Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato IV° (Gennaio 2012 - Dicembre 2012)

LA STRATEGIA DI DRAGHI

di Francesco Giavazzi06.07.2012
Da aprile la Banca centrale europea ha cambiato rotta: dopo aver salvato l'euro con le operazioni straordinarie di rifinanziamento, non guarda più al brevissimo periodo, ma a un orizzonte ben più lungo. In quell'orizzonte si ritrova la Germania che vuole la sopravvivenza dell'euro e un avvicinamento all’unione politica che contenga anche elementi di unione fiscale, in un percorso da seguire senza cercare scorciatoie. I mercati saranno capaci di capire che è un percorso credibile, ma richiede tempo per essere realizzato?

In primavera, con la conferenza stampa che Mario Draghi ha tenuto dopo il consiglio della Bce di aprile, è avvenuto un cambio di rotta della strategia della Banca centrale europea. In quell'occasione Draghi affermò che l’Europa avrebbe dovuto smettere di considerare come orizzonte temporale solo la settimana successiva e iniziare piuttosto a chiedersi dove avrebbe voluto essere tra dieci anni. E come lavorare per arrivarci.
Non è chiaro se la spinta al cambiamento sia venuta da Draghi, che avrebbe convinto Angela Merkel, oppure il contrario. Ma è più probabilmente il risultato di un dialogo tra i due·
Per la Banca centrale europea è stato come dire: abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo salvato l’euro con le operazioni straordinarie di rifinanziamento, ma non lo faremo di nuovo, perché non sarà un’iniezione di liquidità a salvare l’Europa. Il concetto è stato ribadito nella conferenza stampa di questa settimana: “Non avrebbe senso rischiare di distruggere la reputazione della Bce se comunque questo non fosse sufficiente a salvare l’euro”.
L'ORIZZONTE TEDESCO
La Germania ha dato la sua risposta alle domande poste da Draghi e dal cambio di rotta della Bce: vogliamo che l’euro sopravviva, perché è nell’interesse della Germania e tra dieci anni vogliamo essere più vicini all’unione politica che conterrà anche elementi di unione fiscale.
Il percorso va però seguito senza cercare scorciatoie, perché non è con queste che si costruisce un’unione politica duratura. Ed è sulla base di questo criterio che dovremmo giudicare i prossimi passi e le proposte che arriveranno. Il criterio ha cominciato a essere applicato a metà giugno quando la Germania ha posto il veto all’uso dei fondi europei per ricapitalizzare le banche spagnole, sostenendo che i tempi non erano maturi per questo passo.
Due settimane più tardi la posizione della Germania è cambiata: la ricapitalizzazione tramite l’Esm era divenuta possibile, a patto che la supervisione delle banche fosse trasferita alla Banca centrale europea - un passo cruciale verso un’unione politica europea, considerata l’importanza in molti paesi (si pensi a la Landesbank in Germania, le casse di risparmio in Spagna e Italia) delle relazioni pericolose tra banche e regolatori. Resta aperta la domana se questo accadrà, se l’Esm sarà capace di ricapitalizzare le banche, proprio perché l’opposizione al trasferimento di sovranità nell’area di supervisione sta aumentando, a cominciare proprio dalla Germania.
NO ALLE ASPIRINE
Allo stesso vertice, comunque, la Germania ha di fatto posto il veto sull’uso dei fondi UE (Esm o Efsf) per stabilizzare lo spread. Sebbene legalmente le due istituzioni abbiano la possibilità di comprare i bond sul mercato secondario, di fatto non hanno abbastanza soldi per farlo, e all’Esm non è stata data una licenza bancaria, come richiesto invece da Francia, Spagna e Italia. Ancora una volta la motivazione era che i tempi non fossero maturi.
Quale sarà il prossimo passo politico che potrà indurre la Germania a cambiare la propria posizione? Qualcuno in Germania pensa che potrebbe trattarsi di una modifica delle regole riguardanti le multe da imporre ai paesi che falliscono il raggiungimento degli obiettivi di bilancio. Le nuove regole farebbero sì che i nuovi budget sarebbero scritti non dal governo del paese, ma dalla Commissione Europea e approvati non dal Parlamento di ciascun paese, ma dal Parlamento Europeo. Anche questo sarebbe un passo cruciale verso un’unione politica e fiscale,dal momento che ciò che inizialmente poteva essere applicato solo come multa, ora potrebbe diventare la norma.Ma la Francia è pronta a dirsi d’accordo? Di certo l’attuale governo italiano è pronto ad accettare questo passo. Potremmo essere più vicini alla meta di quanto non si pensi e questo potrebbe spiegare perché Mario Monti sostiene che un “meccanismo che stabilizzi lo spread” non è così lontano come si crede.
L’unica cosa che potrebbe far saltare tutto è non rendersi conto che Angela Merkel rappresenta il punto più avanzato dell’opinione tedesca e che ha molti nemici al suo interno. esercitare pressioni perché accetti delle scorciatorie rischirebbe di metterla in minoranza all’interno del suo paese.
Quindi, nessuna scorciatoia. La Germania (come la Banca centrale europea) è contrario a qualsiasi scelta che non sia un passo nella direzione appena illustrata. Questo spiega il categorico rifiuto degli eurobond, che non sarebbero altro che un’aspirina, mentre dobbiamo dobbiamo ottenere la vera medicina: ristrutturare l’Europa. Si noti che la Germania pensa, giustamente, di aver fatto i propri compiti dieci anni fa, con la riforma Hartz e la riduzione del 5 per cento della spesa pubblica. Ora è il turno degli altri paesi di fare lo stesso.
La strategia sembra funzionare. Se l’Europa ha bisogno di riforme serie e strutturali (la vera medicina) allora un’aspirina ci porterebbe proprio nella direzione opposta, rendendo le riforme meno probabili (come è accaduto un anno fa nel caso dell’Italia, quando la Bce ha iniziato a comprare bond italiani).
In conclusione la domanda cruciale resta: i mercati saranno abbastanza pazienti? Capiranno che questo è un percorso credibile, ma anche che richiede tempo per essere realizzato? E che comunque è il solo percorso che, portandoci più vicini a un’unione politica e fiscale, possa rendere l’euro sostenibile nel lungo periodo? E cosa accadrà se i mercati non lo capissero? Se non lo capissero, alla prossima crisi la Germania e la Bce si troverebbero a un bivio: fare ciò che è necessario per questo grande progetto di unione politica, o abbandonare l’euro. È comunque è una scelta che, se necessaria, sarà presa solo nel momento in cui diventerà inevitabile. Non prima.


