la pretesa di poter parlare in assoluto cade.
Ma facciamo finta che si possa procedere.
In concreto, non in astratto.
Esiste, come tutti sanno, il D.Lgs. 81/2008, che riguarda la sicurezza sul lavoro.
Per le citate miniere (ma anche per le fabbriche di armi, laboratori radioattivi ecc.) ci sono norme particolarmente rigorose.
Esiste, ma viene intenzionalmente disapplicato in molti posti di lavoro.
Nei posti dove si lavora in nero, non parliamone neanche.
Vogliamo fare finta che la prostituzione sia l'unico "lavoro" dove si rischiano danni (o la vita!), oppure far finta che non esistano lavori dove le norme sulla sicurezza vengono dimenticate?
Oppure invece vogliamo dire che può essere esattamente uguale ad un "lavoro" che, guarda caso, può avere gli stessi rischi - soprattutto se colpevolmente mal gestiti - di una miniera?
Quindi Prostituta/o = Minatore/trice; o li aboliamo tutti, o nessuno.
2) La prostituzione è spesso paragonata ai lavori sottopagati nei fast food. Gli impiegati di questi ultimi non necessitano di servizi specializzati per aiutarli a mollare il lavoro nel modo in cui le sopravvissute hanno bisogno di aiuto per reinserirsi nel mondo del lavoro e infatti in Olanda e in Germania sono previste misure per chi vuole uscire dalla prostituzione legale, ma non funzionano.
Ci sono numerosi "lavori" alienanti / usuranti, dai quali si esce segnàti e non reinseribili.
Quindi prostituta/o = Guardia giurata, o guardia del corpo, o boxeur: o li aboliamo tutti, o nessuno.
3) La prostituzione è spesso paragonata al pulire cessi. Essere costretti dalla necessità economica a pulire toilette ogni giorno può essere decisamente spiacevole, ma non è stupro e non lascia alle persone sindrome da stress post-traumatico, malattie sessualmente trasmissibili o gravidanze indesiderate. Chiunque abbia pulito un bagno e fatto sesso è in grado di spiegare le enormi differenze fra le due attività.
Siccome si tratta di esseri umani, con diversi cervelli, possiamo ammettere che l'essere umano X trovi più disgustoso ripulire a pagamento macchie di orina e sterco altrui, rispetto ad un contatto carnale a pagamento?
Oppure chi la pensa in un certo modo va lobotomizzato e riprogrammato?
Per assurdo, io riprogrammerei chi compra orologi da 30mila euro, il quale a sua volta riprogrammerebbe chi compra macchine fotografiche da mille euro, il quale a sua volta riprogrammerebbe chi trascorre ore e ore al buio, attendendo il suono del campanello attaccato alla canna da pesca che l'avvisi che, sott'acqua, un'anguilla ha mangiato l'esca, e così via.
Quindi o aboliamo la libertà di scelta per tutti/e, o la lasciamo per tutti.
4) La prostituzione non è un lavoro di servizio, è sfruttamento del corpo. Il sesso, la razza, l’età di chi fornisce servizi legittimi non hanno importanza per cassieri, idraulici, contabili, guidatori di taxi, ecc., allo stesso modo in cui hanno invece importanza per gli uomini che usano prostitute, i quali non accetteranno servizi sessuali dal corpo di un uomo quando vogliono il corpo di una donna, o dal corpo di una donna anziana quando vogliono il corpo di una ragazza giovane.
Questa è una seconda proposta di abolizione delle miniere di cui al punto 1, in quanto i datori di lavoro manifestano una spiccata predilezione per lavoratori di sesso maschile?
E poi, perché stigmatizzare gli amatori delle donne anziane, che pure esistono?
Fra l'altro, chi mai giurerebbe che, per il 100% delle donne con il mal di schiena, sia assolutamente indifferente ricevere un massaggio rigenerante da un bel figliuolo, da una diciottenne emo o da un settantenne dall'aspetto ripugnante, sia pure a parità di capacità manuali?
5) Non esiste occupazione lavorativa che possa essere svolta mentre il lavoratore è privo di sensi. Le prostitute sono spesso drogate, svengono per dolori insopportabili o vengono loro inflitti traumi cranici prima o durante l’assalto sessuale.
Vedasi il punto 1.
6) La prostituzione non è una professione di intrattenimento sui media come recitare. Le attrici fingono di fare sesso, le donne prostituite non stanno fingendo di fare sesso e i danni ai loro corpi e alle loro menti sono la prova dello sfruttamento, non un’occupazione.
I/le maestri/e elementari non fingono di educare i bambini, ed è un'attività usurante a livello psico-fisico, quindi non è un'occupazione, bensì sfruttamento.
7)- Le condizioni di base per la sicurezza sono impossibili da conciliare con la prostituzione. Le leggi sull’esposizione durante il lavoro (“ragionevolmente prevista per pelle, occhi, membrane mucose o tramite contatto parenterale con sangue o altri materiali potenzialmente infetti”) prevedono guanti di lattice, occhiali protettivi, mascherine per il volto e grembiuli per proteggere i lavoratori. La prostituzione non potrà mai rispettare i parametri dell’81/08 per la tutela e la sicurezza nel mondo del lavoro.
Nemmeno nel bordello più chic del mondo
Mannò, è solo che è un discorso un po' classista.
Ovvero: se l'attività sessuale deve essere svolta per - poniamo - un'ora al giorno per evitare problemi, il/la prostituto/a deve guadagnare, in un'ora, lo stipendio di un lavoratore d'altro genere.
Quindi deve costare otto volte tanto.
Quindi deve essere accessibile solo ai ricchi: come un autorevole specialista medico.
Quindi i poveri non ne hanno diritto.
A meno che non ci pensi il Reddito di Cittadinanza a perequare questa diseguaglianza.
In sintesi: anche se è impossibile che il messaggio arrivi, chi è a favore della legalizzazione della prostituzione non auspica un mondo dove il/la lavoratore/trice può essere picchiato/a e traumatizzato/a a piacere: lo immagina come una professione, fastidiosa o noiosa come ce ne possono essere altre, per altre ragioni, esercitabile con dei diritti da parte di chi lo sceglie.
La prima parte della frase c'è già: "un mondo dove il/la lavoratore/trice può essere picchiato/a e traumatizzato/a a piacere" è davanti ai nostri occhi. Non riguarda solo la prostituzione, ma indubbiamente c'è.
La parte "esercitabile con dei diritti da parte di chi lo sceglie" è l'auspicio.
Ogniqualvolta si pensa "ma io non lo sceglierei mai!", si pensi anche a chi non comprerebbe mai un orologio da 30mila euro o una lente fotografica o cinematografica da 10mila euro, e si provi ad immaginare che nel mondo esistono cervelli diversi.