Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato IV° (Gennaio 2012 - Dicembre 2012) (13 lettori)

ottimista 2011

forza magico torino
Buon giorno e buona Domenica a te e tutti del forum.:) volevo fare una osservazione in merito! da circa metà del 2008 le banche hanno smesso di comprare il sottostante legato a qualsivoglia titolo di stato sovrano (Italia,Francia Germania,Inghilterra).compravo anch'io PCT a 1 mese con grosso istituto italiano e come sottostante c'erano i cct o BOT o anche una BEI una volta!..si evince che dal fallimento Lehman Brother's questi "soggetti"mettevano e mettono i nostroi risparmi in bond irlandesi ,greci,e bancari..se ci fosse un insolvenza dell'emittente la banca non garantirebbe, se non con diatribe lunghe come le calende greche:-o

comunque stefano non sarei tanto sicuro di quello che dici, anche se oggi mi aspetterei di tutto.
ciao e' buona digestione
 

ottimista 2011

forza magico torino
Buon giorno e buona Domenica a te e tutti del forum.:) volevo fare una osservazione in merito! da circa metà del 2008 le banche hanno smesso di comprare il sottostante legato a qualsivoglia titolo di stato sovrano (Italia,Francia Germania,Inghilterra).compravo anch'io PCT a 1 mese con grosso istituto italiano e come sottostante c'erano i cct o BOT o anche una BEI una volta!..si evince che dal fallimento Lehman Brother's questi "soggetti"mettevano e mettono i nostroi risparmi in bond irlandesi ,greci,e bancari..se ci fosse un insolvenza dell'emittente la banca non garantirebbe, se non con diatribe lunghe come le calende greche:-o


stefano ti sei nuovamente autotozzizato comunque grande umberto tozzi , la canzone qualcosa qualcuno e' la migliore in assoluto
ciao
 

g.ln

Triplo Panico: comprare
Si tratta solo di questo?

Per i più pigri:

""La speculazione è una strategia attuata da parte di fondi, assicurazioni e banche per guadagnare sul debito a più riprese.
Le tecniche finanziarie sono molte, ma una delle più ricorrenti è la speculazione al ribasso che consiste nel vendere, al prezzo di oggi, titoli che saranno consegnati fra una settimana o fra un mese.
Il tempo è un elemento determinante, ma non è la semplice separazione fra data di vendita e data di consegna che consente agli speculatori di guadagnare.
Il vero segreto è che non possiedono i titoli che offrono, in fondo il trucco sta tutto qui. La loro speranza è che nel frattempo il prezzo scenda e quando arriverà il tempo di consegnare i titoli, li compreranno sul momento a prezzi ribassati. Nella differenza fra l'alto prezzo di vendita di oggi e il basso prezzo di acquisto di domani, sta il loro guadagno.
Sempre che tutto vada bene.
Ma banche e fondi non si affidano al caso. Quando prendono una decisione sanno come fare per creare le condizioni favorevoli al loro obiettivo perché hanno abbastanza denaro per indirizzare la storia. Se puntano su un'operazione al ribasso, in un primo momento si muovono con circospezione, cercano di piazzare le loro vendite senza dare nell'occhio.
Poi quando stabiliscono che il prezzo deve crollare danno un'accelerazione all'offerta e il gioco è fatto. La massa di offerta insospettisce chi frequenta le borse: se tutti vendono una certa roba vuol dire che non vale niente, meglio starne alla larga. Ma proprio perché nessuno compra, il prezzo scende davvero e il timore si trasforma in realtà esattamente come volevano i burattinai.""

Non sono del tutto convinto che siamo in questa fase, la questione di questi giorni potrebbe essere più seria :rolleyes:.
Ciao, Giuseppe
 

ottimista 2011

forza magico torino
Se la BCE non compra più, le banche non comprano più....Mi spiegate chi azz comprerà i BTP? la nonnina?