Vi posto questo articolo pubblicato sulla Voce.info
Non mi è chiaro questo passaggio evidenziato in neretto sullo scudo anti spread grazie di una Vostra interpretazione.

A me sembrava che lo scudo anti spread fosse passato...
Se mai sarà da capire il 9 di quali armi verrà dotato e verificare se
sarà una cosa vera o solo un barbatrucco teorico.
Questo articolo non mi quadra...



Lo scudo anti-spread - Il Sole 24 ORE

Bisognerà comunque aspettare il 9 luglio, per avere più certezze.
L'art, del Sole mi sembra esaustivo riguardo ai dubbi.


Qui c'è altro materiale per approfondire:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-30/labc-vertice-bruxelles-ecco-095047.shtml
 
Ultima modifica:
Siccome siamo in anticipo prendiamoci ancora un pò di tempo... :lol:


CRISI: FONTI UE, ESM ENTRERA' IN VIGORE "NEL CORSO DELL'ESTATE"

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 06 lug - L'Esm, il
Fondo permanente anti-crisi, entrera' in vigore "nel corso
dell'estate". Lo hanno indicato fonti Ue. La data del 9
luglio e' ovviamente saltata perche' mancano le ratifiche del
Trattato da parte di diversi paesi, Italia compresa. Da
qualche tempo la Commissione indicava che l'Esm sarebbe
entrato in vigore "entro luglio". Ora l'obiettivo e' stato
ulteriormente prolungato.

Aps-y-

(RADIOCOR) 06-07-12 16:36:08 (0260) 3 NNNN
 

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