Il cioccolato, che passione! Un modo di dire relazionato con il cioccolato non poteva che nascere a Torino, ai tempi del re Carlo Felice di Savoia (1765-1831).
Fare una figura da cioccolataio vuol dire fare una gran brutta figura, una figura barbina, meschina.
Intorno al 1830 a Torino l’industria del cioccolato aveva già raggiunto livelli di altissima specializzazione; di maestri cioccolatieri ce n’erano molti, ma non ci è stato tramandato il nome di colui che, arricchitosi vistosamente grazie alle nuove tecniche di elaborazione del cacao, si permise la sfacciataggine di girare per la città con una carrozza trainata da ben quattro cavalli, quando invece i borghesi dell’epoca normalmente utilizzavano il tiro a due.
Il re Carlo Felice chiamò urgentemente a corte quest’uomo per fargli una severa ramanzina, in quanto “il re di Sardegna, Cipro e Gerusalemme” uscendo con la sua quadriglia, “non poteva essere scambiato per un cioccolataio”. Secondo un’altra versione dei fatti, invece, un ricco cioccolataio di Genova fu scambiato per il re quando si presentò all’inaugurazione del teatro Carlo Felice, nel 1828, su una carrozza molto lussuosa. Essendo la carrozza del re molto più brutta, si dice che la gente mormorò che “il re aveva fatto una figura da cioccolataio