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E' un inizio ma non è sufficiente

Elezioni Austria, prima la destra di Fpo con il 29,1%, Popolari secondi col 26,2%,​

 
PiDioti. Mai nessuna sigla poteva essere più esplicativa.

A Roma,
capitale dell'abusivismo dove persino le primarie del 2021 (quelle del centrosinistra, ovviamente)
hanno avuto luogo in uno stabile occupato, lo Spin Time Labs,
così ribattezzato dai centri sociali che da undici anni là dentro fanno il bello e il cattivo tempo,
benedetti persino dall'elemosiniere vaticano che con tanto di pinze ruppe i sigilli messi da Acea
a causa di un debito da 300mila euro per bollette della luce non pagate ebbene,


proprio a Roma,
dove persino la monnezza occupa abusivamente il suolo pubblico nauseando le narici dei turisti,
che passeggiano tra monumenti e bellezze millenarie, e dei residenti,
che nemmeno l'abitudine è riuscita a immunizzare dalla schifo con cui sono obbligati a convivere
,

nel mirino del Comune non sono finiti
centri sociali,
case occupate o
campi nomadi

ma un ristorante di via Veneto.

Non uno qualunque.

Bensì il «Crazy Pizza» di Flavio Briatore.

Gli rinfacciano di aver colorato la facciata del palazzo, che ospita il locale, con un'esplosione di fiori (finti).

Sono abusivi, sentenzia il Municipio.

Ed ora la pizzeria di Mr Billionaire, forse una delle più «in» della Capitale, rischia, dopo essersi beccata già una multa,
di dover sborsare altri soldi ma soprattutto di dover rimuovere la composizione floreale che oggi anima la via della Dolce Vita.


Il motivo? Non sottostà alla grigia burocrazia che grava sugli edifici storici.
 
Per carità, le regole sono regole.

E ci guardiamo bene dal sostenere che possano essere infrante, nemmeno se migliorano il decoro urbano.

Però dà da pensare che nei tetri uffici comunali di Roma,
dove hanno certamente una lista chilometrica con appuntati obbrobri urbani da sanzionare,
se la vadano a prendere con un marchio che esporta il made in Italy in tutto il mondo.

Certo, a molti sta sul gozzo che, nonostante la Margherita costi la bellezza di 17 euro,
Briatore continui ad avere successo e aprire nuovi locali.
Persino a Napoli, tempio inespugnabile della pizza.


E così sorge il dubbio che,
anziché interessarsi delle oltre 7mila case occupate in città o dei rifiuti o dei campi nomadi
(all'occasione buoni persino per ospitare tribune elettorali),
qualche invidioso preferisca ripiegare sui fiorellini del «Crazy Pizza»
che, detto tra noi, non puzzano, non sporcano e non degradano la nostra Capitale
.

Anzi.
 
Si chiamano in diversi modi, in Veneto singani, in italiano zingari, in inglese gypsies, in russo цыганы (tsigany) ma sono sempre loro...
Popolo nomade, da sempre dedito alle ruberie e all'accattonaggio, una volta li riconoscevi dal loro aspetto trasandato, sporco e negletto, sentivi la loro puzza a notevole distanza.

Oggi invece vestono griffato e in stile, con telefoni di ultima generazione da mille euro !
E sapete qual'è la differenza ?
Che prima razziavano esclusivamente in autonomia o al limite inquadrati da qualche capobranco o capotribù familiare, ora invece sono al soldo e alle dipendenze di clan settari e gang molto pericolose, talvolta organizzate in veri e propri racket di livello internazionale.

Prima andavano porta a porta, ora con la massificazione del turismo globale vanno dove c'è una concentrazione molto elevata di persone...ma il target è rimasto sempre lo stesso !

RUBARE SOPRATTUTTO AI DEBOLI, AGLI ANZIANI, AGLI INVALIDI E AI DISABILI



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Ultima modifica:
I banchieri pagliacci.


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Davvero c’era da ridere per almeno un anno intero ad ascoltare la Lagarde ieri, loro si che hanno tutto sotto controllo …

Quando uno dice che la disinflazione accelera, significa che è terrorizzato dalla deflazione e non vuole usare la parola giusta.
Va beh dai, è un teatrino quello delle banche centrali, è servito sino ad oggi per tenere in piedi le banche.

Banche che anche in America come in Germania, sono piene di crediti inesigibili sul mercato commerciale americano e da qualche mese anche su quello residenziale, visto che stanno crescendo esponenzialmente i pignoramenti e le insolvenze.
 
Ma i deficienti li prendono a mazzi ?

Così Rutte nel suo "rito di iniziazione":

"Non vedo l’ora di iniziare, ringrazio Jens per l’amicizia.
L’Ucraina resta una priorità per l’alleanza.
Ma anche la Difesa e la deterrenza, dobbiamo spendere di più.
Inoltre entrambi crediamo che il legame transatlantico sia alla base della Nato
".

Sulla delicata questione del Medioriente:
"Seguiamo da vicino cosa succede in Libano,
la Nato non ha ruolo specifico ma siamo in contatto con i partner nell’area
e spero che le ostilità finiscano il prima possibile
".
 
Vediamo quali sono nel dettaglio e quanto pesano.

  • Guerra d’Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);
  • Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);
  • Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);
  • Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro);
  • Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,0114 euro);
  • Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro;
  • Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro;
  • Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro;
  • Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro;
  • Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro;
  • Emergenza alluvione Liguria e Toscana del novembre 2011: 0,0089 euro;
  • Decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel);
  • Emergenza terremoti dell’Emilia del 2012: 0,024 euro;
  • Finanziamento del ‘Bonus gestori’ e riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo: 0,005 euro;
  • Spese del ‘decreto Fare’ del 2014: 0,0024 euro.

Sommando tutto quanto si arriva a ben 72 centesimi sulla benzina e a 62 sul diesel.

Che, sommati all'Iva ci dicono che ogni volta che facciamo rifornimento,
più della metà di ciò che paghiamo finisce in tasse:

il 55% per la benzina, il 51% per il diesel.
 

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