Spot

C'è uno spot TV in cui un attore, certamente noto a tutti ma non a me, sopporta con sufficienza le varie espressioni entusiastiche di una probabile figlia con il suo telefonino al solo scopo di proporle/imporle a fine spot la sua app Immuni "che la dobbiamo scaricare tutti". Abbastanza insopportabile come atteggiamento, quella finta compiacenza paternalistica con la giovane. Ma, come al solito, il punto è un altro: sicuri sicuri che di questi tempi uno spot con chiaro accento romanesco sia il miglior mezzo per veicolare una promozione sanitaria, chiamiamola così, erga omnes, cioè per tutti gli italiani?
Comunque, al di là delle singole opinioni - la mia è intuibile - la storia dell'app immuni è quella del fallimento di chi pensava che l'Italia in massa fosse ormai condizionabile alle bislaccherie fallimentari di chi non sa più che fare e come fare, se non per salvare i neo-danteschi avanzi di discoteca, almeno per bloccare in casa i pericolosi elettori. E tenerli sotto controllo. "Ah, i bei tempi del lockdown".

PS Non ho ancora capito con quale diritto mi abbiano chiuso all'interno del mio comune per molte settimane. Se andavo in auto al supermercato di altro comune cosa cambiava, ai fini sanitari? Evidentemente l'interesse era un altro.
 
Questo lo metto negli spot. Perché è uno spot.
Ore 1,25, domenica 24\5\2020 su Rainews 24.

Un giornalista sovrappeso in giacca jeans e stivaletti dallo studio distribuisce le sue "verità". Dichiara che i no-vax vogliono la libertà di infettare gli altri e che ora si sono tramutati in no-mask, cioè rifiutano di mettere la mascherina. Poi se si ammalano pretendono di essere curati a spese della società. Ora, che un no-vax possa avere i suoi motivi, costui non ci pensa neppure, poi comunque quello che conta è sbeffeggiare chi non la pensa come lui ( = immagino, non pensa come chi lo ha assunto in RAI).
Ma dire che i no-vax siano anche no-mask è un menzogna che inquinerebbe un letamaio, diciamo che si tratta di una diffamazione, aggravata dal "pulpito" che la diffonde, cosciente e volontaria, programmata e peggiore di molte fake news, anzi, regina delle fake, se è vero che, per esempio, il sottoscritto non vuole vaccinarsi ma la mascherina la mette coscienziosamente, e così quasi tutti. Infatti, non esiste alcun "movimento" che teorizzi l'inutilità della mascherina, ma solo individui a cui dà fastidio e che se ne fregano, perciò la tolgono. E non sono i no-vax, qualunque cosa si indichi con questo termine, il quale propone lo stigma degli stessi criteri di chi definisce "handicappati" chi non ha le sue capacità - ma ne ha altre, magari, no?
A parte il tono sarcastico, che non credo sia compito di un giornalista messo lì per le notizie e non per inquinare, il bello è che subito dopo il biologo Enrico Bucci, prof. negli USA, gli spiegava come, in sostanza tutti i dati delle regioni siano sostanzialmente delle fake-news, e questo con il tono di dire cose quasi scontate. Sulla base di quegli stessi dati, poi, e qui sta il bello, il giornalista (un giorno ne sapremo il nome, sicuramente farà carriera in RAI, seguendo le orme di quello che pare -pare - quasi il suo maestro, il Mannoni Sotuttoio) precettava che cosa il mondo dovesse fare o non potesse fare.
Shit-program della notte, e meno male. Ma il saccente protagonista è abbastanza giovane da venire promosso a programmi in orari più frequentati, dove farà maggior danno. O che, vista la stazza, il virus non si interessi, come usa, al suo esuberante fisico, tipo Bud Spencer degli inizi.

Vabbè, la RAI è la casa degli italiani, e da qualche parte il letamaio ci deve pure stare.
Però, come dicevo un tempo, io l'abbonamento TV non lo volevo: è giusto pagare perché ti portino via l'immondizia, non perché te la mettano in casa.
Trovato il nome del "giornalista":
Gerardo D'Amico
Segnarselo bene, perché, come già scritto, dovremo occuparci ancora certamente di lui. A quanto vedo sarebbe un cacciatore di fake news, cioè un portatore della verità rivelata. Stile quell'annuncio prima era covid in cui Corriere, Repubblica, Mediaset ecc. si proponevano quali i soli portatori seri del vero - da quella volta ho smesso di comprare il Corriere. **

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** A questo proposito, ricordo ancora lo spot quando si indicava come fake news il fatto che gli immigrati clandestini fossero portatori del virus - come se solo i razzisti potessero pensare ciò. E come dopo qualche giorno abbiano eliminato, chissà perché :p, dallo spot questa gustosa e strampalata affermazione.
 
