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20.02.09 15:49 - Ing: azionisti Veb chiedono chiarimenti su bond
AMSTERDAM (MF-DJ)--L'associazione degli azionisti Veb ha chiesto chiarimenti a Ing in merito al pagamento della cedola sui suoi Perpetual IV bond.

I chiarimenti riguardano alcune indiscrezioni di stampa, secondo cui la societa' olandese starebbe valutando la possibilita' di sospendere il pagamento degli interessi su alcuni bond.

Ing ha precisato che valutera' le richieste avanzate da Veb, ma non ha voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni.
 
Scusate forse in qualche forum già se ne è parlato.
Se Unicredito venisse nazionalizzata i bond subordinati che fine farebbero?
Io ho un bond TV che scade nel 2014 e quota circa 85.
L'ipotesi di nazionalizzazione non è assurda, se sono veri i dati illustrati su CFN.
In sostanza : gli attivi verso i paesi dell'Est sono pari a 3 volte il capitale
Se si svalutano di un terzo ( e l'ipotesi è ottimistica) ..... il capitale si azzera....

Secondo me hai capito male. Perchè se così fosse allora 85 è regalato. Non diffondiamo news per sentito dire . E' meglio riportarle integralmente. :titanic:
 
Benvenuto OdioGliAcronimi :up: (li odio anche io :D)

Su Depfa non mi farei troppe illusioni: Hypo Real Estate è semplicemente rimbalzata dopo che in due anni era passata da 50 ad 1 euro. Per chi fa trading azionario può essere un titolo molto interessante in questo momento, ma potrebbe anche essere il cosiddetto "rimbalzo del gatto morto".

Il rischio che scontano le quotazioni è che la nazionalizzazione del gruppo implichi l'azzeramento delle azioni e delle perpetual. Insomma, investirci adesso sembra più simile a comprare un "Gratta e Vinci" che a fare un investimento ragionato.

Su Dexia non ho informazioni di prima mano (non ho titoli di quella banca) ma in gran parte i rischi sono gli stessi: a parte la cancellazione delle cedole (che do per scontata per almeno due-tre anni) un possibile ulteriore intervento di Francia e Belgio che potrebbe portare all'azzeramento o alla sostituzione dei titoli.

Insomma, di rischi ce ne sono, indubbiamente, e come ho scritto nel post precedente per un po' di tempo forse è meglio stare alla finestra. O al massimo privilegiare emittenti molto solidi.

Grazie Negusneg. Giusto fyi allego il mio portafoglio obbligazionario attuale, la maggior parte sono piccolissimi investimenti per ciascuna, tranne Alcatel-Lucent (azienda che conosco, come dire, molto bene..., e che non credo veramente possa fallire entro il 2014) e Merryl Lynch, (sulla quale ho fatto un po' un azzardo a seguito della fusione con BOFA, del quale mi sono in gran parte pentito (ma la scadenza è Luglio 09, speriamo in bene...! :)

Il prezzo medio di carico è 38, per cui assumo che se anche 2 su 3 dovessero fallire, nel lungo termine dovrei riprendermi più o meno i miei soldi...

Ogni commento è benvenuto, anche perchè avrei la possibilità di investire un altro 2x rispetto al capitale ad oggi investito, mi piacerebbe farlo in obbligazioni, sempre in maniera molto differenziata, per sfruttare i "saldi" del momento. Mi sembra di capire da quanto mi dici che però potrebbe essere più prudente selezionare delle NON-deeply subordinated (/non-perpetual) anche alla luce della già significativa esposizione su perpetuals ?

Una delle dimensioni sulle quali stavo ragionando è quella di investire una porzione significativa su titoli che siano fin da oggi a tasso variabile (e/o che passino a tasso variabile entro il 2010), alla luce del potenziale rischio di esplosioni di fenomeni di tipo inflattivo in corrispondenza dell' inizio della fase di ripresa economica, determinati dall' enorme massa monetaria che le banche centrali stanno progressivamente immettendo sul mercato, e che non sarà banale drenare rapidamente... Magari tutto ciò a valle dela prossima riunione della BCE, che potrebbe ulteriormente diminuire i tassi (con un potenziale ulteriore deprezzamento delle tasso variabile a rating non AAA...)

