Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 3 (17 lettori)

porchetto

la casa non fallisce
Resolution regime, Basilea 3, etc etc
Porchè lo sai che su Investire Oggi ne parliamo da mesi, sai anche i motivi per cui sono fuori dalla subordinaglia bancaria (dopo averla frequentata tutta, specialmente la peggiore)

In due parole : per me solo i T1 sono a rischio.

Manda un mp a Rott, magari ti risponde.
Se possibile rott o chi vuole mi da una mano?
mps tv SUB LT2: 30/11/2017 XS0236480322 e 15/01/2018 XS0238916620 ‎- new edition - Pagina 166 - Forum di Finanzaonline.com
 

no perpetual no party

Forumer storico
OT

"Modesto ma audace, liberale e amante del divertimento, è l'Uruguay il paese dell'anno''.
Sono queste le motivazioni per cui The Economist ha eletto questo piccolo Stato dell'America del Sud come nazione simbolo del 2013. Certo, fa specie vedere come una delle voci più autorevoli e promotrici del neo liberismo trovi oggi in uno Stato le cui scelte si ispirano alle idee marxiste e rivoluzionarie dei Tupamaros un modello da seguire. Eppure è così.

A determinare questa "promozione" sono state decisive le riforme sociali ed economiche che dal 2010 sta portando avanti il presidente Josè Pepe Mujica: tra queste, rientra sicuramente la legge che permette le nozze gay, ma soprattutto la recente rivoluzione della cannabis di Stato, una riforma voluta principalmente per combattere il narcotraffico e il mercato nero. L'acquisto legale di modeste quantità di cannabis, infatti, regola "la produzione, la vendita e il consumo della cannabis” sottolinea il settimanale britannico. "Un cambiamento molto rilevante, che danneggia i criminali e permette alle autorità di concentrarsi su reati più gravi, che nessun’altra nazione ha realizzato”.

Che il presidente Mujica avrebbe rivoluzionato questo Paese, caratterizzato da anni di dittatura militare e crisi economica, era chiaro già dalla sua scelta di dimezzarsi del 90% lo stipendio, devolvendo il resto allo Stato: 1.250 dollari al mese dei 150.000 che avrebbe dovuto guadagnare, una mossa per avvicinarsi di più ai suoi concittadini. Quello fu l'inizio di un percorso di riforme che stanno portando l'Uruguay a diventare un Paese sulla via di uno sviluppo economico e sociale non indifferente.

E sono state proprio le riforme ad indirizzare la scelta dell'Economist su questo Stato piuttosto che su un altro. Lo spiega la rivista stessa: non sono le prestazioni economiche a determinare la "felicità" di un paese, "se ci concentrassimo sulla crescita del Pil dovremmo optare per il Sud Sudan, cresciuto del 30% nel 2013. Oppure potremmo scegliere l’Irlanda, che ha sopportato un incredibile bailout di tagli con una esemplare forza d’animo. O magari l’Estonia, che detiene il più basso debito pubblico dell’Unione Europea". Niente di tutto questo: è l'audacia, l'innovazione, la capacità di cambiare a determinare la vittoria. Capire soprattutto se tali scelte innovative possono essere utili ed imitate da altri Stati nel mondo.



il 90%?
vi rendete conto se questa notizia arriva -ben gonfiata dai media e magari dai pentastellati- ai nostri simpatici eletti a Roma (e nelle regioni, province, comuni e enti statali vari)?? :D:D


messaggio di servizio:
essendo di Verona e pienamente investito, aspetto con ansia l'analisi del Negus sulla Bpvn ;);)
 

Topgun1976

Guest
Caro Negus

grazie per le Tua analisi, assolutamente preziosa, come sempre.
E´ sconcertante il pezzo del Sole 24 Ore che, prendendo a spunto una delle innumerevoli analisi universitarie (sempre in contraddizione tra loro) guarda al futuro con lo specchietto retrovisore.

Lo scrivo con la morte nel cuore: la desertificazione industriale e tecnologica (brevetti ecc.) e´ in corso in Italia.

La pressione fiscale ha gia´ raggiunto i massimi.

Dei 500 MLD di patrimonio pubblico siamo riusciti ad alienarne si e no 1%.