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RAI: AL VIA LA TASK FORCE CONTRO LE FAKE NEWS
2 Aprile 2020 Admin 0 Comments
Il Patto Trasversale per la Scienza si complimenta con l’Amministratore Delegato della Rai Salini per la decisione di istituire una task force aziendale contro le fake news sotto la guida del Direttore Antonio Di Bella coadiuvato dal responsabile per l’informazione Scientifica di Rainews24 Gerardo D’Amico.
È una decisione importante e storica per il Servizio Pubblico, che ha scelto due professionisti di altissimo valore che hanno già dimostrato in passato di aver impostato la propria esperienza di comunicatori esclusivamente sulle evidenze scientifiche, di aver dato voce solo a ricercatori di chiara fama e prestigio, di aver denunciato le falsità dei novax e delle cosiddette medicine alternative.
Auspichiamo che questa lodevole decisione non si fermi alla attuale emergenza sanitaria, in cui è quanto mai indispensabile fornire agli italiani informazioni chiare, affidabili, scientifiche: il Servizio Pubblico dovrà impostare la sua mission a questi canoni sempre, in tutte le sue espressioni, dai telegiornali ai programmi di intrattenimento quando si occupano di informazione che riguarda la salute, la scienza, il benessere.
Un particolare in bocca al lupo al nostro Socio Fondatore Gerardo D’Amico, punto di riferimento per la Comunità scientifica per il suo instancabile lavoro al servizio della comunicazione scientifica.
Eccolo qui a fianco di un noto immunologo che aveva predetto come il virus non avrebbe creato alcun caso in Italia. NB io non ce l'ho con la scienza e la medicina. Ma non accetto diventino un fatto di potere e censura per chi dissente.


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Lo stile del nostro è dispiaciuto a qualcun altro


Ora, il punto non è la caccia (io sono contrario, ma fino a un certo punto, dove diventa una necessità). Il punto è proprio nel modo di fare. Termini come inqualificabile, ridicolo, schierato, mostrano come la trasmissione fosse indegna di un servizio pubblico. Non l'ho vista, ma ci credo.

Ascoltiamolo qui (24 febbraio) quando dice la fesseria che ogni contagiato ne infetta due. Per una fesseria simile l'assessore Galliera fu bersagliato a sangue dagli amici del Nostro (era che 2 contagiati ne infettano uno :clap: ). Ma lui, appunto, è un "amico".


Insomma, che un tipo del genere torni a lavorare per L'Espresso o Telemontecarlo, ma non per un servizio pubblico :mad:
 
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- Puareto quel bocia, Vili, varda, i lo ga copà come na bestia
- Sì, nono
- E quei do tuti coverti de disegni, ma no i pol proibirle ste porcae?
- No, nono, però poi se capita almanco in Polissia no li pol torli co i disegni indosso.
- Ti vedi? Go sempre dito che quei che se coverze de ste scoasse vol solo farse vedar forti parché drento i zé moeche
- Certo, nonno. El sicologo Baleng dize che serve par parer più forti de queo che uno zé. Ala fine, zé na forma de paura
- Bon, e dove zé sucesa sta porcada?
- A Colleferro
- E dove casso zé sto posto?
- No so, el teegiornal no lo dize mai
- Ma cossa zelo, na metropoi, na capital?
- No, nono, speta che vardo su gugl ... bon, sarìa un comune tacà a Roma, 20 mila abitanti
- E perché i pretende che tuti lo conossa? Che casso de informasion sarìa? Che se casca un maton in testa a uno a Dosson no i ghe spiega subito che zé darente a Treviso?
- Parché el teegiornal i lo fa a Roma che i pensa de esar al zentro del mondo e che tuti ga da capir, e che se niantri no capimo zé cassi nostri
- Ma che i vada in mona anca lori. La prosima volta che el mato de Peseja pesta qualcheduni, no stemo gnanca a dighelo a lori dove che zé Peseja, che i se rangia
- Sì nono, tanto par lori semo "hic sunt leones"
- Te ga dito giusto, semo proprio "che son coljones".
 
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Un nuovo quotidiano. Ce ne sono già molti che vivono con le sovvenzioni statali e quasi nessuno legge. Sarà uno di più, pensa il videodevoto.

