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Mais78

BAWAG fan club
bawag 897 chi mi puo' confermare la call al 31/10/10 e post eur 3 + 4,20 perche' nella lista non sono indicati e non ricordo da dove liho presi
se cosi' fosse a 67 non sarebbe ancora un buon prezzo?

ci siamo quasi con la convergenza dei prezzi di cui parlavo. secondo me la 966 si stabilizzera' tra 17.5-18.5 e la 897 dovrebbe mettere ancora 4 o 5 punti nel breve, 70-75. penso che accadra' dopo stacco cedola
 

bosmeld

Forumer storico
[FONT=&quot]UPDATE: Deutsche Bank, titolo in calo su aumento di capitale [/FONT]
[FONT=&quot]FRANCOFORTE (MF-DJ)--Il titolo Deutsche Bank cede il 5,01% sulla borsa di Francoforte dopo l'annuncio di un aumento di capitale da 9 mld euro per finanziare l'acquisto di un'ulteriore quota di Deutsche Postbank. L'istituto di credito tedesco controlla una quota inferiore al 30% di Postbank ma vanta un'opzione per acquisire la quota di controllo entro febbraio 2012. Un trader sottolinea che la notizia dell'aumento di capitale era attesa ma cio' che sorprende e' l'ammontare dell'operazione ritenuto molto alto. "Per Postbank sarebbero stati necessari solamente tra i 4 ai 4,5 mld euro, il resto sembra preparare il campo per Basel III e per risolvere i problemi di Postbank e Sal.Oppenheimer", ha spiegato il trader. Anche Goldman Sachs si dice sorpresa del volume dell'operazione riconoscendo che e' superiore a quanto serve per comprare la quota di controllo in Deutsche Postbank. Nella nota premercato di Gs si legge che "un aumento di capitale eccessivo, qualora si concretizzasse, verrebbe accolto negativamente dal mercato". A marzo, Deutsche Bank ha speso 1,3 mld euro per acquisire Sal.Oppenheimer & Cie., leader nelle attivita' di private banking, in una mossa tesa a rafforzare il suo business di wealth management. red/est/car (END) Dow Jones Newswires September 10, 2010 04:42 ET (08:42 GMT) Copyright (c) 2010 MF-Dow Jones News Srl. [/FONT]
 

samantaao

Forumer storico
devo ancora leggerla:

ANALISI - Intesa Sanpaolo di fronte a scelta su bond tier1
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Reuters - 10/09/2010 12:34:28
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* Il 10 novembre possibile call su un bond Intesa Tier 1
* Intesa incerta se rifinanziare o non esercitare la call
* Non richiamo porterebbe netto risparmio per emittente

di Gabriella Bruschi
MILANO, 10 settembre (Reuters) - Mentre il mercato si aspetta che Intesa Sanpaolo rifinanzi il suo bond Tier1 in vista della call di novembre, la banca potrebbe invece uscire da una prassi consolidata e decidere di non richiamare il bond, aspettando la call di fine 2011 con due vantaggi: attendere le nuove norme su questo strumento e risparmiare non poco in termini di rendimento offerto.

Il 10 novembre prossimo cade la data per l'esercizio della call di un bond Tier 1 di Intesa SanPaolo da un miliardo di euro, emesso nel 2000 con cedola 8,126% <ISIN: XS0120282610>.

"Si è a un bivio: emettere un bond Tier 1 in questo momento, in cui la normativa è ben lungi dall'essere perfezionata e su cui grava ancora molta confusione è molto rischioso" dice una fonte vicina alla situazione. "Ma d'altra parte anche l'altra soluzione non è per nulla ottimale perchè si romperebbe il patto non scritto che si ha con gli obbligazionisti".


MERCATO ATTENDE RIMBORSO, CONSIDERA TABU' NON ESERCIZIO CALL
Secondo una prassi consolidata, l'emittente di questi tipi di titoli, alla data della call rimborsa il bond alla pari. E infatti il mercato si aspetta che Intesa lo faccia con il suo bond, tant'è che in questi giorni lo quota a quel livello. L'emittente dovrebbe di conseguenza emettere un nuovo bond dello stesso tipo in sostituzione entro il prossimo mese.

