La sinistra alza il tiro in contro il governo in vista del rush finale della campagna elettorale in Emilia Romagna
e prepara la «guerriglia» per l'arrivo (previsto oggi) del presidente del Consiglio.
La premier, impegnata alla manifestazione elettorale del centrodestra,
troverà una città tappezzata di manifesti con i volti della stessa Meloni
e della ministra dell'Università Anna Maria Bernini coperti da mani insanguinate.
I leader della sinistra, da Schlein a Fratoianni, non prendono le distanze.
Anzi, sono i primi a soffiare sul fuoco della «rivolta sociale»,
evocata anche dal segretario della Cgil Maurizio Landini.
Il clima di assedio contro il centrodestra è iniziato sabato pomeriggio con la manifestazione della sinistra antagonista,
appoggiata dal Pd, sfociata in guerriglia contro gli agenti di polizia.
Dal Partito democratico non è arrivata nessuna parola di condanna
per le violenze contro i poliziotti.
È lo schema classico della sinistra, che punta ad alzare il livello dello scontro in vista del voto nella roccaforte rossa.
Un film già visto nel 2020
quando dal cilindro uscirono le Sardine chiamate a difendere l'Emilia Romagna dall'avanzata di Matteo Salvini.
Oggi si compie un salto di qualità.
Dalla piazza alla violenza.
Passando per l'incitamento all'odio contenuto nei manifesti contro Bernini e Meloni.