Sulla componente import è ovvio che il peso maggiore lo troviamo sull'energia, che si farebbe sentire in proporzione alla svalutazione, ma oggi ci sono anche le tecnologie alternative che si potrebbero sfruttare meglio di come si fa adesso.
Dalle mie parti ci sono già paesoni di 30 mila persone con il riscaldamento centralizzato dell'acqua per esempio, e il sole non mi pare che manche nel nostro paese, e le tecnologie non sono quelle di 100 anni fa ma nemmeno di 20 anni fa.
purtroppo Marco a livello di processi/produttivi e macchinari industriali l'implementazione di energie alternative è di là da venire per molti motivi.
Per darti dei numeri a suffragio dei miei dubbi (costi import insostenibili per molte attività artigiane) il Consorzio
Gas Intensive, aziende consorziate appartenenti ai settori manifatturieri nazionali dei laterizi, di cui qui nel comprensorio fra metalli ferrosi e non ferrosi, piastrelle, ceramica, vetro, calce e gesso siamo pieni ( tutte caratterizzate da un intenso utilizzo di gas) , stima in un consumo di
oltre 6 miliardi di metri cubi all’anno (oltre il 7% del consumo nazionale e circa il 30% del consumo industriale)
Confidustria Ceramica era arrivata a lanciare allarmi sul costo e la dipendenza dalla bolletta energetica quando SOLO per il settore ceramico si calcolava un consumo di circa 1,6MLD di mc di Gas.
Da noi il tema Costo Petrolio -> Costo produzione Locale è sempre stato fonte di dibattito continuo e preoccupazione.
Con forte ricerca su cogenerazione, riciclo del calore, risparmio energetico, ecc. ma ...per pressare argilla con Presse da alcune tonnellate e cuocere smalti di migliaia di mq per lotto serve enorme Energia.
Il costo Energetico da tempo è quasi la metà del costo di commercializzazione del prodotto.
E non parliamo del costo logistico del trasporto su Gomma che noi italiani abbiamo per trasportare il prodotto finito