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maxinblack

Forumer storico
Leggo solo ora la bella notizia su Alpha.
Banca che, non ricordo più dove l'ho letto, ha sempre pagato il dividendo dal 1948.
Speriamo in bene.
Per il resto, continuo a tifare silenziosamente su Ovag (forza Russia) che non ho, a causa presenza di altri rischi in portafoglio già sufficienti a creare una leggera aritmia quando scorro l'elenco dei titoli.
Buona domenica a tutti!!!

Forse sarebbe il caso di dare un 'occhiata alle perpetue di NBOG? se fanno la fusione ci potrebbe essere un 'occasione di acquisto sperando in un miglioramento delle quotazioni?
 

no perpetual no party

Forumer storico
Possibile che non si faccia a tempo a pensarne una che ti hanno gia' preceduto?

A quale emissione ti riferisci puoi postare un grafico?

Mi ricordo su NBOG degli spread bid ask allucinanti

ma non sarebbe meglio comprare quelle di Alpha in caso?
visto che è la banca piu piccola, va solo che a migliorare in caso di fusione no?



...tralasciando ovviamente il discorso sugli spread larghissimi, che vale per entrambe..
 

negusneg

New Member
Tutto quello che avreste voluto sapere sulle ciofeche?

il nuovo punto di vista di UBS sulle COCO et al

SubordinatedBankBonds - PDFCast.org

:bow:

Sono riuscito finalmente a leggere il report e devo dire che condivido soprattutto l'impostazione cauta dell'estensore.

Stiamo vivendo un momento storico molto particolare, di transizione direi, dove elementi di carattere finanziario, economico, legale, regolamentare, socio-politico e regionale si intrecciano fra di loro ed hanno una influenza di segno opposto sul settore delle obbligazioni perpetue.

Iniziamo a considerare gli aspetti positivi:

a) non c'è dubbio che la situazione macroeconomica sia tornata ad essere di crescita a livello mondiale. Per il momento lo spauracchio di un double dip (ricaduta in recessione) e della deflazione sembrano essere scomparsi dagli scenari degli analisti, persino da quelli dei più pessimisti, che lo davano per scontato fino a qualche mese fa;

b) quasi tutte le istituzioni finanziarie stanno portando avanti la pulizia dei bilanci, con un forte deleveraging delle posizioni più rischiose e, soprattutto, sono tornate a fare profitti, incrementando così la quota di utili messi a riserva e migliorando in tal modo il capitale Tier 1;

c) in aggiunta a questo molti istituti si sono ricapitalizzati, tramite aumenti di capitale che servono proprio ad irrobustirli patrimonialmente;

d) le nuove regole di Basilea 3, d'altronde, sono molto stringenti su questo punto ed è probabile che nell'accoglierle nelle varie legislazioni nazionali i regulators impongano soglie ancora più restrittive. Il risultato è che la tendenza al rafforzamento patrimoniale (soprattutto quello di qualità migliore) continuerà per diversi anni;

e) nel complesso il fattore reputazionale, quello che vuole che gli emittenti in salute rimborsino le emissioni alla prima occasione, non è del tutto scomparso. Diversi emittenti hanno continuato ad attenersi a questa regola non scritta, anche a costo di emettere nuova carta a costi ben più onerosi. C'è stato persino chi, pur lamentando l'incertezza delle nuove norme (ma in realtà perchè difficilmente sarebbe riuscito a ricorrere a nuove emissioni, se non a prezzi imbarazzanti) ha deciso di non richiamare i titoli compensando però gli obbligazionisti con un incremento volontario della cedola, quasi a voler segnalare la loro buona fede e l'intenzione di richiamare appena le nuove regole saranno definite nel dettaglio (in realtà sperando che per allora le condizioni del mercato migliorino);

