Riapertura bordelli

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Riapertura Bordelli

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Un'intervista, in tema, a Patric Jean, regista belga, portavoce di ZéroMacho:

Il suo libro si presenta come un'apologia del pensiero abolizionista. Non è utopistico parlare d'abolizione?


Patric Jean
: Certo che lo è. Come l'abolizione della schiavitù, la decolonizzazione o l'eliminazione del lavoro minorile. Sono utopie che diventano realtà. L'idea abolizionista è nata alla fine del XIX secolo, sulla scia dell'abolizione della schiavitù. La prima a combattere questa battaglia da una prospettiva femminista è stata Joséphine Butler. Altri si sono subito dopo impegnati contro quella che consideravano una forma di schiavitù: Victor Hugo, Jean Jaurès, Émile Zola, Victor Schoelcher. Tra le donne che si sono distinte nella lotta contro il "mercato" del sesso ricordiamo Maria Deraismes, Louise Michel o, più tardi, Marcelle Legrand-Falco. Questi personaggi che hanno edificato il pensiero abolizionista possono essere forse tacciati di conservatorismo moralista, retrogrado o paternalista? Sono in realtà militanti progressisti la cui battaglia ha strutturato l'idea di uguaglianza.


Perché oggi Lei prende la parola?


Patric Jean
: Perché bisogna ascoltare anche la voce degli uomini, quella degli uomini abolizionisti. Sollevare questa questione non significa fomentare la guerra tra i sessi. La grande maggioranza degli uomini non fa ricorso alla prostituzione. Io appartengo ad essa. Siamo in molti a ribellarci all'immaginario che vuole che noi uomini abbiamo pulsioni sessuali che si manifesterebbero con la stessa urgenza dell'urinare. E che sia quindi dovere civico organizzare questo divertimento maschile, al fine di tutelare le donne dalla manifestazione della loro libido aggressiva. Gli uomini non hanno una sessualità pulsionale più di quanto non ce l'abbiano le donne. E' una falsa credenza, che funziona esattamente come tutte le altre. Bisogna confutarla, perché essa legittima le violenze.

Si capisce dal suo libro che gli incontri con le persone prostituite l'hanno profondamente turbata

Patric Jean: Le ho incontrate nel corso del mio lavoro di regista. Ne sono rimasto scioccato. Vivono in una situazione terribile. Mi è impossibile restare indifferente alla loro sofferenza. Abbiamo il dovere di impegnarci concretamente per abolire il privilegio maschile di disporre del corpo altrui.

Cosa risponde a coloro che sostengono che la prostituzione sia una libera scelta?


Patric Jean
: A sostenerlo sono gli alto borghesi dello star -système, persone totalmente avulse dalla realtà della gente comune, persone che vivono di eccessi. E' una classe sociale di persone pubblicizzate dai media e che se ne fottono completamente - donne comprese - del fatto che le donne delle classi popolari siano ridotte a vendere la vagina e l'ano. Al di là del rapporto tra i sessi, vi è un terribile disprezzo sociale.


Lei ha esplorato i forum dei clienti. Cosa vi ha trovato?


Patric Jean: Questi clienti sviluppano una misoginia delirante. Le donne, per loro, possono essere soltanto dei pezzi di carne. Ho discusso con un responsabile della rivista Causeur, all'uscita del loro "manifesto dei 343 maiali". E alla mia domanda: "Come fa a distinguere tra una donna che è assoggettata a una rete di prosseneti o di trafficanti e una che non lo è?" Lui mi ha risposto: " Quando compro della carne, spetta allo Stato informarmi se è avariata oppure no". Leggere i racconti contenuti nei forum dei clienti, consente di scorgere ciò che l'animo umano ha di più sordido, violento e soprattutto, di più indifferente, al dolore dell'altro. Queste persone si riferiscono al corpo delle donne come a un "bene" che "acquistano". Formano una sorta di fraternità dei "clienti".

Che cosa pensa della proposta di legge che sta per essere discussa all'Assemblea Nazionale?
(corrisponde alla nostra Camera dei Deputati)
(quella appena approvata)

Patric Jean
: Dopo la legge sul matrimonio per gli omosessuali e questa legge abolizionista, si può davvero avanzare verso la trasformazione sociale e il progresso per tutta la società. Viviamo in un momento storico. L'adozione della proposta di legge permetterà alla Francia di servire da esempio, potrà indurre altri Paesi a seguirne le orme. Tanto più che il dibattito sulla prostituzione sta rifiorendo, soprattutto in Europa.
 
La nuova legge che Superbaffone ha linkato, ovviamente, fa parlare...