Solo grazie ad acrobazie fiscali e trucchi contabili, cassa depositi e prestiti etc (peraltro copiate dai maestri teutonici....) siamo (di poco) sotto il 130% di debito pubblico / PIL. La Grecia non e´ lontana e mentre noi proiettiamo % verso il 140%
gli altri Club Med (Piigs non mi piace) hanno una curva di miglioramento piu´ confortante.

Ogni 4 giorni che Dio manda in terra, weekend e festivita´ comprese, la Nostra Italia deve pagare 1 MLD di oneri finanziari.

La lotta all´evasione recupera ogni anno meno del 10% di quanto rubato.

Se dovessi prendere io (e non lo faccio io) decisione su dove costruire il prossimo stabilimento europeo della mia azienda, l´Italia sarebbe oggettivamente penultima.

Se dovessero farlo altri, con i pregiudizi che ci siamo (in buona parte) meritati (che pesano, che ci piaccia o no)....chissa´.

Ho comprato il Corriere della Sera di passaggio all`aeroporto prima di Natale:
era pieno di foto del cagnolino bianco di Berlusconi (non mi ricordo il nome) e pieno anche della (semivuota) manovra finanziaria rilancia Italia (una cosa del genere).

Mi spiace per la mia Patria, mi spiace per i giovani di questo straordinario Paese. Spero sinceramente di sbagliare, caro Negus.

Sai...io sogno sempre che una nuova era De Gasperi possa avvenire......chissa´.

Buon 2014, di resurrezione....
:clap:Pienamente daccordo..attenzione a fare all in Sul Banco Popolare Mps Carige ecc..L'Italia avrà un 2014 difficile,anche se cè da dire che ad oggi l'economia reale e quella finanziaria vanno su 2 binari diversi
 

Myskin

Forumer stoico
russia...mi sembra strano che zonin e compagnia bella si vadano ad impelagare nella banca marche...hanno appena fatto un adc e malgrado ciò hanno una struttura patrimoniale al limite...non ci vedo poi questo gran guadagno ad investire nelle marche, mi dicono che là di soldi ne girano pochi tant'è che manco un cavaliere bianco è spuntato ...e poi, la vic semmai compra gli sportelli ma i rami secchi, compreso il tuo debito :) ?
 

negusneg

New Member
Che il Banco Popolare sia in zona “grigia” ce lo dicono i suoi bilanci degli ultimi anni, i rating delle agenzie ma soprattutto, come ricordava Rottweiler, i prezzi di mercato.

La banca viene da una serie di disavventure giudiziare, economiche e finanziarie impressionanti, a partire dal cosiddetto scandalo di bancopoli (ricordate Fiorani ed i furbetti del quartierino :rolleyes:), passando poi per Italease, per arrivare alla maxi svalutazione di Agos-Ducato.

Grazie a questa poco invidiabile situazione, però, il Banco è l’istituto italiano di cui si conoscono meglio le condizioni, essendo stata via via analizzata e vivisezionata da parte delle autorità giudiziarie, degli organismi di controllo, BdI, agenzie di rating, stampa specializzata, etc.

Pur entrando nella crisi finanziaria in condizioni di grande debolezza, inoltre, la nuova dirigenza ha dimostrato di saper portare a termine un importante aumento di capitale (2 mld di euro all’inizio del 2011) con cui ha integralmente rimborsato 1,45 mld di Tremonti bond ed è riuscita a rafforzare significativamente la situazione patrimoniale, mantenendo al tempo stesso un atteggiamento market friendly, sia continuando a pagare le cedole sui propri tier 1 quando il pagamento, in virtù delle forti perdite di esercizio, sarebbe stato facoltativo, sia escludendo di voler ricorrere alla conversione obbligatoria del convertendo, sostenendo di essere in grado di poter raggiungere i requisiti patrimoniali Basilea 3 full phased con le proprie forze.

Nel frattempo, grazie anche al suo fortissimo radicamento sul territorio in alcune delle zone più ricche d’Italia (Lombardia, Veneto, Emilia, Piemonte, etc.), la banca ha dimostrato di riuscire tranquillamente a coprire le proprie esigenze di funding tramite collocamenti alla propria clientela, tanto da avere una situazione di liquidità tranquillizzante.