f) d'altronde le regole di Basilea 3 sul grandfathering spingono forte verso questa direzione (soprattutto per i titoli che post call prevedono uno step up) e quindi anche il mercato sta lentamente prezzando di nuovo la possibilità che comunque la grande maggioranza delle emissioni venga richiamata, al più tardi, nel giro di un decennio;

g) si iniziano a vedere i primi timidi test di quello che sarà il futuro mercato delle obbligazioni subordinate T1 e T2. La recente emissione di CS è senza dubbio una buona notizia, considerato lo scetticismo che fino a qualche giorno fa circondava il possibile decollo di questi strumenti, in particolare delle agenzie di rating. Se la tendenza dovesse essere confermata nei prossimi mesi sarebbe una conferma importante che via via, almeno i maggiori emittenti, sostituiranno i vecchi titoli con i nuovi;

h) fra qualche mese dovrebbe essere definitivamente varato il nuovo programma europeo di stabilità, che oltre a rendere più stringenti le regole di gestione della finanza pubblica, dovrebbe rafforzare e rendere più credibile il fondo di intervento per paesi in difficoltà.

Questi sono i fattori positivi, le luci, che han fatto sì che in generale il settore salisse di oltre il 4,5% dall'inizio dell'anno.

iBoxx ? Tier I (TR) | DE000A0DMW33 | A0DMW3 | DAX-Indices.com

Dopo cena cercherò di esporre anche le ombre, le insidie ed i possibili rischi che dovremo fronteggiare nel prossimo futuro. A dopo ;)
 
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negusneg

New Member
... ciofeche 2

Vediamo ora gli aspetti negativi:

a) non tutte le banche (e le assicurazioni) hanno sufficientemente rafforzato e ripulito il loro bilancio. La mia impressione è che ci possano ancora essere delle sorprese spiacevoli, nascoste fra le pieghe dei bilanci, senza contare che i margini di profitto sono ancora risicati, le sofferenze continuano ad aumentare, e qualche grande banca continua ad avere una leva esagerata;

b) la crisi dei cosiddetti paesi periferici ha indubbiamente complicato la situazione, il rischio è che ipotizzando una situazione alla Lehman (dove la speculazione individua bersagli via via meno fragili, ma che per la concentrazione delle forze che si concentrano contro di loro finiscono per trovarsi nell'impossibilità di poter reagire efficacemente) banche ed emittenti di per sè solidi incontrino crescenti difficoltà ad accedere ai mercati e possano finire per soccombere;

c) molti emittenti di piccole e medie dimensioni (anche dei paesi più solidi) sono già in questa situazione, come dimostra il fatto che per loro l'unica possibilità di funding è rappresentata dai vari programmi della BCE e quindi per il momento si trovano nell'impossibilità di emettere nuovi strumenti con cui sostituire quelli sul mercato;

d) persino alcuni emittenti di medie e grandi dimensioni sono a rischio, un po' perchè le risorse pubbliche per grandi salvataggi saranno sempre più centellinate, ma anche perchè i loro maggiori concorrenti (già impegnati allo stremo nello sforzo di rafforzamento patrimoniale) difficilmente potrebbero trovare le risorse con cui tentare una acquisizione. Qualcuno rischia di rimanere a piedi, aspettando invano il cavaliere bianco;

e) le riforme legislative e regolamentari allo studio, per gestire le crisi sia degli emittenti sistemici che degli stati sovrani, prevedono che in futuro sarà possibile scaricare parte del peso del salvataggio sulle spalle degli obbligazionisti, in particolare subordinati. Queste riforme sono indubbiamente giuste, da un punto di vista teorico, per evitare che il peso dei salvataggi ricada interamente sulle spalle dei contribuenti, ma c'è il rischio concreto che possano produrre un certo effetto contagio anche sui bond esistenti, in particolare se qualcuno (come sembrava volessero fare gli irlandesi) tentasse dei colpi di mano per coinvolgere gli obbligazionisti senior;

f) i tassi di interesse hanno cominciato a salire un po' dappertutto e anche se lo spread di rendimento delle obbligazioni perpetue ha ancora ampi margini di riduzione l'effetto combinato di queste due forze nel breve potrebbe comunque essere negativo, soprattutto per le emissioni a tasso fisso di importo non particolarmente elevato.

