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collegio dei patafisici
07 Oct 2004 08:09 Dossier Cia: ecco chi Saddam tentò di comprare col petrolio
NAZIONI UNITE, 7 ottobre (Reuters) - La Cia (Central Intelligence Agency) ha pubblicato un elenco di centinaia di nomi di persone, aziende, partiti politici e funzionari governativi che Saddam Hussein tentò di corrompere per riuscire ad ottenere la fine delle sanzioni Onu contro il suo paese.
Allo stesso tempo, Saddam ed il suo governo lavorarono per costituire una riserva di 11 miliardi di dollari attraverso accordi segreti per aggirare le sanzioni, imposte per la prima volta nel 1990 ed eliminate soltanto un anno fa dopo l'invasione americana.
Il rapporto diffuso ieri fa parte di un'indagine di 1.200 pagine svolta per la Cia da Charles Duelfer, ex ispettore Onu agli armamenti, che ha concluso che l'Iraq non aveva arsenali chimici e biologici nascosti, nè un programma di armamenti nucleari, prima dell'invasione dello scorso anno.
Il rapporto, pubblicato sul sito web della Cia (www.cia.gov.), indica la stesura di accordi con aziende di Siria, Giordania, Libano, Turchia, Emirati arabi Uniti e Yemen per ottenere forniture proibite.
L'elenco indica anche nomi da Francia, Russia e Cina, tutti membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu.
Altre accuse sono emerse nei confronti di Benon Sevan, a capo dell'ora defunto programma umanitario Onu oil-for-food (petrolio per cibo), che ha avuto per le mani 67 miliardi di dollari. Indicato come un funzionario Onu chiamato signor Sifan, ed ha respinto vivacemente le accuse.
L'Onu ha detto che la documentazione verrà girata ad una commissione d'inchiesta guidata da Paul Volcker, ex presidente della Federal Reserve.
Nell'elenco compaiono anche i nomi del leader ultranazionalista russo Vladimir Zhirinovsky e del suo partito, di Charles Pasqua, ex ministro francese degli Interni, del presidente indonesiano Megawati Sukarnoputri, del figlio del presidente libanese Emile Lahoud e del Fronte popolare di Liberazione della Palestina.
La lista, pubblicata in parte in passato, contiene 13 file segreti ed era stata aggiornata dall'ex vicepresidente iracheno Taha Yassin Ramadan e dall'ex ministro del Petrolio, Amir Rashid. Ma non è stata sottoposta sinora ad alcuna verifica indipendente.
NAZIONI UNITE, 7 ottobre (Reuters) - La Cia (Central Intelligence Agency) ha pubblicato un elenco di centinaia di nomi di persone, aziende, partiti politici e funzionari governativi che Saddam Hussein tentò di corrompere per riuscire ad ottenere la fine delle sanzioni Onu contro il suo paese.
Allo stesso tempo, Saddam ed il suo governo lavorarono per costituire una riserva di 11 miliardi di dollari attraverso accordi segreti per aggirare le sanzioni, imposte per la prima volta nel 1990 ed eliminate soltanto un anno fa dopo l'invasione americana.
Il rapporto diffuso ieri fa parte di un'indagine di 1.200 pagine svolta per la Cia da Charles Duelfer, ex ispettore Onu agli armamenti, che ha concluso che l'Iraq non aveva arsenali chimici e biologici nascosti, nè un programma di armamenti nucleari, prima dell'invasione dello scorso anno.
Il rapporto, pubblicato sul sito web della Cia (www.cia.gov.), indica la stesura di accordi con aziende di Siria, Giordania, Libano, Turchia, Emirati arabi Uniti e Yemen per ottenere forniture proibite.
L'elenco indica anche nomi da Francia, Russia e Cina, tutti membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu.
Altre accuse sono emerse nei confronti di Benon Sevan, a capo dell'ora defunto programma umanitario Onu oil-for-food (petrolio per cibo), che ha avuto per le mani 67 miliardi di dollari. Indicato come un funzionario Onu chiamato signor Sifan, ed ha respinto vivacemente le accuse.
L'Onu ha detto che la documentazione verrà girata ad una commissione d'inchiesta guidata da Paul Volcker, ex presidente della Federal Reserve.
Nell'elenco compaiono anche i nomi del leader ultranazionalista russo Vladimir Zhirinovsky e del suo partito, di Charles Pasqua, ex ministro francese degli Interni, del presidente indonesiano Megawati Sukarnoputri, del figlio del presidente libanese Emile Lahoud e del Fronte popolare di Liberazione della Palestina.
La lista, pubblicata in parte in passato, contiene 13 file segreti ed era stata aggiornata dall'ex vicepresidente iracheno Taha Yassin Ramadan e dall'ex ministro del Petrolio, Amir Rashid. Ma non è stata sottoposta sinora ad alcuna verifica indipendente.