La situazione di Italease è ormai sotto controllo, essendo da tempo in atto un vero e proprio processo di unwinding che parallelamente allo smontaggio delle posizioni ha portato ad una stabilizzazione delle sofferenze. Analogamente la massiccia svalutazione delle attività di Agos-Ducato dovrebbe precludere ulteriori forti perdite derivanti da quella partecipazione.

Parallelamente viene portata avanti una significativa riduzione dei costi, che ha cominciato a dare frutti significativi, principalmente attraverso la riduzione del costo per il personale. E si stanno adottando politiche per aumentare i ricavi delle attività tradizionali (conti correnti, gestione del risparmio, etc.).

La vera incognita, quindi, sembra essere rappresentata da un lato da una insufficiente redditività (comune agli altri principali istituti italiani e derivante da un contesto di bassissimi tassi di interesse e di perdurante stagnazione dell’economia) e dall’altro dalle crescenti partite deteriorate (crediti deteriorati netti = 13,8% dei crediti totali) e dal loro basso livello di copertura (36,7%), relativamente ai principali concorrenti.

A questo proposito, però, va rilevato che il particolare modello di business (maggiormente orientato verso il retail e le piccole e medie imprese) e la conseguente maggior copertura dei crediti con garanzie reali e personali (i crediti deteriorati assistiti da garanzie reali sono l’83% del totale), unitamente al rallentamento nei flussi di nuove partite deteriorate, rende il confronto rispetto ai principali competitors meno penalizzante di quanto una semplice lettura dei dati potrebbe suggerire.

Quanto ai coefficienti patrimoniali, la banca dichiara un Core Tier 1 al 10,30% (Basilea 2.5), stimando un impatto di circa 200 bps da Basilea 3 full-phased. Data la graduale introduzione degli effetti negativi il management si dichiara ottimista sugli esiti dello stress test, potendo contare su un CT1 di partenza superiore al 9%, rispetto ad un limite minimo dell’8%.

Riassumendo: il Banco Popolare è sicuramente un emittente non di prima fascia, da monitorare con attenzione, particolarmente per quanto riguarda la dinamica futura degli utili, della salute patrimoniale e dell’evoluzione dei crediti deteriorati. Tuttavia la banca ha dimostrato di sapersela cavare con le proprie forze (con la breve eccezione dei Tremonti bonds) in un contesto macroeconomico molto difficile, attraverso un importante aumento di capitale (che i maggiori azionisti non hanno esitato a sottoscrivere) e con un management che ha saputo gestire bene situazioni molto difficili (Italease, Agos) pur mantenendo un buon rapporto con il mercato e, soprattutto, potendo contare su una clientela molto fidelizzata.

Se si escludono eventi esogeni di particolare drammaticità (come un aggravarsi della recessione) il processo di irrobustimento patrimoniale, attualmente non del tutto soddisfacente se paragonato ai principali competitors, dovrebbe proseguire la tendenza positiva degli ultimi anni, consentendo al Banco di recuperare significativamente quella credibilità che il mercato e le agenzie di credito stentano a riconoscergli.

Personalmente non mi capacito del fatto che i rating siano ben più bassi di altre banche decisamente messe peggio (per non dire decotte), se non per il fatto che il Banco sconta il fatto che, essendo italiana, sconta di partenza un pregiudizio negativo che vale almeno due-tre notch.

Al tempo stesso, guardando le quotazioni dei perpetual sul mercato, non mi capacito che restino inferiori a quelle di altri emittenti che hanno saltato il pagamento della cedola. Misteri del mercato. :mmmm: :mumble:

Personalmente considero le tre emissioni del Banco come ottime opportunità di acquisto (in particolare le BPVN) come rapporto rischio/rendimento.

Disclaimer: titoli rischiosissimi, maneggiare con cautela :cool:
 
Ultima modifica:

russiabond

Il mito, la leggenda.
russia...mi sembra strano che zonin e compagnia bella si vadano ad impelagare nella banca marche...hanno appena fatto un adc e malgrado ciò hanno una struttura patrimoniale al limite...non ci vedo poi questo gran guadagno ad investire nelle marche, mi dicono che là di soldi ne girano pochi tant'è che manco un cavaliere bianco è spuntato ...e poi, la vic semmai compra gli sportelli ma i rami secchi, compreso il tuo debito :) ?


