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I responsabili del Sap, sindacato autonomo della polizia, che auspicano

«una netta presa di distanza da parte di tutti
e chiede che non ci sia nei riguardi di questi violenti alcuna indulgenza politica e giudiziaria.


Alcuni giorni fa il segretario della Cgil, Maurizio Landini,
ha inneggiato alla rivolta sociale,
mentre il segretario del Pd Elly Schlein
ha criticato l'autorizzazione ad un altro corteo di Casapound.


Nessuna presa di distanza dai violenti.
Tutto questo è pericoloso.


La violenza va condannata sempre.

I continui attacchi politici e strumentali alle forze dell'ordine
espongono gli operatori ad enormi rischi e, primo fra tutti, quello della loro incolumità.

Non siamo carne da macello e abbiamo diritto, dopo il lavoro, di tornare sani a casa dai nostri cari.

Ci sono tecniche e strumenti come gas lacrimogeni e idranti
che possono garantire livelli di sicurezza superiore e vanno utilizzati» ribadisce il sindacato.

Augurandosi «che il decreto sicurezza, ora all'esame del Senato,
venga approvato celermente poiché contenente norme per contrastare e punire
i professionisti del disordine con sanzioni più gravi».
 
È un crescendo di tensioni e minacce.

Dopo l'attacco alla polizia,
ieri sono arrivati i manifesti con il «sangue» di Meloni e Bernini.


«Continuano senza sosta le ondate di odio dei collettivi di sinistra, che stavolta tornano ad attaccare il Governo

Manifesti come quelli apparsi in queste ore a Bologna contro il governo e il ministro Bernini
nulla hanno a che fare con la civiltà del confronto democratico e dei principi della nostra democrazia.

La sinistra non esasperi i toni e prenda le distanze,
non si avallino derive come queste pericolose e rischiose, si torni alla civiltà del confronto»


«In Emilia Romagna è in corso una campagna elettorale
e bene sarebbe confrontarsi nel merito delle idee e dei progetti, non alimentare un clima di scontro.

Tutti i partiti della sinistra, a cominciare dal candidato De Pascale, prendano le distanze da tutto questo,
che non giova a nessuno e men che meno al Paese».


Dal fronte opposto nessun ripensamento.

A una settimana dal voto che deciderà il governo dell'Emilia Romagna
per i prossimi 5 anni la roccaforte rossa di Bologna va difesa con tutte le armi.

Anche a costo di apparire dei «pericolosi sovversivi».
 
Sembra che abbiamo assegnato i voti

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Ahahahahah quasi 100 voti di distacco...............58% a 42%
 
Per "loro" la cosa più importante è G I U S T I F I C A R E.
Poverini sono confusi.
Secondo il mio punto di vista, tanti cacinkulo a questi dirigenti.


Due crocifissi fatti a pezzi, i simboli più diffusi del cristianesimo in frantumi
in un istituto considerato punto di riferimento per l'integrazione.

L'episodio risale allo scorso 29 ottobre e si è verificato alla scuola primaria Parini,
sede dell'Istituto comprensivo Torino II di corso Giulio Cesare.

Secondo quanto ricostruito,
durante l'intervallo alcuni bambini che frequentano la quinta elementare
sarebbero entrati nell'aula di religione e avrebbero preso i due crocifissi:
prima li avrebbero spaccati, poi li avrebbero gettati dalla finestra per nascondere l'accaduto.


Una vicenda sconcertante che chiama in causa una delle più note scuole multiculturali,
recentemente protagonista al Festival della Pastorale migranti per raccontare come lavora per l'accoglienza.

L'istituto è collocato in un'area urbana caratterizzata da un'elevata presenza di famiglie straniere
e ha da sempre una forte vocazione inclusiva e interculturale.


Da qui la realizzazione di un protocollo di accoglienza
che viene applicato in tutti i plessi per l'inserimento e il monitoraggio dell'inclusione di tutti gli alunni stranieri.


ALLA FACCIO DELL'INCLUSIONE.

UN BEL FALLIMENTO.
 
«Abbiamo invitato tutti i genitori a un'assemblea di classe
chiedendo quali informazioni avessero e di pronunciarsi su quanto accaduto.

Tutti ci hanno detto che erano dispiaciuti e mortificati
e che certamente non è quello l'insegnamento che danno ai loro figli»,

le parole del preside.