DE000A0D1KX0 UBS PREFD FUNDING (JERSEY) 2005 EMT EUR
DE000A0DEN75 DEUT POSTBK FUND TRUST I 2004 IRR T EUR
DE000A0DX3M2 ALPHA GROUP JERSEY LTD 05-49 VARIAB EUR
DE000A0DZJZ7 EUROHYPO CAPITAL FUNDING TRUST II/T EUR
DE000A0E5JD4 DEUTSCHE BANK CAP FIN TRUST 1 IRRED EUR
DE000A0E6C37 RBS 5,25% 06/30/10 EUR
FR0010070805 ALAFP 6,375%04/14 EUR
FR0010095422 GFCFP 4.875 EUR
FR0010154385 GROUPE FL 01/49 EUR
FR0010161026 CREDIT AGRICOLE FL 02/49 EUR
US345370CA64 FORD 7.45 07/16/31 USD
XS0110537429 BARCLAYS BANK PLC- OBB. 00/10 TASSO EUR
XS0120950158 ALLIED IRISH BANKS PLC 2001-WITHOUT EUR
XS0121342827 MPS CAPITAL TRUST I 2001-PERPETUAL EUR
XS0125611482 BANK OF IRELAND VAR 11-49 EUR
XS0131944323 BAVB 6,988% 07/49 EUR EUR
XS0133582147 BRITISH AIRWAYS PLC 01-16 GBP
XS0138429575 CREDIT SUISSE GROUP CAP V (GUERNSEY EUR
XS0142391894 LANDESBANK SCHLESWIG-HOLSTEIN 2002 EUR
XS0158276708 LAFARGE SA 2002 29-11-17 EMTN 6.625 GBP
XS0178243332 DEPFA FUNDING II LP 2003 PERPETUAL EUR
XS0195231526 THE ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC 04 N EUR
XS0203831432 MWDP 4,875% 4/11/14 EUR
XS0207764712 BFCM VRN EUR
XS0213178295 BKIR VAR 03/49 EUR
XS0215338152 5.25 ERSTE EMTN EUR
XS0222798661 CLERICAL MEDICAL FINANCE PLC 05-PER EUR
XS0223454512 BPLO FL 49/15 EUR
XS0246487457 ABN AMRO BANK NV TV NO FIXMAT EUR
IT0004307986 DEXIA-MZ12FIX TO CMS
XS0171943649 GEN MOT C-33 8,375%
XS0171942757 GEN MOT-03/13 7,25%
XS0309510260 MERRILL L-07/09 ZC
XS0181482349 MORGAN ST-11 4,375%


Grazie!
OdioGliAcronimi
 
Grazie Negusneg. Giusto fyi allego il mio portafoglio obbligazionario attuale, la maggior parte sono piccolissimi investimenti per ciascuna, tranne Alcatel-Lucent (azienda che conosco, come dire, molto bene..., e che non credo veramente possa fallire entro il 2014) e Merryl Lynch, (sulla quale ho fatto un po' un azzardo a seguito della fusione con BOFA, del quale mi sono in gran parte pentito (ma la scadenza è Luglio 09, speriamo in bene...! :)

Il prezzo medio di carico è 38, per cui assumo che se anche 2 su 3 dovessero fallire, nel lungo termine dovrei riprendermi più o meno i miei soldi...

Ogni commento è benvenuto, anche perchè avrei la possibilità di investire un altro 2x rispetto al capitale ad oggi investito, mi piacerebbe farlo in obbligazioni, sempre in maniera molto differenziata, per sfruttare i "saldi" del momento. Mi sembra di capire da quanto mi dici che però potrebbe essere più prudente selezionare delle NON-deeply subordinated (/non-perpetual) anche alla luce della già significativa esposizione su perpetuals ?