...lo dichiara Zonin :D

Non complicatevi la vita...think easy ...
...caso Tercas ...piallata da 280 milioni da parte del F.I.T.D. al buco della banca...

Siamo in Italia non siamo olandesi...

Basta dare una piallata Tercas style ...e i compratori arriveranno ;)
Quello e'/sara' l asso da giocare al momento giusto ;)

...o vedete una compilation di bank run e FITD che copre alcuni miliardi di buco...

Tutto e' in movimento tutto e' cambiamento ...per ora confermo in toto gli obiettivi il progetto non e' cambiato...

Caso mai ci danno le chiavi della banca ;)
 

negusneg

New Member
Ciao Negus,
bella analisi.
Sono d'accordo sulla valutazione sugli indicizzati; meno sui subordinati bancari dove secondo me gli spread hanno poco da esprimere, ma soprattutto il risk/reward, dato le incertezze normative e la sempre maggiore discrezionalità lasciata dalla legge, appare misero; riesco a misurarlo con maggiore cognizione di causa sulle emissioni corporate High Yield che sono paragonabili come rendimento.
Dove mi trovo sostanzialmente in disaccordo è sulla tua analisi del Paese periferico Italia e dei suoi numeri.
Non prendi in considerazione l'evoluzione futura del Pil e da dove può scaturire un recupero (per me improbabile); l'avanzo primario preso come misura statica non dice molto, o meglio, può essere un indicatore principalmente negativo con riguardo alle possibilità di recupero di un Paese in grossa difficoltà (perchè è così imprescindibile una tale pressione fiscale? Dove si volatilizzano le risorse in eccesso? Di che "materie prime" siamo in possesso per ricostruire al fine di giustificare la pressione fiscale o tali da permetterci di abbassarla in misura sostanziale?).
In parole povere: un conto è il debito per cercare di tappare i buchi un altro quello per lo sviluppo.
A mio avviso le agenzie di rating sono anche troppo benevole con noi: osservando il Bilancio dello Stato e la governance per me non ci si avvicina neanche lontanamente all'Investment Grade.
Le Banche italiane sopravvivono in un contesto decadente. E' la prospettiva futura ad essere completamente assente, e la necessità di far quadrare i conti adesso, può costituire l'agonia di domani; i crediti incagliati che hanno in pancia i ns. Istituti che fine faranno? Le pmi Italiane saranno in grado di ritornare in bonis a breve? Quando eventualmente andranno contabilizzati al loro valore (realistico) di presunto realizzo che succederà?
Rimango in modo sostanziale sottopesato sull'area geografica Italia anche se ammetto che ragionando in ottica di "trader" come dici tu, ci possono essere delle ottime occasioni; è l'ottica da "investitore" che mi fa essere molto scettico.
Saluti.

Caro Negus

grazie per le Tua analisi, assolutamente preziosa, come sempre.
E´ sconcertante il pezzo del Sole 24 Ore che, prendendo a spunto una delle innumerevoli analisi universitarie (sempre in contraddizione tra loro) guarda al futuro con lo specchietto retrovisore.

Lo scrivo con la morte nel cuore: la desertificazione industriale e tecnologica (brevetti ecc.) e´ in corso in Italia.

La pressione fiscale ha gia´ raggiunto i massimi.

Dei 500 MLD di patrimonio pubblico siamo riusciti ad alienarne si e no 1%.

Solo grazie ad acrobazie fiscali e trucchi contabili, cassa depositi e prestiti etc (peraltro copiate dai maestri teutonici....) siamo (di poco) sotto il 130% di debito pubblico / PIL. La Grecia non e´ lontana e mentre noi proiettiamo % verso il 140%
gli altri Club Med (Piigs non mi piace) hanno una curva di miglioramento piu´ confortante.

Ogni 4 giorni che Dio manda in terra, weekend e festivita´ comprese, la Nostra Italia deve pagare 1 MLD di oneri finanziari.

La lotta all´evasione recupera ogni anno meno del 10% di quanto rubato.

Se dovessi prendere io (e non lo faccio io) decisione su dove costruire il prossimo stabilimento europeo della mia azienda, l´Italia sarebbe oggettivamente penultima.

Se dovessero farlo altri, con i pregiudizi che ci siamo (in buona parte) meritati (che pesano, che ci piaccia o no)....chissa´.

