Da EffeMagazine:
SUBORDINATI BANCARI, DI FATTO E’ UN ADDIO, SALVO CHE…
Un tema delicato quello dei subordinati bancari. C’è forte incertezza sul fatto che alcuni intermediari abbiano sollecitato la vendita ai propri clienti di titoli Tier 1 e soprattutto del “Coco” di Unicredit con cedola 9,375% (Isin XS0527624059 – appartenente appunto alla categoria “CoCo”, con “trigger” – trasformazione in capitale azionario – in presenza di una discesa del Common equity Tier sotto il 6%). Il motivo è presto spiegato: dopo le recenti vicende dei perpetual delle quattro banchette del centro Italia “defaultate” e dopo l’introduzione del “bail in” è arrivata una stretta nei confronti di tali bond: li possono detenere solo gli operatori qualificati. Chi sono? Ecco cosa prevede la Mifid al proposito.
Tale classificazione prevede la verifica che l’investitore cliente possieda determinati requisiti; in particolare si deve accertare che siano soddisfatti almeno due di questi parametri:
a) deve aver effettato una media di dieci operazioni al trimestre nei quattro trimestri precedenti, trattandosi peraltro di operazioni di significative dimensioni;
b) il valore del portafoglio di strumenti finanziari del cliente, tenendo anche conto dei depositi in contante, deve superare i 500.000 euro;
c) il cliente deve lavorare o aver lavorato nel settore finanziario per almeno un anno in una posizione professionale che presupponga la conoscenza delle operazioni o dei servizi proposti.
Giusto o sbagliato che sia, i “Coco” spettano solo a chi è operatore qualificato e i Tier 1 non “Coco” vengono acquistati in base alla disponibilità dell’intermediario: segnaliamo – secondo quanto sostengono vari lettori – che pure banche e Sim prima piuttosto tolleranti oggi chiudono le maglie della rete.