Si chiama Domani, e si vanta di essere un nuovo quotidiano indipendente :-D
Libero
indipendente
senza padroni
non tollera pressioni, non cerca risse
però nessuno ci fermerà
ecc ecc ecc

Questo lo spot. Chi ci sia dietro non viene detto. Però, un momento: quanti spot, e dappertutto! Ti fa pensare che questi qui i soldi ce li hanno.
Andiamo a vedere editorialedomani sul solito motore di ricerca.
Ah beh ... ecco,
è del vecchio Carlo de Benedetti :capo:, ben noto ex patron di Repubblica, da cui è testè uscito.
Un incallito sostenitore della verità, dell'obiettività, certoooo! :jolly:
Altrettanto obiettivo sarà l'apporto del presidente Zanda, per l'occasione divenuto ex tesoriere del PD. :ghh:



Lo spot è pure carino ed elegante. Un cane porta il giornale al padrone traversando (in bianco/nero, come i giornali, appunto) mezza città, sfuggendo a tutti i pericoli e alle tentazioni. Alla fine del video magari ci sentiamo più identificati con il cane che con il padrone, ma tant'è, magari sotto sotto era questo lo scopo. :daisy:

Quello che mi sembra robustamente scorretto è nascondere al pubblico televisivo ciò che altrove viene chiaramente scritto: che De Benedetti ne è l'unico proprietario, e che il giornale si dichiara di sinistra.

Perché uno è libero di sostenere il punto di vista che vuole, ovvio. Ma se sostiene che il suo punto di vista è obiettivo, neutrale ecc. mente sapendo di mentire.
Un bell'inizio :dietro::cool:
 
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Lo spot di Kinder Pinguì, con quella mamma particolarmente poco significante, è comunque irritante al massimo grado soprattutto per la canzoncina.
Mi spiego.
Esistono due modi estremi (più mille sfumature tra i due) di comporre una canzone. O si parte dalla musica, che dunque avrà una sua autonomia, e si cerca di adattarle le parole. Una volta si risolveva il dilemma usando molte parole brevi e un profluvio di rime cuore-amore, tu-più ecc.: diciamo che scriverci sopra un testo decentemente profondo era un problema.
L'altro modo è partire dalle parole e cercare di metterci su una musica. Di questi tempi è sempre più usato: si prendono testi fintamente profondi e assolutamente prosaici e ci si appiccica sopra con il vinavil una pseudomusica antimusicale e molto povera, nel migliore dei casi. Il tutto firmato da un cantautore alla moda, e il gusto musicale va a catafascio.
E' evidente che questi del pinguino sono partiti dal testo, senza nemmeno cercare di accomodarlo un po', sennò il copywrighter si offende, e hanno scritto una musica ignorante che, di fronte al povero testo pubblicitario, sa solo dire con malagrazia "Sì badrone"-

Ogni giorno lavoro torno a casa son mille le cose che ho da fare e niente può rovinare il mio buoooonuuumooore - con il passo del pinguino

Un testo, come si vede, quasi leopardesco nella sua ricca complessità, d'altra parte ben adeguato all'inespressività totale della pinguinona protagonista. Appare evidente come l'impresa di appiccicarci una musica appena decente fosse disperata. E magari è per questo che il compositore di turno non ci ha nemmeno provato. Ci sono casi in cui dal concime nascono i fiori, altri in cui resta concime e basta.
 
Bufera sulle nuove direttive dell’Academy, dal 2024 i film candidati gli Oscar dovranno rispettare delle determinate regole, nell specifico inserire categorie di persone considerate di minoranza nella società, ecco i nuovi standard inclusivi.
I prossimi film che i produttori vorranno candidare agli oscar dal 2024 in poi dovranno necessariamente contenere minoranze. Tra queste leggiamo anche le donne, Le altre categorie sono persone di colore e minoranze etniche, persone che si riconoscono nel movimento LGBTQ+ e persone con disabilità.
l’Academy ha fatto un atto politico, uccidendo quello che invece è il concetto di arte, ossia fenomeno totalmente slegato da sovrastrutture pre-imposte di tipo industriale
Le categorie da rispettare sono 4

A1 – Almeno uno dei protagonisti, o comprimario, dovrà esser parte di una minoranza etnica.

A2 – Almeno il 30% degli attori in ruoli secondari o marginali dovrà far parte di gruppi poco rappresentati (si intende qui anche di orientamento sessuale o genere).

A3 – La storia o tema principale dovrà essere incentrato su uno dei gruppi meno rappresentati (di nuovo: genere, etnia od orientamento sessuale).

Passando alla categoria B, uno tra i tre criteri.

B1 – Almeno due delle leadership di dipartimento dovrà far parte di un gruppo sociale o etnico generalmente non rappresentato (per dipartimenti si intendono i ruoli di maggiore spicco, come il direttore del cast, la fotografia o il regista)

B2 – Altre sei posizioni chiave all’interno del team (creativo o tecnico) da parte di persone appartenenti a minoranze.