Un altro parere autorevolissimo

Coerenza vuole che dopo lo ius primae noctis, l'abuso sessuale (rapporto ottenuto in seguito all'esercizio di un abuso di potere) e lo stupro (rapporto sessuale ottenuto con la forza), l'acquisto di un atto sessuale, secolare diritto maschile conferito dal denaro, sia rimesso a sua volta in discussione.
Fin dagli anni Ottanta gli studi del sociologo svedese Sven Axel Mansson hanno individuato nella prostituzione un sistema fortemente conservatore, uno "spazio omosociale svincolato dalle esigenze paritarie delle donne", dove "l'ordine antico viene ripristinato". Nel 2004 la sola inchiesta nazionale condotta in Francia sui clienti della prostituzione ha evidenziato un immaginario sessuale fondato di sovente sulla dominazione, sulla violenza e sulla reificazione della donna.

"Rimettere le donne al loro posto"

Manifestazioni sportive, stipule di contratti, festeggiamenti...
In nome di un'idea - datata - di virilità, il cliente compra il potere di imporre la sua volontà a donne che si vedono così sottrarre il diritto, conquistato a duro prezzo, di dirgli di no. Pagando, il cliente esprime la sua appartenenza ad un mondo maschile tradizionale che intende "rimettere le donne al loro posto".
Ciò che lo caratterizza, è l'indifferenza morale. "Quando mangio una bistecca, non mi chiedo se la mucca ha sofferto" dice uno di loro, interrogato sul rischio di sfruttare una vittima della tratta. "Hai soltanto questa roba? " chiede un altro alla gestrice di un bar dove ci si prostituisce. L'universo chiuso della prostituzione è lo spazio emblematico del disprezzo, se non dell'odio verso le donne, che si esprime nei forum dei siti delle "escort", dove i commentatori rivaleggiano in sessismo e razzismo.
Quello che il cliente prostitutore acquista è il diritto di sfuggire alle regole e alle responsabilità che fondano la vita sociale. Nella prostituzione egli trova l'ultimo spazio che lo tutela dal dovere di rispondere dei propri atti: uno stato di eccezione dove le violenze e le umiliazioni che infligge vengono rimosse in virtù del fatto che ha erogato denaro. Egli è, però, come mostrano tutte le inchieste, il principale responsabile delle violenze subite dalle persone prostituite: insulti, aggressioni, stupri e anche omicidi. E gli studi recenti mostrano che da lui derivano i gravi attentati alla salute fisica e psicologica delle persone prostituite.
Queste evidenze non distolgono un consumatore sempre più spregiudicato dal " fare la spesa" in un vivaio di donne i cui percorsi di vita sono segnati dalla precarietà, dalle violenze, dalla soggezione ai prosseneti e alle reti della tratta. Bisogna forse ricordare che il Protocollo di Palermo (Convenzione delle Nazioni Unite contro il traffico degli esseri umani, 2000), così come la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro il traffico degli esseri umani, nota come Convenzione di Varsavia (2005), chiedono agli Stati di "scoraggiare la domanda" che è all'origine della tratta? Questi documenti invitano ad adottare misure sociali, culturali, educative, ma anche legislative per raggiungere questo obiettivo.

La necessità di essere coerenti
Com'è inevitabile, le resistenze sono numerose. Per opporsi alla rimessa in discussione di questo secolare diritto si evocano i rischi della clandestinità (ma questa è proprio la confessione della pericolosità dell'incontro stesso con il cliente!) o si invoca il pragmatismo.
Sanzionare i clienti risponde a un'esigenza di coerenza, non al gusto per la repressione. Come accontentarsi dello statu quo? Delle persone prostituite considerate come delinquenti [n.d.t. in Francia, le prostitute sono criminalizzate per l'introduzione nel 2003 del reato di adescamento passivo], dei clienti trattati da innocenti, delle straniere esposte alla minaccia dell'espulsione, quando bisognerebbe invece proteggerle dalle reti dei trafficanti e dei magnaccia che le sfruttano?
Come procedere nella prevenzione della prostituzione e nella creazione di alternative, se non verrà introdotta alcuna sanzione per responsabilizzare coloro che ne sono i promotori? A che scopo moltiplicare i discorsi sulla lotta contro le violenze o sull'uguaglianza tra ragazze e ragazzi, se viene salvaguardato il diritto di infischiarsene in merito alla prostituzione?
Solo una politica coraggiosa potrebbe far regredire questo arcaismo indegno delle nostre democrazie e liberare la sessualità, non solo dal moralismo e dalla violenza, ma anche dal peso del mercato. Questa rivoluzione culturale permetterebbe infine di valutare la volontà degli uomini di considerare le donne come uguali a loro, di riconoscere i loro desideri, il diritto al piacere di cui essi godono e la medesima posizione nella società.