Il dirigente ha tenuto a sottolineare l'impegno del suo istituto
per garantire il rispetto di tutte le confessioni religiose:

«Soprattutto in una scuola come la Parini dove ci sono famiglie di varia nazionalità, compresa l'italiana.
Dall'Egitto alla Nigeria, dal Perù alla Tunisia e al Bangladesh».


"Hanno la percezione del valore simbolico,
ma a quell'età è molto confusa,
il crocifisso rende la vicenda complessa e delicata
perché si possono attribuire significati che non necessariamente ci sono».



Nessuna guerra di religione all'orizzonte,
ha precisato il dirigente,
bensì uno spunto per una riflessione.
 
Ai responsabili dell'atto vandalico
saranno affidate attività di servizio alla comunità:
anziché fare ricreazione, dovranno mettere ordine ai libri della biblioteca scolastica.

La punizione durerà fino al termine del quadrimestre.

Il movente resta ignoto.

I dirigenti hanno inviato una lettera ai genitori degli alunni per illustrare le ragioni della scuola
e la gravità di quanto accaduto, rimarcando la necessità di comprendere quali fossero
le motivazioni eventuali di un fatto del genere, se una stupidaggine o un'inquietudine più profonda.

Secondo i responsabili,
si sarebbe trattato di una semplice bravata
da bambini di dieci anni.


Per il preside, alcuni studenti avrebbero confuso la simbologia religiosa,
complice una scarsa chiarezza sulla differenza tra confessioni.
 
Ad ulteriore riprova che la società multiculturale è un fallimento.

Se i docenti conoscono i responsabili e si tratta di immigrati,
vengano espulsi immediatamente, poiché è risaputo che i bambini agiscono
sulla base di quello che sentono in famiglia.

Se al contrario fossero italiani, allora casa di correzione fino alla maggiore età.

Prima di tutto fare ripagare i danni
poi una indagine conoscitiva sulle famiglie atta a virificare la reale volontà d'integrazione
e se persistesse anche una minima volontà di non integrarsi
e non rispettare le nostre leggi e la nostra cultura.

La normale conseguenza che se ne dovrebbe trarre
potrebbe e dovrebbe essere l'immediato rimpatrio di tutta la famiglia, nessuno escluso.
 
A questi ragazzini di quinta elementare
il Pd vorrebbe regalare la cittadinanza italiana sin dalla nascita.

E Forza Italia segue a ruota con lo ius scholae.

Quei bambini hanno agito così
perche i genitori pensano così.
 
Ahahahahahah gallina due

Il dopo voto è sempre dedicato all’analisi delle cause di una vittoria o di una sconfitta.

E’ certo che negli Usa, dopo la debacle della candidata del Democratici, Kamala Harris,
nel partito sia stata avviata una sorta di presa di coscenza dei passi falsi compiuti
che rischia di trasformarsi in una caccia all’uomo.

Dopo le indiscrezioni dello staff della vicepresidente,
che nella prima ora incolpava il presidente in carica, Joe Biden,
di non aver appoggiato degnamente la candidata dem,
oggi al coro si aggiunge la deputata, Nancy Pelosi.

Intervistata dal New York Times, l’ex speaker della Camera ha detto che
sarebbe stato meglio per il Partito Democratico se il presidente Biden avesse abbandonato prima la campagna
e il partito avesse poi organizzato le primarie per sostituirlo.

“Se il presidente avesse lasciato prima, forse ci sarebbero stati altri candidati in corsa”,​

ha detto Pelosi durante un’intervista con Lulu Garcia-Navarro, conduttrice di The Interview,​

un podcast del Times.​

“La previsione era che, se il Presidente si fosse fatto da parte, ci sarebbero state delle primarie aperte”.​


“E come ho detto, Kamala avrebbe potuto, penso che avrebbe fatto bene e sarebbe stata più forte in futuro.
Ma non lo sappiamo. Non è successo. Viviamo con quello che è successo.
Poiché il Presidente ha appoggiato immediatamente Kamala Harris,
ha reso quasi impossibile lo svolgimento delle primarie in quel momento.
Se fosse stato molto prima, sarebbe stato diverso”, ha ancora lamentato.

Negli ambienti della politica democratica americana
si dice che sia stata proprio Pelosi a guidare la spinta dei democratici per estromettere Biden,
che ha finito per abbandonare la corsa alla fine di luglio
dopo settimane di pressione a seguito dello scarso risultato nel dibattito contro Donald Trump.
 

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