B3 – Almeno il 30% della troupe con individui di minoranze

La terza categoria, la C, riguarda due criteri da rispettare.

C1 – Apprendistati o tirocini pagati di persone incluse in minoranze etniche, di genere o altro, in dipartimento come VFX, produzione, musica, post produzione.

C2 – La produzione dovrà offrire opportunità di lavoro, o di insegnamento lavorativo, rispetto a minoranze.

Ultima categoria la D, con un solo criterio.

D1 – La produzione dovrà avere almeno un produttore esecutivo senior appartenente alle minoranze elencate, di etnia, genere, sesso o altro.

E meno male che l'America sarebbe il paese della libertà :fiu: Qualcuno fermi questi fanatici.

Andrà a finire che chi fa un comizio politico dovrà parlare bene degli avversari per il 30% del tempo (minimo), ed ospitare gratuitamente sul palco un rappresentante di forze con meno del 3% dei voti. Sono contrario alle quote rosa, per rispetto verso le donne. Qui, come le chiameremo queste quote obbligatorie? Quote marchetta?

Infine, prevedibile la ricaduta sugli spot. Alle riprese dovrà partecipare almeno il 10% di immigrati clandestini, il 20% di immigrati da più di 10 anni, e poi albanesi 5% Ucraini 7,23%, Tunisini 7.936 %, spacciatori 5%, mafiosi 1,2% ecc. Ogni affermazione andrà previamente permessa dal Ministero della Verità. Tra i personaggi, obbligatoria la presenza di due soci ARCI, con discussione di almeno 9 minuti, citando obbligatoriamente 6 volte la Costituzione .
Ogni spot dovrà diventare così un chiaro invito a donare tutto ai poveri (25%), non potrà contenere frasi con una negazione, e dovrà obbligatoriamente contenere un invito a non discriminare gli handicappati.
L'applicazione delle norme sarà affidata ai maggiori sindacati nazionali.

Si promulga in data ........................ presso ___________________________:::: ecc eccì Salute Grazie.

La presente legge prevede 3 eccezioni: ladri e rapinatori ne sono esentati. sulle tavole imbandite degli spot dovranno essere rappresentate tutte le marche esistenti (chi con una bottiglia, chi con confezioni varie), dopo le 18.30 tutte le affermazioni, gli slogan ecc dovranno declinarsi obbligatoriamente solo al plurale.
 
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Sarà una furbata?
Lo spot attuale di Carrefur ha come sottofondo una musichetta che pare proprio un plagio dalla colonna sonora di La vita è bella (Benigni - musica Nicola Piovani ). Ma vuoi che i francesi si mettano a rischiare una denuncia per plagio? Piuttosto, avranno preso qualche accorgimento tecnico per evitare l'accusa. O non sarà piuttosto che hanno comprato il diritto stesso per usarla nello spot? In questo caso, oltre all'interesse proprio delle note in sé, in qualche modo seducenti, otterrebbero pure l'interesse indiretto di quelli che, come me, annusano la scopiazzatura. Una furbata in ogni caso, allora. O si scopiazza per abbellire senza rischiare, o si scopiazza per incuriosire.
A meno che non arrivi davvero una denuncia.

Bene o male, basta che si parli di me, diceva quel tale.
 

Non ho nulla contro Esselunga, anzi. Ma qui hanno commesso un delitto. Prendono una delle più belle canzoni italiane per il loro spot, ma, dovendola adattare alla lunghezza del filmato, a un certo punto la distorcono, la abbrutiscono, la castrano fino ad un finale davvero obbrobrioso da quant'è brutto, ma aiutami proprio a dir brutto, banale, insulso, quaquaraquà.. Ascoltare (e soffrire) per credere. Assassini. Vergogna.
 
E sempre a proposito di canzoni maltrattate (e videospettatori rompipallati) ecco gli odiosi topi di Parmareggio accompagnati da Fatti mandare dalla mamma.
Già la canzone è fastidiosetta; la sua notorietà è dovuta all'allusione all'italietta anni '60 in cui il sesso giovanile era l'Apocalisse da controllare in tutti i modi, come oggi il covid, e dunque astuzie raffinate per ottenere al massimo un bacetto impegnavano le menti dei brufolosi sino allo spasimo. Musica che mi ha sempre infastidito, e vabbè, ma che condita di parole insulse e pubblicitarie come in questo spot produce un effetto davvero vomitevole.
Il vecchio trucchetto di cambiare le parole alle canzoni andrebbe maneggiato con la cura con cui si trasporta dinamite. Qui evidentemente siamo in mani grezze, che più grezze non si può. Incapaci.
 

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