Alcune ne ho anchio,altre non le conosco.Meno male che cè gente con coraggio.
Grazie....
Peraltro la grande diversificazione del portafoglio (tenete conto che l'investimento su ognuno dei titoli è veramente modesto), è a mio avviso fonte di tranquillità più che segno di coraggio.
In realtà tutto dipende a mio avviso dall'orizzonte temporale che ci si pone al momento dell' investimento. A mio avviso un investimento (molto diversificato) in perpetuals deve essere visto come un investimento con un ritorno a lungo/lunghissimo termine (per esempio, per costruirsi una rendita che costituisca specie di "fondo pensione").
In tale ottica, il fatto che vengano pagate le cedole o meno per qualche anno (purchè non si superino i 3-4 anni) non mi turba particolarmente. In fondo, comparando questo investimento con un corrispondente azionario (o in commodities), la maggior parte di chi avesse acquistato fondi azionari/commodities (anche molto diversificati) nel corso degli ultimi 2-3 anni si ritroverebbe con un investimento che
1) probabilmente non distribuirà dividendi nei prossimi 2-3 anni), o comunque dividendi molto più piccoli della cedola di una obbligazione
2) non ritornerà al valore nominale prima di 2-3 (o più) anni
Pertanto un tale investimento azionario sarebbe del tutto comparabile, o peggiore, di un investimento in perpetuals.
Di nuovo, la grande diversificazione, e le considerazioni in termini di "impatto di immagine" che deriva dal non pagamento delle cedole sui perpetuals/ibridi, mi lascia sperare di ricevere pagamenti di cedole su una parte significativa del capitale investito.
Allo stessa stregua, neanche il fatto che non vengano esercitate le CALL potrebbe essere un vantaggio più che uno svantaggio, visto l' incremento dei tassi che nella maggior parte dei casi ne deriva.
Se guardo al portafoglio di cui sopra mi pento semmai di essere incappato (per inesperienza) in qualche "preferred shares", avrei preferito rimanere su dei "Junior subordinated", che nella situazione attuale mi sembrano significativamente meno pericolosi (non so se siete d'accodo ?).
Un'altra mia preoccupazione forte è relativa all'impennata inflazionistica che è molto probabile a mio avviso si verifichi nella seconda parte di questa crisi, il che mi fa esitare fortemente rispetto all' acquisto di titoli a tasso fisso (anche Senior o addirittura titoli di stato) che abbiano scadenza oltre la fine del 2010/2011.
Sinceramente, avendo ancora a disposizione una sostanziale liquidità da investire sono perplesso su come procedere.
- Delle obbligazioni "senior" con scadenza 2014-2016, che mi rendono un 7% con il rischio che l'impennata inflazionistica me ne bruci il valore reale ?
- Delle obbligazioni "senior" con scadenza a breve (2010-2011), che mi rendono ancora meno, che quotano attorno a 100 con il rischio che l'emittente comunque fallisca e non mi rimanga comunque nulla ? Oltretutto, se l'impennata inflazionistica poi non si verificasse, se la crisi terminasse "dolcemente" nell' arco del 2010-2011 mi ritroverei con della liquidità nel 2010-2011 e nessuna buona occasione per re-investire (se non qualche "conto arancio" al 3-4%....
)
Sinceramente, i perpetuals junior subordinated (ripeto, escludendo le preferred shareres) continuano a sembrarmi al momento una buona occasione. Con quotazioni attorno a 20 - 35 il tasso risultante schizza a valori nell' ordine del 15-20%, che potrebbe essere sufficente a fronteggiare un' impennata inflazionistica (ammesso che paghino le cedole....
). Meglio ancora dei tassi variabili, che con con quotazioni attorno a 20-35 schizzerebbero a rendimenti 3x o 5x Euribor.
La grande diversificazione protegge poi dal rischio di default dell' emittente.
Se avete notizia di perpetuals junior subordinated che siano già oggi a tasso variabile (o con call che li renda a tasso variabile entro la fine del 2010), fatemi sapere... Compro tutto...!!!