Firmano:

Christine Delphy (Sociologa) è una delle figure più prestigiose del femminismo francese. Ha partecipato nel 1968 al Mouvement de libération des femmes ed è stata tra le fondatrici, con Simone de Beauvoir, della rivista Questions féministes, ancor oggi da lei diretta e pubblicata con il titolo di Nouvelles Questions féministes. Esponente dal 1996 del CNRS (Centre national de la recherche scientifique), la maggiore e più rilevante organizzazione di ricerca pubblica francese, Delphy è tra le fondatrici del femminismo materialista, che ricorre appunto all'approccio materialista per individuare e analizzare l'oppressione e lo sfruttamento specifico delle donne, concepite come una classe, da parte degli uomini. Il femminismo materialista costituisce la corrente egemone in Francia e impronta di sé anche una parte importante dell'anarcofemminismo. Ad esso si ispirano numerose organizzazioni del vitalissimo panorama femminista francese, a partire da tutte quelle che si sono espresse a favore dell'abolizione della prostituzione (più di 50 nel 2012, cui se ne sono aggiunte altre quest'anno)
Françoise Héritier (Antropologa)
Yvette Roudy (Ex ministra dei diritti delle donne);
Olympia Alberti, poetessa, saggista, romanziera, critica letteraria, semiologa;
Éva Darlan, attrice e produttrice di spettacoli teatrali, una delle fondatrici dell'organizzazione femminista Ni putes, ni soumises (Né puttane, né sottomesse);
Claudine Legardinier, autrice, in collaborazione con Saïd Bouamama, del libro "Les Clients de la prostitution, l'enquête" (Presses de la Renaissance, 2006); Florence Montreynaud, storica, fondatrice dell'associazione femminista "Chiennes de garde" (Cagne da guardia);
Coline Serreau, regista, sceneggiatrice ed attrice.
 
E queste sono le misure principali introdotte dalla legge francese

I deputati e le deputate dell'Assemblea Nazionale francese hanno approvato, con 268 voti contro 138, la proposta di legge sostenuta dal governo che condanna il cliente al pagamento di una contravvenzione dell'importo di 1500 euro, raddoppiata in caso di recidiva. L'acquisto di atti sessuali viene infatti considerato una violenza.

Come sanzione complementare è prevista la frequentazione da parte dei clienti di uno stage di sensibilizzazione sulle condizioni effettive di esercizio della prostituzione.

Il testo abroga il reato di adescamento introdotto nel 2003, che criminalizzava le persone prostituite.

Viene costituito un fondo per la prevenzione della prostituzione e per il sostegno sociale e professionale delle persone prostituite, alimentato dallo Stato,dalle ammende inflitte ai clientie dai proventi delle reti dei trafficanti e dei prosseneti individuate e smantellate.

Alle persone che ne faranno richiesta presso associazioni accreditate sarà proposto un percorso di uscita dalla prostituzione che contemplerà l'esenzione totale o parziale dal pagamento dell'imposta, la dotazione di un alloggio ecc. Il budget sarà elevato dai 10 attuali ai 20 milioni di euro all'anno.

Alle migranti impegnate nel percorso di uscita dalla prostituzione sarà rilasciato un permesso di soggiorno provvisorio di 6 mesi. Finora ne avevano diritto soltanto coloro che denunciavano il proprio prosseneta. Queste migranti fruiranno di un reddito temporaneo di 336 euro al mese.

Prima di entrare in vigore, il testo dovrà tuttavia passare al vaglio del Senato che dovrà esaminarlo entro giugno.
 
Domanda: leggere le testimonianze, le parole dei clienti e delle prostitute non vi fa pensare che in effetti ci sia qualcosa di stonato nel dire che i bordelli tutelano le ragazze?
Che tutela è, legalizzare un comportamento che, come potete leggere voi stessi, è violento e che, rivestito con la patina della "legalità" sarebbe una violenza legale? :-?

Lo chiedo proprio con sincero interesse.

Voglio, davvero, capire come possiate affermarlo, come possiate pensare che una prostituta in un bordello possa stare significativamente meglio di una in strada.
:mmmm:

E vorrei anche sapere che idea avete del rapporto prostituta - cliente, se pensate ancora che sia l'acquisto di un servizio come tutti gli altri.

PS. Per favore, vorrei risposte solo da chi ha davvero letto le testimonianze che ho scritto, altrimenti è un dialogo inutile.
 
senza prostitute l'80% degli uomini si butterebbe dai ponti senza elastico, faccio parte del 20% perché sono bello.

non è strada o bordello che condanna o tutela l'animo, ci sono donne che lo fanno perché lo vogliono, attratte dal denaro non sudato in tessitura, e altre costrette, per queste, strada o bordello è la morte dell'animo.

rapporto clienti prostitute penso che siano talmente tante sfaccettature dovute ad ogni singola personalità, che non si possa fare di tutta un erba un fascio.

speriamo che non mi tolgono il puttanone sotto casa:wall:

nessuno dice mai la verità ecco perché non cambierà mai niente.
la verità è che nessuno ci ha insegnato a vivere.
 
Ho capito, non avete argomenti :-o

Tutti povki qui, poco introspettivi, anche.

E non dico altro perché ora che sono moderatrice poi mi accusereste di abuso di potere :-o
 
NO, è che nessuno risponde in modo serio:
chi dice che è sempre esistita
chi dice che gli uomini ne hanno bisogno
E nessuno che si chieda né perché, né se sia giusto.
 

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