Ho comprato il Corriere della Sera di passaggio all`aeroporto prima di Natale:
era pieno di foto del cagnolino bianco di Berlusconi (non mi ricordo il nome) e pieno anche della (semivuota) manovra finanziaria rilancia Italia (una cosa del genere).

Mi spiace per la mia Patria, mi spiace per i giovani di questo straordinario Paese. Spero sinceramente di sbagliare, caro Negus.

Sai...io sogno sempre che una nuova era De Gasperi possa avvenire......chissa´.

Buon 2014, di resurrezione....

Perdonatemi se metto insieme i vostri interventi, che mi sembrano però confermare quanto ho scritto nel mio post: se dovessimo misurare il sentiment degli italiani rispetto alle sorti del nostro paese scopriremmo che siamo ai minimi assoluti di sempre.

La cosa non mi stupisce, ovviamente, e ne condivido in gran parte le ragioni, anche se le conclusioni a cui arrivo sono meno negative.

Soprattutto mi interessa cogliere (dev'essere un retaggio del mio crescente interesse per la finanza comportamentale) quei segnali che possono fare scattare un atteggiamento contrarian per poter cogliere occasioni trascurate o addirittura ghettizzate dal resto del mercato.

L'ho fatto ieri raccattando a saldo subordinate dei migliori emittenti continentali, spero di riuscire a farlo oggi selezionando le migliori occasioni di un paese che non è mai stato così sfiduciato.

Come sempre il tempo dirà chi ha avuto ragione, ma sono certo che nel caso anche voi ve ne rallegrereste :)
 

negusneg

New Member
«Popolare Vicenza sarà il nuovo polo aggregante»

Luca Davi 28 dicembre 2013

(...)

Siete pronti a rafforzarvi per linee esterne?

Per sette anni siamo stati prudenti e non abbiamo fatto nuove acquisizioni. Ora il momento è propizio per muoversi. Il numero delle banche italiane è destinato a ridursi, e quelle che rimarranno in piedi saranno più forti. Noi vogliamo essere tra quelle. L'obiettivo è passare dagli attuali 690 sportelli a mille entro la fine del 2015.

La sfida è grande. Avete già dossier sul tavolo?

Ci stiamo guardando attorno con grande attenzione. Intendiamo crescere di misura sul territorio, e in pieno accordo con Bankitalia, guardando a banche popolari in aree in cui siamo poco presenti. Abbiamo due soli sportelli nelle Marche e in Puglia. In Campania non ci siamo del tutto. Nel Lazio stiamo crescendo (nell'area di Roma, in particolare, si starebbe concludendo l'acquisizione di una quindicina di sportelli della Carife, ndr).

La Popolare Etruria potrebbe essere un target?

In Toscana siamo presenti, tuttavia è un dossier che stiamo esaminando. L'operazione ha alcuni vantaggi: si tratta di una banca con diversi sportelli ed è di natura popolare, e questo renderebbe più agevole l'operazione.

Tra i dossier c'è anche quello di Banca marche.

Ogni pensiero prima della fine del commissariamento sarebbe fuori luogo. E' però una delle banche che ci interessano.

(...)

«Popolare Vicenza sarà il nuovo polo aggregante» - Il Sole 24 ORE=
 

Topgun1976

Guest
Che il Banco Popolare sia in zona “grigia” ce lo dicono i suoi bilanci degli ultimi anni, i rating delle agenzie ma soprattutto, come ricordava Rottweiler, i prezzi di mercato.

La banca viene da una serie di disavventure giudiziare, economiche e finanziarie impressionanti, a partire dal cosiddetto scandalo di bancopoli (ricordate Fiorani ed i furbetti del quartierino :rolleyes:), passando poi per Italease, per arrivare alla maxi svalutazione di Agos-Ducato.

Grazie a questa poco invidiabile situazione, però, il Banco è l’istituto italiano di cui si conoscono meglio le condizioni, essendo stata via via analizzata e vivisezionata da parte delle autorità giudiziarie, degli organismi di controllo, BdI, agenzie di rating, stampa specializzata, etc.