Una delle dimensioni sulle quali stavo ragionando è quella di investire una porzione significativa su titoli che siano fin da oggi a tasso variabile (e/o che passino a tasso variabile entro il 2010), alla luce del potenziale rischio di esplosioni di fenomeni di tipo inflattivo in corrispondenza dell' inizio della fase di ripresa economica, determinati dall' enorme massa monetaria che le banche centrali stanno progressivamente immettendo sul mercato, e che non sarà banale drenare rapidamente... Magari tutto ciò a valle dela prossima riunione della BCE, che potrebbe ulteriormente diminuire i tassi (con un potenziale ulteriore deprezzamento delle tasso variabile a rating non AAA...)

DE000A0D1KX0 UBS PREFD FUNDING (JERSEY) 2005 EMT EUR
DE000A0DEN75 DEUT POSTBK FUND TRUST I 2004 IRR T EUR
DE000A0DX3M2 ALPHA GROUP JERSEY LTD 05-49 VARIAB EUR
DE000A0DZJZ7 EUROHYPO CAPITAL FUNDING TRUST II/T EUR
DE000A0E5JD4 DEUTSCHE BANK CAP FIN TRUST 1 IRRED EUR
DE000A0E6C37 RBS 5,25% 06/30/10 EUR
FR0010070805 ALAFP 6,375%04/14 EUR
FR0010095422 GFCFP 4.875 EUR
FR0010154385 GROUPE FL 01/49 EUR
FR0010161026 CREDIT AGRICOLE FL 02/49 EUR
US345370CA64 FORD 7.45 07/16/31 USD
XS0110537429 BARCLAYS BANK PLC- OBB. 00/10 TASSO EUR
XS0120950158 ALLIED IRISH BANKS PLC 2001-WITHOUT EUR
XS0121342827 MPS CAPITAL TRUST I 2001-PERPETUAL EUR
XS0125611482 BANK OF IRELAND VAR 11-49 EUR
XS0131944323 BAVB 6,988% 07/49 EUR EUR
XS0133582147 BRITISH AIRWAYS PLC 01-16 GBP
XS0138429575 CREDIT SUISSE GROUP CAP V (GUERNSEY EUR
XS0142391894 LANDESBANK SCHLESWIG-HOLSTEIN 2002 EUR
XS0158276708 LAFARGE SA 2002 29-11-17 EMTN 6.625 GBP
XS0178243332 DEPFA FUNDING II LP 2003 PERPETUAL EUR
XS0195231526 THE ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC 04 N EUR
XS0203831432 MWDP 4,875% 4/11/14 EUR
XS0207764712 BFCM VRN EUR
XS0213178295 BKIR VAR 03/49 EUR
XS0215338152 5.25 ERSTE EMTN EUR
XS0222798661 CLERICAL MEDICAL FINANCE PLC 05-PER EUR
XS0223454512 BPLO FL 49/15 EUR
XS0246487457 ABN AMRO BANK NV TV NO FIXMAT EUR
IT0004307986 DEXIA-MZ12FIX TO CMS
XS0171943649 GEN MOT C-33 8,375%
XS0171942757 GEN MOT-03/13 7,25%
XS0309510260 MERRILL L-07/09 ZC
XS0181482349 MORGAN ST-11 4,375%


Grazie!
OdioGliAcronimi

:eek::eek::eek:

Azz.... che "CORAGGIO" :rolleyes:
 
Non so se è già stato postato...deutsche postbank ,declassato l'ibrido ma sembra che verrà pagata la cedola...ho capito bene ?

:up: Ottima segnalazione.

Sono usciti i dati preliminari del 2008, nel complesso meno peggio di quel che pensavo, anche se sicuramente una mano l'hanno data le nuove regole di contabilizzazione degli asset meno liquidi.

https://ir.postbank.com/download/Co...view/IR_Release_2009_02_19_FINAL_englisch.pdf

Ma la buona notizia è...