Un'altra breve pausa e passeremo agli aspetti operativi.
 

negusneg

New Member
... ciofeche 3

Se questo è il quadro generale, che si potrebbe riassumere in "generalmente positivo, per gli emittenti più solidi ed appartenenti a stati meno o per niente coinvolti nella crisi dei periferici", non riesco sinceramente a capire questa frenesia per situazioni distressed che sembra avere contagiato "quasi" tutti.

Avendo tutt'ora a disposizione decine e decine di emissioni che, nella peggiore delle ipotesi, verranno rimborsati al massimo fra una decina di anni, con rendimenti compresi fra il 7% ed il 10%, magari pure indicizzati, e quindi esenti dal rischio di un rialzo dei tassi, non vedo quale può essere la molla che spinge a ricercare istituti alle prese con problematici ed incerti programmi di risanamento, che spesso dipendono dall'intervento determinante di istituzioni terze che al momento sembrano tutt'altro che ansiose di intervenire.

Faccio un esempio: qualcuno giorni fa paragonava la situazione di SNS a quella del Banco Popolare. E' vero, ci sono delle analogie, ma anche differenze sostanziali. Tralasciando il modello di business, simile in certi settori ma non perfettamente sovrapponibile, la nostra conoscenza della realtà territoriale italiana mi ha sempre portato a sostenere che, in caso di difficoltà, il Banco non avrebbe avuto problemi ad aumentare il capitale facendo ricorso alla sua capillare presenza nelle zone in cui opera. E così è stato.

Siamo sicuri che SNS possa fare lo stesso con la stessa facilità? E allora perchè non l'ha fatto restituendo gli aiuti al governo? Io non ho certezze a questo riguardo, non sto dicendo che SNS è un investimento a rischio, dico semplicemente che col Banco mi sento sufficientemente tranquillo (e molto ben remunerato :D) e con SNS no. E quindi la evito per il momento.

Per non parlare di altri emittenti di cui sento spesso parlare, e su cui vedo che si puntano fiches in certi casi anche consistenti, il cui destino mi sembra precario, incerto, ad altissimo rischio di default. D'altronde che il rischio ci sia lo dicono anche le quotazioni di mercato, che sbagliano sì qualche volta, ma di solito...

Capisco che è anche colpa mia se si parla meno spesso di emittenti più "tranquilli", causa le frequenti assenze dal forum, ma vorrei invitarvi a riflettere di più su questi temi, anche in considerazione del fatto che molti ci leggono in silenzio e non necessariamente sono tenuti a sapere che fra di noi ci sono pazzi, kamikaze, sminatori, cacciatori di trifole ed aspiranti suicidi. :D

Non vorrei che l'effetto emulazione nei confronti di utenti più scafati, e con una propensione al rischio al di fuori del normale, portasse qualcuno a farsi veramente male.

Va da sè che auguro comunque a tutti che vada tutto bene, altrimenti se dovesse scoppiare una mina saremmo comunque tutti sulla stessa barca :titanic:

:ciao:
 
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Omero

Forumer storico
proprio perchè non ha destato scalpore mi puzza di prassi abbandonata, o meglio che si mantiene a descrizione della banca
ormai c'è una valanga di t1 2 t2 non callati anche dalle banche più blasonate
quindi se alla banca conviene si ha un'elevata confidenza nella call, se non conviene meglio andarci con i piedi di piombo = io la compro senza considerare la call e mi chiedo se mi sta bene tenermela per una decina di anni
diversifico e se fra 10 anni qualcuno non ha ancora callato... pazienza


:up:
 
Stato
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