Pur entrando nella crisi finanziaria in condizioni di grande debolezza, inoltre, la nuova dirigenza ha dimostrato di saper portare a termine un importante aumento di capitale (2 mld di euro all’inizio del 2011) con cui ha integralmente rimborsato 1,45 mld di Tremonti bond ed è riuscita a rafforzare significativamente la situazione patrimoniale, mantenendo al tempo stesso un atteggiamento market friendly, sia continuando a pagare le cedole sui propri tier 1 quando il pagamento, in virtù delle forti perdite di esercizio, sarebbe stato facoltativo, sia escludendo di voler ricorrere alla conversione obbligatoria del convertendo, sostenendo di essere in grado di poter raggiungere i requisiti patrimoniali Basilea 3 full phased con le proprie forze.

Nel frattempo, grazie anche al suo fortissimo radicamento sul territorio in alcune delle zone più ricche d’Italia (Lombardia, Veneto, Emilia, Piemonte, etc.), la banca ha dimostrato di riuscire tranquillamente a coprire le proprie esigenze di funding tramite collocamenti alla propria clientela, tanto da avere una situazione di liquidità tranquillizzante.

La situazione di Italease è ormai sotto controllo, essendo da tempo in atto un vero e proprio processo di unwinding che parallelamente allo smontaggio delle posizioni ha portato ad una stabilizzazione delle sofferenze. Analogamente la massiccia svalutazione delle attività di Agos-Ducato dovrebbe precludere ulteriori forti perdite derivanti da quella partecipazione.

Parallelamente viene portata avanti una significativa riduzione dei costi, che ha cominciato a dare frutti significativi, principalmente attraverso la riduzione del costo per il personale. E si stanno adottando politiche per aumentare i ricavi delle attività tradizionali (conti correnti, gestione del risparmio, etc.).

La vera incognita, quindi, sembra essere rappresentata da un lato da una insufficiente redditività (comune agli altri principali istituti italiani e derivante da un contesto di bassissimi tassi di interesse e di perdurante stagnazione dell’economia) e dall’altro dalle crescenti partite deteriorate (crediti deteriorati netti = 13,8% dei crediti totali) e dal loro basso livello di copertura (36,7%), relativamente ai principali concorrenti.

A questo proposito, però, va rilevato che il particolare modello di business (maggiormente orientato verso il retail e le piccole e medie imprese) e la conseguente maggior copertura dei crediti con garanzie reali e personali (i crediti deteriorati assistiti da garanzie reali sono l’83% del totale), unitamente al rallentamento nei flussi di nuove partite deteriorate, rende il confronto rispetto ai principali competitors meno penalizzante di quanto una semplice lettura dei dati potrebbe suggerire.

Quanto ai coefficienti patrimoniali, la banca dichiara un Core Tier 1 al 10,30% (Basilea 2.5), stimando un impatto di circa 200 bps da Basilea 3 full-phased. Data la graduale introduzione degli effetti negativi il management si dichiara ottimista sugli esiti dello stress test, potendo contare su un CT1 di partenza superiore al 9%, rispetto ad un limite minimo dell’8%.

Riassumendo: il Banco Popolare è sicuramente un emittente non di prima fascia, da monitorare con attenzione, particolarmente per quanto riguarda la dinamica futura degli utili, della salute patrimoniale e dell’evoluzione dei crediti deteriorati. Tuttavia la banca ha dimostrato di sapersela cavare con le proprie forze (con la breve eccezione dei Tremonti bonds) in un contesto macroeconomico molto difficile, attraverso un importante aumento di capitale (che i maggiori azionisti non hanno esitato a sottoscrivere) e con un management che ha saputo gestire bene situazioni molto difficili (Italease, Agos) pur mantenendo un buon rapporto con il mercato e, soprattutto, potendo contare su una clientela molto fidelizzata.

Se si escludono eventi esogeni di particolare drammaticità (come un aggravarsi della recessione) il processo di irrobustimento patrimoniale, attualmente non del tutto soddisfacente se paragonato ai principali competitors, dovrebbe proseguire la tendenza positiva degli ultimi anni, consentendo al Banco di recuperare significativamente quella credibilità che il mercato e le agenzie di credito stentano a riconoscergli.

Personalmente non mi capacito del fatto che i rating siano ben più bassi di altre banche decisamente messe peggio (per non dire decotte), se non per il fatto che il Banco sconta il fatto che, essendo italiana, sconta di partenza un pregiudizio negativo che vale almeno due-tre notch.