DPB.jpg
 
Thank you Negusneg,

..anche perchè questo bond/titolo l'ho conosciuto grazie a te :up:

nel casino delle banche mondiali....io scommetto che questa darà belle soddisfazioni se seguita ....naturalmente i vuole anche .... cul.... :D
 
Scusate ma fino ad ora quale emittente ha dichiarato che non pagherà la cedola o peggio?
Grazie

Fino ad ora di casi concreti ce ne sono stati ben pochi.

Nel primo dei due documenti di S&P's che ho allegato nel post # 9 c'è una cronistoria degli ultimi anni:

How Have Hybrid Capital Issues Performed?
Apart from the need to do so for our normal rating surveillance purposes, we monitor closely the deferral experience
of rated hybrid capital issues with a view to validating our analytical perspective on hybrid capital issues. Among the
characteristics of such issues, the flexibility of payments (i.e., the contractually permitted ability to defer interest or
dividend payments) is generally the key to our recognition of equity content. Thus, it is important to look at the
extent to which companies under stress actually avail themselves of the option to defer payments. We also seek
validation of our notching policy, since, in setting the rating on hybrid issues, we notch down more than with
conventional subordinated debt, under the assumption that there is incrementally greater payment risk. Under our
rating definitions, if a payment is deferred or omitted, the issue rating would be lowered to 'C' (assuming the issuer
is not bankrupt or insolvent).
Our findings have been mixed. Here, we consider the experience from 1995 to the present, taking account of all
rated hybrid capital issues, in all regions and sectors, and including most types of conventional preferred stock, since
they have deferral features similar to those in the newer forms of hybrid capital.
Corporates have accounted for the dominant share of all cases where the hybrid capital issue rating was lowered to
'C' (or the then-equivalent). We have identified 101 corporate groups that deferred or defaulted on 179 separate
rated issues. The vast majority of the issuers–-95-—have been U.S. companies, and the majority of these issuers were
speculative grade when the hybrid issue rating was first assigned. Only nine issuers deferred when their issuer credit
ratings were higher than the 'B' category (this excludes Fannie Mae and Freddie Mac, which did not have ICRs). In
49 cases, the issuers never deferred in advance of a bankruptcy filing or default on conventional debt. In nine cases
where issuers went bankrupt or defaulted on conventional debt, they deferred hybrid payments one year or more
before this occurred. In 21 of the 101 cases, the issuers deferred but did not subsequently file for bankruptcy or
default on conventional debt–-at least as of yet.
We have noted 14 instances of insurance companies that deferred or defaulted on issues--all but one U.S.-based. In
eight of the cases–-including, most notably, Conseco Inc.--the default occurred effectively concurrent with either a
bankruptcy filing by the issuer or with the main operating units being placed under regulatory supervision. In five of
the other six cases (Lumbermens Mutual Casualty Co., Southwestern Life Holdings Inc., Lasalle Re Holdings Ltd.,
Gerling Global Finance Alpha B.V., and Scottish Re Group Ltd., which is currently deferring), deferral commenced
before the issuer ceased ongoing operations or filed for bankruptcy. In some of these cases, the holding companies'
hybrids defaulted, whereas the operating companies did not. This shows that the hybrids provided a degree of
protection to the operating companies. In another current example, Syncora Holdings Ltd., formerly Security
Capital Assurance Ltd., deferred on its series A perpetual noncumulative preference shares: it remains current on its
debt obligations. Many Japanese insurers maintained payments on their hybrids through periods of stress. One
insurer, Asahi Mutual Life, deferred payment on its unrated "kikin" hybrids in 2003, while remaining current on its
senior financial obligations.
In financial institutions (excluding insurance), we have observed 13 examples of deferral or default on rated hybrid
capital issuers. Four were U.S. finance companies: Dynex Capital Corp. deferred for an extended period and never
defaulted on conventional debt, FINOVA Capital Corp. and New Century Financial Corp. filed for bankruptcy, not having previously deferred, and Thornburg Mortgage, despite modifying the terms of its hybrid, continues to remain
current on its conventional debt. Fannie Mae and Freddie Mac, government-related entities that the U.S. Treasury
recently took into conservatorship, accounted for two notable instances. Payments were halted on a combined 38
hybrid issues ($36 billion). We also identified seven instances of deferral at banking groups-–two Japanese (Resona
Bank Ltd. and UFJ Bank Ltd.), one Thai (TMB Bank Public Co. Ltd.), three U.S. (Bay View Capital Corp., Riggs
National Corp., and IndyMac Bank) and one European (Northern Rock plc). Interestingly, in only one of those
seven--IndyMac--was there a default on other obligations following deferral on hybrid securities. The case of Riggs
is noteworthy in that the company was not in immediate danger of violating regulatory capital standards. Rather,
the company was mired in scandal, and the Federal Reserve exercised its broad authority to intervene in an
institution it viewed as troubled.
Also noteworthy is Northern Rock plc. Its preference shares were included in the February 2008 nationalization of
the bank, which meant that ownership mandatorily passed to the U.K. government from the investors. To date, the
investors have not received any compensation. Our rating on this issue is 'D', not the 'C' rating we typically apply
where interest is deferred as permitted in the terms of the agreement. This is because of the forced transfer of the
preference shares to the U.K. government. We believe that any compensation to the original investors will be limited
because it will be based on the estimated worth of the preference shares if Northern Rock had not been supported
by the U.K. authorities. On July 4, 2008, Northern Rock announced that it will not declare or pay a dividend on the
noncumulative preference shares until further notice, and the annual coupon was not paid on that date. Payments on
debt have continued without interruption.
Among unrated U.S. bank holding companies, City Holding Co. deferred payments on its preferred shares in July
2001 and resumed in July 2002. Smaller unrated institutions are exhibiting an uptick in hybrid deferrals. We are
aware of cases of unrated hybrids of German banks that deferred payments--e.g., certain hybrid securities of
Allgemeine Hypothekenbank Rheinboden AG (now named Correal), Westdeutsche Landesbank, and Sachsen LB.
In interpreting financial institutions' results during the past decade, it is important to keep in mind that senior debt
performed very well during 1995-2006 (and in 2007, too, excluding unregulated U.S. finance companies). Indeed, in
mature markets, no regulated banks' rated senior debt defaulted during this time.
We have pondered why companies under pressure haven't been more proactive in utilizing the deferral option under
outstanding hybrid capital issues. We believe it is most likely due to some combination of the following factors:


· The decline in the company's fortunes was too rapid for deferral to be possible. Examples of this include PG&E,
Enron, Parmalat, and more recently, New Century.


· Management might have been too concerned about the "headline risk" associated with deferring, particularly as
it could affect its ability to maintain capital markets access.

· The company might not have had enough hybrid capital outstanding for the potential cash-flow savings resulting from a deferral to be meaningful.

· Management was unrealistic in its assessment of its financial condition.



We believe it is unwise to read too much into our historical observations, given limitations of the data and the uptick of deferrals we are seeing in the current environment. While past utilization of the deferral option is less frequent than we might have expected, companies are loath to curtail or eliminate even their common dividends for many of the same reasons cited above–-and the equity-like features of common stock set the standard against which we assess hybrid capital instruments. Perhaps future experiences will be different, given the representations that have been made about the equity benefits of the new generation of hybrids. In the sizable area of hybrid capital of regulated financial institutions, the widespread tendency for bank regulators to favor market discipline may lead to a higher incidence of payment deferral during the next decade compared to the 1995-2006 period. One conclusion we draw is that the deferral feature's value is more tangible in the regulated context and/or where there are mandatory triggers. We expect a higher incidence of coupon deferrals and suspensions on hybrid securities of regulated financial services companies in the future, as the amount of issuance grows. We will continue to track the performance of hybrid capital issues in all sectors to help us gauge the appropriateness of our conclusions regarding equity content and payment risk.
 
Stato
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