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Forumer storico
Wall Street chiude tutta al ribasso: pesanti vendite per il Nasdaq. Boeing e GM su corsie opposte al Dow
Seduta decisamente difficile per la piazza azionaria americana che oggi ha registrato una forte volatilità, senza riuscire ad evitare una conclusione decisamente negativa. Nella prima parte della seduta i mercati sono riusciti ad imboccare la via dei guadagni, nonostante la delusione per il dato sulle richieste di sussidi di disoccupazione e per l’aggiornamento sugli ordini di beni durevoli, cresciuti meno delle attese. Un’accelerazione rialzista si è avuta con la diffusione della vendita di case nuove che ha segnato un incremento di oltre il 16%, mettendo di buonumore gli operatori che hanno salutato con favore questo segnale di stabilizzazione del mercato immobiliare.
Successivamente però il dato è stato metabolizzato e ha riportato in primo piano l’incertezza sul futuro dei tassi di interesse, visto che si allontana ancora di più l’ipotesi di un taglio del costo del denaro da parte della Fed, non solo alla luce dell’andamento del settore edilizio, ma anche per la buona intonazione degli ordini di beni durevoli, in crescita per il terzo mese consecutivo.
A tutto ciò si è aggiunto anche il timore alimentato dalle parole di Greenspan sul rischio di una drammatica correzione del mercato azionario cinese, con la possibilità che il movimento contagi anche le principali piazze finanziarie mondiali.
A fine giornata così, solo il Dow Jones è riuscito in parte a contenere le perdite, chiudendo in rosso dello 0,62%, preceduto dal più ampio S&P500 che invece ha lasciato sul parterre lo 0,97%. Ancora più pesante il bilancio per il Nasdaq Composite che si è fermato a 2.537,92 punti, con un ribasso dell’1,52%, dopo aver segnato un minimo a 2.531 e un massimo a 2.585 punti.
Tra i titoli del Dow Jones, si muove in controtendenza Boeing che mette a segno un rialzo dell’1,91% a 97,4 $, dopo essere arrivato a segnare nuovi massimi storici. Il gruppo ha beneficiato dell’ordine arrivato da Air France-Klm che ha richiesto velivoli per un controvalore di oltre 4 miliardi di dollari.
In positivo anche Wal-Mart che sale dello 0,71%, ma il segno più precede anche Home Depot che guadagna lo 0,44%, insieme ad American Express e ad AT&T che si fermano poco al di sopra della parità.
In forte calo General Motors che lascia sul parterre il 3,12% a 30,45 $, penalizzato dal possibile collocamento di 1,1 miliardi di dollaridi bond convertibili. A pesare sulla colosso automobilistico sono state anche le richieste della Sec in merito all’ultimo bilancio annuale, con particolare riferimento ad alcune operazioni di trading poco chiare.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, tra i big che riescono a schivare le vendite troviamo Amazon.com e Google, che chiudono in rialzo rispettivamente dello 0,51% e dello 0,08%.
Soffre l’intero comparto dei chips, con Intel in flessione di oltre tre punti, ma le vendite colpiscono anche i gruppi di software e pc come Oracle e Apple, in discesa del 2,14% e dell’1,95%.
Le vendite colpiscono anche Dell che lascia sul parterre l’1,41%, dopo aver annunciato la commercializzazione di pc attraverso i punti vendita di Wal-Mart, lasciando pensare ad una contrazione dei margini sui chip.
Seduta decisamente difficile per la piazza azionaria americana che oggi ha registrato una forte volatilità, senza riuscire ad evitare una conclusione decisamente negativa. Nella prima parte della seduta i mercati sono riusciti ad imboccare la via dei guadagni, nonostante la delusione per il dato sulle richieste di sussidi di disoccupazione e per l’aggiornamento sugli ordini di beni durevoli, cresciuti meno delle attese. Un’accelerazione rialzista si è avuta con la diffusione della vendita di case nuove che ha segnato un incremento di oltre il 16%, mettendo di buonumore gli operatori che hanno salutato con favore questo segnale di stabilizzazione del mercato immobiliare.
Successivamente però il dato è stato metabolizzato e ha riportato in primo piano l’incertezza sul futuro dei tassi di interesse, visto che si allontana ancora di più l’ipotesi di un taglio del costo del denaro da parte della Fed, non solo alla luce dell’andamento del settore edilizio, ma anche per la buona intonazione degli ordini di beni durevoli, in crescita per il terzo mese consecutivo.
A tutto ciò si è aggiunto anche il timore alimentato dalle parole di Greenspan sul rischio di una drammatica correzione del mercato azionario cinese, con la possibilità che il movimento contagi anche le principali piazze finanziarie mondiali.
A fine giornata così, solo il Dow Jones è riuscito in parte a contenere le perdite, chiudendo in rosso dello 0,62%, preceduto dal più ampio S&P500 che invece ha lasciato sul parterre lo 0,97%. Ancora più pesante il bilancio per il Nasdaq Composite che si è fermato a 2.537,92 punti, con un ribasso dell’1,52%, dopo aver segnato un minimo a 2.531 e un massimo a 2.585 punti.
Tra i titoli del Dow Jones, si muove in controtendenza Boeing che mette a segno un rialzo dell’1,91% a 97,4 $, dopo essere arrivato a segnare nuovi massimi storici. Il gruppo ha beneficiato dell’ordine arrivato da Air France-Klm che ha richiesto velivoli per un controvalore di oltre 4 miliardi di dollari.
In positivo anche Wal-Mart che sale dello 0,71%, ma il segno più precede anche Home Depot che guadagna lo 0,44%, insieme ad American Express e ad AT&T che si fermano poco al di sopra della parità.
In forte calo General Motors che lascia sul parterre il 3,12% a 30,45 $, penalizzato dal possibile collocamento di 1,1 miliardi di dollaridi bond convertibili. A pesare sulla colosso automobilistico sono state anche le richieste della Sec in merito all’ultimo bilancio annuale, con particolare riferimento ad alcune operazioni di trading poco chiare.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, tra i big che riescono a schivare le vendite troviamo Amazon.com e Google, che chiudono in rialzo rispettivamente dello 0,51% e dello 0,08%.
Soffre l’intero comparto dei chips, con Intel in flessione di oltre tre punti, ma le vendite colpiscono anche i gruppi di software e pc come Oracle e Apple, in discesa del 2,14% e dell’1,95%.
Le vendite colpiscono anche Dell che lascia sul parterre l’1,41%, dopo aver annunciato la commercializzazione di pc attraverso i punti vendita di Wal-Mart, lasciando pensare ad una contrazione dei margini sui chip.