Al tempo stesso, guardando le quotazioni dei perpetual sul mercato, non mi capacito che restino inferiori a quelle di altri emittenti che hanno saltato il pagamento della cedola. Misteri del mercato. :mmmm: :mumble:

Personalmente considero le tre emissioni del Banco come ottime opportunità di acquisto (in particolare le BPVN) come rapporto rischio/rendimento.

Disclaimer: titoli rischiosissimi, maneggiare con cautela :cool:


Quello che dici è la verità,ma prima o poi i nodi verranno al Pettine.Non mi riferisco solo al Banco,ma è assurdo non rendersi conto di come l'Italia dell'Economia reale(parlo di Industria ecc)sia a minimi storici,come assunzioni e redditività.Questo inevitabilmente si farà sentire sulle banche,anche se Ltro,tassi bassi,e magheggi finanziari di ogni tipo fanno pensare ad altro.
Poi è vero pure che t1 di Banche Decotte come Bpm o Mps quotino altissime,e la cosa non l'ha mai capita,ma tantè il mercato Euro è Bull,alemeno per ora..
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
«Popolare Vicenza sarà il nuovo polo aggregante»

Luca Davi 28 dicembre 2013

(...)

Siete pronti a rafforzarvi per linee esterne?

Per sette anni siamo stati prudenti e non abbiamo fatto nuove acquisizioni. Ora il momento è propizio per muoversi. Il numero delle banche italiane è destinato a ridursi, e quelle che rimarranno in piedi saranno più forti. Noi vogliamo essere tra quelle. L'obiettivo è passare dagli attuali 690 sportelli a mille entro la fine del 2015.

La sfida è grande. Avete già dossier sul tavolo?

Ci stiamo guardando attorno con grande attenzione. Intendiamo crescere di misura sul territorio, e in pieno accordo con Bankitalia, guardando a banche popolari in aree in cui siamo poco presenti. Abbiamo due soli sportelli nelle Marche e in Puglia. In Campania non ci siamo del tutto. Nel Lazio stiamo crescendo (nell'area di Roma, in particolare, si starebbe concludendo l'acquisizione di una quindicina di sportelli della Carife, ndr).

La Popolare Etruria potrebbe essere un target?

In Toscana siamo presenti, tuttavia è un dossier che stiamo esaminando. L'operazione ha alcuni vantaggi: si tratta di una banca con diversi sportelli ed è di natura popolare, e questo renderebbe più agevole l'operazione.

Tra i dossier c'è anche quello di Banca marche.

Ogni pensiero prima della fine del commissariamento sarebbe fuori luogo. E' però una delle banche che ci interessano.

(...)

«Popolare Vicenza sarà il nuovo polo aggregante» - Il Sole 24 ORE=


E' però una delle banche che ci interessano.
...devi leggerla nel modo corretto :cool:

...siccome avete dato regalato abbuonato come vuoi metterla 280 milioni di euro tramite FITD a Banca Popolare di Bari ...ci dovete dare non una ma due mani ...alias

metteteci dentro un 300 milioni a GRATIS come TERCAS e noi insieme alla " cordata " aumentiamo fino a 500 forse 600 milioni ...e vi togliamo le castagne dal Fuoco :-o

Commento di Russia :

nel frattempo rastrelliamo su con tutta tranquillità per tutto il 2014 gli LT 2 se raccogliamo 300 milioni di sub a pmc da 42 a 85 circa 62,5 di pmc di media ci facciamo circa 112 milioni di gain a gratis quindi l'aumento di capitale ci costa non più 300 milioni ma 188 che diviso 3 fà 62 miserabili milioni a testa (fondi - Cordata - Popolare Vicenza ) 300 FITD 300 Aumento di Capitale totale non 500 ma 600 esborso 62,5 milioni X 3

e comandano all'80% della banca azionisti azzerati o quasi ed avanti tutta...

ho sbagliato qualcosa :eek:

...a si ...li raccoglieranno 300 milioni perchè nessuno ci crede a questo mio Film e la gente continuerà ad evitare i Sub Lt 2 di BdM ...tranne i soliti "pazzi bancamarchisti " del Fol e Inv. Oggi e forse qualcun altro ...;)
 

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