nonnaalcomputer.jpg
 

g.ln

Triplo Panico: comprare
lettura

Tratto dal post di Camaleonte:
""Ma il problema principale è che oggi non ci sono più margini per la crescita. E non tanto per ragioni economiche, quanto ambientali.
Le nostre economie sono già cresciute fin troppo, se tutti i paesi del mondo pretendessero di raggiungere i nostri livelli di ricchezza, il pianeta collasserebbe. L'assottigliarsi delle risorse e la necessità di ridurre l'inquinamento ci impongono sobrietà nei consumi e prudenza nella produzione. La nostra sfida non è accrescere la produzione, ma ristrutturarla in modo da garantire a tutti di vivere bene nel rispetto dei limiti del pianeta.
Per riuscirci dobbiamo aver chiaro che il benessere non si misura con la quantità di lattine di coca-cola che buttiamo nel carrello della spesa o col numero di apparecchi televisivi che abbiamo per casa.
Prima che dalle cianfrusaglie di mercato, la dignità personale dipende dalla qualità dell'abitare, dalla possibilità di curarsi e vivere in buona salute, dalla capacità di esercitare pienamente le funzioni di cittadino sovrano, dalla possibilità di fare comunità, dalla possibilità di potersi nutrire, vestire, muoversi, scaldare a buon mercato.
Per questo il vero sviluppo, quello umano e sociale, non dipende dalla crescita del prodotto interno lordo, ma dal grado di equità, di inclusione lavorativa, di solidarietà collettiva che siamo capaci di mettere in atto.
Dipende dal livello di diritti che sappiamo garantire, dalla quantità e qualità dei servizi collettivi che sappiamo fornire, dal tipo di città che sappiamo strutturare, dalle forme e dai tempi di lavoro che sappiamo organizzare, dalle forme di partecipazione che sappiamo promuovere.
Non di più, ma meglio e diverso devono essere le nuove parole d'ordine.
Non si tratta di creare nuove fabbriche, ma di trasformare quelle esistenti per renderle più eco-compatibili e metterle in condizione di produrre ciò che serve secondo nuovi schemi di consumo orientati ai bisogni fondamentali per tutti. Trasformarle non solo da un punto di vista tecnico, energetico e produttivo, ma anche dell'assetto proprietario, delle forme di assunzione, dei tempi di lavoro, dei livelli salariali, dei diritti sindacali, tenendo a mente che il lavoro non è un costo da comprimere, ma una ricchezza da valorizzare. Una funzione che tutti abbiamo il diritto-dovere di svolgere in forma dignitosa e sicura per poter prendere parte alla ricchezza prodotta. E non solo in ambito mercantile, ma sempre di più in ambito collettivo perché quando le risorse si fanno scarse non è espandendo il mercato, ma l'economia della solidarietà collettiva, che si può permettere a tutti di vivere con dignità.
Dunque non è alla crescita che dobbiamo puntare, ma a un altro modello organizzativo che pur mantenendo consumi e produzione al minimo, consente a tutti la piena inclusione lavorativa, il pieno soddisfacimento dei bisogni fondamentali, la piena realizzazione umana, sociale e politica.""

Giuseppe
 

belindo

Guest
Per i più pigri:

""La speculazione è una strategia attuata da parte di fondi, assicurazioni e banche per guadagnare sul debito a più riprese.
Le tecniche finanziarie sono molte, ma una delle più ricorrenti è la speculazione al ribasso che consiste nel vendere, al prezzo di oggi, titoli che saranno consegnati fra una settimana o fra un mese.
Il tempo è un elemento determinante, ma non è la semplice separazione fra data di vendita e data di consegna che consente agli speculatori di guadagnare.
Il vero segreto è che non possiedono i titoli che offrono, in fondo il trucco sta tutto qui. La loro speranza è che nel frattempo il prezzo scenda e quando arriverà il tempo di consegnare i titoli, li compreranno sul momento a prezzi ribassati. Nella differenza fra l'alto prezzo di vendita di oggi e il basso prezzo di acquisto di domani, sta il loro guadagno.
Sempre che tutto vada bene.
Ma banche e fondi non si affidano al caso. Quando prendono una decisione sanno come fare per creare le condizioni favorevoli al loro obiettivo perché hanno abbastanza denaro per indirizzare la storia. Se puntano su un'operazione al ribasso, in un primo momento si muovono con circospezione, cercano di piazzare le loro vendite senza dare nell'occhio.
Poi quando stabiliscono che il prezzo deve crollare danno un'accelerazione all'offerta e il gioco è fatto. La massa di offerta insospettisce chi frequenta le borse: se tutti vendono una certa roba vuol dire che non vale niente, meglio starne alla larga. Ma proprio perché nessuno compra, il prezzo scende davvero e il timore si trasforma in realtà esattamente come volevano i burattinai.""

Non sono del tutto convinto che siamo in questa fase, la questione di questi giorni potrebbe essere più seria :rolleyes:.
Ciao, Giuseppe

A prorposito Beppe di idee interessanti per coprirsi in questo periodo di bufera, ho trovato anche interessante s titoli BEI in dollaro australiano.
Da monitorare e capire bene i meccanismi del cambio che però dovrebbe essere più "sincero" del EURUSD
 

belindo

Guest
Se la BCE non compra più, le banche non comprano più....Mi spiegate chi azz comprerà i BTP? la nonnina?

nonnaalcomputer.jpg

Perchè non dovrebbero comprare più le banche o la BCE :-?

Le banche compreranno sicuramente, a anche la BCE si troverà costretta a farlo perchè è l'unico modo per tenere a bada la speculazione fino a che la Culona non capirà che deve cacciare più cash per il firewall :rolleyes:
 

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