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vogliamo parlare poi di come far girare l'economia obbligando la gente a spendere per servizi inutili??

Ieri ho appreso che per fare la visita agonistica con decreto di agosto servono anche certificati con valori di colesterolo e glicemia antecedenti non più di 3 mesi dal giorno della visita......
Per un intervento chirurgico vanno bene anche quelli a 6 mesi tanto per fare un raffonto...

A un conoscente ho cercato di mandar via per mail ( si per mail visto che da anni siamo tecnologici,digitali ) una richiesta di contributo relativo al welfare aziendale. Dall'altra parte il diretto che mi lasciava tale possibilità mi ha riferito di esser andato in pensione e di chiamare il caf di zona.
Neanche il tempo di spiegarli tutto che questo mi dice che non posso 1) inviare documenti di terzi per violazione leggi privacy, 2) che l'unico modo per fare ciò e chiamare per fissare appuntamento e quindi portare documenti, ergo "obbligo" presenza fisica....

Ma con PNRR made in Brunetta non avevamo ricevuto soldi per digitalizzare tutto nella pubblica amministrazione???

Quindi praticamente uno deve prendersi mezza giornata di permessi/ferie per portare un documento alla sede x, quando online risparmierebbe tempo e denaro ( strada in auto )....

Sempre peggio!
 
Per dirti con quali coglioni lavoriamo oggi.
Ieri ho chiamato una ditta - non metto il nome, dyson - per chiedere
informazione sulla consegna di un aspirapolvere.
Nome cognome della persona, indirizzo mail, indirizzo di consegna (che è il mio)

L'interdetta dall'altra parte, "per la privacy non posso fornire informazioni".

Signorina non le sto chiedendo dei dati privati,
le sto solo chiedendo quando è prevista la consegna.

"per la privacy non posso fornire informazioni"

Signorina, sono un avvocato, non le sto chiedendo dei dati sensibili,
le sto solo chiedendo quando consegnate la merce.
Ha due alternative, mi risponde oppure domani inizio una pratica legale
per mancato rispetto dei termini di consegna.

........ha risposto. Ahahahahahahahah

Ma oggi è tutto così. La privacy, poi ti pubblicano nome e cognome
e fotografia sui giornali. Per loro è tutto lecito. In attesa della denuncia.
Tanto poi non pagano con le loro tasche.
 
Son coglioni come questi.

Doveva essere la nuova emergenza, dopo quella pandemica,
che i governi nazionali avrebbero dovuto affrontare.

L’aumento delle temperature,
i disastri naturali
ed il caldo torrido di quest’estate
erano tutti effetti imputabili al cambiamento climatico,
e che trovavano un unico responsabile: il capitalismo umano.


Esatto, è la stessa teoria che sta alla base delle eco-follie di Bruxelles,
come la direttiva green sulla case e lo stop alla vendita di auto a diesel e benzina a partire dal 2035.

E che, in fondo, non tanto si differenzia dai militanti per il clima
(comunisti ma travestiti di verde) di Ultima Generazione.

Ebbene, per settimane ci hanno raccontato che luglio 2023 era stato tra i mesi più caldi in assoluto.

I media mainstream ce lo dicevano in qualsiasi salsa.

Era addirittura La Repubblica ad affermare che luglio era stato “il mese più caldo della storia“;
o ancora – in un articolo datato 21 luglio riprendendo la Nasa –
Rep scriveva che i primi due mesi estivi sono stati “i più caldi della Terra da secoli”.

Detto, fatto.

Puntualmente però si trattava di una fake news climatica.
 
Come registrato dai dati pubblicati da Terna,
la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale,

“nel mese di agosto 2023 la domanda di energia elettrica
ha fatto registrare un calo dell’1,1 per cento rispetto ad agosto 2023″.

Ma non finisce qui, il dato più sorprendente deve ancora arrivare.

“Questo valore – continua il report – è stato raggiunto con lo stesso numero di giorni lavorativi (22)
e una temperatura media mensile leggermente inferiore rispetto ad agosto 2022 (-0,6°)”.

Insomma, agosto ’23 è stato anch’esso più fresco di quello del 2022.


E ora chi lo dirà a La Repubblica,
visto che poche settimane fa ci parlava di “allarme globale”,
“rischio di caldo record” oppure – riprendendo lo scienziato Pasini –
si insinuava come non ci fosse mai stato “nulla di simile nella storia“.

Insomma, è il racconto che fa sempre parte di quel filo conduttore
che lega la narrazione spargipanico del Covid-19
fino ad arrivare ai cambiamenti del clima.

Peccato che, pure a questo giro,
i dati abbiano sbugiardato gli eco-ansiosi.


Per l’ennesima volta.
 
photo_2023-09-22_09-43-20.jpg
 

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