Non puoi essere serio, quando dici che vuoi pesare 35 chili...
Sul discorso del trasferimento di chili, invece potrei concordare e uso il condizionale "potrei" perchè, sinceramente, un fisico scolpito su di me non ha nessunissimo effetto.
Però immagino che per te abbia importanza, se dici così.
Ma secondo voi come mai molto spesso si sente dire che l'autostima di una persona è legata al suo aspetto, a come appare?
Moltissime volte ho sentito alcune amiche dire: "No, per ora non vado dal chirurgo plastico, ma se questo mio difetto dovesse crearmi problemi, allora lo farei senza problemi".
Davvero un banalissimo difetto estetico potrebbe compromettere il nostro "socializzare"?
Siamo alla frutta.
Se l'estetica prende il sopravvento in tal modo siamo davvero un popolo FINITO. NOn abbiamo futuro.
Avremo il governo che invece che investire in cultura e istruzione (e già andiamo malissimo in questo campo!), investirà in chirurgia estetica e dietologia.
E saremo tutti belli, tutti uguali, tutti felici e tutti ignoranti.
Tornando in tema: la bruschetta vegana te la offro quando ci vediamo a cena.
Così non dici che ti faccio ingrassare: ti preparo una bruschetta e basta e così non ingrassi.
Non vorrei aver erroneamente dato l'impressione di
- voler pesare veramente 35 kg
- desiderare irragionevolmente un fisico scolpito (ma non ambisco neanche ad un fisico flaccido perché, come diceva Paolino Paperino, "una mensa sana incorpora i sani")
- voler usare il mio "ragionevolmente sodo ma non certo scolpito" fisico per far colpo su di te o su altre stupendissime forumiste
- soffrire di scarsa autostima a cagione del mio aspetto fisico che, al contrario, ritengo abbastanza presentabile, anche con gli attuali 2 kg in più rispetto al mio target
- considerare l'estetica un aspetto da trascurare, nell'ambito delle interazioni tra esseri umani (cfr. Paolino Paperino, op.cit.)
- considerare l'estetica un aspetto importante o addirittura fondamentale, nell'ambito delle interazioni tra esseri umani (cfr. Saint Exupery, "L'essenziale è invisibile agli occhi").
Se ho dato le succitate impressioni, chiedo scusa: mi son spiegato male.
Si potrebbe innestare, però, un topic nel topic: l'armonia tra mente e corpo.
Il fatto che qualcuno possa desiderare di essere colto, intelligente, sagace, umano, arguto, e contemporaneamente brutto e sciatto, è - a mio avviso - una colossale cagàta.
E' un frutto di alcuni antichi pensieri filosofici che sono stati poi catalizzati dalla religione cattolica che, semplificando, suggerisce "elevate le vostre anime, mortificate il vostro corpo".
Mi sembrano molto più di buon senso i pensieri orientali, dove regna l'armonia tra corpo e mente. Il corpo sano fa funzionare meglio anche la mente.
Un monaco buddista che sconfigge, con due agili mosse di kung-fu, un bruto che pesa il triplo, rappresenta una metafora dei miei ideali di armonia.
Quindi, Ms. Claire, son d'accordo con te quando giudichi aberrante l'ossessione che molti/e hanno per il corpo e per l'estetica, ma metto in guardia l'umanità contro il rischio opposto: guai se il pendolo, oscillando, raggiunge l'estremo opposto, dove bisogna mortificare il corpo pensando di fare il bene della mente.
La cosa più difficile da trovare è l'Armonia.
E quando si parla di Armonia mi viene in mente che mi manca l'Aikido.
Da
Wikipedia
L'aikidō (合気道) è una disciplina psicofisica giapponese praticata sia a mani nude sia con le armi bianche tradizionali del Budo giapponese di cui principalmente: "ken" (spada), "jo" (bastone) e "tanto" (il pugnale).
I praticanti sono chiamati aikidōka (合気道家, aikidōka).
La disciplina dell'aikido fu sviluppata da Morihei Ueshiba (植芝盛平, Morihei Ueshiba) a cominciare dagli anni trenta del '900.
i correlate
Significato
Il nome aikido è formato da tre caratteri sino-giapponesi: 合 (ai), 氣 (ki), 道 (do) la cui traslitterazione è la seguente:
合 (ai) significa "armonia" e nel contempo anche "congiungimento" e "unione";
氣 (ki) è rappresentato dall'ideogramma giapponese 氣 che, nei caratteri della scrittura kanji, raffigura il "vapore che sale dal riso in cottura". Significa "spirito" non nel significato che il termine ha nella religione, ma nel significato del vocabolo latino "spiritus", cioè "soffio vitale", "energia vitale". Il riso, nella tradizione giapponese, rappresenta il fondamento della nutrizione e quindi l'elemento del sostentamento in vita ed il vapore rappresenta l'energia sotto forma eterea e quindi quella particolare energia cosmica che spira ed aleggia in natura e che per l'Uomo è vitale. Il 氣 "ki" è dunque anche l'energia cosmica che sostiene ogni cosa. L'essere umano è vivo finché è percorso dal "ki" e lo veicola scambiandolo con la natura circostante: privato del "ki" l'essere umano cessa di vivere e fisicamente si dissolve;
道 (dō) significa letteralmente "ciò che conduce" nel senso di "disciplina" vista come "percorso", "via", "cammino", in senso non solo fisico ma anche spirituale.
合氣道 (ai-ki-do) significa quindi innanzi tutto: «Disciplina che conduce all'unione ed all'armonia con l'energia vitale e lo spirito dell'Universo».
Ueshiba Morihei, il fondatore dell'aikido, usava dire che l'aikido anela sinceramente a comprendere la natura, ad esprimere la gratitudine per i suoi doni meravigliosi, ad immedesimare l'individuo con la natura. Quest'aspirazione a comprendere e ad applicare praticamente le leggi della natura, espressa nelle parole "ai" e "ki", forma l'essenza ed il concetto fondamentale dell'arte dell'aikido.