Il prospetto informativo del bond di Intesa dice che se la call non viene invece esercitata, la cedola da tasso fisso diventerebbe a tasso variabile e offrirebbe 350 punti base sul tasso Euribor a 12 mesi. Quando il bond nel 2000 è stato lanciato, con un Euribor al 5,2% questa maggiorazione rappresentava un deterrente per l'emittente al non esercizio della call. Ma ora il passaggio al variabile diventerebbe molto conveniente per l'emittente: visto il crollo del tasso Euribor a 12 mesi in area 1,4%, significherebbe per Intesa il pagamento di una cedola poco sotto il 5%. L'emissione di un nuovo titolo Tier 1 comporterebbe il pagamento di una cedola attorno all'8-8,5%.

Il non esercizio della call implicherebbe quindi per gli obbligazionisti non solo il mancato rimborso del bond ma anche un crollo della cedola che dall'attuale 8,126% a meno del 5%.

Ma non è solo una questione di costi dell'emissione. C'è anche un oggettivo problema di non chiara normativa su questi tipi di strumenti.


FUTURE REGOLE SU BOND TIER I ANCORA POCO CHIARE
Il collocamento di bond Tier1, uno strumento considerato a metà tra un'obbligazione e un'azione, ha sinora consentito all'emittente di migliorare il proprio Tier 1 ratio. Ma con le nuove regole il quadro legato a questi bond potrebbe cambiare radicalmente e ancora non si sa quale sarà il destino dei titoli emessi.

Da un lato vi è la direttiva comunitaria CRD2 in base alla quale entro l'anno Bankitalia varerà i relativi regolamenti dopo la bozza preparata a giugno. Dall'altro sono in arrivo gli standard patrimoniali di Basilea III, più vincolanti dei precedenti, che dovrebbero entrare in vigore nel 2013.

"Con Basilea III i nuovi Tier 1 si avvicineranno molto più alle caratteristiche di un titolo azionario" dicono in una grande banca londinese, "e non sarebbero più idonei per il computo del Tier 1".

Per esempio, i nuovi bond Tier 1, in base alle normative ancora in corso di elaborazione, potrebbero essere utilizzati per far fronte a eventuali perdite dell'emittente attraverso la riduzione del loro valore nominale.

Un altro corollario riguarda l'aspetto fiscale: avvicinandosi ai titoli azionari, questi bond perderebbero il precedente vantaggio della deducibilità degli interessi passivi, come accade per i dividendi azionari, il che si trasforma ovviamente in un maggior costo per l'emittente.

Sopra a tutto questo, c'è anche il fatto che non è ancora chiaro il destino di tutti i bond Tier 1 già ammessi al momento dell'entrata in vigore della nuova normativa ('grandfathering') e in particolare per quanto tempo potranno ancora essere utilizzati per il Tier 1 ratio.


BANCHE HANNO SEGUITO FINORA STRADE DIVERSE
Di fronte a queste novità, non ancora istituzionalizzate, le banche italiane ed europee che si trovano davanti all'opzione di rifinanziare un bond Tier 1 hanno finora scelto strade diverse.

Ubi Banca lo scorso anno non ha esercitato la call del suo bond Tier 1, con cedola 8,17%, spiegando di voler attendere che la normativa al riguardo diventasse certa e definitiva, offrendo bond senior in cambio agli obbligazionisti.

Strada analoga ha seguito la Banca Popolare di Milano con un altro tipo di subordinato, il suo Lower Tier II con cedola 8,393%.

Unicredit invece ha sorpreso i mercati con un'operazione innovativa. Sulla base della bozza regolamentaria di Bankitalia, la banca di Piazza Cordusio ha emesso un bond Tier 1 da 500 milioni, per rifinanziarne uno analogo, pur mettendo alcuni paletti, prima di tutto quello della possibilià di richiamare il bond nel caso in cui la normativa definitiva risultasse diversa da quella attesa.

Ciò ha avuto un costo: una cedola del 9,375% e una maggiorazione della cedola se al decimo anno la call non venisse esercitata, pari a 749 punti base sul tasso euribor a tre mesi.

Per Intesa si ripropone lo stesso dilemma: rinviare il rimborso del bond alla data della prossima call (nel novembre 2011) sperando che nel frattempo la normativa possa giungere a regime, rompendo però il patto non scritto con gli investitori. Oppure procedere come l'Unicredit e azzardare un'emissione, confidando nel 'grandfathering'.
 
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